Dicembre e Gennaio sono innegabilmente i mesi durante i quali saltano il maggiore
numero di tappi – di spumanti, nemmeno a dirlo – a colmare i calici di gaudenti
e festosi convitati agli innumerevoli banchetti di questi giorni. I gioiosi
botti di bottiglie di spumante – che in via del tutto eccezionale, si
tollerano solo nei momenti di festa – non riguardano esclusivamente l'Italia
ma, evidentemente, tutto il mondo. Nello specifico, le feste che sono appena
trascorse, e ancora si stanno celebrando per qualche altro giorno, segnano un
risultato significativo per lo spumante italiano. È una buona notizia,
ovviamente, lieti di sapere che gli appassionati di vino nel mondo, nel
festeggiare i loro momenti speciali, lo fanno stappando una bottiglia di spumante
italiano. Non è ovviamente l'unico vino con le bollicine che vede la via del
gioioso calice in questi giorni, poiché – com'è ben noto – nel mondo ci sono
anche altri importanti paesi produttori di spumanti e che godono parimenti i
favori degli appassionati.
Secondo quanto è riportato in una ricerca effettuata da Uiv-Ismea (Unione
Italiana Vini - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) al
termine delle festività 2023-2024, nel mondo si saranno stappate 333 milioni di
bottiglie di spumante italiano. Di queste, si prevede che più di 95 milioni di
bottiglie saranno consumate in Italia. Un numero decisamente importante e, nel
caso specifico dell'Italia, considerando la popolazione del nostro Paese di circa
60 milioni di abitanti, significa che ogni italiano ha stappato almeno una
bottiglia di spumante prodotto nel nostro Paese. Per quanto concerne il volume
degli acquisti, questi risultano essere in linea con quelli dello scorso anno,
segnando comunque un incremento del +24% rispetto al 2019. La feste delle
bollicine in Italia non finiscono qui. La ricerca di Uiv-Ismea stima che, nei
soli giorni di Natale e Capodanno, saranno inoltre stappate ben 6 milioni di
bottiglie di spumanti esteri.
Le buone notizie per lo spumante italiano non finiscono qui. Nella ricerca si
legge infatti che, secondo le stime per l'anno 2023, il consumo di spumante
italiano si attesta a 936 milioni di bottiglie, un dato che conferma
sostanzialmente l'andamento di questi anni. Si stima, inoltre, che alla fine del
prossimo anno, il consumo complessivo di spumante italiano dovrebbe superare un
miliardo di bottiglie, prevedendo quindi un sostanziale aumento della diffusione
delle bollicine del nostro Paese. Questo dato, inoltre, mette in evidenza come il
consumo dei vini spumanti è prevalentemente concentrato nel periodo delle
festività di fine e di inizio anno, un fattore ampiamente conosciuto e da sempre
prevedibile. Valutando le cifre dello studio di Uiv-Ismea, si evidenzia infatti
che circa un terzo del totale delle bottiglie di spumante è stappato in questo
periodo specifico, con i restanti due terzi evidentemente consumati nell'arco di
undici mesi.
Sebbene si tratti di numeri decisamente positivi, non si può non notare che, da
un punto di vista sociale e culturale, i vini spumanti restano ancora saldamente
associati alle festività e alla celebrazione di ricorrenze particolari.
L'abitudine, per meglio dire, il pensiero, di associare un vino spumante
all'abbinamento con un pasto resta ancora un piacere che gli appassionati
di vino, in termini generali, tendono a non considerare. Eppure, per quello che
mi riguarda, associare un vino spumante con un pasto è per me sia una
consuetudine di almeno trenta anni, sia – non da meno – un vero piacere. Per
non parlare, inoltre, della mia abitudine di abbinare le bollicine alla pizza:
anche in questo caso una consuetudine di almeno trenta anni, con lo stupore dei
miei commensali, i quali, molto più naturalmente erano e sono orientati ad
altre bevande, compresa la birra e quelle dolci e gasate. Del resto, è
sufficiente osservare le carte dei vini della maggioranza dei ristoranti per
comprendere quanto l'abitudine di abbinare lo spumante a un pasto sia pressoché
ignorata: la presenza di bollicine è sempre decisamente modesta, spesso del tutto
assente.
Per quanto riguarda le preferenze relative al tipo e al valore specifico dei vini
spumanti, la categoria a registrare il maggiore incremento è quella degli
spumanti prodotti con il metodo Charmat, in modo particolare quelli venduti a
prezzi più bassi. Questa categoria, infatti, ha visto incrementare le proprie
vendite del 7,5% rispetto al resto dei vini spumanti, corrispondente, per l'anno
2023, a 206 milioni di bottiglie. I principali spumanti italiani a denominazione
– come Prosecco e Asti, oltre ai principali metodo classico – per l'anno 2023
hanno registrato una diminuzione del 3%, pari a 727 milioni di bottiglie.
L'inflazione e la minore disponibilità di spesa dei consumatori sono
evidentemente da ritenersi fra i fattori responsabili di questi risultati. Per le
festività di fine e inizio anno, quindi, i consumatori non rinunciano al
gioioso botto di una bottiglia di spumante, anche nella forzata necessità
di spendere meno purché si faccia festa.
Questi risultati non compromettono comunque gli straordinari successi nelle
vendite conseguite dagli spumanti italiani nel corso degli ultimi dieci anni. Le
bollicine italiane hanno infatti incrementato il proprio valore di vendite del
416% in Francia, 351% negli Stati Uniti d'America, 350% nel Regno Unito, 42%
in Germania, fino a raggiungere il 983% in Polonia. Lo studio dell'Uiv-Ismea,
inoltre, evidenzia – basandosi sui dati Istat – che le esportazioni dei primi
nove mesi del 2023 hanno registrato un calo per gli spumanti del 3,1%, tuttavia,
a causa dell'effetto dell'inflazione, il corrispondente valore è aumentato del
2,5%. Considerando invece l'intero comparto enologico italiano, al
terzo trimestre, l'esportazione registra un -0,2% in volume, mentre in termini
di valore, il calo equivale a -1,9% corrispondente a 5,65 miliardi di euro. I
vini a denominazione calano del 3,8% in termini di volume, mentre i vini sfusi
aumentano del 18,9% e, a causa del calo dei prezzi di produzione, il valore
medio è conseguentemente sceso del 14%.
Per quanto riguarda i mercati, negli Stati Uniti d'America diminuisce il volume
del -12,8%, corrispondente a -9,5% in termini di valore. Tendenza decisamente
opposta quella della Germania, che fa registrare un aumento dei volumi del
12,4%, risultato che è comunque ampiamente determinato dal volume di vendite di
vini sfusi. Risulta invece invariato il mercato del Regno Unito, mentre quello
della Svizzera fa registrare un lieve calo. Lo studio evidenzia, infine, che la
domanda dei paesi dell'Unione Europea è aumentata del 9,3%, mentre quelli al di
fuori dell'Unione fanno registrare un calo del 9,2%. In termini generali,
considerando le particolati condizioni economiche di questo periodo, si tratta di
risultati tutto sommato positivi. L'effetto dell'inflazione e l'aumento dei costi
di produzione hanno infatti visto crescere il prezzo medio degli spumanti del
5%, ragione che ha certamente spinto i consumatori a scegliere le bottiglie più
economiche, pur di non rinunciare al momento di festa. A tale proposito, si
deve comunque osservare che, proprio in occasione delle festività di fine e
inizio anno, anche gli spumanti, per così dire, di fascia alta, compresi
quelli esteri, hanno registrato un aumento significativo. Evidentemente, per le
festività, c'è anche chi è disposto a pagare un prezzo più alto, pur di
versare nel proprio calice uno spumante di qualità.
Antonello Biancalana
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