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Matteo Correggia

La storia vinicola del Roero è indissolubilmente legata a Matteo Correggia, il giovane vignaiolo che in pochi anni è riuscito a creare vini di assoluta grandezza e a rendere grande la sua terra

 In Piemonte, nobile terra da vino, a nord delle celebri Langhe si trova un'interessante zona vinicola che prende il nome di Roero e che negli ultimi anni sta ricevendo crescenti riconoscimenti e successi. Se il Roero è riuscito a diventare una zona vitivinicola di riferimento dell'enologia Italiana, lo deve ad un giovane vignaiolo, ricco di talento e di intuizioni geniali, oltre ad essere convinto delle potenzialità dei vini della sua terra: Matteo Correggia. In poco più di dieci anni Matteo Correggia è riuscito a lasciare una traccia indelebile nella storia dell'enologia Piemontese: i suoi vini, sin dall'inizio della sua attività, hanno riscosso larghi e clamorosi successi ovunque, riscuotendo riconoscimenti e apprezzamenti in ogni luogo. Il fato ha voluto che Matteo Correggia non sia più con noi. Un assurdo e tragico incidente accaduto nel giugno 2001, mentre stava lavorando nella sua vigna, ci ha privato di uno dei più brillanti e geniali produttori di vino. Chi lo ha conosciuto, e purtroppo noi non abbiamo avuto questo privilegio, lo ricorda come una persona modesta e capace, da tutti definito come un maestro per gli esempi di vita che ha lasciato, non solo come produttore di vino. Non è difficile crederlo perché se è vero che un vino rispecchia la personalità di chi lo produce, i vini di Matteo Correggia sono sempre stati esempi di grandezza e di eccellente qualità.


La cantina dove maturano i vini di
Matteo Correggia
La cantina dove maturano i vini di Matteo Correggia

 Gran parte dei terreni che oggi costituiscono l'Azienda Agricola Matteo Correggia sono il frutto dell'eredità del nonno omonimo di Matteo, che nel 1935 divise con i propri fratelli il patrimonio del bisnonno Giovanni Battista. L'azienda agricola fu avviata dal nonno di Matteo Correggia e successivamente dal padre Giovanni, ed era prevalentemente orientata alla policoltura tipica del Roero fino agli anni 1980. La viticoltura è stata da sempre un'attività fondamentale dell'azienda, tuttavia nella cascina si produceva anche frutta, in particolare pesche, e l'attività della cantina era limitata alla lavorazione di una piccola parte dell'uva raccolta nei vigneti. La produzione di vino era, a quei tempi, un'attività destinata al consumo familiare e per pochi amici.

 L'improvvisa e prematura scomparsa di Giovanni Correggia, avvenuta nel 1985, fece cadere tutte le responsabilità aziendali sull'allora ventitreenne Matteo che decise di valorizzare ulteriormente la produzione vitivinicola. Due anni dopo Matteo Correggia imbottigliava per la prima volta parte della sua produzione vinicola, dando inizio ad un percorso orientato alla vitivinicoltura di qualità assoluta. Questa scelta portò anche al conseguente abbandono di tutte le altre produzioni agricole dell'azienda. Matteo Correggia modifica l'impronta aziendale puntando tutto sulla produzione vinicola a partire dalla vigna, cercando il migliore equilibrio produttivo, dalla potatura fino al diradamento dei grappoli svolto in estate, e continuando l'opera in cantina grazie all'adozione di attrezzature moderne. L'azienda di Matteo Correggia è passata dagli iniziali 8 ettari agli attuali 20, con una produzione annua di circa centomila bottiglie e otto etichette diverse.

 Ma nei sogni di Matteo Correggia c'è anche la decisa volontà di rendere grande il vino del Roero. C'era una cascina abbandonata che si trovava a Bricco Pecetto, in mezzo alle Rocche, e che attirò l'attenzione di Matteo Correggia, convinto che in quel luogo così carico di storia potesse iniziare la sua ricerca del suo futuro vino del Roero. La storia di quel bricco risale addirittura al 1242 e fu proprietà dei Conti Malabaila e dei Roero e successivamente di alcuni anonimi contadini. Matteo Correggia riesce finalmente ad acquistare quel bricco e corona il suo sogno di vignaiolo dando inizio a ciò che portò alla creazione di uno dei suoi grandi vini. Decise che quel luogo doveva avere un nome e per trovarlo prese spunto dal termine Pecetto con cui si indicava quel luogo, un termine dialettale con cui si indicano le pessere, cioè il pino silvestre presente ai confini del vigneto. Decise così di chiamarlo Ròche d'Ampsej, una forma lessicale tramandata dalla cultura contadina di quel luogo: è il primo passo verso la creazione di un grandissimo vino che porterà lo stesso nome.


 

 Il 13 giugno 2001 un fato crudele ha fatto si che due giorno dopo la sua famiglia, la sua terra e la sua gente si privassero di Matteo Correggia. La sua opera ha lasciato un segno sulle persone che lo hanno conosciuto, nei suoi vini e nella sua terra. Il suo nome è rimasto nella sua azienda agricola e a memoria dell'umanità. L'asteroide 1984 EQ scoperto il 6 Marzo 1984 da Edward Bowell alla Stazione Osservativa dell'Anderson Mesa nell'osservatorio astronomico Lowell di Flagstaff (Arizona, USA), per opera dell'amico astronomo Vincenzo Zappalà, ha infatti ricevuto il nome di Matteo Correggia consegnandolo così alla memoria del tempo e dell'umanità. Ancora una volta la storia di questa famiglia e della sua opera è stata segnata da un triste destino e, ancora una volta, la determinazione e la volontà di chi era rimasto hanno fatto sì che il cammino non si interrompesse e continuasse nel rispetto di chi li aveva preceduti. Grazie anche al supporto di amici, conoscenti e di coloro che conobbero Matteo Correggia, è oggi sua moglie Ornella che prosegue la preziosissima opera del marito, continuando a realizzare i progetti che Matteo aveva con determinazione e lungimiranza avviato, affiancata da Luca Rostagno, il giovane e bravo tecnico che Matteo aveva voluto nella sua azienda. Ed è in questo spirito che la moglie Ornella gestisce l'azienda, puntando tutto sulla qualità e perché il nome di Matteo Correggia non venga dimenticato, perché i suoi insegnamenti siano ancora vivi nei vini dell'azienda, simboli di eccellenza senza compromessi, realizzazione di capolavori che l'ingegno umano sa trarre dal proprio lavoro.

 I vini prodotti dall'azienda sono tutti interessanti e di ottimo livello. Il monumentale Roero Ròche d'Ampsej, bandiera dell'azienda, un grande vino prodotto da uve Nebbiolo e maturato per 20-22 mesi in botte, la Barbera d'Alba Marun, maturato in botte per 18-20 mesi, e il Nebbiolo d'Alba La Val dei Preti, maturato per 18-20 mesi in botte, rappresentano i prodotti di punta dell'azienda Matteo Correggia. Di notevole interesse anche Anthos, un vino secco prodotto con uva Brachetto come suggerito da un'antica tradizione locale, e il Langhe Bianco Matteo Correggia, da uve Sauvignon Blanc maturato in barrique con sapori e aromi intensi e gradevolissimi. L'azienda produce anche un Roero Arneis, dall'omonima e tipica uva bianca della zona, un'ottima Barbera d'Alba e il pregevole Langhe Rosso Le Marne Grigie.

 




Legenda dei punteggi

Sufficiente    Abbastanza Buono    Buono
Ottimo    Eccellente
Vino eccellente nella sua categoria Vino eccellente nella sua categoria
Vino con buon rapporto qualità/prezzo Vino con buon rapporto qualità/prezzo
I prezzi sono da considerarsi indicativi in quanto possono subire variazioni a seconda del paese
e del luogo in cui vengono acquistati i vini




Langhe Bianco Matteo Correggia 2002, Matteo Correggia (Italia)
Langhe Bianco Matteo Correggia 2002
Matteo Correggia (Italia)
Uvaggio: Sauvignon Blanc
Prezzo: € 22,50 Punteggio:
Questo vino si presenta con un colore giallo paglierino brillante e sfumature di giallo verdolino, molto trasparente. Al naso rivela buona personalità con aromi intensi, puliti, gradevoli, eleganti e raffinati che si aprono con intensi e piacevoli note di pesca e ananas seguite da buoni e intensi aromi di acacia, banana, sambuco, litchi, mela, nocciola, pera e piacevoli accenni di vaniglia. In bocca ha buona corrispondenza con il naso, un attacco fresco e comunque equilibrato, buon corpo, sapori intensi, piacevole con buona freschezza. Il finale è persistente con buoni ricordi di pesca, pera, ananas e banana. Un vino ben fatto. Parte di questo vino matura in barrique per 9-10 mesi e per circa 10 mesi in bottiglia.
Abbinamento: Pesce e crostacei fritto, Pasta e risotti con pesce e crostacei, Pesce alla griglia



Anthos 2002, Matteo Correggia (Italia)
Anthos 2002
Matteo Correggia (Italia)
Uvaggio: Brachetto
Prezzo: € 8,50 Punteggio:
Questo vino si presenta con un colore rosso rubino chiaro e sfumature di rosa chiaretto, trasparente. Al naso esprime aromi intensi, puliti, gradevoli ed eleganti in cui si riconoscono chiaramente le note aromatiche dell'uva così come buoni aromi di fragola, rosa, ciliegia, lampone, prugna, pesca e ciclamino. In bocca ha buona corrispondenza con il naso, un attacco leggermente fresco e comunque ben equilibrato dall'alcol, tannini non aggressivi, buon corpo, sapori intensi. Il finale è persistente con piacevoli ricordi di fragola, ciliegia e lampone. Anthos è prodotto con uva Brachetto vinificata in rosso.
Abbinamento: Pasta con funghi e tartufo, Carne saltata e speziata, Pesce arrosto e speziato



Barbera d'Alba 2001, Matteo Correggia (Italia)
Barbera d'Alba 2001
Matteo Correggia (Italia)
Uvaggio: Barbera
Prezzo: € 12,50 Punteggio:
Questa Barbera si presenta con un colore rosso rubino intenso e sfumature di rosso rubino, poco trasparente. Al naso denota aromi puliti, intensi, gradevoli ed eleganti che si aprono con buone note di violetta e amarena seguite da buoni aromi di mirtillo, mora, carruba, prugna, tabacco, liquirizia e vaniglia. In bocca ha buona corrispondenza con il naso, un attacco leggermente tannico e con una piacevole freschezza, comunque ben equilibrato dall'alcol, buon corpo, sapori intensi, buoni tannini. Il finale è persistente con buoni ricordi di amarena, prugna e mirtillo. Un vino ben fatto. Questa Barbera matura per 6-7 mesi in botte.
Abbinamento: Carne arrosto, Stufati, Formaggi stagionati



Nebbiolo d'Alba La Val dei Preti 2001, Matteo Correggia (Italia)
Nebbiolo d'Alba La Val dei Preti 2001
Matteo Correggia (Italia)
Uvaggio: Nebbiolo
Prezzo: € 22,50 Punteggio: Vino eccellente nella sua categoria
Alla vista si presenta con un colore rosso rubino intenso e sfumature di rosso granato, poco trasparente. Al naso rivela buona personalità con aromi intensi, puliti, gradevoli, raffinati ed eleganti che si aprono con note di amarena e violetta seguite da buoni e intensi aromi di confettura di prugne, mirtillo, liquirizia, timo, tabacco, vaniglia e piacevoli accenni di cacao. In bocca ha buona corrispondenza con il naso, un attacco leggermente tannico con una piacevole freschezza e comunque ben equilibrato dall'alcol, corpo pieno, sapori intensi, buoni tannini. Il finale è persistente con buoni e intensi ricordi di amarena, mirtillo e prugna. Un vino ben fatto. Questo Nebbiolo matura per 18-20 mesi in botte.
Abbinamento: Brasati e stufati, Selvaggina, Carne arrosto, Formaggi stagionati



Barbera d'Alba Marun 2001, Matteo Correggia (Italia)
Barbera d'Alba Marun 2001
Matteo Correggia (Italia)
Uvaggio: Barbera
Prezzo: € 23,00 Punteggio:
Alla vista si presenta con un bel colore rosso rubino intenso e sfumature di rosso rubino, poco trasparente. Al naso rivela personalità con aromi intensi, puliti, gradevoli, raffinati ed eleganti che si aprono con buone note di amarena, prugna e violetta seguite da buoni e intensi aromi di mirtillo, mora, tabacco, legno tostato, vaniglia, liquirizia, eucalipto e buoni accenni di cacao, pepe nero e noce moscata. In bocca ha ottima corrispondenza con il naso, un attacco leggermente tannico e con accenni di piacevole freschezza, comunque ben equilibrato dall'alcol, corpo pieno, sapori intensi, buoni tannini. Il finale è molto persistente con lunghi ricordi di prugna, amarena, mirtillo e mora. Un grande vino. Questa Barbera matura per 18-20 mesi in botte.
Abbinamento: Brasati e stufati, Selvaggina, Carne arrosto, Formaggi stagionati



Roero Roche d'Ampsej 2000, Matteo Correggia (Italia)
Roero Roche d'Ampsej 2000
Matteo Correggia (Italia)
Uvaggio: Nebbiolo
Prezzo: € 37,00 Punteggio:
Semplicemente un grande vino. Alla vista si presenta con un bel colore rosso rubino intenso e sfumature rosso rubino, poco trasparente. Al naso rivela personalità con aromi intensi, puliti, gradevoli, raffinati ed eleganti che si aprono con buone note di amarena, prugna e violetta seguite da intensi e buoni aromi di mirtillo, mora, tabacco, timo, liquirizia, mentolo, vaniglia e piacevoli accenni di pepe nero e cannella. In bocca ha eccellente corrispondenza con il naso, un attacco leggermente tannico e piacevolmente morbido, comunque ben equilibrato dall'alcol, corpo pieno, sapori intensi, buoni tannini, piacevole. Il finale è molto persistente con lunghi e buoni ricordi di amarena, prugna e mirtillo. Un grande vino. Roche d'Ampsej matura per 20-22 mesi in botte a cui segue un anno di affinamento in bottiglia.
Abbinamento: Brasati e stufati, Selvaggina, Carne arrosto, Formaggi stagionati



Matteo Correggia - Case Sparse Garbinetto, 124 (Via S. Stefano Roero) - 12043 Canale (Cuneo) Tel. 0173 978009 Fax 0173 959849 - Enologo: Luca Rostagno - Anno fondazione: 1987 - Produzione: 100.000 bottiglie - E-Mail: matteo@matteocorreggia.com - WEB: www.matteocorreggia.com


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Giornale di Cantina


 Questa rubrica è riservata ai produttori di vino che intendono rendere note particolari attività produttive, annunciare nuovi prodotti o semplicemente comunicare alla clientela informazioni e promozioni sulla propria attività e i propri prodotti. Inviare le notizie da pubblicare al nostro indirizzo e-mail.

 

Livio Felluga riceve l'Onorificenza al Merito Agroalimentare di Slow Food

«Un amore smisurato per la natura e per le viti, la convinzione che la qualità paga - è da cinque generazioni che il vino ci dà il pane, è il suo motto preferito - sono alcuni dei segni distintivi che Livio Felluga ha saputo trasmettere ai propri figli». Questa la motivazione dell'Onorificenza al Merito Agroalimentare con cui Livio Felluga, storico pioniere dell'enologia in Friuli, è stato premiato dalla prestigiosa organizzazione mondiale Slow Food domenica 14 dicembre nella sede dell'Università di Udine dai vertici dell'organizzazione: Gigi Piumatti, presidente di Slow Food Editore, Carlo Petrini, presidente del movimento internazionale e Giulio Colomba, vicepresidente mondiale Slow Food.
«Dentro la bottiglia finiscono il lavoro, la passione, l'impegno del vignaiolo, ma anche le avversità», citando le stesse parole di Livio Felluga, Giulio Colomba ha ricordato come questo grande vignaiolo ha caparbiamente puntato sulla qualità, dimostrando a tanti suoi colleghi (“lui non li chiama mai concorrenti” , spiega il vicepresidente Colomba) che la collina, apparentemente povera, può essere una risorsa per chi la lavora, ma anche per tutti coloro che amano la natura. Una serata importante organizzata da Slow Food Friuli in cui sono stati assegnati i nuovi riconoscimenti: le Onorificenze al Merito Agroalimentare, attribuite agli uomini che si sono distinti in questo campo.
«Premiando queste persone si afferma la dignità culturale materiale e si rende omaggio a chi l'ha promossa nel corso della vita lavorativa» hanno spiegato i vertici Slow Food, che hanno colto l'occasione per ricordare la straordinaria vita di Livio Felluga, nato a Isola d'Istria (Impero Austroungarico) il 1 settembre 1914. Se infatti la famiglia Felluga era impegnata da diverse generazioni nella produzione e commercializzazione del vino Istriano, a Livio Felluga si deve il trasferimento dell'attività in Friuli alla fine degli anni Trenta. Intuendo il pregio della produzione collinare, nel 1956 fonda la propria cantina di Cormons e successivamente compera il primo podere di circa 28 ettari nella zona di Rosazzo, nucleo dal quale si espanderà l'azienda fino agli oltre 170 ettari attuali. Sempre nel 1956 procede al primo imbottigliamento con la famosa etichetta della “carta geografica” che ancora oggi distingue gli eccellenti vini Livio Felluga in tutto il mondo.

Il Franciacorta archivia un'altra annata di successi

«In un mercato - quello nazionale del metodo classico a rifermentazione naturale in bottiglia - il cui consumo è fermo da anni a circa 16 milioni di bottiglie, il Franciacorta conferma anche quest'anno la sua straordinaria capacità di crescita: con oltre 4 milioni e 700mila bottiglie registra un incremento del nove per cento rispetto al 2002». Nella dichiarazione di Adriano Baffelli, direttore del Consorzio per la tutela del Franciacorta, si percepisce la soddisfazione che si respira nel quartier generale di Erbusco, sede del Consorzio, per i risultati ottenuti nell'ormai trascorso 2003. Risultati che assumono un rilievo ancor più marcato, considerando la difficile fase congiunturale e la difficoltà manifestata da molta parte della produzione vitivinicola Italiana, ancorché pregiata.
Non solo, i risultati del 2003 non appaiono casuali: sono da inquadrare in un trend costante di crescita, che si registra da alcuni anni, a conferma della bontà delle scelte strategiche fondamentali, compiute dai lungimiranti produttori di questo pregiato angolo di terra Bresciana. Baffelli sottolinea un'ulteriore aspetto, ovvero l'inizio di un consumo più distribuito durante i vari mesi dell'anno, e non concentrato principalmente in occasione delle festività natalizie e di San Silvestro. «Segno evidente che il nostro sforzo - sostiene il direttore del Consorzio - di comunicare un consumo a tutto pasto del Franciacorta, genera dei positivi risultati. Sforzo del resto condiviso da tutti i produttori associati, grazie ai quali in centinaia d'occasioni in ogni angolo d'Italia, e pure oltre confine, operatori della ristorazione, appassionati e professionisti del settore enogastronomico, hanno l'opportunità di degustare il nobile prodotto di questo territorio, accompagnato ai più eterogenei piatti delle varie tradizioni culinarie nazionali e straniere».
Più in generale il pubblico, unitamente alla critica, dimostra d'apprezzare sempre più il Franciacorta, il cui processo di lavorazione in bottiglia risulta essere codificato quale più lungo e più rigido di qualsiasi altro al mondo, nell'ambito della stessa tipologia produttiva. Ciò che è definito come metodo Franciacorta richiede un invecchiamento minimo di 25 mesi dalla vendemmia del vino più giovane tra quelli che compongono la cuvée, sino ad un minimo di 37 mesi per le partite millesimate.



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