Tutti i vigneti trentini di proprietà del Gruppo Lunelli e destinati alla
creazione di Ferrari Trentodoc hanno ottenuto la certificazione biologica: una
notizia attesa, che arriva il 20 marzo, a pochi giorni dal Vinitaly 2017 e
corona l'impegno della famiglia Lunelli nel riportare al centro dell'attività
agricola il concetto stesso di fertilità naturale del terreno, il rispetto
dell'ambiente e di chi vi lavora.
Questo traguardo è il punto di arrivo di un percorso lungo e impegnativo,
iniziato oltre venti anni fa. Numerosi studi e sperimentazioni in campagna
condotti con il supporto della Fondazione Mach, hanno portato alla convinzione
che, una volta ottenuto un adeguato equilibrio del vigneto, sia possibile fare
viticoltura biologica anche in territori di montagna.
Negli anni è stato introdotto il divieto totale di utilizzo di diserbanti e
concimi chimici, a favore di pratiche tradizionali come il sovescio, di
fertilizzanti naturali come il letame e dell'uso esclusivo di fitofarmaci ad
alto grado di sicurezza, che prediligono l'impiego di prodotti naturali quali
il rame e lo zolfo.
In questo contesto, nel 2014 è iniziato il processo di conversione al biologico
di tutti i vigneti di proprietà delle Cantine Ferrari, che è terminato con
successo qualche giorno fa. Questa cultura della sostenibilità e del rispetto
per il territorio negli anni è stata condivisa anche con le oltre 500 famiglie
che conferiscono le proprie uve alle Cantine Ferrari, attraverso un lungo
processo di formazione e di educazione da parte del team di agronomi di Casa
Ferrari.
A tutti i conferenti è stato chiesto di seguire un vero e proprio protocollo di
viticoltura di montagna salubre e sostenibile denominato Il Vigneto Ferrari,
elaborato sempre col sostegno scientifico della Fondazione Edmund Mach e
certificato da CSQA.
Oltre a garantire una migliore qualità della pianta e dell'uva prodotta, queste
iniziative hanno avuto importanti ricadute su tutto il territorio circostante,
che oggi beneficia di una più ricca biodiversità, confermata anche dalla
certificazione Biodiversity Friend' da parte della Worldwide Biodiversity
Association.
Un territorio, quello delle montagne del Trentino, che nei secoli il lavoro
dell'uomo ha trasformato, rendendo più dolci i pendii con filari di viti
coltivati e mantenuti come giardini. Oggi questi vigneti di montagna, gli unici
ad assicurare l'eccellenza della base spumante Trentodoc, sono ancora più in
sintonia con la natura, grazie all'importante traguardo raggiunto dalle Cantine
Ferrari, che dimostrano di conservare lo spirito pioneristico del loro
fondatore. Fu proprio Giulio Ferrari, infatti, oltre un secolo fa, a
individuare le montagne trentine come terreno ideale per la produzione del
migliore Chardonnay destinato alla produzione di Metodo Classico.
«La certificazione biologica di tutti i vigneti trentini della nostra famiglia
rappresenta un grande traguardo che ha ricadute positive su tutto il processo
produttivo, e rafforza ulteriormente il nostro impegno in termini di
responsabilità sociale verso i territori in cui operiamo» ha commentato
Marcello Lunelli, vice presidente delle Cantine Ferrari.
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