Estate, caldo insopportabile, come tutti gli ultimi anni – o, forse, come tutti
gli anni passati – le temperature sono arrivate a livelli così alti tanto da
raffreddare qualunque primato estivo passato. L'estate, non da meno, è
anche quella stagione critica nella quale si realizza gran parte del lavoro e
delle speranze di quelli che operano nell'ambito dell'agricoltura, in un
fragilissimo equilibrio meteorologico capace di determinare l'esito dell'intero
anno di lavoro. Puntualmente, in estate, torna attuale il tema del cambiamento
climatico – in verità, in tempi recenti, è argomento di tutto l'anno – cercando
di giustificare, per quel che si può, l'incredibile aumento delle temperature
estive rispetto al passato. Il sole, indubbiamente, è indispensabile all'attività
di qualunque organismo vegetale, esattamente come lo sono gli altri eventi
meteorologici, a partire dall'umidità e dalla disponibilità di acqua, soprattutto
quella che costituisce le preziosissime riserve idriche del sottosuolo.
In questo momento, la vendemmia in Italia, così come in altri paesi vitivinicoli
d'Europa, è già iniziata da oltre un mese e – secondo le dichiarazioni dei
viticoltori e delle associazioni di categoria – sarà ricordata per essere fra le
più precoci degli ultimi anni. Secondo le stime della Coldiretti, la vendemmia
2024 è iniziata in anticipo di addirittura due settimane, in modo particolare nel
meridione d'Italia, a causa degli effetti delle alte temperature e la mancanza di
pioggia, fattori che hanno accelerato la maturazione dell'uva. L'inizio precoce
della vendemmia in Italia è il risultato, ovviamente, dell'andamento
meteorologico e climatico del 2024, iniziato con temperature decisamente insolite
e più alte della media stagionale. Questo ha favorito la ripresa del ciclo
vegetativo della vite e il conseguente sviluppo, anticipando il germogliamento di
circa una settimana rispetto a quanto registrato in media negli anni passati.
Questa condizione diviene decisamente critica qualora le condizioni
meteorologiche primaverili diventassero avverse, in particolare il repentino
abbassamento della temperatura.
Secondo quanto dichiarato da Coldiretti, la vendemmia 2024 sarà certamente
ricordata come quella con le maggiori incognite degli ultimi anni, poiché – nel
quadro generale del Paese – le condizioni sono diverse in ogni regione. Non si
tratta, quindi, dell'importante anticipo della vendemmia, che si svilupperà
inevitabilmente per circa quattro mesi, a causa della grande biodiversità che
caratterizza l'Italia, inclusi i diversi stili di vini prodotti. Si deve infatti
considerare che, nel nostro Paese, da Nord a Sud, la produzione enologica inizia
dai vini spumanti fino ad arrivare a quelli dolci da uve appassite, passando per
i bianchi, rossi, rosati e, non da ultimo, le vendemmie tardive. Questo significa
che le operazioni di vendemmia iniziano non appena l'uva è matura in funzione
dello stile e delle varietà – i primi sono sempre gli spumanti – spesso fino
oltre novembre, quando si raccolgono le uve appassite per la produzione dei vini
dolci.
Le condizioni meteorologiche e l'andamento della stagione ha determinato – così
dichiara Coldiretti – una netta divisione fra le regioni del Nord e del Sud. Nel
meridione d'Italia è la siccità a suscitare maggiore preoccupazione, nonostante
– a quanto pare – le viti, in termini generali, sono riuscite ad affrontare la
difficile condizione, mentre le alte temperature hanno bloccato lo sviluppo della
peronospora. Si ricorderà, a tale proposito, che lo scorso anno, proprio questa
malattia ha provocato ingenti danni tali da ridurre la produzione enologica di
ben 11 milioni di ettolitri. Nel meridione d'Italia si prevede un raccolto di uve
di ottima qualità, confidando nell'arrivo di piogge, le quali assicurerebbero un
ulteriore aumento della qualità. Condizione ben diversa quella del Nord Italia
dove le sorti dei vigneti sono principalmente legate al maltempo, con nubifragi e
grandinate, eventi certamente non positivi in questo periodo dell'anno e nel
quale si provvede alla vendemmia.
La Lombardia – proprio a causa dell'andamento meteorologico – ha già infatti
annunciato che il raccolto del 2024 sarà probabilmente inferiore del 15%
rispetto all'anno passato. In questa regione, infatti, si sono verificate copiose
piogge, soprattutto durante la primavera e l'inizio dell'estate. A questo si sono
poi aggiunti fenomeni di grandine, con il conseguente sviluppo di patologie
fungine che hanno costretto i viticoltori a intervenire nei vigneti con opportuni
trattamenti fitosanitari. Nonostante questi inconvenienti, in Lombardia si
prevede comunque un raccolto di uve di qualità, pur mantenendo una certa cautela
sulla quantità, anche in considerazione dell'andamento meteorologico di
settembre, al momento imprevedibile. Secondo quanto dichiarato dagli stessi
viticoltori e dalle loro associazioni di categoria, la gestione del vigneto nel
corso del 2024 ha determinato un aumento dei costi dovuti ai necessari
trattamenti in vigna, i quali inevitabilmente incideranno sul prezzo finale
del vino.
La stessa considerazione è stata fatta anche dai viticoltori del meridione
d'Italia, i quali – così riferiscono – a causa della condizione di siccità e
l'eccessivo aumento delle temperature, sono dovuti ricorrere a opportune misure
preventive. Anche in questo caso, i costi sostenuti per la gestione del vigneto
incideranno sul prezzo finale del vino. In conseguenza a queste considerazioni,
sembra quindi inevitabile, per i vini annata 2024, un aumento finale del prezzo
di vendita a discapito – evidentemente – dei consumatori. Esattamente
come dichiarato dai produttori del settentrione d'Italia, anche quelli del
meridione affermano che la qualità delle uve è eccellente ed elevata. Insomma,
per l'annata 2024 avremo vini eccellenti e molto probabilmente più costosi.
Inoltre, tutti sono concordi che, a causa delle imprevedibili e insolite
condizioni meteorologiche degli ultimi anni, la coltivazione della vite presenta
ogni anno in Italia nuove sfide, con interventi rapidi in vigna e non sempre di
facile gestione o attuazione.
A quanto pare, l'Italia non è l'unica a lamentarsi per le difficoltà in vigna. In
Francia, sempre a causa delle condizioni climatiche e meteorologiche del 2024, si
prevede un cospicuo calo della produzione enologica, tanto da stimare una perdita
di addirittura il 16% rispetto al 2023 e il -3% del raccolto medio degli ultimi
cinque anni. Queste stime fanno ritenere che, in Francia, la produzione di vino
per il 2024 dovrebbe essere compresa fra i 40 e 43 milioni di ettolitri. Queste
stime – per quel che vale – potrebbe consegnare il primato della produzione
enologica all'Italia, perduto nel 2023 in favore della Francia. Situazione
completamente diversa in Spagna, dove si prevede un aumento del 20%, con una
produzione totale stimata in 39,7 milioni di ettolitri. Le condizioni climatiche
e meteorologiche degli ultimi anni, innegabilmente, stanno forzando il mondo
enologico ad affrontare nuove e importanti sfide, costringendo i viticoltori a
pensare e attuare nuove strategie e tecniche di coltura, ogni anno sempre più
critiche. Se a questo, inoltre, aggiungiamo anche il calo diffuso dei consumi di
vino pro capite, si prospetta, non da meno, un futuro incerto anche nella
commercializzazione. Prendiamo, comunque e in ogni caso, il lato positivo delle
attuali previsioni che fanno ben sperare in un'annata 2024 di qualità elevata ed
eccellente. Questo – per tutti noi che continuiamo ad amare e apprezzare il
vino – è certamente la migliore notizia, con i nostri calici già pronti ad
accogliere i nuovi vini e quanto l'annata 2024 sarà capace di regalare alle
nostre emozioni e al nostro piacere.
Antonello Biancalana
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