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  Eventi Numero 51, Aprile 2007   
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Notiziario


 In questa rubrica sono pubblicate notizie e informazioni relativamente a eventi e manifestazioni riguardanti il mondo del vino e dell'enogastronomia. Chiunque sia interessato a rendere noti avvenimenti e manifestazioni può comunicarlo alla nostra redazione all'indirizzo e-mail.

 

Lungarotti: La Cantina Diventa Verde


 
Le Cantine Lungarotti sono le protagoniste del primo progetto italiano per produrre energia termica dalle potature dei vigneti e rendere così pressoché autosufficiente sotto questo profilo, un'azienda vitivinicola di grandi dimensioni. Il progetto pilota, già in corso di realizzazione in Umbria presso la Cantina Lungarotti di Torgiano (Perugia), è finanziato dall'Ufficio Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura del Ministero delle Politiche Agricole, in accordo con il Centro di Ricerca sulle Biomasse-Università di Perugia.
La lavorazione dei residui (sarmenti) di potatura, predisposti in rotoballe, consentirà di produrre circa 290 MW all'anno di energia termica, in grado di coprire oltre il 70% del fabbisogno energetico della Lungarotti. Ciò vuol dire che l'azienda sarà pressoché autosufficiente per quanto riguarda la produzione di acqua refrigerata destinata al raffreddamento dei mosti in fase di vinificazione, la produzione di vapore utilizzato per il processo di sterilizzazione delle bottiglie, la produzione di acqua calda sanitaria, e, infine, il riscaldamento e il condizionamento dei locali nel periodo estivo.
«È giusto che anche le aziende vinicole diano un contributo alla lotta contro l'inquinamento, a favore del risparmio energetico - ha dichiarato Chiara Lungarotti, amministratore unico dell'azienda - Nel ringraziare il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e il CRB per avere scelto la nostra azienda per il progetto pilota, ci auguriamo che esso possa aprire la strada ad altre aziende del settore per una via “verde” alla produzione del vino.» La prima parte del progetto è stata avviata nel 2006, e consiste nell'accumulo di circa 100 tonnellate di sostanza secca, composte dalle biomasse residuali della potatura dei vigneti.

 

Rosa Rosae: il Nuovo Franciacorta Rosé di Bersi Serlini

Con una produzione di 3.500 bottiglie, Bersi Serlini pone in commercio il Brut Cuvée Rosé chiamandolo Rosa Rosae. Colore rosa tenue, luminoso e delicato, perlage fine e persistente, bouquet elegante con sentori di frutti rossi. Pieno e franco in bocca. Questo nuovo Rosé completa la gamma dei Franciacorta di Bersi Serlini e che, a differenza degli altri, è l'unico ad avere un uvaggio di Chardonnay e Pinot Nero. Un packaging colorato ed innovativo in linea con il recente restyling. Ogni bottiglia viene consegnata in un piccolo sacchetto di rete tessuta a mano, come da tradizione, da un artigiano di Montisola, piccolo paese sul lago d'Iseo famoso anche per la realizzazione di reti da pesca esportate e richieste in tutto il mondo.

Completato il Programma di Conversione di Inama

Il programma di conversione alla conduzione biologica dei vigneti situati sui Colli Berici dell'Azienda Agricola Inama, iniziato nel marzo del 2001, si è concluso positivamente in questi giorni. Ai primi quattordici ettari, controllati e certificati a conduzione biologica già nel marzo 2003, si aggiungono ora gli altri cinque ettari, a totale conclusione della procedura. La Bios di Marostica, organismo di controllo e certificazione delle produzioni agroalimentari, ha dichiarato pertanto l'idoneità dell'Azienda Agricola Inama alla conduzione biologica dei propri vigneti.
«Il tipo di conduzione con metodo biologico - afferma Stefano Inama, titolare dell'Azienda - combinato a una bassa resa per ettaro, consente una produzione di uve di qualità più elevata, che garantiscono migliori risultati in fase di vinificazione e affinamento. Concetti che, unitamente alla piena attenzione e al rispetto per l'ambiente e il terroir, hanno sempre fatto parte della filosofia Inama, ora anche certificati da una dichiarazione di un organo nazionale preposto alle verifiche e ai controlli»

L'Agricoltura un Settore Vecchio

«Il 50% degli agricoltori italiani ha più di 55 anni, come segnalato dall'Osservatorio giovanile per l'imprenditoria in agricoltura (Oiga) - afferma il Presidente Pantaleo Mercurio, Consiglio dell'Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali - è un dato sconfortante, che indica innanzitutto quanto i giovani siano disaffezionati al comparto primario.»
Un paradosso perché proprio le nuove generazioni amano la campagna, le vacanze in agriturismo e i prodotti tipici ma «non vedono prospettive - dice Mercurio - nell'agricoltura che genera redditi troppo bassi, un grado di innovazione e di sviluppo decisamente modesto, con poche possibilità di far carriera.» Il sogno, da parte di giovani laureati, di aprire un agriturismo, segnalato da una ricerca Eurispes, è quindi solo un segnale di un malessere per la qualità della vita nei centri urbani e non di una reale volontà di occuparsi nel mondo rurale.
«Il dato più preoccupante - dice Mercurio - è che l'Italia è fanalino di coda in Europa quanto a presenza giovanile nel settore primario. Significa che le politiche per favorire l'accesso dei giovani in agricoltura non hanno prodotto i risultati attesi. I contributi a fondo perduto per l'insediamento dei giovani imprenditori, contenuti nei Piani di Sviluppo Rurale (Psr) 2000-2006, sono stati più un sostegno per aziende in essere, trasferite, almeno nominalmente da padre in figlio, piuttosto che un incentivo al passaggio generazionale, all'innovazione e al rinnovamento.» Occorre quindi legare l'insediamento dei giovani agricoltori a forme di supporto e auditing aziendale, perché vi sia anche un effettivo cambiamento nella gestione agronomica e economica dell'impresa agricola. I giovani vanno guidati e aiutati a crescere, a investire su colture o segmenti più redditizi di quelli tradizionali, è necessario che la multifunzionalità (agriturismo, fattorie didattiche?) diventi reale occasione di guadagno e business. «I giovani - conclude Mercurio - devono essere incentivati soprattutto alla formazione specialistica, percorsi di studio e di esperienze che però non siano generici e aperti a tutti, con conseguenti titoli poco spendibili sul mercato del lavoro. Occorrono invece progetti concreti e innovativi, che premino l'alta formazione, master universitari e corsi di specializzazione post laurea. Gli imprenditori agricoli del futuro devono saper gestire i fattori produttivi e prendere decisioni in base ai trend economici ma anche tenendo conto della tutela ambientale, del risparmio energetico e della qualità del prodotto.»
I Dottori Agronomi e Dottori Forestali hanno chiesto al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, attraverso l'Oiga, di attivare il “Fondo per lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile in agricoltura”, emancipato da vecchie logiche distributive che, superando i limiti regionali, dia la priorità all'alta formazione specialistica direttamente finalizzata alla realizzazione di progetti concreti al fine di promuovere la formazione di imprese che fungano sia di esempio, sia da polo di attrazione di iniziative similari.

Francoli Cup: Giovani al Lavoro

Uno spettacolo lungo una notte intera. È stata l'undicesima edizione della Francoli Cup, competizione dedicata agli studenti degli istituti alberghieri svoltasi alla discoteca Il Maneggio di Romagnano Sesia (NO). È stato un podio tutto femminile ad aggiudicarsi l'edizione 2007 per la categoria Drink Blu, ovvero il trofeo di cocktail a base la grappa, a dimostrazione che il mondo femminile sta sviluppando una sensibilità tutta nuova nei confronti del distillato italiano. Prima classificata Federica Zerbin (Sondalo) con lo Ziby, seconda Alissia Cornacchiari (Stresa) con il Managuana e terza classificata Veronica Rossini (Brescia Canossa) con il Nocciola.
Un podio tutto maschile invece per la categoria Drink Orange. Primo classificato Matteo Marin (Jesolo Lido) con il Sottosopra, secondo Giuseppe Montemurro (Castellaneta) con il Perrone apple frozen e terzo Loris Buzzoni (Brescia Mantegna) con il Moonlight. Ai primi classificati è andato il premio di 1.000 euro. Molte delle ricette presentate, create dagli studenti, hanno dimostrato creatività e capacità di ricerca; tra i tanti ingredienti utilizzati figurano infatti il peperoncino, il vin cotto, lo yogurt, il sedano. A rappresentare l'Aibes, che ha collaborato alla realizzazione di tutta la competizione, era presente anche il Presidente Camillo Bosco.
L'attenzione maggiore è stata rivolta tuttavia alla premiazione del piano di ricerca, cui hanno partecipato oltre 40 istituti. Vincitore l'Istituto Carmine Russo di Napoli. Il progetto presentato mira a sviluppare l'incoming turistico e prevede la costituzione di un consorzio, guidato dalla Scuola Alberghiera e aperto agli operatori del settore turistico. Obiettivo è creare una struttura operativa capace di offrire servizi turistici attraverso un'azione attiva degli studenti. Questi infatti dovranno occuparsi dell'ideazione dei pacchetti turistici, dell'implementazione del sito internet consortile, del controllo dei risultati, dello studio di posizionamento del prezzo. Una vera e propria “palestra” per aiutare i giovani ad avvicinarsi al mondo del lavoro. Oltre ad avere la possibilità di esporre per un anno la “Francoli Cup”, opera ispirata ad un alambicco futuristico, all'istituto vincitore è andato il premio di 10.000 euro, che verranno utilizzati per sviluppare il progetto.
Oltre che per i premiati, per tutti i partecipanti l'evento è stato un'esperienza di vita. Alla competizione hanno preso parte 63 istituti e oltre 200 persone tra docenti e studenti di età tra i 14 e i 19 anni. Buona anche la presenza straniera con le scuole di Ajaccio (Francia), Buje (Croazia), Galway (Irlanda), St Julian's Bay (Malta), Semmering (Austria), Pirna (Germania). Per tutti, studenti del Nord, Centro e Sud Italia, della Germania come di Malta, l'evento è stato una grande festa ma anche un'esperienza unica per confrontarsi con cosa realmente li aspetta nel mondo del lavoro, dove l'improvvisazione non è più concessa. «Mi auguro che la soddisfazione sia stata grande e la delusione cocente: questa è la vita» ha sintetizzato perfettamente il Presidente Alessandro Francoli. Nonostante la soddisfazione per l'ottima riuscita dell'evento, Distillerie Francoli pensa già alla prossima edizione. Per la prima volta quest'anno la competizione è stata messa a “Impatto Zero®” grazie alla collaborazione con LifeGate. Questo significa che per azzerare le emissioni di anidride carbonica provocate dalla manifestazione, pari a 3.150 kg di anidride carbonica, grazie alla collaborazione con LifeGate sono stati adottati 2.032 mq di riserva tropicale in Costa Rica. Per il prossimo anno l'idea è coinvolgere attivamente gli studenti su questa tematica, rendendoli sempre più consapevoli di una problematica che li riguarda da vicino e stimolandoli a proporre progetti di ricerca sostenibili anche dal punto di vista ambientale. Consapevolezza e consumo equilibrato sono gli argomenti su cui l'azienda sta lavorando, con un'attenzione sempre maggiore anche al consumatore e alla sua sicurezza.
La Francoli Cup è stata realizzata in collaborazione con Aibes, EAHT (European Association Hotel and Turism School), Corso di Laurea in Scienze del Turismo e comunità locale dell'Università Bicocca di Milano e Lifegate. Per informazioni: www.francolicup.org



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