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 Gusto DiVino  Condividi questo articolo     Sommario della rubrica Eventi Non Solo Vino 
  Eventi Numero 191, Gennaio 2020   
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Numero 190, Dicembre 2019 Segui DiWineTaste su Segui DiWineTaste su TwitterNumero 192, Febbraio 2020

Notiziario


 In questa rubrica sono pubblicate notizie e informazioni relativamente a eventi e manifestazioni riguardanti il mondo del vino e dell'enogastronomia. Chiunque sia interessato a rendere noti avvenimenti e manifestazioni può comunicarlo alla nostra redazione all'indirizzo e-mail.

 

AGIVI: Violante Gardini è la Nuova Presidente


 
«Voglio ringraziare il consiglio e il presidente uscente per l'ottimo lavoro svolto e dare il benvenuto alla nuova compagine che sono certo saprà portare avanti con continuità e innovazione le attività dell'Associazione. AGIVI rappresenta il futuro di Unione Italiana Vini, la forza giovane dalla quale usciranno i dirigenti UIV di domani. Per questo continueremo a stare al loro fianco con un coinvolgimento sempre maggiore ai nostri tavoli di lavoro, all'interno del nostro CDA e supportando le attività formative che organizzano. Auguro a tutti un buon lavoro».
Con queste parole Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini, ha introdotto i lavori dell'Assemblea generale di AGIVI che si è tenuta venerdì 29 novembre presso il Gruppo MGM Mondodelvino spa di Priocca (Cuneo), in Piemonte e ha portato alla nomina del nuovo Consiglio di amministrazione e della sua nuova presidente, la toscana Violante Gardini, responsabile commerciale delle cantine della madre Donatella Cinelli Colombini, a sua volta presidente delle Donne del Vino. Al suo fianco due nuovi vicepresidenti, Enrico Gobino di MGM Mondodelvino spa e Marzia Varvaglione Vigna e Vini, che con lei porteranno avanti i lavori di AGIVI, iniziati già in occasione dell'Assemblea con l'approvazione del proprio statuto che prevede l'apertura dell'associazione, oltre ai produttori e ai manager, anche a nuove figure professionali come sommelier e giornalisti in qualità di soci affiliati.
«Voglio ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno sostenuto AGIVI e hanno contribuito a farla crescere e l'intero consiglio con il quale ho avuto l'onore e il piacere di lavorare – ha commentato Federico Terenzi, presidente uscente di AGIVI – L'Associazione oggi è sempre più forte e rappresentativa, grazie al rafforzamento del rapporto con Unione Italiana Vini, nostra associazione senior, e grazie ai tantissimi eventi che ci hanno visto protagonisti e organizzatori, dagli incontri con la grande critica enologica italiana a quelli formativi, culminati nel Wine Generation Forum che ha visto raccolti oltre 100 giovani imprenditori del settore. Il grande lavoro di ricambio generazionale, con l'ingresso di tanti nuovi giovani soci – 45 solo negli ultimi tre anni – ha dato vita – ha concluso – a un consiglio che sono certo saprà portare avanti il lavoro fatto fino ad oggi e rendere AGIVI un punto di riferimento ancora più centrale per il settore».
«Credo moltissimo nel fare squadra – ha esordito Violante Gardini dopo l'elezione avvenuta all'unanimità – e intendo applicare in AGIVI lo stesso metodo di lavoro in gruppo che nelle esperienze precedenti mi ha permesso di aumentare i soci e organizzare iniziative importanti». La carica più alta di AGIVI arriva infatti dopo una serie di altre importanti nomine nel mondo dell'associazionismo, quali: la presidenza nel 2008 – 2009 dei Leo Toscana, la presidenza nel 2013 del Movimento Turismo del Vino Toscana e la vicepresidenza di AGIVI dal 2016 ad oggi. Trentacinquenne toscana, Violante Gardini ha conseguito la laurea in Economia Aziendale all'Università di Firenze e subito dopo è volata a Parigi dove ha frequentato un Master OIV che l'ha portata a visitare tutte le regioni viticole e i principali mercati enologici del mondo. Sulla base di questa formazione, oggi la Gardini è assolutamente intenzionata a continuare «i viaggi di AGIVI nelle regioni del vino estere, che ci servono come stimolo e confronto – ha fatto sapere illustrando il suo programma – così come i corsi, il primo dei quali a febbraio. Punteremo molto anche sulla comunicazione con l'utilizzo del nuovo sito dell'Associazione e il suo collegamento con un network molto più ampio. La voce dei Millennials del vino italiano deve diventare più forte e portare un messaggio di rinnovamento e sostenibilità».
All'elezione del nuovo consiglio di amministrazione è seguito un talk show che ha visto seduti al tavolo dei relatori nomi importanti del mondo del vino di oggi, quali: Alfeo Martini, presidente del Gruppo Mondodelvino Spa, Marco Martini a capo del Consiglio di gestione di MGM e Giuseppe Bernocco, fondatore del gruppo TCN, ai quali è stato consegnato il Riconoscimento di Socio Onorario Agivi. Il pomeriggio di lavoro si è concluso con la visita guidata alla Wine Experience – MGM Mondodelvino e l'appuntamento all'indomani per la visita di piccole e grandi aziende vinicole della zona.

UIV: Internazionalizzazione e Sostenibilità le Parole Chiave del 2020

«internazionalizzazione per il vino italiano è una priorità assoluta e rappresenta un'opportunità unica per il nostro settore. Per questo continueremo a lavorare a fianco di ICE e delle Istituzioni. In particolare, continueremo la proficua collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, al quale sono state trasferite le competenze in materia di politica commerciale e promozionale con l'estero e di sviluppo dell'internazionalizzazione del Sistema Paese. Il Tavolo Vino, nato per elaborare le linee guida per la promozione del vino italiano e formulare proposte operative all'Agenzia ICE, è stato confermato e verrà a breve convocato per definire le nuove azioni da intraprendere e i Paesi sui quali puntare, tra i quali l'Asia sarà certamente protagonista anche grazie all'iniziativa di Vinitaly “Wine To Asia” che coinvolgerà circa 500 aziende, di cui almeno il 25% saranno italiane. Bisogna puntare sulla formazione della cultura del vino nei Paesi esteri, come stiamo già facendo con gli USA rivolgendoci a grossi importatori, retailer e wine lovers, e continuare con le operazioni di incoming. Inoltre le azioni e le iniziative di promozione intraprese fino a oggi vanno rafforzate e, in questa direzione, siamo molto soddisfatti che il “Piano straordinario del Made in Italy”, partito nel 2015, sia stato potenziato e stia assumendo una dimensione strutturale».
Con queste parole Ernesto Abbona, presidente Unione Italiana Vini, interviene durante l'ultimo Consiglio Nazionale della Confederazione per il 2019, tenutosi giovedì 5 Dicembre 2019, alla presenza del sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L'Abbate, della dott.ssa Brunella Saccone di ICE, del Capo Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Mipaaf Giuseppe Blasi, di numerosi produttori e dei giovani imprenditori vitivinicoli italiani di AGIVI guidati dalla neoeletta presidente Violante Gardini. Numerosi i temi sul tavolo tra i quali hanno spiccato in modo particolare l'internazionalizzazione e la sostenibilità, centrali per il settore.
«Il nostro Paese – ha spiegato Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini – è sicuramente tra i più attenti e attivi sul tema della sostenibilità e sosteniamo la volontà del Ministero di arrivare a uno standard nazionale per il vino. Un ringraziamento va al Capo Dipartimento Blasi per il lavoro svolto finora. Ora che è stata chiusa la fase tecnica sulla norma unica di sostenibilità fortemente voluta da UIV e alla quale abbiamo contribuito significativamente, auspichiamo che in tempi brevi il Mipaaf traduca in norma giuridica il lavoro svolto, così che, dopo i diversi passaggi istituzionali, a Vinitaly questa norma venga presentata come realtà, rendendo l'Italia il primo Paese al mondo ad esserne dotato. Sempre sul tema, la nostra volontà è che in Italia, come accade in altri Paesi, la sostenibilità non riguardi solo le singole aziende ma diventi un protocollo di interi distretti viticoli e – conclude Castelletti – un passo ulteriore è che venga definito il logo identificativo dei prodotti ottenuti da pratiche sostenibili: una certificazione che garantisca trasparenza sui mercati che favorirebbe aziende e Ministero nella promozione del Made in Italy».

federbio e UIV Siglano un'Intesa per la Tutela del Vino Biologico

Proteggere e migliorare l'ambiente: questo l'obiettivo primario della collaborazione appena firmata tra FederBio, la Federazione nazionale che da oltre 27 anni tutela e valorizza l'agricoltura biologica e biodinamica in Italia, e UIV, Unione Italiana Vini, la più rappresentativa associazione del settore vitivinicolo nazionale.
Conservare e incrementare la biodiversità vegetale anche attraverso l'ottimizzazione del “Made in Italy” alimentare, puntare sulla qualità e sull'autenticità del vino prodotto in Italia con metodo biologico e biodinamico, regolamentato e certificato, supportare l'internazionalizzazione delle imprese italiane del settore vitivinicolo. Questi gli altri temi al centro dell'accordo tra le due organizzazioni.
Le varie tematiche relative alla produzione di vino biologico verranno trattate all'interno del Tavolo Tecnico di UIV già attivato. Inoltre le parti, secondo necessità, si consulteranno per definire insieme iniziative progettuali, divulgative, tecniche, formative e promozionali in Italia e all'estero che potranno svolgersi anche all'interno di sistemi fieristici del settore agro-alimentare.
«Questo accordo concluso con la Federazione che rappresenta i vari settori del biologico italiano dimostra la volontà di Unione Italiana Vini di promuovere l'eccellenza del vino italiano in tutti i suoi aspetti e di adeguarsi costantemente alla nuova sensibilità dei consumatori sempre più attenti a un consumo sostenibile e rispettoso dell'ambiente. Nel partenariato con Federbio, UIV apporterà la sua competenza tecnica a tutto campo nell'ambito della produzione di vino biologico» ha spiegato Ernesto Abbona, Presidente di UIV.
Negli ultimi otto anni la viticoltura bio italiana è più che raddoppiata (+107% dal 2011 al 2018), inoltre con un'incidenza pari al 15,8%, l'Italia è il primo Paese per quota di vigneto biologico sulla superficie vitata totale.
Secondo i dati Sinab, i vini e gli spumanti biologici hanno fatto registrare un incremento sia per quanto riguarda il fatturato (+38,6% nel 2018) che come quota sul totale del comparto con un'incidenza dell'1,4%. Nei primi otto mesi del 2019 le vendite di vino bio nella grande distribuzione hanno raggiunto 35,2 milioni di euro con una crescita esponenziale del 363% rispetto al 2016 (Fonte: Osservatorio Bio Nomisma).
«La coltivazione biologica viene identificata sempre di più come un metodo avanzato che contribuisce a esaltare la qualità dei vini, in particolare quando parliamo di vini legati al territorio, anche nelle piccole denominazioni. Data la complessità e la vastità degli obiettivi di sviluppo della vitivinicoltura biologica e biodinamica nazionale, è importante attivare forme di collaborazione e sinergie come quella con l'Unione Italiana Vini. Questo accordo intende preservare e migliorare la qualità dell'ambiente rurale e rafforzare la capacità competitiva e d'innovazione delle imprese italiane del settore attraverso lo sviluppo dell'agricoltura biologica» ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio.

I Vini Abruzzesi Crescono in Italia e all'Estero

Nel quinquennio 2013-2018 sono le regioni del Sud a registrare crescite più alte nell'export e l'Abruzzo si piazza tra le prime tre con un +50%. La Germania si conferma primo mercato di destinazione dei vini abruzzesi in termini di volumi (19%) ma, nel periodo analizzato, la crescita maggiore in percentuale la registrano Regno Unito, con un eclatante +259% e Cina (+154,3%). Anche nel primo semestre di quest'anno l'export di vino dell'Abruzzo aumenta più della media italiana, registrando un +11,6% in Germania e un +4,1% totale nel mondo con la Cina best performer (+26,8%).
Analizzando i dati messi in luce dall'Osservatorio Permanente a cura di Wine Monitor Nomisma – attivato nel 2019 dal Consorzio di Tutela Vini d'Abruzzo per comprendere meglio l'andamento dei vini abruzzesi, a partire dal Montepulciano d'Abruzzo, sui principali mercati e attuare di conseguenza una strategia di promozione e comunicazione ancora più performante – si evincono appunto le ottime performance delle vendite in Italia e la crescita dell'export. In Italia e Germania il canale di acquisto prevalente per il Montepulciano d'Abruzzo è la GDO, mentre negli Stati Uniti 1 consumatore su 2 lo acquista presso enoteche e negozi specializzati.
Nel 2019 In Italia le vendite del Montepulciano d'Abruzzo in GDO registrano un +5,2% (oltre 40 milioni di euro di fatturato); il prezzo medio della bottiglia (750ml) è cresciuto del 6,4% e le vendite a valore dello stesso formato (che rappresentano il 65,8% del mercato) registrano un +3,2% di crescita. Interessante il fatto che nella fascia di prezzo che va dai 3 agli oltre 7 euro la crescita (nelle vendite a valore) è tra il 13,2% fino al 20,3%. Passando al mercato tedesco, in un overview delle vendite in GDO, la ricerca mette in luce una crescita del prezzo medio (+6%), per i vini venduti oltre ai 6 Euro c'è un +4% e anche i volumi crescono con un +1% per il formato da 750 ml (88% del mercato). Oltreoceano, negli Stati Uniti la situazione è in linea con lo scorso anno ma il prezzo medio cresce dell'1,1%, le vendite a valore per formato, registrano per la bottiglia da 0,75 litri un interessante +4,1%. Una curiosità sta nella crescita esponenziale (+113,9%) del formato da 1 litro. Nelle vendite a volumi per formato troviamo un +3% della bottiglia da 0,75 litri mentre nelle vendite a valori per fasce di prezzo i vini della fascia media, quella sopra gli 8 dollari, registrano un +5,7% e crescono anche in volume con un +6%.
«Abbiamo voluto attivare questo Osservatorio per analizzare le performance dei nostri vini sui mercati più strategici – Italia, Germania e USA – andando a mettere in luce le leve su cui dovremo insistere per alzare sempre più la soglia di notorietà e di valorizzazione della nostra regione e dei suoi vini» spiega il Presidente del Consorzio, Valentino Di Campli. «È sicuramente molto importante per la nostra realtà costatare in generale la buona salute dei consumi dei vini abruzzesi, e in particolare della Denominazione per eccellenza, il Montepulciano d'Abruzzo. Il Consorzio sta rafforzando, con un puntuale lavoro di promozione il connubio vino e territorio, poiché il consumatore sceglie sempre più in base all'area di provenienza e per l'Abruzzo c'è ancora molto da fare in questa direzione. Dobbiamo, attraverso le tante attività promosse in Italia e all'estero, necessariamente continuare a fare sistema per favorire la conoscenza del legame tra vino e territorio e supportare le Aziende in questo percorso di crescita; ritengo infatti che l'Abruzzo possa sempre più affermarsi come una regione estremamente vocata alla viticoltura.»

PAC, Normativa, Prospettive e Ambiente

“La riforma della PAC e il futuro del vino italiano: aggiornamento normativo e prospettive”: questo il titolo del convegno che si è tenuto il 10 dicembre 2019, presso l'associazione dei produttori dei vini piceni Vinea Marche a Offida (Ascoli Piceno), organizzato da Unione Italiana Vini in collaborazione con Vinea e Sistemi (partner dell'evento). Al tavolo dei relatori, introdotti dal padrone di casa e presidente VINEA Marche Ido Perozzi, si sono seduti Nicola Tinelli, Responsabile dell'Ufficio Politico di Unione Italiana Vini, Anna Casini, Vicepresidente della Giunta e Assessore all'Agricoltura della Regione Marche, Massimo Marietta, Responsabile Sviluppo Enologia della Sistemi Spa e Silvio Salvi, Responsabile Ufficio d'Area di Ancona dell'ICQRF.
Da sempre vicino alle istanze dei territori e loro portavoce, Unione Italiana Vini, con l'obiettivo di fornire competenze e strumenti innovativi alle aziende per rispondere in maniera efficace alle problematiche tecnico/normative che si trovano ad affrontare quotidianamente e alla complessità dell'internazionalizzazione e della sostenibilità ambientale, continua il proprio tour tra le principali aree vitivinicole del Paese e lo fa mettendo sul tavolo un tema caldo per il settore: la PAC, con particolare riferimento alle misure settoriali per il vino. L'obiettivo del dibattito infatti era proprio quello di «formare e indirizzare le aziende vinicole sugli aggiornamenti legislativi ed economici della nuova PAC, illustrando al meglio le tematiche salienti in questo periodo di transizione» ha introdotto il presidente Ido Perozzi aprendo i lavori del convegno.
Innanzitutto è bene ricordare che il destino della PAC è strettamente legato a quello del budget dell'Unione Europea 2021-2027 che, secondo la proposta della Commissione, permetterebbe all'Italia di avere a disposizione 36.3 miliardi di euro a prezzi correnti (41 miliardi per la PAC 2014-2020) e diventerebbe il quarto Paese beneficiario dei fondi PAC 2021-2027. Ma, visto che la riforma non sarà attuata entro l'1 gennaio 2021, il 31 ottobre scorso la Commissione europea ha adottato la proposta di regolamento relativo alla disciplina finanziaria e alla flessibilità tra pilastri per garantire la continuità finanziaria e il 25 novembre nel comitato speciale per l'agricoltura (SCA), gli esperti degli Stati membri hanno approvato la proposta di regolamento (misure transitorie) della Commissione. Per quanto riguarda, invece, i piani nazionali di sostegno per il vino le risorse sono garantite fino al 15 ottobre 2023, anche se le regole restano le stesse ma il plafond è stato ridotto di 13 milioni di euro l'anno.
Per quanto riguarda, invece, le misure straordinarie PNS sui dazi USA, la scorsa settimana DG Agri ha presentato tre proposte di Regolamento, due atti di esecuzione e un atto delegato per prolungare la durata del sostegno per le misure di promozione oltre il periodo massimo di cinque anni, ma senza superare l'attuale periodo di programmazione (ovvero il 15 ottobre 2023), autorizzare a cambiare il mercato di destinazione anche se questo cambiamento non è in linea con l'obiettivo iniziale dell'operazione promozionale e, infine, aumentare temporaneamente il contributo massimo dell'Unione alle misure di promozione dall'attuale 50% al 60% delle spese ammissibili.
Tema trasversale al dibattito è stata anche la protezione del clima e la sostenibilità, divenuta ormai una questione centrale. Per l'UE, che è impegnata nel conseguimento degli obiettivi di Agenda 2030, il concetto di sostenibilità prevede il ricorso ad un approccio globale che tenga conto degli aspetti economici, sociali e ambientali in modo che le varie componenti si rafforzino reciprocamente. A tale proposito la nuova Commissione Europea ha annunciato il Green Deal europeo con l'obiettivo di far diventare l'Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. In questo senso, il settore agricolo costituisce uno dei comparti produttivi che, a livello mondiale, si trova maggiormente al centro del dibattito sulla sostenibilità, anche per il grande contributo che può fornire nella tutela delle risorse naturali, per l'attenuazione dei processi di modificazione del clima, per la dimensione sociale che riveste, sia in termini economici, che di salute e benessere della popolazione. Al netto dei nuovi obiettivi legati all'ambiente e all'adattamento al cambiamento climatico, ai quali il vino guarda come sfida e opportunità, Unione Italiana Vini chiede che la futura PAC non rinunci agli strumenti volti al rafforzamento della competitività delle imprese.

 


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