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  ABC Vino Numero 14, Dicembre 2003   
GreciaGrecia  Sommario 
Numero 13, Novembre 2003 Segui DiWineTaste su Segui DiWineTaste su TwitterNumero 15, Gennaio 2004

Grecia

Il paese Ellenico, padre della civiltà occidentale e moderna, ha avuto il merito di diffondere la cultura del vino in Europa e dopo i suoi gloriosi fasti del passato, offuscati nei secoli scorsi, l'enologia Greca riprende il suo cammino

 Quando si parla del vino Greco è praticamente impossibile non ricordare anche la sua gloriosa storia e il suo fondamentale contributo alla diffusione in Europa della bevanda di Bacco, ma visto che si parla della Grecia, sarebbe bene dire “la bevanda di Dioniso”. In antichità i vini Greci, in particolare quelli dolci, erano famosi ovunque, soprattutto nell'antica Roma, e gli antichi colonizzatori Greci introdussero la vite e il culto del vino nelle terre e nei luoghi in cui arrivavano. Da quei luoghi la diffusione fu ampia e imponente e ancora oggi, a distanza di decine di secoli, i risultati sono vivi e ben radicati nelle culture dei paesi Europei. Nonostante l'importanza del vino nella cultura dell'antica Grecia, un fattore che avrebbe fatto pensare ad uno sviluppo dell'enologia del paese senza pari in nessun altro luogo del mondo, la produzione di vino in Grecia ha vissuto nei secoli scorsi un lungo periodo di recessione. Mentre gli altri paesi Europei continuavano il loro sviluppo nelle tecniche enologiche, la Grecia non fece altrettanto, soprattutto durante il dominio degli Ottomani, e la strepitosa fama del vino Greco fu consegnata alla memoria del tempo. Solo in tempi piuttosto recenti, in particolare negli ultimi venti anni del secolo scorso, l'enologia Greca sta mostrando una nuova vita cercando di recuperare e riprendere il passo degli altri paesi produttori del mondo.


La Grecia
La Grecia

 La storia del vino in Grecia è certamente fra le più ricche e questa bevanda ha ricoperto un ruolo importante e fondamentale sin dai primi periodi della formazione e dello sviluppo di questa civiltà. La produzione di vino era a quei tempi già nota in altre popolazioni, come per esempio gli antichi Babilonesi in Mesopotamia e gli Egiziani, i quali preferivano la birra, mentre fu proprio nell'antica Grecia che il vino assunse un ruolo importante e da li si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo. I Greci svilupparono da subito efficaci tecniche di viticoltura le quali furono introdotte anche nei paesi da essi colonizzati, come per esempio il Sud dell'Italia, favorendo la coltivazione della vite e la produzione di vino fino a farli divenire parti integranti delle culture e dei riti dei popoli del Mediterraneo. Il vino era per i Greci una bevanda sacra alla quale attribuivano un'importanza e una dignità elevata: reperti archeologici precedenti alla cultura Micenea, che risalgono a prima del 1600 AC, testimoniano che il vino era già a quei tempi utilizzato come bevanda per scopi rituali e religiosi.

 La mitologia Greca riconosceva anche un dio del vino, Dioniso, che rivelò agli uomini i segreti della produzione della bevanda, l'iniziazione al culto di questa divinità prevedeva bere vino e in suo onore si celebravano le cosiddette “Orge Dionisiache”, delle vere e proprie feste dedicate al vino. Con molta probabilità il vino che si beveva nell'antica Grecia non era solamente quello prodotto nel paese; alcuni reperti archeologici, in particolare antichi vasi ritrovati a Micene non appartenenti all'arte e all'artigianato Greco, suggeriscono che già a quei tempi si importava vino prodotto in altri paesi. Durante il periodo classico la vite era ampiamente diffusa in tutto il paese e i Greci introdussero le loro specie di uve anche nei paesi che colonizzavano, in particolare in Italia, dove sono ancora diffuse diverse specie che si ritiene abbiano una diretta derivazione Greca. Così come il vino era parte essenziale della cucina e della cultura Greca, la bevanda divenne elemento essenziale nei paesi in cui i Greci estesero il loro influsso culturale. Anche il commercio del vino rappresentava un aspetto importante per la Grecia. Reperti archeologici scoperti nei vari paesi del Mediterraneo, ma anche nei paesi del Medio Oriente, testimoniano che il vino costituiva un prodotto molto importante per l'economia del paese ed era una preziosa merce di scambio.

 I Greci contribuirono enormemente alla viticoltura e all'enologia: già nell'antica Grecia si trovano in molti testi riferimenti precisi sulle pratiche di coltivazione dell'uva e sulle tecniche enologiche. Anche le decorazioni del ricco patrimonio di vasi e coppe di epoca antica testimoniano con le loro illustrazioni le varie scene della vendemmia e delle tecniche adottate nella produzione del vino. La frequenza delle citazioni letterarie e delle illustrazioni artistiche è così elevata che fa pensare al vino come un elemento quasi centrale nella vita e nella cultura degli uomini di quei tempi. Il vino era parte essenziale di uno dei più importanti eventi sociali dell'antica Grecia, il simposio (letteralmente “bere insieme”), che si svolgeva in una stanza in cui erano generalmente ospitati dai sette agli undici partecipanti sdraiati su dei sofà e ai quali veniva servito del vino. I simposi, considerati eventi sconvenienti per le donne rispettabili che in genere non vi partecipavano, si diffusero anche in Italia e la loro popolarità rimase intatta praticamente fino alla fine dell'era antica. Il vino servito durante il simposio seguiva solitamente un vero e proprio pasto ed era diluito con acqua: il delicato compito della diluizione spettava al simposiarca, il maestro della cerimonia, che aveva anche il compito di regolare lo svolgimento dell'evento e il momento in cui bere vino e la quantità. Lo scopo dei simposi era quello di creare un'occasione di piacere in cui il vino doveva contribuire alla piacevolezza dell'evento, tuttavia non era raro che i partecipanti si ubriacassero in conseguenza a vere e proprie competizioni e sfide sulla resistenza e la capacità di bere.

 Il vino prodotto nell'antica Grecia era piuttosto diverso dal vino che siamo soliti apprezzare ai giorni nostri. Normalmente i vini Greci erano considerati per il loro colore, proprio come si fa ancora oggi, e si classificavano come bianchi, neri o rossi, e mogano. Pare che i Greci ponessero particolare attenzione agli aromi del vino che spesso definivano come “floreali”, tuttavia nella letteratura dell'epoca si descrivono alcuni vini in modo più dettagliato e facendo riferimento esplicitamente a particolari fiori, come la violetta e la rosa. Il gusto del vino, o meglio, il gusto che si preferiva nel vino a quei tempi era dolce, anche molto dolce, e non a caso l'abitudine di produrre la bevanda facendo uso di uva appassita era molto frequente. I vini passiti erano molto apprezzati nell'antica Grecia e spesso la dolcezza veniva concentrata mediante l'ebollizione del vino che ne riduceva la quantità d'acqua. Tuttavia i vini dolci non erano gli unici ad essere prodotti nell'antica Grecia. Si hanno notizie di vini prodotti con uve acerbe e con un'acidità così pronunciata che facevano addirittura lacrimare gli occhi, così come vini secchi, sia bianchi sia rossi, a conferma che l'enologia dell'antica Grecia era piuttosto varia. Il problema principale dei vini di quell'epoca era la scarsa conservabilità a causa dei contenitori utilizzati e, soprattutto, alla loro scarsa tenuta all'aria. I vini si ossidavano piuttosto rapidamente e i Greci furono costretti ad adottare misure che garantissero una maggiore conservabilità del vino. L'aggiunta della resina di pino nel vino in fermentazione rappresentava uno di questi rimedi, e che troviamo ancora oggi in uno dei prodotti più celebri di Grecia, il Retsina, in quanto si riteneva che questo componente avesse delle qualità conservanti.


 

 Durante il periodo medievale la produzione di vino era svolta da privati e dai monasteri, esattamente come nel resto dell'Europa. Dopo i grandiosi fasti dell'antica Grecia, il paese divenne parte dell'impero Bizantino e pertanto il centro principale per il commercio del vino Greco divenne Costantinopoli dove venivano principalmente commercializzati vini proveniente dalle isole del mar Egeo. La produzione locale di vino subì una forte recessione quando l'imperatore Alessio I Comnenus, nel 1082, concesse ai Veneziani la possibilità di stabilire strutture commerciali a Costantinopoli, e in altre 32 città dell'Impero, con l'esenzione totale dal pagamento di qualsiasi imposta e tassa. Grazie a questa agevolazione fiscale i Veneziani potevano vendere il loro vino a prezzi molto più bassi rispetto agli altri: un vantaggio che rimase in vigore fino alla metà del XIV secolo. Il fiorente commercio del vino nell'impero Bizantino terminò verso la fine del XV secolo, dopo la fine dell'impero Bizantino, quando i Turchi occuparono il Peloponneso ed estero il loro dominio in tutta la penisola Greca.

 Durante il dominio degli Ottomani, l'enologia Greca subì un'ulteriore recessione che pregiudicò il suo sviluppo fino alla fine della dominazione. Nonostante la produzione di vino non fu proibita ai Cristiani, l'industria enologica fu duramente oppressa dalle tasse imposte dai Turchi e che scoraggiarono la produzione di vino limitandone sia la diffusione sia lo sviluppo. Il risveglio dell'enologia Greca può essere considerato a partire dall'inizio del 1900, quando il paese, finalmente, riconquistò la propria indipendenza. Tuttavia il vero interesse per lo sviluppo dell'enologia locale si ebbe solamente dopo la fine della seconda guerra mondiale, nonostante la maggioranza del vino prodotto era considerato di bassa qualità e venduto sfuso. Negli ultimi 20 anni la Grecia sta ponendo un'attenzione crescente allo sviluppo qualitativo del suo vino, forte anche del glorioso passato, e l'enologia del paese sta progressivamente recuperando il tempo anche attraverso l'adozione di tecnologie moderne e enologi competenti.

 

Il Sistema di Qualità Greco

 Il sistema di qualità dei vini Greci è regolamentato da apposite leggi emanate dal Ministero dell'Agricoltura nel 1971, tuttavia il sistema attualmente in vigore è il risultato di una revisione operata nel 1981 a seguito dell'entrata del paese nella Comunità Economico Europea. L'attuale sistema si basa, in termini generali, su quello Francese dell'Appellation d'Origine Contrôlée e sono riconosciute specifiche regioni vinicole, varietà di uve coltivabili, procedure di coltivazione e pratiche di vinificazione oltre a norme che regolano l'etichettatura delle bottiglie. Il sistema prevede tre categorie distinte come riportato di seguito:

 

  • Denominazione di Origine - Prevede due categorie distinte, Denominazione di Origine di Qualità Superiore (abbreviato in Greco come OPAP) e Denominazione di Origine Controllata (abbreviato in OPE), che comprendono vini regolati da norme simili al sistema AOC Francese. Le due categorie prevedono vini Riserva e Gran Riserva che si differenziano in accordo al tempo di maturazione. Per i vini bianchi Riserva il periodo di maturazione deve essere di due anni con un minimo di sei mesi in botte, mentre per la Gran Riserva il periodo è di tre anni con un minimo di 12 mesi in botte. Per i vini rossi Riserva il periodo di maturazione è di tre anni con un minimo di sei mesi in botte, mentre per il Gran Riserva il periodo è di quattro anni con un minimo di due anni in botte
  • Topikos Oenos - Comprendono vini prodotti in regioni estese ed equivalgono, in termini generali, ai vini Indicazione Geografica Tipica dell'Italia o ai Vin de Pays Francesi. Le qualità di uve permesse per la produzione di questi vini comprendono sia specie locali sia specie internazionali
  • Epitrapezios Oenos - Vino da Tavola. Questa categoria non prevede norme particolari e di fatto i vini possono essere prodotti con diverse uve anche provenienti da diverse regioni. La categoria prevede una denominazione particolare, Cava, che indica il periodo di maturazione del vino. I Cava bianchi devono maturare per due anni con un minimo di sei mesi in botte, mentre i Cava rossi devono maturare per tre anni con un minimo di sei mesi in botte nuova e per un anno in botti usate

 

Zone di produzione

 L'attuale produzione enologica della Grecia è prevalentemente svolta nelle stesse regioni che hanno reso celebre il vino Greco in tempi antichi. Il suolo della Grecia è particolarmente vocato alla coltura della vite, una caratteristica che era ben nota agli antichi abitanti del paese. In Grecia si coltivano prevalentemente uve autoctone, la cui stima è di circa 300 diverse varietà, oltre alle uve “internazionali” che ricoprono solamente una minima parte e spesso vengono miscelate con quelle locali. Fra le uve locali a bacca bianca si ricordano l'Assyrtiko, Moscophilero, Moscato Bianco, Robola, Roditis e Savatiano, l'uva principalmente utilizzata per la produzione del celebre Retsina. Fra le uve locali a bacca rossa troviamo l'Agiorgitiko, Kotsifali, Limnio, Mandelari, Mavrodaphne, Negoska, Stavroto, Krassato e Xynomavro. La produzione riguarda per il 75-80% vini bianchi, circa il 15% è rappresentato da vini rossi e la parte restante è relativa ai vini dolci. Fra le uve bianche più importanti troviamo l'Assyrtiko e il Savatiano, che oltre ad essere utilizzato per la produzione di Retsina è anche l'uva più diffusa nel paese. Fra le uve bianche troviamo anche la Robola, da molti considerata come la Ribolla tipica del Friuli Venezia Giulia e che pare sia stata introdotta nel paese dai Veneziani nel XIII secolo. Fra le uve rosse più importanti troviamo il Mavrodaphne, Agiorgitiko e Xynomavro.

 Fra le regioni vinicole più importanti della Grecia vanno ricordate la Macedonia, Tessaglia, Peloponneso, le isole dell'Egeo e l'isola di Creta. In queste regioni si producono probabilmente i vini più celebri del paese e sono quelle che storicamente hanno identificato la Grecia con il vino. A nord del paese troviamo la Macedonia che prevede due importanti distretti vinicoli: Naoussa e Goumenissa. Naoussa, fra le zone più celebri di tutta la Grecia, è famosa per i suoi vini rossi prodotti con uve Xynomavro, corposi e imponenti, mentre a Goumenissa la stessa uva è miscelata con il Negoska producendo quindi vini meno corposi. Nella regione di Tessaglia, nella parte centrale della penisola Greca, si trova l'area di Rapsani dove si producono vini rossi, nei pressi del monte Olimpo, con uve Xynomavro, Stavroto e Krassato. Nel Peloponneso, a sud del paese, si trovano tre importanti aree vinicole: Nemea, Mantinia e Patrasso. I vini di Nemea sono prevalentemente prodotti con Agiorgitiko, un'uva a bacca rossa molto diffusa, mentre i vini di Mantinia sono generalmente prodotti con Moscophilero, un uva aromatica e dalla buccia colore rosa con la quale si producono vini bianchi. L'area vinicola più celebre del Peloponneso è Patrasso dove si producono tre tipi diversi di vino, di cui due sono di primario interesse. Il primo di questi è il celebre Moscato di Patrasso, un vino dolce e aromatico prodotto con uva Moscato Bianco, mentre il secondo è un vino rosso dolce prodotto con uva Mavrodaphne lungamente affinato in botte e spesso fortificato e caratterizzato da una lieve ossidazione che ricorda il Porto Tawny.

 Fra le numerose isole Greche sparse nel Mare Egeo, ce ne sono due celebri per i loro vini: Santorini e Samos. L'uva tipica di Santorini è l'Assyrtiko che nell'isola viene utilizzata sia per la produzione di vini bianchi secchi sia per il suo celebre Visánto. Questo particolare vino è prodotto con uve appassite di Assyrtiko e una parte di uva Mandelari. Il visánto matura generalmente per circa 10 anni in botte sviluppando aromi complessi, ricchi e suadenti. Anche l'isola di Samos è famosa per un suo vino dolce, il celebre Moscato di Samos, prodotto con uva Moscato Bianco appassita e talvolta fortificato, caratterizzato da intensi e ricchi aromi dell'uva e di albicocca. Fra le isole Greche va ricordata anche Creta, di antiche e nobili origini enologiche, che ancora oggi è legata alle sue uve locali, in particolare alla Kotsifali e Mandelari, e che sono utilizzate per la produzione dei vini di Archarnes. Fra i vini Greci va inoltre ricordato il celeberrimo Retsina, e nonostante sia considerato un vino aromatizzato piuttosto che un vino nel senso stretto del termine, è ancora oggi il vino più conosciuto e diffuso prodotto nel paese. Il Retsina, particolarmente apprezzato dalla popolazione locale e vera attrazione per i turisti, occupa una posizione di rilievo nello scenario produttivo del paese e rappresenta il 30% della produzione totale. Attualmente il Retsina è prodotto quasi ovunque in Grecia, tuttavia la sua zona principale di produzione è Attica, la regione in cui si trova Atene. Questo vino è prodotto con uva Savatiano e durante la sua fermentazione viene aggiunto al mosto una piccola quantità di resina di pino di Aleppo con lo scopo di aromatizzare il prodotto finale.

 




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