In questo periodo dell'anno le cantine si preparano scrupolosamente a uno degli
eventi fondamentali dell'intera stagione: la vendemmia. A dire il vero, sono
già molte le cantine che hanno iniziato l'importante lavoro della raccolta
delle uve, non solo quelle che si occupano prevalentemente della produzione di
spumanti ma anche, e soprattutto, quelle del meridione d'Italia. L'estate, che
sta oramai volgendo alla conclusione, è stato decisamente il fattore che più di
ogni altro ha determinato le sorti delle vigne, una stagione fra le più calde
degli ultimi decenni. L'andamento di questa estate 2019, in effetti, è stato
piuttosto bizzarro poiché, oltre al caldo afoso e torrido, si sono
registrate anche copiose piogge torrenziali e grandine, con preoccupanti danni
alle colture nelle zone colpite. Il bollettino meteorologico di settembre,
inoltre, prevede nuovamente rovesci e piogge copiose: non è esattamente una
buona notizia per chi è impegnato con la vendemmia in questo mese.
Uno scenario meteorologico che ricorda più le aree tropicali del mondo anziché
quelle del bacino Mediterraneo. La severità del caldo estivo ha comunque
provocato non poche difficoltà per i produttori, in particolare per le vigne
che, dovendo affrontare lunghi periodi di siccità, le povere viti hanno
dovuto sostenere importanti condizioni di sofferenza idrica. Tutto questo,
inevitabilmente, ha determinato una minore produzione di uva a causa delle
difficoltà sostenute dalle viti nel loro ciclo biologico. Le prime stime,
infatti, segnalano una produzione di minore quantità rispetto al 2018, tuttavia
sono stati in molti a sottolineare che, in termini qualitativi, le uve
risultano sane e fanno ben sperare per il vino dell'annata 2019. Si tratta,
evidentemente, di stime e previsioni – come puntualmente accade ogni anno –
le quali tendono a fare sensazione sulla qualità di un prodotto che non è
ancora esistente. La conferma o la smentita, inevitabilmente e come sempre,
sarà inequivocabilmente decretata dai calici quando si apriranno, nel 2020, le
bottiglie di quest'annata.
Anche quest'anno, puntuale come sempre, non poteva mancare l'eterna sfida
Italia contro tutti – e, in particolare, la Francia – per l'ambito trofeo
messo in palio per il paese capace di produrre più vino di chiunque altro.
Buone notizie, per quelli che hanno a cuore le sorti di questa competizione:
l'Italia sarà nuovamente nel gradino più alto del podio con una produzione
stimata fra i 47 e i 49 milioni di ettolitri di vino. I nostri cugini
francesi, sempre secondo le stime, produrranno solamente una quantità di
vino compresa fra i 43 e 46 milioni di ettolitri, mentre per gli altri
cugini di Spagna la stima si attesta fra i 40 e 44 milioni di ettolitri.
In tutti i casi – va detto – le stime sono in ribasso rispetto all'annata
2018, ma si deve notare, a tale proposito, che lo scorso anno è risultato
essere particolarmente abbondante. Quindi, anche per il 2019, l'Italia conserva
il primato sulla quantità di vino prodotta o presunta tale.
Le previsioni per la vendemmia 2019, secondo Coldiretti e Confagricoltura,
confermano il Veneto come il principale produttore d'Italia – con il 25% del
totale nazionale – seguito dalla Puglia con il 18%, l'Emilia Romagna con il
17% e la Sicilia con l'8%. Per quanto concerne la destinazione delle uve che
si stanno raccogliendo in questi giorni nel nostro Paese, circa il 70% è
destinata alla produzione di vini DOCG, DOC e IGT. La restante quota del 30%
è invece destinata alla produzione di Vini da Tavola, cioè quelli appartenenti
al livello più basso previsto dal sistema di qualità italiano. Sempre in tema
di statistiche, nel 2019 risultano iscritte 567 varietà di uve al Registro
Nazionale della Varietà di Vite presso il Ministero delle Politiche Agricole,
Alimentari e Forestali, numero che non include, ovviamente, i cloni delle
singole varietà. Un numero decisamente considerevole – che non ha eguali in
tutto il mondo – e che sottolinea l'enorme patrimonio e la biodiversità
vitivinicola d'Italia. A titolo di confronto, la Francia conta nel suo
territorio solamente 278 varietà distinte.
Sempre restando nel contesto dei numeri che descrivono la realtà vitivinicola
ed enologica italiana, in accordo ai dati divulgati dal Ministero delle
Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, in Italia sono attualmente
riconosciute 74 DOCG, 334 DOC e 118 IGT. Per quanto riguarda la produzione del
vigneto Italia, si stima una diminuzione media del 6% rispetto al 2018.
I cali di produzione, dovute all'andamento meteorologico e climatico del 2019,
si sono registrati in quasi tutte le regioni d'Italia. In particolare, il
Friuli Venezia Giulia registra un calo del 20%, Umbria -13%, Veneto e
Campania -12%, Trentino Alto Adige -11%, Marche -10%, Abruzzo, Liguria e
Valle d'Aosta -8%, Piemonte -7,7%, Emilia Romagna e Sardegna -5,5%, Sicilia
-5%, Lombardia -3,5%. Va detto che alcune regioni fanno invece registrare un
aumento della produzione, in particolare il Lazio con +16%, Molise +10%,
Calabria +9%, Puglia +2,9%. La viticoltura e l'enologia restano, in ogni
caso, un capitolo estremamente importante per il comparto alimentare in Italia.
Nel 2019, infatti, si registrano 300.000 aziende con vigneti pari a una
superficie vitata di 652.000 ettari, delle quali 50.000 possiedono cantine di
vinificazione, producendo un fatturato di circa 10 miliardi di euro e un valore
dell'export pari a 6,2 miliardi.
Questi dati, in ogni caso, potrebbero cambiare a causa dell'andamento
meteorologico e climatico che caratterizzerà il periodo della vendemmia
– attualmente in corso in diverse regioni e per diversi stili di vini – e che
si protrarrà certamente fino a ottobre per le varietà più tardive. Le
previsioni meteorologiche prevedono, infatti, cambiamenti di tempo con piogge
importanti nel corso del mese di settembre, auspicando non si tratti di eventi
dannosi come la grandine. Salvo infausti episodi, la qualità delle uve che si
porteranno in cantina pare essere molto buona, condizione che lascia immaginare
la produzione di vini di ottima qualità, una notizia che – evidentemente –
rende tutti felici e contenti. Il risultato del lavoro dei vignaioli e degli
enologi sarà effettivamente tangibile verso la primavera 2020, quando si
stapperanno le prime bottiglie dell'annata 2019. Ci saranno delle eccezioni,
come ogni anno, per quanto riguarda certi vini che, in verità, sono pronti
prima della fine dell'anno e che comunque offriranno indicazioni sulla
qualità. Da parte nostra, per quel possiamo, auguriamo buon lavoro a tutti i
vignaioli e a tutti quelli che sono impegnati nella raccolta delle uve e
nella produzione di vino. Di certo, non vediamo l'ora di brindare con i vostri
vini 2019 al vostro lavoro che è nobile e prezioso. Comunque vada, comunque
sia, sarà certamente un successo.
Antonello Biancalana
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