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  Eventi Numero 102, Dicembre 2011   
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Numero 101, Novembre 2011 Segui DiWineTaste su Segui DiWineTaste su TwitterNumero 103, Gennaio 2012

Notiziario


 In questa rubrica sono pubblicate notizie e informazioni relativamente a eventi e manifestazioni riguardanti il mondo del vino e dell'enogastronomia. Chiunque sia interessato a rendere noti avvenimenti e manifestazioni può comunicarlo alla nostra redazione all'indirizzo e-mail.

 

Il Futuro è Bianco!


 
È tempo di rivincita dei vini bianchi italiani. A dimostrarlo è stato l'incontro “Opportunità e Minacce per i vini bianchi di eccellenza”, organizzato a Gorizia dal Consorzio di Tutela Vini Collio e Carso con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia. L'incontro, moderato dal giornalista del Sole 24 Ore Giorgio Dell'Orefice, si è aperto con la panoramica della viticoltura italiana da parte di Antonio Calò, Presidente dell'Accademia della Vite e del Vino. La parola è passata poi all'ospite speciale, il temutissimo Antonio Galloni, The Wine Advocate by Robert Parker, ritenuto il guru del vino nel mondo anglosassone. Da sempre più attento ai vini rossi, negli ultimi anni The Wine Advocate ha dimostrato una crescente apertura per i vini bianchi. I motivi? Il consumatore, che rappresenta il 20% della popolazione, ha cambiato profilo e oggi ne fanno parte le donne o i giovani tra i 20 e 30 anni, che già lavorano e hanno buona capacità di spesa. Il 95% del vino acquistato è destinato ad essere consumato la sera stessa e non conservato per lungo tempo in cantina. Nella scelta elemento centrale è oggi la capacità di abbinarsi al cibo e si cercano, quindi, vini più eleganti e meno alcolici e barricati. Se si aggiunge che negli Stati Uniti la ristorazione italiana è sempre più forte, per la nostra enologia vi sono ottime opportunità.
Buone notizie anche dal Regno Unito, come spiegato da Filip Cayman di Wine Intelligence, società specializzata in indagini di mercato del vino. I 28,3 milioni di consumatori per l'82% considerano il vino bianco parte delle sue scelte. Anche qui i giovani si rivelano un mercato obiettivo perché curiosi, sperimentatori, dotati di buon potere di acquisto e affascinati dall'Italia. E se Stati Uniti e Regno Unito rappresentano mercati con una buona conoscenza, l'Asia ha ancora uno scenario in chiaroscuro, come spiegato da Michèle Shah. L'Italia è di moda ma i suoi vini sono ancora poco conosciuti, specialmente i bianchi, perché il nostro paese è visto come terra di rossi. Inoltre i produttori stessi devono superare i luoghi comuni. Oggi i consumatori locali, e non solo i businessmen stranieri, si stanno aprendo al vino ed è importante conoscere anche le capacità di abbinamento con la cucina dei singoli paesi, che può essere speziata o internazionale, elegante e raffinata. I produttori devono, dunque, iniziare a girare il mondo per capire cosa ci si aspetta da loro e, allo stesso tempo, promuovere la propria identità. Una necessità sottolineata anche dall'americano Paul Wagner di Balzac Consulting: il consumatore apre una bottiglia di vino per viaggiare con l'immaginazione, conoscere una storia. Non interessa sapere le analisi chimiche o quanto è stato affinato in legno ma chi ha pensato quel vino e da che territorio proviene.
«L'incontro è stato anzitutto una straordinaria opportunità per fare sistema tra gli attori del territorio - afferma la presidente del Consorzio Patrizia Felluga - Dagli interventi è emerso che il futuro è bianco. Lo stile a tavola, che privilegia una cucina sempre più leggera, l'alta percentuale di donne che comprano il vino, la ricerca di prodotti che si abbinino al cibo, la riscoperta degli autoctoni sono solo alcune delle motivazioni. Per noi il futuro è Collio Bianco, la nostra bandiera.»
La volontà di promuovere efficacemente nel mondo questa produzione ha portato il Consorzio di Tutela Collio e Carso a realizzare un piano di promozione triennale nei Paesi Terzi, che porterà ad un investimento di 3,4 milioni di euro.

Gabriele Del Carlo Miglior Sommelier d'Italia 2011

Un mestiere creativo, frutto di una lunga e qualificata formazione. Ma soprattutto una professione in netta controtendenza rispetto al mercato del lavoro: basti pensare che dei 3.200 sommelier usciti dai corsi AIS nel 2010, circa la metà ha già trovato occupazione nel settore. Ed è proprio con l'obiettivo di far conoscere al grande pubblico le peculiarità di questo moderno “manager del vino” che l'Associazione Italiana Sommelier, in collaborazione con il Consorzio Franciacorta, ha dato vita il 14 novembre scorso presso il teatro “Elfo Puccini” di Milano, alla finale del concorso “Miglior Sommelier d'Italia - Premio Franciacorta”.
Davanti a un'autorevole platea composta da opinion leader, imprenditori vitivinicoli, giornalisti e semplici appassionati, i 3 sommelier della scuola AIS giunti in finale, dopo una lunga e agguerrita selezione, si sono misurati in una serie di prove di abilità: dalla tecnica di degustazione alla descrizione organolettica dei vini, dall'abbinamento cibo - vino all'accoglienza dei clienti. E poi ancora, valutazione della capacità di comunicazione e delle tecniche di vendita fino alla correzione di una carta dei vini, appositamente errata. Una sfida all'ultimo respiro il cui verdetto finale, affidato a una giuria di esperti, ha visto trionfare come “Miglior Sommelier d'Italia 2011” il toscano Gabriele Del Carlo che ha preceduto Daniele Arcangeli e Andrea Balleri. Al vincitore un assegno da 7.000 euro e 6 magnum di Franciacorta, consegnate da Maurizio Zanella, Presidente del Consorzio di tutela del Franciacorta, sponsor della manifestazione. Il concorso, giunto alla 45ª edizione, e sponsorizzato per il secondo anno consecutivo dal Consorzio Franciacorta, è finalizzato ad incrementare la conoscenza delle più prestigiose realtà vitivinicole italiane e rappresenta uno strumento fondamentale per promuovere la cultura del vino, di cui i sommelier sono i principali portavoce sia in Italia che all'Estero.
«Se oggi nel nostro Paese si beve meglio e soprattutto con maggiore senso di responsabilità - ha dichiarato Antonello Maietta, Presidente dell'AIS - è anche grazie al contributo dei sommelier che, nei ristoranti, nelle enoteche, nelle aziende vitivinicole e ultimamente anche negli ipermercati, interpretano al meglio il ruolo di comunicatori del vino di qualità. Siamo davvero soddisfatti - prosegue Maietta - dell'ottimo livello di preparazione dei sommelier in gara che dimostra come la didattica di altissimo profilo di scuola AIS rappresenti uno strumento formativo autorevole per praticare con successo questa professione.»

Moscato Giallo nei Colli Euganei: la Dichiarazione di Antonio Dal Santo

Alla luce di quanto emerso con l'ultimo provvedimento regionale riguardante il Moscato giallo, vitigno d'elezione della zona dei Colli Euganei, da cui si ricava il famoso Fior d'Arancio DOCG, Antonio Dal Santo, Presidente del Consorzio Vini DOC Colli Euganei ha rilasciato una dichiarazione nel corso di un incontro al quale hanno partecipato i vertici di Coldiretti, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori e Confcooperative di Padova.
Antonio Dal Santo, riferisce che nell'ambito della riunione suddetta è stata raggiunta una posizione unitaria nella quale le associazioni, all'unanimità, hanno espresso parere contrario all'ammissione del vitigno Moscato giallo a tutte le province della regione Veneto.
«È chiaro a tutti che non siamo disposti a trascendere su nessuna questione che metta a repentaglio il duro lavoro fatto in questi anni per risalire la china dei mercati da parte dei nostri produttori - afferma Antonio Dal Santo - possiamo infatti rivendicare una DOCG di valore assoluto dal punto di vista qualitativo che senza presunzione alcuna ha contribuito in modo determinante alla riconoscibilità dei moscati veneti di qualità nel mondo. Una coltivazione millenaria che in questi ultimi dieci anni ha decuplicato gli ettari e le bottiglie prodotte ritagliandosi uno spazio di vertice nel mercato dei vini dolci. Il Fior D'Arancio Colli Euganei DOCG crediamo sia entrato a pieno titolo in quella ristretta cerchia di prodotti che stanno facendo la fortuna della viticoltura veneta e che si distinguono per l'assoluto valore enologico ma soprattutto per il legame imprescindibile con il territorio d'origine».
«Dalla riunione è emerso l'impegno da parte di tutte le organizzazioni professionali padovane e dei Consorzi di Tutela a vigilare anche per il futuro affinché il percorso di crescita del Colli Euganei Fior D'Arancio DOCG e di tutti quei prodotti che strettamente si legano alla storia e tradizioni del nostro territorio e che hanno quelle caratteristiche di unicità che il consumatore moderno apprezza, vengano tutelate».
Da questa vicenda il distretto vitivinicolo padovano ne esce sicuramente più maturo, consapevole e unito. La Regione, grazie al forte impegno profuso da parte di molte persone che si sono rese conto dell'errore precedentemente commesso, con decreto del responsabile della Direzione Competitività Sistemi Agroalimentari ha aggiornato proprio il 14 novembre la classificazione delle varietà di viti di uva da vino ammesse alla coltivazione nelle sette Province del Veneto. Conseguentemente a questa rettifica Dal Santo afferma «Mi sembra chiaro che le nostre ragioni oltre che inattaccabili, abbiano trovato la giusta attenzione e di questo prendiamo atto con soddisfazione ringraziando quanti hanno collaborato al raggiungimento di questo obiettivo. Il futuro della nostra viticoltura non può prescindere da un adeguato coinvolgimento degli organi di rappresentanza nelle scelte strategiche come rappresentanti del mondo agricolo. I nostri produttori - conclude Dal Santo - sapranno dare le giuste risposte e contribuire con coerenza alla crescita dell'enologia padovana veneta e dare quindi i riscontri adeguati alle richieste dei mercati valorizzando il lavoro di chi sta alla base e costituisce l'anello fondamentale della filiera produttiva».






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