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  Editoriale Numero 242, Settembre 2024   
Le Previsioni per la Vendemmia 2024Le Previsioni per la Vendemmia 2024  Sommario 
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Le Previsioni per la Vendemmia 2024


 Estate, caldo insopportabile, come tutti gli ultimi anni – o, forse, come tutti gli anni passati – le temperature sono arrivate a livelli così alti tanto da raffreddare qualunque primato estivo passato. L'estate, non da meno, è anche quella stagione critica nella quale si realizza gran parte del lavoro e delle speranze di quelli che operano nell'ambito dell'agricoltura, in un fragilissimo equilibrio meteorologico capace di determinare l'esito dell'intero anno di lavoro. Puntualmente, in estate, torna attuale il tema del cambiamento climatico – in verità, in tempi recenti, è argomento di tutto l'anno – cercando di giustificare, per quel che si può, l'incredibile aumento delle temperature estive rispetto al passato. Il sole, indubbiamente, è indispensabile all'attività di qualunque organismo vegetale, esattamente come lo sono gli altri eventi meteorologici, a partire dall'umidità e dalla disponibilità di acqua, soprattutto quella che costituisce le preziosissime riserve idriche del sottosuolo.


 

 In questo momento, la vendemmia in Italia, così come in altri paesi vitivinicoli d'Europa, è già iniziata da oltre un mese e – secondo le dichiarazioni dei viticoltori e delle associazioni di categoria – sarà ricordata per essere fra le più precoci degli ultimi anni. Secondo le stime della Coldiretti, la vendemmia 2024 è iniziata in anticipo di addirittura due settimane, in modo particolare nel meridione d'Italia, a causa degli effetti delle alte temperature e la mancanza di pioggia, fattori che hanno accelerato la maturazione dell'uva. L'inizio precoce della vendemmia in Italia è il risultato, ovviamente, dell'andamento meteorologico e climatico del 2024, iniziato con temperature decisamente insolite e più alte della media stagionale. Questo ha favorito la ripresa del ciclo vegetativo della vite e il conseguente sviluppo, anticipando il germogliamento di circa una settimana rispetto a quanto registrato in media negli anni passati. Questa condizione diviene decisamente critica qualora le condizioni meteorologiche primaverili diventassero avverse, in particolare il repentino abbassamento della temperatura.

 Secondo quanto dichiarato da Coldiretti, la vendemmia 2024 sarà certamente ricordata come quella con le maggiori incognite degli ultimi anni, poiché – nel quadro generale del Paese – le condizioni sono diverse in ogni regione. Non si tratta, quindi, dell'importante anticipo della vendemmia, che si svilupperà inevitabilmente per circa quattro mesi, a causa della grande biodiversità che caratterizza l'Italia, inclusi i diversi stili di vini prodotti. Si deve infatti considerare che, nel nostro Paese, da Nord a Sud, la produzione enologica inizia dai vini spumanti fino ad arrivare a quelli dolci da uve appassite, passando per i bianchi, rossi, rosati e, non da ultimo, le vendemmie tardive. Questo significa che le operazioni di vendemmia iniziano non appena l'uva è matura in funzione dello stile e delle varietà – i primi sono sempre gli spumanti – spesso fino oltre novembre, quando si raccolgono le uve appassite per la produzione dei vini dolci.

 Le condizioni meteorologiche e l'andamento della stagione ha determinato – così dichiara Coldiretti – una netta divisione fra le regioni del Nord e del Sud. Nel meridione d'Italia è la siccità a suscitare maggiore preoccupazione, nonostante – a quanto pare – le viti, in termini generali, sono riuscite ad affrontare la difficile condizione, mentre le alte temperature hanno bloccato lo sviluppo della peronospora. Si ricorderà, a tale proposito, che lo scorso anno, proprio questa malattia ha provocato ingenti danni tali da ridurre la produzione enologica di ben 11 milioni di ettolitri. Nel meridione d'Italia si prevede un raccolto di uve di ottima qualità, confidando nell'arrivo di piogge, le quali assicurerebbero un ulteriore aumento della qualità. Condizione ben diversa quella del Nord Italia dove le sorti dei vigneti sono principalmente legate al maltempo, con nubifragi e grandinate, eventi certamente non positivi in questo periodo dell'anno e nel quale si provvede alla vendemmia.

 La Lombardia – proprio a causa dell'andamento meteorologico – ha già infatti annunciato che il raccolto del 2024 sarà probabilmente inferiore del 15% rispetto all'anno passato. In questa regione, infatti, si sono verificate copiose piogge, soprattutto durante la primavera e l'inizio dell'estate. A questo si sono poi aggiunti fenomeni di grandine, con il conseguente sviluppo di patologie fungine che hanno costretto i viticoltori a intervenire nei vigneti con opportuni trattamenti fitosanitari. Nonostante questi inconvenienti, in Lombardia si prevede comunque un raccolto di uve di qualità, pur mantenendo una certa cautela sulla quantità, anche in considerazione dell'andamento meteorologico di settembre, al momento imprevedibile. Secondo quanto dichiarato dagli stessi viticoltori e dalle loro associazioni di categoria, la gestione del vigneto nel corso del 2024 ha determinato un aumento dei costi dovuti ai necessari trattamenti in vigna, i quali inevitabilmente incideranno sul prezzo finale del vino.

 La stessa considerazione è stata fatta anche dai viticoltori del meridione d'Italia, i quali – così riferiscono – a causa della condizione di siccità e l'eccessivo aumento delle temperature, sono dovuti ricorrere a opportune misure preventive. Anche in questo caso, i costi sostenuti per la gestione del vigneto incideranno sul prezzo finale del vino. In conseguenza a queste considerazioni, sembra quindi inevitabile, per i vini annata 2024, un aumento finale del prezzo di vendita a discapito – evidentemente – dei consumatori. Esattamente come dichiarato dai produttori del settentrione d'Italia, anche quelli del meridione affermano che la qualità delle uve è eccellente ed elevata. Insomma, per l'annata 2024 avremo vini eccellenti e molto probabilmente più costosi. Inoltre, tutti sono concordi che, a causa delle imprevedibili e insolite condizioni meteorologiche degli ultimi anni, la coltivazione della vite presenta ogni anno in Italia nuove sfide, con interventi rapidi in vigna e non sempre di facile gestione o attuazione.

 A quanto pare, l'Italia non è l'unica a lamentarsi per le difficoltà in vigna. In Francia, sempre a causa delle condizioni climatiche e meteorologiche del 2024, si prevede un cospicuo calo della produzione enologica, tanto da stimare una perdita di addirittura il 16% rispetto al 2023 e il -3% del raccolto medio degli ultimi cinque anni. Queste stime fanno ritenere che, in Francia, la produzione di vino per il 2024 dovrebbe essere compresa fra i 40 e 43 milioni di ettolitri. Queste stime – per quel che vale – potrebbe consegnare il primato della produzione enologica all'Italia, perduto nel 2023 in favore della Francia. Situazione completamente diversa in Spagna, dove si prevede un aumento del 20%, con una produzione totale stimata in 39,7 milioni di ettolitri. Le condizioni climatiche e meteorologiche degli ultimi anni, innegabilmente, stanno forzando il mondo enologico ad affrontare nuove e importanti sfide, costringendo i viticoltori a pensare e attuare nuove strategie e tecniche di coltura, ogni anno sempre più critiche. Se a questo, inoltre, aggiungiamo anche il calo diffuso dei consumi di vino pro capite, si prospetta, non da meno, un futuro incerto anche nella commercializzazione. Prendiamo, comunque e in ogni caso, il lato positivo delle attuali previsioni che fanno ben sperare in un'annata 2024 di qualità elevata ed eccellente. Questo – per tutti noi che continuiamo ad amare e apprezzare il vino – è certamente la migliore notizia, con i nostri calici già pronti ad accogliere i nuovi vini e quanto l'annata 2024 sarà capace di regalare alle nostre emozioni e al nostro piacere.

Antonello Biancalana



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