Lo scorso 4 novembre, Giacomo Tachis ha compiuto 80 anni. Una vita dedicata
allo studio e al vino, il grande enologo piemontese ha segnato - più di ogni
altro - la rinascita del vino italiano e il suo successo nel mondo. Giacomo
Tachis, dopo una lunga e straordinaria carriera di enologo, nel 2010 si è
ritirato dal mondo del vino o, per meglio dire, dalla scena attiva della vigna
e della cantina. Conserva comunque un ruolo di assoluto e indiscusso rilievo,
quanto meno, per l'imponente eredità e l'immenso patrimonio enologico che, con
il suo talento, ha donato al nostro Paese. Non temo di essere smentito: se oggi
il vino italiano ha raggiunto i più alti successi nel mondo, questo si deve -
innegabilmente - al lavoro di Giacomo Tachis e ai suoi vini che, per primi,
sono stati capaci di competere con le grandezze del mondo. Una competizione e
un confronto che, spesso, ha visto i suoi vini vincitori netti e indiscutibili,
con essi, il nostro Paese.
Giacomo Tachis ha compiuto 80 anni e, in questa occasione, mi fa certamente
piacere potergli fare i miei auguri di buon compleanno, ammettendo che molte
volte in passato ho pensato di dedicare l'editoriale a questo grande
protagonista del vino italiano. Non ho mai avuto il piacere, purtroppo, di
conoscere personalmente Giacomo Tachis, ma ho sempre apprezzato i suoi vini che
ho avuto innumerevoli occasioni di assaggiarli e degustarli. Fare un elenco dei
vini nati dall'estro e dalla profonda conoscenza di Giacomo Tachis sarebbe
inutile e certamente ripetitivo, figli talmente noti in Italia e nel mondo
che ognuno conosce e ricorda. Un successo planetario che ha portato l'enologia
italiana sulla vetta dell'olimpo di Bacco, riscoprendo e rivalutando molte
varietà autoctone del nostro Paese, anche con l'aiuto di alcune uve alloctone e
internazionali. Non male, per uno che si è sempre definito, scherzosamente,
mescola vino, nonostante la notevole conoscenza, cultura e competenza che
possiede e tutti gli riconoscono.
Uomo in anticipo sui tempi di almeno venti anni, Giacomo Tachis ha avuto la
caparbietà e la giusta visione di quello che sarebbe stato il vino Italiano
negli anni a venire: il suo influsso è ancora evidente ai giorni nostri. Il
grande enologo piemontese ha infatti contribuito allo sviluppo del vino del
nostro Paese, anche attraverso la straordinaria rivalutazione di varietà
autoctone che erano, prima del suo arrivo, pressoché abbandonate. Carignano e
Nero d'Avola sono solamente due dei tanti esempi che si possono citare e, in
questi ultimi due casi, hanno significato anche il poderoso sviluppo
dell'enologia di Sardegna e Sicilia. Poi la Toscana, regione che deve a Giacomo
Tachis gran parte dell'attuale splendore e successo. Qui è stato capace di
esaltare le notevoli potenzialità del territorio, creando vini che - ancora
oggi - sono indiscussi rappresentanti del vino italiano nel mondo. Senza
dimenticare le Marche, dove è stato capace di unire con successo Cabernet
Sauvignon e Merlot al locale Montepulciano.
La storia di Giacomo Tachis è avvincente e affascinante, ricca di successi che,
è fuori di ogni dubbio, non sono arrivati per caso o per benevola sorte. Uomo
di profonda conoscenza vitivinicola ed enologica, Giacomo Tachis è inoltre
profondo studioso e conoscitore della storia del vino e del nostro territorio.
Un affascinante racconto della sua vita e della sua strepitosa carriera di
enologo e uomo del vino, è riportato nella sua autobiografia Sapere di
Vino, un libro che consiglio a tutti di leggere. Un libro ricco di
informazioni e filosofia enologica, offre anche una significativa visione della
storia del vino italiano degli ultimi cinquanta anni. Qui, Giacomo Tachis
racconta la sua collaborazione con il grande enologo francese Émyle Peynaud,
uno dei padri indiscussi dell'enologia moderna, ai quali - senza ombra di
dubbio - è annoverato anche Giacomo Tachis.
Diplomato nel 1954 alla celebre Scuola Enologica di Alba, Giacomo Tachis è uno
dei pochi personaggi ad avere assistito alla rinascita e al rilancio del vino
italiano, non solo come spettatore, ma soprattutto come attore
protagonista indiscusso e fondamentale. Nel 1961 il passo fondamentale che darà
inizio alla sua strepitosa carriera e, con questo, l'inizio della storia
moderna del vino italiano. Tutto ha inizio in Toscana, regione nella quale
Giacomo Tachis ha compreso che il vino italiano era certamente capace di uscire
dal suo lungo sonno di mediocrità e sfidare il mondo. Sfidare il mondo e
vincere. Così è stato e i risultati non tardano ad arrivare: in circa dieci
anni, il grande enologo piemontese da vita a grandi vini di pregio e di classe,
di qualità, soprattutto. Un successo planetario, vini definiti Super
Tuscans dalla stampa estera, tanto erano diversi e lontani rispetto a quello
che la Toscana produceva a quei tempi.
Complici, forse, anche le nuove esigenze del mercato - che chiedevano vini
diversi da quelli che si producevano in Italia a quei tempi - Giacomo Tachis
era comunque riuscito nel suo intento: dimostrare che si poteva fare vino di
qualità. Ha dimostrato, per primo, che era possibile, che si poteva produrre
qualcosa di unico e grande con quello che il nostro territorio sapeva già
offrire. Semplice come ascoltare, capire e conoscere, usare la scienza e la
tecnologia in modo saggio e cosciente, senza calpestare la dignità e il
carattere di uve e territori. Giacomo Tachis ha avviato un cambiamento che ha
il sapore della rivoluzione, trasformando il vino italiano in modo radicale e
senza ritorno. Tachis è uomo delle grandi imprese, con vivo interesse per la
storia e l'archeologia, come nel caso del rarissimo vino Mothya, prodotto
nella piccolissima isola fenicia di Mozia, in Sicilia. Qui, insieme a Carlo
Casavecchia - enologo autore di grandi vini e che ha contribuito alla rinascita
del Marsala, anch'egli piemontese e che ha collaborato per molti anni con
Giacomo Tachis - con le uve di un piccolo vigneto dell'isola creano un
capolavoro di assoluto pregio storico ed enologico. Ottanta anni, dei quali
cinquanta dedicati al vino e al piacere di noi appassionati. Grazie Maestro
Giacomo Tachis, grazie per quello ci ha insegnato e per tutte le emozioni che
ha versato nei nostri calici. Buon compleanno, Maestro!
Antonello Biancalana
|