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  Gusto DiVino Numero 176, Settembre 2018   
Contrasti di Bonarda Piemontese e MalbecContrasti di Bonarda Piemontese e Malbec I Vini del MeseI Vini del Mese  Sommario 
Numero 175, Estate 2018 Segui DiWineTaste su Segui DiWineTaste su TwitterNumero 177, Ottobre 2018

Contrasti di Bonarda Piemontese e Malbec

Due varietà dal buon potenziale enologico mettono a confronto i loro vini nella degustazione per contrasto di questo mese. Due caratteri diversi che nascono in terre distanti

 Le uve protagoniste della degustazione per contrasto di questo mese si possono certamente definire speciali per le rispettive qualità. I vini che producono, non da meno, risultano avere caratteristiche di sicuro interesse enologico e sensoriale, pur avendo vissuto momenti di alternata notorietà e successo. La prima è di origine piemontese mentre la seconda è francese, sono ancora oggi diffuse e apprezzate per i loro vini, ovviamente diversissimi. La Bonarda – la varietà piemontese – si è decisamente mantenuta saldamente nel suo territorio natìo, mentre il Malbec – l'uva francese – ha subito, anche se non con lo stesso clamore, il destino di altre e famose uve di quel paese. In questo senso, il destino del Malbec è decisamente diverso da quello della Bonarda. La varietà piemontese conserva ancora una buona reputazione e diffusione nella sua terra d'origine, mentre il Malbec, in verità, oggi trova migliore considerazione e fortuna fuori dai confini di Francia.

 L'uso che si fa in enologia di queste due uve è decisamente distante. Sebbene si tratti di due importanti varietà a bacca rossa, l'orientamento enologico nell'impiego delle due uve risulta diverso. La Bonarda – anche se si dovrebbe dire, con maggiore precisione, Bonarda Piemontese – trova impiego nella produzione di vini fermi e frizzanti, spesso vinificata in contenitori inerti. Non si tratta, ovviamente, di una regola generale, ma è certamente la tendenza che maggiormente si rileva nella produzione corrente. Ben diverso l'uso che si fa del Malbec, non solo in terra francese – per meglio dire, nelle zone di Francia dove ancora è presente – ma anche negli altri paesi dove ha trovato felice espressione. La sua vinificazione, ovviamente dovuto anche alle caratteristiche specifiche di quest'uva, prevede molto spesso l'impiego di contenitori in legno, sia barrique sia botte. Una scelta determinata, con molta probabilità, dalla tradizione enologica bordolese, territorio nel quale in tempi passati questa varietà era ampiamente presente.

 

Bonarda Piemontese


 

 Parlare della Bonarda non è mai semplice. Di certo non per il fatto che sia difficile parlarne, piuttosto, per la confusione che si è creata, nel corso del tempo, intorno a questo nome. Si deve infatti osservare che con il termine Bonarda si identificano diverse varietà, fra queste – e probabilmente il caso più conosciuto – la Croatina che, nel territorio dell'Oltrepò pavese e di Piacenza è detta, appunto, Bonarda. A tale proposito è bene precisare, proprio a causa di questa confusione, che – qui – per “Bonarda” faremo riferimento esclusivamente alla Bonarda Piemontese. La confusione intorno questa varietà non esclude lo stesso Piemonte, cioè la sua terra di origine. Si deve infatti notare che anche in questa regione si identificano come Bonarda altre varietà che, con la Piemontese non hanno alcuna relazione. Fra queste si ricorda l'Uva Rara, spesso detta anche Bonarda di Gattinara o semplicemente Bonarda. Nel territorio sudorientale del Piemonte – probabilmente a causa della vicinanza con le terre dell'Oltrepo Pavese – la Croatina è detta, appunto, Bonarda.

 La confusione non termina qui. Si deve infatti osservare che una varietà presente nel territorio del Roero e detta Bonarda è in realtà Refosco. Allo stesso modo, la Bonarda 'd Macoun diffusa nel Canavese altro non è che la varietà Neretto, mentre quello che in certe zone dell'Astigiano si chiama “Bonarda” corrisponde in realtà alla Neretta Cuneese o al Lambrusco Maestri. La Bonarda Piemontese è coltivata pressoché in modo esclusivo nel Piemonte e la sua principale presenza si registra nel territorio della Collina Torinese e, più in particolare, in quello di Chieri. La Bonarda Piemontese è spesso impiegata per la produzione di vini monovarietali, tuttavia è altreattanto frequente il suo uso unito ad altre uve. Questa varietà è inoltre conosciuta come Bonarda di Chieri o Bonarda del Monferrato ed è presente – seppure in quota decisamente minore – nei vigneti del pinerolese, in Valsusa e nel canavese. La Bonarda Piemontese produce vini dai colori intensi e profondi che si fanno apprezzare per i loro buoni profumi di frutti rossi e neri, capaci di sostenere discreti periodi di affinamento in bottiglia.

 

Malbec

 Il Malbec è certamente una delle uve più conosciute fra gli appassionati di vino del mondo. Molto meno conosciuti sono decisamente i suoi vini, sia perché l'interesse nei confronti di quest'uva è chiaramente diminuito nel corso del tempo – soprattutto nella sua terra di origine, la Francia – sia per il fatto che la sua produzione è pressoché concentrata in due sole parti del mondo. Caratterizzati da colori intensi e cupi, i vini prodotti con il Malbec si fanno apprezzare per la non indifferente struttura e astringenza. Il Malbec è una delle sei uve ammesse per la produzione dei vini di Bordeaux, tuttavia la sua presenza in questo territorio è oggi decisamente marginale. In Francia, il Malbec è attualmente diffuso in modo significativo nel territorio di Cahors – quindi nella parte sudoccidentale della Francia – e, con presenza decisamente inferiore, nella Valle della Loira. Si deve osservare che Malbec è il nome con il quale la varietà è conosciuta nel mondo e nel territorio di Bordeaux. Nelle altre zone di Francia, infatti, quest'uva è prevalentemente conosciuta con il nome di Côt o Auxerrois.

 A tale proposito, è bene notare che il celeberrimo amperlografo francese Pierre Galet riteneva che Côt fosse il nome originale di questa varietà, suggerendo inoltre la Borgogna settentrionale come terra di origine di quest'uva. Il Malbec, innegabilmente, raggiunge oggi l'apice della sua notorietà, non tanto per i vini prodotti in Francia, piuttosto per quelli di una terra lontanissima dall'Oltralpe, l'Argentina, dove si raggiungono livelli di notevole eccellenza. Oggi, in Argentina, il Malbec è infatti la varietà più coltivata nel paese ed è, indiscutibilmente, il massimo rappresentante enologico, in particolare nell'area di Mendoza. Si deve notare che il Malbec, in terra argentina, ha subito un evidente adattamento e cambiamento. Qui, infatti, tende a produrre grappoli più piccoli che in terra francese. Per questo motivo, si suppone il Malbec introdotto in Argentina nel diciannovesimo secolo dagli emigrati francesi fosse in realtà un clone oggi estinto in Francia, probabilmente a causa della devastazione provocata dalla fillossera. Si deve infatti osservare che, in termini generali, i vini da Malbec prodotti in Argentina risultano generalmente meno tannici di quelli prodotti in Francia, pur tuttavia conservando le medesime qualità organolettiche e potenziale di longevità.

 

La Degustazione


Il colore del
Mendoza Malbec
Il colore del Mendoza Malbec

 Dati i diversi stili enologici impiegati per la vinificazione di Bonarda Piemontese e Malbec, i vini che sceglieremo per la nostra degustazione per contrasto avranno differenze sostanziali anche in questo aspetto. La Bonarda Piemontese – quando è vinificata in purezza – è, nella maggioranza dei casi, fermentata e affinata in contenitori inerti, una scelta che tende a favorire l'espressione e il mantenimento del piacevole profilo olfattivo. Il Malbec, sia in Francia sia in Argentina, è invece vinificato per la maggioranza dei casi in botti e barrique, con lo scopo evidente di arrotondare e mitigare l'impatto dei tannini. Per quanto riguarda la varietà del Piemonte, la nostra scelta è a favore del Collina Torinese Bonarda, facendo attenzione che sia prodotta esclusivamente con quest'uva poiché il disciplinare prevede una percentuale minima dell'85%. Per quanto concerne il Malbec, la nostra scelta si dirige verso l'Argentina e, quindi, un Mendoza Malbec, ovviamente in purezza. La scelta, rispetto al francese Cahors, è dovuta alla migliore espressione di profumi che si ottiene in Argentina e riconducibili alla frutta così come per la minore astringenza. I due vini, appartenenti alla vendemmia più recente, sono versati nei rispettivi calici alla temperatura di 17° C per la Bonarda Piemontese e 18° C per il Malbec.

 È giunto il momento di versare i vini nei calici e iniziare la degustazione per contrasto di questo mese. Il primo vino del quale prenderemo in esame l'aspetto è il Collina Torinese Bonarda. Questa varietà piemontese ha buona capacità colorante, una caratteristica evidentemente confermata dai suoi vini. Incliniamo il calice sopra un superficie bianca e osserviamo il colore del vino alla base. Si rileva una tonalità rosso rubino intensa e brillante, con una trasparenza moderata e, osservando il vino verso l'apertura del calice, dove lo spessore si fa sottile, notiamo una sfumatura dello stesso colore, talvolta tendente al porpora. Passiamo ora alla valutazione del Mendoza Malbec e, come prima, incliniamo in calice sopra la superficie bianca. Anche in questo caso si rileva chiaramente il potere colorante dell'uva: colore rosso rubino cupo e intenso, con una trasparenza ridotta, evidentemente inferiore rispetto alla Bonarda Piemontese. Osserviamo ora la sfumatura del Malbec, verso l'apertura del calice: si rileva un rosso rubino e, dipendentemente dalla tecnica di vinificazione e l'età, con tendenza al rosso granato.

 I profili olfattivi di Bonarda Piemontese e Malbec si presentano al naso con caratteristiche decisamente diverse. In entrambi i casi si percepiscono aromi che riconducono direttamente ai frutti, sebbene nella Bonarda Piemontese tendono a prevalere quelli con buccia rossa mentre nel Malbec quelli con buccia scura. A causa della consuetudine nella vinificazione delle due varietà – contenitori inerti nella Bonarda Piemontese, botti di legno nel Malbec – il confronto fra queste due uve deve necessariamente considerare questo aspetto e, ovviamente, filtrarlo. Nella Bonarda Piemontese si percepiscono principalmente aromi di ciliegia, lampone e mirtillo, non mancando, in ogni caso, riferimenti ai fiori, fra questi, ciclamino e violetta. Nel Malbec si percepiscono principalmente aromi di prugna, mora e amarena, oltre a richiami di frutti rossi come lampone e melagrana. Per quanto riguarda i riconoscimenti floreali, nel Malbec spicca su tutti la violetta. In certi casi, il Malbec sviluppa anche aromi speziati nei quali si riconoscono il pepe nero così come sensazioni “vegetali” e minerali.

 Passiamo alla valutazione dei profili olfattivi dei vini della nostra degustazione per contrasto, iniziando dal Collina Torinese Bonarda. Manteniamo il calice in posizione verticale e, senza rotearlo, procediamo con la prima olfazione così da valutare l'apertura del vino, cioè i suoi aromi identificativi. Dal calice si percepiscono – netti e intensi – profumi di ciliegia, lampone e mirtillo oltre a una piacevole sensazione di violetta. Roteiamo il calice, così da favorire lo sviluppo degli altri aromi, e procediamo con la seconda olfazione. Il profilo del Collina Torinese Bonarda si completa con prugna, fragola, mora e ciclamino. Passiamo ora alla valutazione dei profumi del Mendoza Malbec, cercando – per quanto possibile – di concentrarci sui profumi di fiori e frutti, lasciando quindi in secondo piano gli aromi conferiti dal legno e dal tempo. L'apertura del Mendoza Malbec si compone con aromi di prugna, mora e amarena ai quali si unisce l'elegante riconoscimento della violetta. Dopo avere roteato il calice, il profilo del Malbec – escludendo i riconoscimenti terziari – si arricchisce con lampone, melagrana e mirtillo.

 Le differenze fra Bonarda Piemontese e Malbec diventano ancor più evidenti nell'analisi dei rispettivi profili gustativi. Come nelle fasi precedenti, iniziamo la valutazione delle sensazioni gustative dal Collina Torinese Bonarda. Prendiamo un sorso di questo vino e valutiamo il suo attacco, cioè le sensazioni iniziali che si percepiscono in bocca. La Bonarda Piemontese si fa riconoscere per la buona struttura che si unisce ad astringenza moderata e una piacevole freschezza, con netti riconoscimenti di ciliegia, lampone e mirtillo. Passiamo alla valutazione gustativa del Mendoza malbec e prendiamo un sorso di questo vino. L'attacco si presenta in bocca decisamente in modo diverso rispetto alla Bonarda Piemontese: struttura più elevata, astringenza più intensa e piacevole freschezza, unita a maggiore morbidezza. In bocca si riconoscono chiaramente le sensazioni di prugna, mora e amarena oltre ai più aciduli lampone e melagrana.

 Concludiamo la nostra degustazione per contrasto valutando le sensazioni finali che i vini lasciano in bocca dopo la deglutizione, iniziando – come per le fasi precedenti – dal Collina Torinese Bonarda. Il finale di questo vino è di buona persistenza, lasciando in bocca una piacevole sensazione di ciliegia, lampone e mirtillo, oltre alla percezione di buona struttura e freschezza. La sensazione finale di astringenza è decisamente moderata. Il finale del Mendoza Malbec è persistente e in bocca si percepiscono nettamente i sapori di prugna, mora e amarena, uniti a una sensazione acidula che ricorda la melagrana. Si percepisce una maggiore struttura rispetto alla Bonarda Piemontese, oltre alla più intensa astringenza dei tannini, tuttavia – anche in questo caso – si riconosce una piacevole freschezza conferita dall'acidità. Assaggiamo di nuovo i due vini, prima la Bonarda Piemontese e poi il Malbec: le differenze sono evidenti in ogni aspetto gustativo, dalla struttura all'astringenza, dalla morbidezza all'acidità.

 



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I Vini del Mese


 

Legenda dei punteggi

Sufficiente    Abbastanza Buono    Buono
Ottimo    Eccellente
Vino eccellente nella sua categoria Vino eccellente nella sua categoria
Vino con buon rapporto qualità/prezzo Vino con buon rapporto qualità/prezzo
I prezzi sono da considerarsi indicativi in quanto possono subire variazioni a seconda del paese
e del luogo in cui vengono acquistati i vini




La Capinera Selezione 2014, Capinera (Marche, Italia)
La Capinera Selezione 2014
Capinera (Marche, Italia)
Chardonnay
Prezzo: € 25,00 Punteggio:

Giallo dorato brillante e sfumature giallo dorato, molto trasparente.
Intenso, pulito, gradevole e raffinato, apre con note di banana, mela e acacia seguite da aromi di pompelmo, susina, pera, burro, bergamotto, miele, vaniglia e minerale.
Attacco fresco e comunque equilibrato dall'alcol, buon corpo, sapori intensi, piacevole morbidezza.
Finale persistente con ricordi di banana, mela e pompelmo.
14 mesi in barrique.
Carne bianca arrosto, Pesce arrosto, Zuppe di funghi, Paste ripiene



Cardinal Minio 2010, Capinera (Marche, Italia)
Cardinal Minio 2010
Capinera (Marche, Italia)
Merlot
Prezzo: € 25,00 Punteggio: Vino eccellente nella sua categoria

Rosso rubino brillante e sfumature rosso granato, poco trasparente.
Intenso, pulito, gradevole, raffinato ed elegante, apre con note di prugna, amarena e viola appassita seguite da aromi di ribes, mirtillo, tabacco, cioccolato, cannella, macis, liquirizia, vaniglia ed eucalipto.
Attacco giustamente tannico e comunque equilibrato dall'alcol, buon corpo, sapori intensi, piacevole morbidezza.
Finale persistente con ricordi di prugna, amarena e ribes.
18 mesi in barrique.
Carne alla griglia, Carne arrosto, Stufati di carne con funghi, Formaggi stagionati



Zibibbo Dolce, Terre del Sole (Sicilia, Italia)
Zibibbo Dolce
Terre del Sole (Sicilia, Italia)
Moscato d'Alessandria
Prezzo: € 15,00 Punteggio: Vino eccellente nella sua categoria

Giallo ambra brillante e sfumature giallo ambra, trasparente.
Intenso, pulito, piacevole e raffinato, apre con note di uva passa, fico secco e canditi seguite da aromi di scorza d'agrume, miele, albicocca secca, zafferano e mandorla.
Attacco dolce e morbido, comunque equilibrato dall'alcol, buon corpo, sapori intensi, piacevole freschezza.
Finale persistente con ricordi di uva passa, fico secco e miele.
8 mesi in vasche d'acciaio.
Crostate di frutta secca, Pasticceria secca



Grillo 2016, Terre del Sole (Sicilia, Italia)
Grillo 2016
Terre del Sole (Sicilia, Italia)
Grillo
Prezzo: € 9,00 Punteggio: Vino eccellente nella sua categoria

Giallo paglierino chiaro e sfumature giallo verdolino, molto trasparente.
Intenso, pulito, gradevole e raffinato, apre con note di pera, mela e ginestra seguite da aromi di pesca, biancospino, susina e mandorla.
Attacco fresco e comunque equilibrato dall'alcol, buon corpo, sapori intensi, piacevole.
Finale persistente con ricordi di pera, mela e susina.
6 mesi in vasche d'acciaio.
Antipasti di pesce, Pasta e risotto con crostacei, Latticini, Pesce saltato



Barbadoro 2016, Zazzera (Umbria, Italia)
Barbadoro 2016
Zazzera (Umbria, Italia)
Grechetto
Prezzo: € 13,00 Punteggio:

Giallo dorato intenso e sfumature giallo dorato, molto trasparente.
Intenso, pulito, gradevole e raffinato, apre con note di mela, susina e nocciola seguite da aromi di agrumi, biancospino, pera, melone, rosmarino, aneto e miele.
Attacco fresco e comunque equilibrato dall'alcol, buon corpo, sapori intensi, piacevole morbidezza.
Finale persistente con ricordi di mela, susina e nocciola.
6 mesi in barrique.
Pasta con pesce, Pesce alla griglia, Carne bianca arrosto, Zuppe di funghi



Grero 2014, Zazzera (Umbria, Italia)
Grero 2014
Zazzera (Umbria, Italia)
Grero
Prezzo: € 40,00 Punteggio: Vino eccellente nella sua categoria

Rosso rubino cupo e sfumature rosso rubino, poco trasparente.
Intenso, pulito, gradevole, raffinato ed elegante, apre con note di amarena, prugna e arancia rossa seguite da aromi di violetta, melagrana, mirtillo, carruba, tabacco, rosmarino, grafite, pietra focaia, vaniglia e mentolo.
Attacco poco tannico e di piacevole freschezza, comunque equilibrato dall'alcol, buon corpo, sapori intensi, piacevole.
Finale persistente con ricordi di amarena, prugna e arancia rossa.
Maturazione in barrique.
Paste ripiene con funghi, Carne arrosto, Stufati di carne, Zuppe di funghi



Montefalco Sagrantino Valdimaggio 2014, Arnaldo Caprai (Umbria, Italia)
Montefalco Sagrantino Valdimaggio 2014
Arnaldo Caprai (Umbria, Italia)
Sagrantino
Prezzo: € 32,00 Punteggio:

Rosso rubino intenso e sfumature rosso granato, poco trasparente.
Intenso, pulito, gradevole, raffinato ed elegante, apre con note di mora, prugna e violetta seguite da aromi di amarena. mirtillo, iris, cioccolato, tabacco, grafite, pepe rosa, macis, cuoio, vaniglia e mentolo.
Attacco tannico e comunque equilibrato dall'alcol, corpo pieno, sapori intensi, piacevole morbidezza.
Finale molto persistente con lunghi ricordi di mora, prugna e amarena.
24 mesi in barrique, almeno 8 mesi in bottiglia.
Selvaggina, Stufati e brasati di carne, Carne arrosto, Formaggi stagionati



Montefalco Sagrantino 25 Anni 2014, Arnaldo Caprai (Umbria, Italia)
Montefalco Sagrantino 25 Anni 2014
Arnaldo Caprai (Umbria, Italia)
Sagrantino
Prezzo: € 50,00 Punteggio:

Rosso rubino intenso e sfumature rosso rubino, poco trasparente.
Intenso, pulito, gradevole, raffinato ed elegante, apre con note di mora, prugna e amarena seguite da aromi di violetta, mirtillo, peonia, cipria, cioccolato, tabacco, cannella, pepe rosa, macis, vaniglia e mentolo.
Attacco tannico e comunque equilibrato dall'alcol, corpo pieno, sapori intensi, piacevole morbidezza.
Finale molto persistente con lunghi ricordi di mora, prugna e amarena.
24 mesi in barrique, 8 mesi in bottiglia.
Selvaggina, Carne arrosto, Stufati e brasati di carne, Formaggi stagionati






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