|
Le preferenze dei consumatori rispetto a determinati stili di vino, sono da
sempre in continuo cambiamento. Il susseguirsi di nuove mode e tendenze è infatti
un fenomeno che riguarda tutti i tempi e ogni momento, molto spesso capaci di
cambiare e stravolgere le abitudini dei consumatori. Il vino, evidentemente,
subisce da sempre questi fenomeni, senza eccezione alcuna. Nel corso del tempo,
anche andando molto indietro nei secoli, tutte le epoche e periodi sono stati
contrassegnati dalla preferenza per un determinato stile di vino, un fenomeno che
si ripete ciclicamente in favore di uno stile a svantaggio degli altri oppure,
non da meno, di uno in particolare. In questi tempi così particolari e complicati
per il mercato del vino, parlare di consumi è decisamente argomento complesso e
spinoso. Soprattutto, da quanto si evince dai recenti dati di consumo, c'è uno
stile che risulta essere in difficoltà, sebbene ce ne siano comunque altri
beneficiare del favore dei consumatori. Cosa che, come detto, accade da sempre.
A quanto pare, in accordo alle recenti indagini di mercato e dei consumi, i vini
rossi sembrano non ricevere, da lungo tempo, il favore dei consumatori. Vini
considerati, almeno fino a qualche anno fa, importanti, a quanto pare, i
rossi stanno attraversando un periodo non esattamente semplice per quanto
riguarda i consumi. Evidentemente è anche, o forse, con molta probabilità,
la conseguenza delle campagne di informazione riguardanti gli effetti sulla
salute relativi al consumo dell'alcol, coinvolgendo, inevitabilmente, anche il
vino. Personalmente, pur non avendo alcun titolo medico o scientifico in
merito, insisto nel dire che sarebbe piuttosto meglio parlare dell'abuso,
restituendo quindi il giusto significato e misura alla parola consumo.
Oltre ad avere causato un drastico calo dei consumi, ha inoltre favorito il
concetto che certi vini immediati e semplici siano più salutari di
altri e, in modo particolare, dei rossi, i quali sono considerati più alcolici e
pesanti. Sul fatto che contengano una quantità di alcol maggiore, è
talvolta vero, ma è altrettanto vero che questo è riscontrabile anche in altri
stili, compresi certi bianchi e rosati, per esempio.
Come ho avuto modo di scrivere in passato, negli ultimi anni si sta verificando
un progressivo abbassamento generale dei volumi alcolici nei vini: sicuramente un
adattamento obbligato alle nuove tendenze dei consumi. Ricordando che è sempre e
comunque la somma – dell'alcol, in questo caso – a fare il totale, la tendenza
generale è quella di ritenere che certi vini moderni, più semplici e
immediati, ma non per questo privi di alcol, siano meno dannosi per la salute.
Questo porta, inoltre, a credere che se ne possano consumare diversi calici,
quando in realtà sarebbe molto meno dannoso consumare un solo calice di
vino rosso, compresi quelli cosiddetti importanti o impegnativi. Sono
inoltre consapevole, e convinto, che questo sia anche il risultato di una certa
nuova cultura del vino, palesemente devastata da un'imbarazzante
superficialità e approssimazione. Comprendo che i tempi stiano cambiando
– probabilmente sono già cambiati – tuttavia noto sempre più spesso che, per
molti consumatori, anche coloro i quali si definiscono appassionati, il vino
rappresenta l'atto di versarlo nel calice, poco o niente soffermarsi sulle sue
caratteristiche – con l'eccezione, in molti casi, dell'etichetta – per poi
semplicemente berlo.
In questo scenario, inoltre, si aggiunge anche la modalità di consumo del vino
che, negli ultimi anni, è cambiata in modo significativo. Complice, non da meno,
anche la crescente abitudine di consumare i propri pasti lontano da casa, spesso
una scelta obbligata per motivi di lavoro. In queste occasioni, consapevoli della
ripresa dei propri impegni lavorativi, in particolare al termine della pausa
pranzo, non solo il vino è difficilmente versato nel calice, poiché a questo sono
preferite altre bevande. Terminati poi gli impegni di lavoro, qualora si
decidesse di consumare la cena nella propria abitazione, anche in questo caso la
preferenza verso il vino è comunque incerta. Soprattutto nei casi di soggetti che
vivono soli e, comprensibilmente, aprire una bottiglia di vino significa non
consumarla completamente e pertanto si rimanda ad altra occasione. Qualora si
decidesse di passare la serata fuori casa, in particolare nella oramai
consolidata moda dell'aperitivo, la preferenza è maggiormente a favore di vini
leggeri, spensierati e diretti, così come certi spumanti.
Il vino rosso, quindi, arretra nelle preferenze dei consumatori, non da ultimo
per la sua fama di essere vino forte e strutturato, quindi
decisamente impegnativo. Negli ultimi anni, infatti, anche per soddisfare
queste nuove abitudini di consumo, le cantine hanno iniziato a produrre vini
rossi leggeri e di struttura modesta, con basso volume alcolico, dai
profumi semplici e immediati. Nonostante il tentativo commerciale sia
comprensibile, nelle occasioni di consumo del vino in compagnia, i consumatori
tendono a preferire bianchi, rosati e spumanti, in particolare quelli prodotti
con il metodo Martinotti o Charmat. I vini rossi si vedono, a volte, nei tavoli
dei ristoranti, soprattutto in quelli occupati da clienti decisamente adulti,
appartenenti a quella generazione che, generalmente, associa il consumo di vino
rosso importante ad analoghe occasioni e convivi. Anche in questi casi,
tuttavia, non è frequente vedere al tavolo bottiglie di vini rossi robusti,
complice anche le proposte di certa cucina moderna, alleggerita esattamente come
i vini.
Se penso che, fino a qualche anno fa – diciamo una decina – l'idea di
assaggiare un vino rosso, potente e maturo, era il preludio di una particolare
occasione di condivisione e, spesso, si servivano a tavola piatti espressamente
preparati per esaltare quel vino. Abitudine, in verità, che ho ancora oggi e
seguo con piacere tutte le volte che si presenta la giusta occasione e compagnia.
Per me, non da meno, che ho sempre apprezzato, e continuo ad apprezzare, quei
vini rossi importanti, potenti e irrinunciabilmente eleganti, spesso
l'occasione si trasforma in una sorta di rito. Sia ben chiaro, questo lo riservo
a qualunque vino che si presenta al mio tavolo, non solo ai rossi ma, certo,
anche a loro. Comprendo di appartenere a una minoranza, visto che i consumi sono
orientati verso vini più semplici e spensierati – rispettando comunque
il loro ruolo e dignità – ma che spesso finiscono per passare del tutto
inosservati e dimenticati subito dopo il primo sorso. A chi piacciono, quindi, i
vini rossi? Se consideriamo gli attuali consumi del vino, decisamente in ribasso,
con i rossi che sembrano soffrire maggiormente questa condizione, la risposta
potrebbe essere probabilmente a pochi.
Le mode e abitudini dei consumi – comprese quelle del vino – sono fenomeni
ciclici nell'alternanza fra il successo e l'oblio. In questo momento particolare,
è il vino rosso a essere in difficoltà, mentre bianchi, rosati e spumanti – ma
non tutti – sono in auge e sulla cresta dell'onda. Qualche decennio fa, invece,
si verificava l'esatto contrario. La maggioranza preferiva i rossi, considerati
come vini per antonomasia, gli altri, invece, visti come figli minori di
Bacco. Nonostante abbia, ovviamente, delle preferenze in merito al vino, ma poi
alla fine per nessuno in particolare, visto che li considero tutti degni e
meritevoli di attenzione, quando vedo un vino in difficoltà, francamente, mi
dispiace. In questo senso, il dispiacere più lungo e che, probabilmente,
continuerà ancora per molto tempo, è per i vini liquorosi, capaci di
straordinarie e sontuose emozioni sensoriali come pochi altri, purtroppo sempre
troppo poco considerati e apprezzati dalla maggioranza dei consumatori. Viste le
attuali preferenze e abitudini di consumo, prevedere una ripresa dei consumi dei
vini rossi è piuttosto complicato. Nonostante siano stati spogliati di certe
strutture e complessità, così da incontrare il favore del mercato moderno – che
preferisce vini leggeri, semplici, immediati e spensierati – i rossi sembrano
essere oggi troppo vini per consumatori semplici. O forse, com'è sempre stato
e senza essermene mai accorto in tutto questi anni, i vini rossi sono per pochi e
decisamente non per tutti.
Antonello Biancalana
|