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  Eventi Numero 185, Giugno 2019   
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Notiziario


 In questa rubrica sono pubblicate notizie e informazioni relativamente a eventi e manifestazioni riguardanti il mondo del vino e dell'enogastronomia. Chiunque sia interessato a rendere noti avvenimenti e manifestazioni può comunicarlo alla nostra redazione all'indirizzo e-mail.

 

Enovitis in Campo nel Territorio del Nobile


 
«Enovitis da anni rappresenta un vero e proprio laboratorio in campo. Le aziende vitivinicole sollevano richieste, problematiche ed esigenze stimolando l'industria, che risponde, in modo sempre più puntuale, con la migliore tecnologia esistente. Il top di questa tecnologia quest'anno si riunirà nello splendido territorio toscano di Montepulciano che, con il suo Vino Nobile, rappresenta una delle più antiche DOCG italiane. I riflettori si accendono quindi su un nuovo contesto, con delle peculiarità proprie, dove tradizione e innovazione si integrano. Molti saranno i temi di approfondimento proposti nei qualificati convegni e workshop in programma e, con una macchina organizzativa così ben rodata, siamo certi che anche questa edizione saprà sorprendere per numeri e novità».
Con queste parole Paolo Castelletti, Segretario generale di Unione Italiana Vini presenta, in occasione di Vinitaly, l'edizione 2019 di Enovitis in Campo, l'unica fiera “dinamica”, itinerante e con valenza nazionale interamente dedicata alle tecnologie per la viticoltura, che quest'anno si terrà il 20 e il 21 giugno a Montepulciano (Siena).
Sulla strada Lauretana, storico confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio, nel luogo in cui il Sangiovese trova alcune delle sue massime espressioni, Enovitis in Campo darà modo ai migliori costruttori di macchine e ai fornitori di prodotti, mezzi tecnici e servizi in ambito vitivinicolo, di cimentarsi tra i vigneti dedicati alla produzione di questi grandi vini rossi. Si va quindi a esplorare un'altra tipologia produttiva e una diversa tradizione agronomica, confermando così Enovitis quale vetrina dimostrativa in grado di contestualizzare l'impiego delle tecnologie nei vari ambienti pedo-climatici e colturali.
Tema centrale di questa edizione la sostenibilità, in funzione del cambiamento climatico nel rapporto tra suoli e vitigni. Questo sarà infatti il tema Convegno organizzato da Il Corriere Vinicolo, settimanale di Unione Italiana Vini, per Giovedì 20 giugno alle 10:30, durante il quale verranno approfondite una serie di problematiche legate all'interazione vitigno-suolo, luogo dove si concentra l'origine della vite e quindi del vino. Non è un caso che sia stato scelto questo argomento in una delle zone vinicole, Montepulciano, più vocate al proprio vitigno, il Sangiovese, che grazie al rapporto con la sua terra ha dato vita a grandi vini come il Vino Nobile. Il convegno, guidato da relatori di notevole spessore scientifico provenienti da Università e centri di ricerca, sia italiani che stranieri, è dedicato a imprenditori, agronomi, enologi e in genere operatori della filiera vitivinicola nazionale e internazionale, oggi sempre più attenti a questo rapporto in quanto elemento determinante nella caratterizzazione dei vini a denominazione di origine.
Nel pomeriggio, a completamento del convegno, si svolgerà una speciale degustazione, guidata da un panel di autorevoli giornalisti italiani e stranieri, nella quale si cercherà di mettere in evidenza l'impronta che diversi suoli sono in grado di dare ai vini dal punto di vista dell'espressione stilistica, organolettica e qualitativa. Il format della degustazione prevederà la messa a confronto, in un “debate”, di tre vini italiani, bianchi e rossi, con tre vini stranieri.
La tecnologia, come da tradizione, rimane protagonista a Enovitis: in anteprima assoluta in Europa, verrà infatti presentato, da un gruppo di aziende israeliane, un nuovo prodotto che ha convertito la tecnologia bellica, declinandola in campo agricolo a sostegno della sostenibilità. Non mancherà, infine, il concorso Innovation Challenge, rinnovato nelle sue modalità grazie alla collaborazione con Enoforum, con il quale Unione Italiana Vini punta a dare merito e visibilità alle aziende del settore vitivinicolo che dedicano risorse per contribuire allo sviluppo dei settori di competenza della filiera vigneto-cantina, valorizzando l'impegno dei produttori di tecnologie e servizi e dando risalto ai progetti di riconosciuto contenuto innovativo.
A fare da cornice a tutta la manifestazione la Tenuta Trerose, che sorge nella parte sud-est della Denominazione ai confini con l'Umbria e il Lago Trasimeno. Estesa su 5 bellissimi colli per 200 ettari, in un paesaggio che alterna vigneti, oliveti e seminativi, la Tenuta Trerose è indubbiamente per orografia, topografia e panorama una delle più belle aziende della Denominazione Vino Nobile, ricca non solo dal punto di vista viticolo, ma anche per un prezioso interesse storico e paesaggistico.

Grande Successo della Grappa a Vinum

Un successo annunciato, l'azione di promozione e di valorizzazione della grappa piemontese del nostro consorzio all'evento Vinum di Alba. Il banco d'assaggio con i tanti e diversi prodotti delle aziende consorziate, ha accolto il solito numerosissimo pubblico di visitatori, giunti nella capitale delle Langhe per conoscere i prodotti delle cantine e delle distillerie del vasto territorio regionale. Si conferma la presenza massiccia di giovani, che nella maggioranza dei casi sono interessati ad approfondire la conoscenza dei prodotti, delle lavorazioni e delle terre di provenienza delle vinacce.
Quest'anno si sono registrati molti arrivi dagli Stati Uniti, dall'Australia e dalla Nuova Zelanda, insieme ai turisti del bere giunti da ogni Paese dell'Europa e da ogni regione d'Italia. Alla fine di una incessante maratona durata in tutto 7 giorni, in cui si sono proposte le nostre grappe attraverso il lavoro dell'assaggiatore professionale ANAG Sergio Rossotto, del responsabile Bruno Penna e dei mastri distillatori di diverse aziende (Beccaris, Sibona, Gualco, Mazzetti d'Altavilla, Revel Chion, Montanaro) che si sono avvicendati allo stand in Piazza Michele Ferrero, si contano 6.000 assaggi serviti. Si intuisce quindi la portata di questa partecipazione, che per il Consorzio di Tutela Grappa del Piemonte e Grappa di Barolo, rappresenta una consolidata collaborazione con l'Ente Fiera di Alba e una grande occasione di valorizzazione che si riflette poi anche sulle visite nelle distillerie.
Questa grande azione di promozione del Consorzio ha avuto anche importanti momenti di approfondimento: un'intervista ai microfoni di Radio Alba, la partecipazione a un talk show negli studi televisivi torinesi di GRP, un diffuso riscontro sui media, ed infine il workshop nella splendida Sala Beppe Fenoglio, dove si è celebrato il Dolcetto con una degustazione commentata di due grappe da questo vitigno (una giovane e una invecchiata) e di un cocktail finale anche questo a base di grappa di Dolcetto.

Cambiamenti Climatici, Territorio e Sostenibilità: la Sfida Green del Morellino di Scansano

In occasione di “Rosso Morellino”, a Scansano si guarda al futuro. Nell'ambito del convegno, un focus su mercato e sostenibilità, climate change e riflessi sulla viticoltura, oltre al lancio del progetto “Morellino Green”.
Il territorio va preservato: è da questa premessa che nasce il focus dell'appuntamento convegnistico che ha avuto luogo oggi nella cornice di “Rosso Morellino”, l'evento annuale organizzato dal Consorzio Tutela Morellino di Scansano. Il convegno, dal titolo “Cambiamenti climatici, territorio e sostenibilità: la sfida green del Morellino di Scansano” ha proposto diversi spunti di riflessione sugli scenari futuri del mondo del vino, anche in relazione ai cambiamenti climatici che stanno interessando il pianeta. Il Consorzio, inoltre, ha presentato in anteprima un'iniziativa del tutto inedita che coniuga mobilità innovativa e sostenibilità ambientale.
Con la conduzione di Giorgio Dell'Orefice de Il Sole 24 Ore – Radiocor, il convegno si è aperto con i saluti di Rossano Teglielli, presidente del Consorzio, il quale ha evidenziato: «L'ambiente è di tutti e salvaguardarlo per le generazioni future è sempre più un dovere morale. Dal nostro Consorzio, quest'anno, arriva una proposta concreta che intende rappresentare un piccolo passo in questa direzione, certi che ogni modello di sviluppo futuro non possa prescindere dal rispetto del contesto ambientale».
I contributi dei relatori hanno permesso di affrontare il tema del cambiamento climatico e della sostenibilità da diversi punti di vista. Un approccio più tecnico con focus proprio sulla viticoltura lo ha offerto Diego Tomasi, ricercatore del Centro di ricerca per la Viticoltura del CREA, che ha parlato di Scenari viticoli futuri legati al clima sempre più imprevedibile.
«Ci sono diverse evidenze – ha rimarcato Tomasi – che mostrano come la viticoltura e il vino siano decisamente cambiati rispetto a soli 30 o 40 anni fa. Prima di tutto, le differenze si registrano a livello fenologico: il ciclo vegetativo della vite risulta anticipato di una quindicina di giorni rispetto al recente passato. Ciò produce altri effetti importanti, che vanno a incidere sugli zuccheri, l'acidità e il PH dei vini. La componente zuccherina sta infatti aumentando in concomitanza con l'aumento delle temperature, mentre l'acidità è in diminuzione. A livello aromatico, tale situazione determina il passaggio da note floreali e di frutta fresca a un aroma sempre più orientato verso la frutta matura e i sapori tropicali. Pure il colore del vino risente dei cambiamenti climatici e, in linea generale, la tendenza vira verso effetti cromatici più attenuati». Ma questo non è l'unico punto rilevante quando si parla di climate change e impatto sulle produzioni vitivinicole.
«C'è un altro grande problema da affrontare – prosegue Tomasi – ovvero la gestione dell'acqua, una risorsa sempre più preziosa quanto indispensabile. Per cercare di fronteggiare un simile status quo, la genetica al momento non ha potuto intervenire, anche perché avrebbe dovuto proporre piante geneticamente modificate, con tutto ciò che ne consegue. Allo scopo di mitigare (non risolvere!) questa situazione – ha concluso Tomasi – si sta intervenendo con soluzioni agronomiche, che possono esser diverse, a seconda dei territori e delle situazioni: per recuperare l'acidità, si può ad esempio calibrare una adeguata concimazione dei terreni. Per ridurre l'utilizzo di acqua, si possono adottare impianti in grado di garantire alla pianta solo il quantitativo necessario. Per controllare la percentuale zuccherina, ci si può spostare più in altura. Ma attenzione: rispetto a pochi decenni fa, la viticoltura si è già alzata di circa 200 metri».
Gli effetti dei cambiamenti climatici, dunque, appaiono evidenti e con riflessi importanti per la viticoltura. Uno scenario che spinge a prendere coscienza di come uno sviluppo sostenibile risulti un obiettivo urgente e necessario da perseguire, sotto tutti i punti di vista. Ma qual è l'approccio del mercato e il suo grado di sensibilizzazione rispetto a questi temi? Ne ha parlato Denis Pantini, Direttore di Nomisma Agroalimentare e Wine Monitor, con il suo intervento La sostenibilità come leva competitiva per il vino italiano.
«Da una nostra ricerca realizzata nel 2018 su un panel di oltre 1.000 consumatori, in Italia i vini sostenibili sono menzionati dal 18% degli intervistati come un nuovo trend di consumo nel mondo del vino. Lo stesso sondaggio condotto in parallelo negli Stati Uniti mostra un risultato analogo – commenta Pantini – con il 20% del campione che menziona questo fattore. Ma cosa significa concretamente sostenibilità? Per il consumatore italiano, un vino è sostenibile in primis quando rispetta l'ambiente ed è prodotto minimizzando il consumo di acqua e di energia, ma anche quando rispetta il patrimonio culturale e architettonico del territorio».
Dalla presentazione di Nomisma Wine Monitor emerge una ulteriore curiosità: in Italia, tra chi si mostra attento al tema della sostenibilità ambientale e sociale, al primo e al secondo posto nei “top 5” dei criteri di scelta di un vino compaiono la regione di provenienza e la denominazione DOC o DOCG. A questo proposito, presso lo stesso panel di consumatori, la Toscana risulta la regione che produce il vino rosso migliore. Una regione che, negli ultimi 5 anni, ha visto crescere il proprio export di vino di oltre il 30% contro una media nazionale che si è fermata al 23%».
Dopo questo focus su sostenibilità e mercati, il convegno è proseguito con l'intervento di Alessio Durazzi, direttore del Consorzio Tutela Morellino di Scansano, che insieme a Mirco Bertelloni amministratore della società EmmeRent ha presentato il nuovo progetto “Morellino Green”. «Si tratta di un progetto di mobilità elettrica – spiega Durazzi – sul territorio della Denominazione, con l'obiettivo di rendere l'area del Morellino una tra le prime DOCG “EV friendly”, ovvero amica dei possessori di auto elettriche. Il progetto coinvolge già una decina di aziende associate al Consorzio, le quali si sono dotate di colonnine di ricarica per veicoli elettrici (auto ma non solo, anche scooter e biciclette), così da realizzare un percorso “green” e rendere fruibile la DOCG Morellino e le sue aziende a un turismo ecologico e attento alla sostenibilità. Per l'occasione, proprio oggi abbiamo lanciato anche il portale www.morellinogreen.it, che sarà periodicamente aggiornato con nuovi contenuti e iniziative. Al suo interno, si possono già consultare le aziende aderenti, con informazioni per raggiungerle e suggerimenti sui percorsi da intraprendere all'interno del territorio. Ringraziamo i nostri partner EmmeRent e Dream Land Jaguar Land Rover, che ci hanno supportato nell'ideazione e nello sviluppo del progetto e insieme ai quali punteremo ad ampliarne la portata in futuro.
Al termine della mattinata, quattro aziende del territorio (Cantina Santa Lucia, Fattoria Mantellassi, Val delle Rose, Vignaioli del Morellino di Scansano) hanno infine raccontato le iniziative da loro intraprese nell'ambito della sostenibilità.

Import Mondiale Vino Italiano, Primo Trimestre 2019: Bilancio Positivo

L'sservatorio del Vino di Unione Italiana Vini rilascia i dati definitivi sull'import mondiale di vino italiano registrati nel primo trimestre del 2019. Dal bilancio tracciato, solo un paio fra i principali mercati registrano un calo delle forniture per il segmento dei vini in bottiglia – Cina e Canada – mentre tutti gli altri segnano un primo trimestre in crescita, che ci si augura di poter confermare nel prosieguo dell'anno. Qualche appannamento si denota invece per il settore degli spumanti, mentre nel Regno Unito i volumi in forte crescita mostrano l'effetto “stocking” causato dalla prima finestra della Brexit, inizialmente prevista il 29 marzo.
Negli Stati Uniti gli arrivi dal nostro Paese fanno segnare un +5% in volume sui vini fermi in bottiglia (accompagnato però da un -5% sui valori), staccando così la Francia ferma ai volumi del 2018. Molto positivo anche l'esordio per gli spumanti nazionali, che sul mercato americano guadagnano il 20% in quantità (200.000 ettolitri) e aumentano in valore del 10% (sopra 100 milioni di USD).
Buono per le bollicine il ritmo di crescita anche sul mercato canadese, dove le performance a volume e a valore sono a doppia cifra (sopra il 10%), mentre qualche debolezza viene registrato per il segmento de vini in bottiglia: il -3% a volume dell'Italia va però confrontato con il -8% dei vini americani e il -12% di quelli australiani. In questo caso, gli unici ad avere una tendenza in aumento sono i prodotti francesi e spagnoli.
In Europa, e precisamente in UK, il primo trimestre segna numeri molto positivi, ma va necessariamente rimarcata l'influenza che la Brexit ha avuto sugli importatori. Con l'iniziale scadenza fissata al 29 marzo, questi ultimi, infatti, hanno accumulato ingenti scorte nei primi tre mesi: il Prosecco registra pertanto +53% volumico, mentre il segmento bottiglia +25%. Per via di questo fattore, nel corso dell'anno, il dato potrebbe essere soggetto a riallineamenti.
Positivo anche il mercato svizzero (per l'Italia +3% bottiglia e +12% gli spumanti) e quello russo, ma solo sul fronte “bottiglia” (+7% volume per il nostro Paese), mentre tornano negative le performance delle bollicine (-4% a fronte di un -5% del totale mercato).
Stesso andamento in chiaroscuro per il mercato tedesco: a fronte di crescita del vino in bottiglia (+5% volume per l'Italia e +10% valore), la spumantistica segna invece il passo con un -11% volume, a fronte del +10% della Francia e di un vero e proprio tracollo delle bollicine spagnole (-70%). Finito l'effetto della scarsa vendemmia 2017 e con l'entrata in circolo dell'abbondante raccolto del 2018, lo sfuso italiano subisce una caduta verticale dei prezzi piombando ai 55 centesimi al litro (-21%), mentre quello spagnolo scende addirittura del 30% fino a toccare i 38 centesimi al litro.
Spostandosi in Asia, si registra una partenza positiva del mercato nipponico, dove il +5% per i vini italiani in bottiglia sulla colonna volume assume ancor più forza se paragonato alla caduta dei cileni (-40%). Il segmento spumanti invece cala del -8%, subendo l'aggressività dei concorrenti spagnoli in crescita del +54%.
La Cina si dimostra un mercato in continua fase involutiva e conferma la tendenza con cui aveva archiviato il 2018, segnando così nel primo trimestre dell'anno una riduzione globale degli acquisti del 25% rispetto a marzo di un anno fa (1,5 milioni di ettolitri scarsi) e un valore pari a 618 milioni di dollari (-22%).
Cali vistosi nei volumi si riscontrano perciò in tutti i segmenti rilevati: -11% per gli spumanti, -24% per i vini in bottiglia, -31% per lo sfuso e -19% per i bag-in-box. Sul fronte vino fermo in bottiglia, il milione di ettolitri registrato nel primo quarto dell'anno è il peggior dato dal marzo del 2016, mentre il mezzo miliardo di dollari di spesa rappresenta una perdita di oltre 160 milioni di USD rispetto al periodo gennaio-marzo 2018.
Sempre sul lato “bottiglia”, tutti i principali fornitori risultano danneggiati dalle contrazioni in fase di acquisto da parte dei cinesi: Francia -35%, Australia -12%, Italia -19% e Spagna -40%, mentre si salvano i cileni (-3%). Una situazione aggravatasi rispetto alla conclusione del 2018, che aveva dato sì i primi segnali di rallentamento, ma circoscrivendo le riduzioni solo a Francia e Spagna e lasciando indenni Australia e Italia.
L'Italia alla magra performance sul segmento bottiglia affianca anche la caduta degli spumanti, con un -16% a volume e un -21% a valore. Per quanto riguarda la concorrenza, francesi riescono a incrementare a doppia cifra entrambe le voci e, all'opposto, crollano le forniture spagnole, mentre rallentano soltanto quelle australiane.

1949-2019: Settant'anni di Tutela del Vino Frascati

Il 23 Maggio 1949 nacque a Frascati, presso la sede di allora della Sezione Coltivatori Diretti, il “Consorzio per la difesa di vini pregiati e tipici di Frascati”. Stabilita l'area all'interno della quale i vini prodotti potevano fregiarsi del marchio Frascati, il Consorzio aveva il compito di tutelarne il nome in Italia e all'estero.
Nell'immediato secondo dopoguerra, ai tempi della rinascita agricola del territorio dei Castelli Romani, un lungimirante gruppo di 18 produttori decise che era tempo di preservare la lunga tradizione produttiva e il successo che aveva interessato i vini Frascati per secoli, per tutelarlo dalle imitazioni e dalla diffusione indiscriminata del nome.
La viticoltura moderna del vino Frascati, come la intendiamo oggi, parte proprio da quella data, un preciso momento di organizzazione e rinascita che fu seguito da un fitto lavoro di promozione del marchio che portò il comparto vitivinicolo castellano di allora ad ottenere la DOC per il vino Frascati nel 1966, imponendolo così tra le prime quattro DOC istituite in Italia.
Nel corso degli anni e di precise disposizioni di legge, il Consorzio ha modificato la propria denominazione prima in “Consorzio Tutela Denominazione Frascati” e poi nell'attuale “Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati” a seguito dell'ottenimento della DOCG nel 2011 da parte del Frascati Superiore e del Cannellino di Frascati, prima di allora tipologie comprese nella Denominazione di Origine Controllata Frascati.
Attualmente il Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati conta circa 300 aziende viticole che rivendicano le denominazioni Frascati con 30 cantine che vinificano e imbottigliano. I vigneti si estendono su una superficie rivendicata di 900 ettari e una produzione annuale al 2018 di circa sette milioni di bottiglie, con un export che supera il 60 per cento della produzione, un giro di affari annuo di circa quindici milioni di euro e un indotto di circa quarantacinque milioni di euro.
In occasione dei recenti festeggiamenti dei 50 anni della DOC Frascati e durante gli eventi organizzati annualmente per appassionati e operatori di settore, il Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati ha potuto raccogliere le giuste soddisfazioni per il lavoro svolto in questi decenni e in particolar modo in quest'ultimo lustro nel quale si è impegnato per affermare l'evoluzione qualitativa e il rinnovato valore dei vini dello splendido patrimonio di vigneti racchiuso tra i comuni di Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone, Monte Compatri e Roma.

 


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