Abbiamo appena lasciato alle spalle dicembre e, con esso, anche l'anno 2019,
tuttavia siamo ancora nel periodo delle festività e che ci accompagnerà ancora
per un po' in questi primi giorni dell'anno 2020. Si tratta, in ogni caso, di
un periodo durante il quale, puntualmente, si stappano gioiosamente bottiglie
di vino, sia per allietare i frequenti banchetti che si organizzano nei giorni
di festa, sia per celebrare l'arrivo del nuovo anno. Com'è ben noto, il vino
che diviene protagonista assoluto di brindisi e celebrazioni è notoriamente
quello spumante – di qualunque tipo e provenienza – che occupa un posto
d'onore nei calici di ogni tavola. Complice, appunto, il ruolo che la
maggioranza riconosce a questo particolare stile di vino: non c'è festa o
celebrazione nella quale non si stappi almeno una bottiglia di spumante. Dai
metodo Charmat – o Martinotti – ai metodo classico e champenoise,
durante le feste, in particolare in quelle di questo periodo, le vendite degli
spumanti registrano aumenti significativi e importanti.
In questo periodo – infatti – sono volati verso il cielo milioni di tappi
di bottiglie di spumante, un rito collettivo che vede il suo momento più
intenso e significativo la notte del 31 dicembre e che saluta il nuovo anno. Un
successo di consumi, a quanto pare, in continuo aumento e per il quale – non
solo in Italia – è disponibile un'ampia selezione di scelte, stili e prezzi. A
prevedere questo aumento l'Ovse-Ceves (Osservatorio Vini Spumanti
Effervescenti) il quale stima un incremento del +3,3% nei consumi di vini
spumanti, in particolare quelli brut. Interessante, per quanto concerne
la preferenza in fatto di stile, il costante aumento di consumo degli
spumanti più secchi – come il brut, extra brut e pas dosé – segno, non da
ultimo, di un cambiamento culturale in Italia nei confronti delle bollicine.
L'aumento del +3,3%, inoltre, è un dato decisamente interessante e positivo,
sottolineando il buono stato di salute della produzione di vini spumanti.
Secondo questa stima, oltre a evidenziare l'aumento del +3,3% nel consumo di
spumanti rispetto all'analogo periodo delle festività dello scorso anno,
emergono anche altri dati interessanti. Per la celebrare l'arrivo del nuovo
anno, si stima – infatti – che alla mezzanotte di capodanno 2020 si
stapperanno dai 44 ai 48 milioni di bottiglie di spumante. Nell'intero periodo
delle festività, quindi dai giorni di Natale fino all'Epifania, si prevede un
consumo giornaliero di più di 2,5 milioni di bottiglie di spumante. Queste
previsioni sono il risultato dei dati raccolti dagli operatori economici del
mercato dei vini spumanti e che riguardano gli ultimi 28 anni. Lo studio,
inoltre, mette in evidenza come la preferenza dello stile degli spumanti cambi
in funzione della festività od occasione di celebrazione. Nel giorno di Natale
sono gli spumanti dry e dolci a essere maggiormente stappati, mentre per
l'Epifania si tende a preferire le bollicine rosé, nel brindisi di fine anno,
invece, sono gli stili secchi e brut a essere principalmente versati nei calici.
La stima dei consumi di vini spumanti relativamente a questo periodo di feste e
diffuso dall'Ovse-Ceves per mezzo del suo presidente Giampietro Comolli, mette
inoltre in evidenza ulteriori dati interessanti. Buone notizie, infatti, sia in
termini quantitativi sia in volume di affari. Si stima che in questo periodo di
festività si stapperanno 77 milioni di bottiglie di spumante italiano pari a un
valore di 280 milioni di euro. Una quota decisamente importante se si confronta
questo dato con l'intera spesa degli italiani destinata a celebrare queste
feste e che si stima per un totale di 630 milioni di euro. Non saranno comunque
stappati solamente spumanti italiani, poiché molti dei nostri connazionali
preferiranno stappare circa 3,9 milioni di bottiglie prodotte all'estero, in
particolare nei ristoranti e nelle località di vacanza. La spesa relativa al
consumo di spumanti stranieri si attesta a 240 milioni di euro, gran parte dei
quali destinati allo Champagne.
Il presidente dellOvse-Ceves Giampietro Comolli sottolinea infine la spesa
destinata agli spumanti nel periodo delle festività 2019-2020 sarà di oltre 870
milioni di euro, segnando un aumento del +3,3% rispetto al corrispondente
periodo precedente e con un incremento di 2,4 milioni di bottiglie. Dati
decisamente incoraggianti, considerando l'andamento dei consumi degli anni
passati e che, per il secondo anno consecutivo, segna un significativo aumento,
segno di una promettente ripresa dell'intero comparto vitivinicolo. I segnali
del buon andamento del mercato del vino erano stati già anticipati in ottobre,
all'inizio dell'autunno. In quel periodo, infatti, è stato rilevato un
significativo aumento delle vendite – e quindi dei consumi – in due vini in
particolare: i rossi e il prosecco. Lo stesso, tuttavia, non si è registrato
per i vini spumanti dolci che, a quanto pare, soffrono da qualche tempo di una
tendenza negativa nei consumi e quindi di mercato.
Nel mese di ottobre 2019 il mercato del vino italiano ha infatti registrato un
aumento del 5,74% in termini di valore pari all'1,43% in volume. I vini che
hanno segnato i migliori risultati – come già detto – sono i rossi e il
Prosecco, quest'ultimo anche grazie ai timori nel Regno Unito per gli effetti
della brexit. Con l'attuazione di questa misura, infatti, si teme
l'introduzione di dazi, una prospettiva che ha spinto i distributori di vino
inglesi a fare scorta, in modo particolare, di Prosecco, particolarmente
apprezzato oltremanica. Il merito di questo risultato si deve anche ai consumi
interni, in particolare a quelli della ristorazione e somministrazione,
entrambi registrando aumenti di oltre il 3,50% in termini di valore. Il 2019,
pertanto, si può considerare come un anno favorevole per il vino italiano e che
ha prodotto risultati positivi sia in termini di volumi sia per il valore
economico. Un risultato che regala buone premesse in questo 2020 appena
iniziato. Visti i risultati, non certo positivi dei recenti anni passati, si
tratta certamente di una buona notizia e che lascia intravvedere un buon futuro
per il vino italiano, quanto meno in quello più prossimo.
Antonello Biancalana
|