Venti anni. DiWineTaste entra ufficialmente nel suo ventesimo anno di vita,
venti anni da quando – per la prima volta – DiWineTaste diveniva realtà e fu
presentato al pubblico di Internet il primo numero che, a quei tempi,
era disponibile solamente in formato PDF. Molto distante da quello che
DiWineTaste è diventato oggi, quel primo numero fu la realizzazione della mia
idea di come raccontare il vino. Fu comunque un successo – quel primo
numero – che andò ben oltre le mie più ottimistiche previsioni. Complice,
certamente, anche la novità di una pubblicazione nuova e che, per scelta e
sin dall'inizio, era disponibile unicamente in Internet. Quel primo numero,
nell'unico formato PDF, fu infatti scaricato, nel totale delle due edizioni in
italiano e inglese, da oltre 6000 lettori. Molti osserveranno che questa è
l'ennesima volta che racconto questo episodio primordiale di DiWineTaste, e
sovente in occasione di eventi speciali, tuttavia è innegabile che fu un
evento significativo.
Mi piace sempre ricordare il momento nel quale DiWineTaste iniziò il suo
cammino, avviata – di fatto – con la pubblicazione del nostro sito Internet.
Era il 9 settembre 2002 alle ore 22:10: un semplice comando inviato dal mio
computer, e il sito di DiWineTaste fu reso visibile agli enonauti del
cyberspazio. Il vino scelto per il brindisi inaugurale di quell'evento – non
a caso – fu quello che l'ammiraglio Orazio Nelson definì il vino della
vittoria e uno dei miei preferiti in assoluto: il Marsala. Nello specifico,
era un Marsala Vergine del 1987. Parlare di vino in Internet, nel 2002, era
davvero cosa ancora lontanissima dall'invasione enoica dei nostri giorni.
C'erano già siti dedicati al vino, pubblicati in vari modi e forme, una
pubblicazione periodica come DiWineTaste – che si prefiggeva, inoltre, di fare
critica indipendente di vini – era decisamente un evento unico nel suo genere.
La scelta – la mia scelta – di rendere disponibile una pubblicazione dedicata
al vino unicamente in Internet era, nel 2002, qualcosa di assolutamente nuovo e
probabilmente in larghissimo anticipo rispetto ai tempi.
Venti anni nel corso dei quali migliaia di vini e centinaia di distillati sono
stati versati nei nostri calici, sottoposti al giudizio dei nostri sensi. E poi
gli eventi – attualmente sospesi a causa della condizione socio-sanitaria
imposta dalla pandemia da Covid-19 – con i quali abbiamo portato nei calici
dei nostri lettori centinaia di vini e distillati prodotti dalle cantine
recensite in DiWineTaste. A questi si sono aggiunti gli innumerevoli corsi
dedicati alla degustazione e analisi sensoriale del vino e distillati, compresi
quelli di enogastronomia e abbinamento con il cibo. A volte ci siamo dedicati
anche alla birra, riservando alla bevanda di Cerere sia alcuni dei nostri
eventi sia i nostri corsi di analisi sensoriale. Da sempre convinto che il modo
migliore per comprendere un vino o un distillato – e lo stesso per il cibo e
la birra – fosse quello di averlo nel proprio calice, la formazione alle
tematiche legate alla valutazione sensoriale e organolettica hanno costituito
una parte fondamentale dello sviluppo di DiWineTaste.
Del resto non ho mai fatto mistero su quello che è il mio interesse primario,
anche e soprattutto in ambito professionale, relativo al vino, ai distillati e
al cibo, cioè l'aspetto prevalentemente tecnico legato all'analisi sensoriale e
alle caratteristiche fisico-chimiche. Questo ha influito fortemente sulla linea
editoriale di DiWineTaste, fondata quindi sui temi della valutazione
organolettica e sensoriale, preferibilmente in ambito tecnico. Motivi
– questi – che mi hanno sempre visto scarsamente e relativamente interessato
al lato sensazionalistico del vino, compresa l'estrema banalizzazione di
certi argomenti che, nonostante siano per molti legati all'espressione primaria
del vino, questi sono per me poco significativi alla comprensione effettiva e
reale del vino. Consapevole che, in ogni caso, l'aspetto emozionale sia parte
importante del vino, distillati e cibo, ritengo questi siano aspetti di
semplificazione utili a raccontare il vino secondo schemi di basilare
divulgazione in un modo che – io credo – alla fine raccontino ben poco o
nulla di com'è realmente un vino.
E con questa visione che abbiamo cercato di raccontare – nel corso di questi
venti anni – il vino in generale e tutti i vini e distillati che sono passati
per i nostri calici. Esattamente la stessa visione con la quale si è sempre
cercato di raccontare vini, distillati e birre duranti i nostri eventi e i
corsi di valutazione sensoriale e organolettica. Difficile prevedere,
ovviamente, come saranno i prossimi anni di DiWineTaste, a partire da questo
ventesimo, tuttavia ritengo il modo di valutare e raccontare i vini rimarranno
praticamente invariati. Ci saranno cose che sicuramente cambieranno – del
resto, nel corso di questi venti anni, molte cose sono cambiate in quello che
facciamo – tuttavia sono ancora convinto che questo sia il modo di raccontare
un vino o distillato. Perché sono convinto che, prima di tutto e soprattutto,
il vino parla con le sue parole, quelle che emergono dal calice e ascoltiamo
con i nostri sensi primari.
Questo perché – sostanzialmente – del vino e dei distillati mi interessano
prevalentemente gli aspetti tecnici, produttivi e sensoriali, i quali risultati
si esprimono dal calice, senza filtri e sovrastrutture evocative o fiabesche.
Negli aspetti tecnici e produttivi, ovviamente, includo anche i fondamentali ed
essenziali fattori ambientali, agronomici e umani, chiaramente indispensabili e
determinanti per la produzione di vino e distillati. Sono inoltre convinto, per
onore di chiarezza, che il vino e i distillati siano efficacissimi e
straordinari vettori di emozioni, ineccepibili creatori di sensazioni, non da
meno, magnifici e irrinunciabili elementi per celebrare la buona compagnia,
soprattutto a tavola. Per quello che mi riguarda, tuttavia, questo importante
ruolo del vino e dei distillati, lo trascuro quando tratto la degustazione
sensoriale e analitica, escludendo allo stesso modo questi elementi quando sono
in buona compagnia e allietato da buon vino e distillati.
I venti anni di DiWineTaste – senza ombra di dubbio alcuno – sono stati
possibili anche grazie al supporto e la presenza dei nostri lettori di
tutto il mondo e che, considerando le due edizioni in lingua italiana e
inglese, sono poco meno di 160.000 ogni mese. A loro, non c'è dubbio, va il mio
e il nostro personale ringraziamento per averci aiutato ad arrivare fino a qui,
sia con il loro affetto sia con i tanti suggerimenti che in questi anni sono
stati utili a migliorare e fare crescere DiWineTaste. Un doveroso e pari
ringraziamento va innegabilmente riconosciuto a tutti i produttori, vignaioli,
viticultori, enologi, distillatori, cantine e distillerie che ci hanno
consentito di parlare dei loro vini e distillati nelle nostre pagine e guide,
molti di questi partecipando personalmente anche ai nostri eventi e corsi.
Venti anni, quindi, che idealmente celebriamo con voi tutti e che rappresentano
per noi un traguardo importante, con l'augurio di condividere ancora insieme, e
presto, infiniti calici di buon vino e lieti distillati. Ad maiora!
Antonello Biancalana
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