Il consumo del vino, esattamente come qualunque espressione sociale, è
regolato da tendenze di mercato e, non meno influente, dalle mode che si
ripetono nel corso del tempo, favorendo ciclicamente determinati stili
enologici. I due principali stili che si contendono periodicamente il favore
dei consumi sono il bianco e il rosso. Questi due stili si aggiudicano la
corona dello stile del momento, in una competizione che si ripete oramai
da decenni. Ci sono poi due stili - spumanti e rosati - che tentano timidamente
di scalare la classifica delle preferenze dei consumi, restando comunque
distanti dalla vetta. Di questi, lo spumante - indipendentemente dal metodo di
produzione - si ritaglia il proprio posto, soprattutto nei periodi festivi. Non
si limita esclusivamente al ruolo di vino per celebrare momenti particolari, ma
è da sempre il vino preferito per festeggiare o suggellare un momento speciale.
Vini dolci e liquorosi, purtroppo, troppo spesso relegati a fanalini di
coda.
I vini rosati evidentemente faticano molto più a trovare una collocazione,
spesso considerati come gli alieni del mondo del vino, tanto che il loro
consumo oscilla continuamente fra l'oblio e la resurrezione dettata dalle mode
del momento. Il mondo dei vini rosati è decisamente vasto: l'offerta di
territori e produttori è di estremo interesse, con bottiglie capaci di
esprimere livelli qualitativi notevoli. Per onore della verità, è impossibile
dimenticare la qualità dei vini rosati del passato, spesso mediocri, relegati
al ruolo di brutto anatroccolo dell'enologia. Si tratta, evidentemente, di
fatti del passato - che si spera restino legati a quell'epoca - poiché oggi la
qualità generale dei vini rosati è decisamente lontana da quei tempi e i
produttori si dedicano seriamente a questo stile. Complice anche la nuova
vita che i vini rosati stanno vivendo, merito - non da ultimo - della moda
che li vede oggi come vini di tendenza.
Parlando dei vini rosati, è bene ricordare che non esistono solamente quelli
fermi da tavola, uno stile che - appunto - ha sempre vissuto momenti
altalenanti di interesse e qualità. Cosa del tutto diversa per i vini spumanti
rosati, in modo particolare quelli prodotti con il metodo classico, spesso
preferiti dagli estimatori delle bollicine e considerati di qualità. Mi
considero, evidentemente, fra questi, poiché fra i vini spumanti prodotti con
il metodo classico, le bollicine rosa sono certamente fra le mie
preferite. Una passione che riconduce indissolubilmente alla mia amata uva
Pinot Nero, amore parimenti vivo e avvincente anche quando vinificata in
rosso. Come ben sanno gli appassionati della celebre uva rossa borgognona, non
è tutto oro quello che è Pinot Nero e le tante bottiglie mediocri sono lì a
testimoniare che la rossa borgognona non è alla portata di tutti i produttori e
territori.
Il Pinot Nero non è ovviamente l'unica uva rossa utilizzata per la produzione
di vini rosati, tuttavia è certamente la varietà più nobile e interessante per
i vini spumanti rosati. A tale proposito, si ricorda che un vino rosato si
produce utilizzando il mosto di uve rosse lasciato in macerazione con le bucce
per un brevissimo periodo di tempo così da conferire il colore rosa. Com'è
noto, infatti, le sostanze che conferiscono il colore rosso, quindi rosato, ai
vini è estratto dalle bucce delle varietà a bacca rossa. Maggiore il tempo di
macerazione, maggiore la quantità di colore estratto, ovviamente nel limite
della capacità colorante dell'uva. Per la produzione di un vino rosato sono
sufficienti poche ore di macerazione, giusto il tempo per conferire il colore
rosa desiderato. Al termine della macerazione le bucce dell'uva sono separate
dal mosto, quindi la fermentazione e la vinificazione procedono come in un
normale vino bianco.
Ho sempre avuto un certo interesse per i vini rosati, non da meno per il vino
in generale, indipendentemente dallo stile enologico, soprattutto per la loro
versatilità enogastronomica. Molto spesso rappresentano la soluzione di
mezzo, cioè risultano pressoché perfetti nei casi in cui un vino bianco è
poco è un vino rosso è praticamente troppo. Non da ultimo, i rosati,
soprattutto quelli prodotti con una macerazione breve, risultano molto
piacevoli e gradevoli nei cosiddetti aperitivi: serviti freschi regalano
piacevole sollievo al caldo estivo. Mi fa pertanto piacere vedere che i vini
rosati stiano, per così dire, tornando di moda, confessando inoltre che
mi farebbe parimenti piacere vedere lo stesso apprezzamento e interesse anche
per le bollicine rosa. In modo particolare quelle prodotte con il metodo
classico, stile per il quale - lo confesso - sono piuttosto esigente e mi
indispongo quando nel calice trovo esemplari, per così dire, non all'altezza.
In tutti questi anni dedicati al vino, ho visto decine di tentativi tesi alla
rivalutazione dei vini rosati, alcuni discutibili nella forma e nel contenuto,
altri più convincenti ma non esattamente efficaci. Complice anche la scarsa
attenzione che i produttori dedicavano ai vini rosati, spesso considerati
vini minori, con risultati qualitativi decisamente deludenti. Va da sé,
la rivalutazione di un prodotto, qualunque esso sia, ha bisogno - prima di
tutto - della qualità e, a questo proposito, le cose sono decisamente cambiate,
e in meglio, rispetto a qualche anno fa. Capita infatti sempre più spesso di
assaggiare vini rosati di notevole qualità, cosa che certamente fa sperare, per
così dire, in un futuro roseo. Soprattutto per il fatto che sempre meno
i vini rosati sono creati come sottoprodotto dei vini rossi, in particolare
dalle pratiche di salasso. La qualità nel vino è tutto se si vuole essere
credibili, i vini rosati non fanno eccezione, e la lezione imparata per i vini
bianchi e rossi in questi ultimi anni è proprio lì a ricordarci che la qualità
e la serietà pagano sempre. Anche e soprattutto nei vini rosati.
Antonello Biancalana
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