Cultura e Informazione Enologica dal 2002 - Anno XXIII |
|
L'Italia |
Parlare dell'Italia e dei suoi vini, significa, prima di tutto, intraprendere un lungo viaggio ricco di storia, cultura, uve, tantissime uve, millenarie tradizioni e una vastità di tipologie di vino come non si trova in nessun altro paese del mondo. Dalle Alpi fino alla Sicilia, in mezzo alle dolci colline dei meravigliosi panorami, è praticamente impossibile non scorgere, praticamente ovunque, la presenza della vite e di lunghe distese di vigneti. In Italia, la vite è coltivata ovunque; è praticamente presente in ogni regione e ognuna di queste possiede varietà di uve autoctone, spesso dimenticate o sottovalutate, in ogni regione si produce vino praticamente da sempre. Vedere questa sconfinata distesa di viti, fa inevitabilmente tornare in mente il nome con cui gli antichi greci chiamavano l'Italia, Enotria Tellus, vale a dire il paese delle viti sostenute da pali, segno che la vite e il vino erano già ben presenti in Italia sin dai tempi della colonizzazione greca.
Si ritiene che la vite sia stata introdotta in Italia dagli Etruschi, il mitico popolo che si stabilì in Italia centrale, tuttavia alcune evidenze storiche suggerirebbero che la vite in Italia era già presente prima della comparsa di questo popolo. Quello che è certo è che furono gli Etruschi a stabilire le prime forme di coltivazione della vite e della produzione di vino in Italia. Gli Etruschi compresero da subito l'importanza e le potenzialità della vite e del vino e, pur non essendo dei grandi consumatori, erano consapevoli delle sue enormi potenzialità commerciali e arrivarono a venderlo addirittura fino in Borgogna. Tuttavia gli Etruschi non introdussero in altri paesi la coltivazione della vite, probabilmente per non svelare il segreto del loro successo commerciale. La diffusione della viticoltura e del consumo del vino, e non solo in Italia, fu invece opera dei Romani che introducevano la vite e l'abitudine al consumo del vino ovunque andassero e in ogni luogo che conquistavano. Anche i Greci contribuirono enormemente alla diffusione della vite e del vino in Italia, non solo introducendo nuove tecniche enologiche e colturali, ma addirittura introducendo diverse specie di viti, molte delle quali sono ancora ampiamente diffuse e dalle quali si produce eccellente vino. A vedere l'enorme vastità di varietà e quantità di uve presente nel territorio, in Italia si contano più di 300 specie di uve diverse, sembra proprio che Madre Natura sia stata particolarmente generosa e abbia eletto l'Italia come paese del vino e dell'uva. Purtroppo, la ricchezza ampelografica dell'Italia non sembra riscuotere l'attenzione che meriterebbe da parte dei produttori locali, che spesso ignorano questa straordinaria risorsa e che solo in questo paese troviamo. Probabilmente, il fascino, l'immediatezza è la facilità con cui si possono vendere e consumare vini prodotti con le uve cosiddette internazionali, fanno passare in secondo piano, sia da parte dei produttori che dei consumatori, quei vini prodotti con uve locali che, probabilmente, si ritengono minori e poco attraenti ma che, senza ombra di dubbio, producono vini di una piacevolezza e qualità di sicuro interesse. La riscoperta e la valorizzazione delle uve autoctone dovrebbe essere in realtà un aspetto da non sottovalutare e da favorire nel paese; è, in definitiva, un esplicito invito ai produttori a riconsiderare e sfruttare le enormi ricchezze ampelografiche delle loro terre. L'enologia Italiana è stata protagonista negli ultimi venti anni di una vera e propria rivoluzione, favorita prevalentemente dal drastico cambiamento del consumo di vino e dalla crescente competizione degli altri paesi, passando da una produzione caratterizzata da forti quantità ad una produzione di qualità. La produzione di vino in Italia è storicamente un'attività molto diffusa in tutto il territorio; praticamente ogni attività agricola possedeva un vigneto e produceva vino. Il vino veniva visto come una risorsa indispensabile alla sopravvivenza delle persone, per molti secoli, il vino in Italia è stato considerato come un alimento vero e proprio, pertanto, più vino si produceva e meglio era. A parte alcuni storici tentativi, a volte anche molto rigidi, attuati in diverse zone d'Italia aventi lo scopo di stabilire norme di produzione di qualità, la produzione di vino in Italia si è praticamente sviluppata nel corso dei secoli senza avere vincoli specifici favorendo di fatto la produzione di quantità piuttosto che di qualità. Questo aspetto ha portato al decadimento del vino Italiano a livello internazionale favorendo invece il vino prodotto da altri paesi Europei che, a differenza degli Italiani, compresero da subito l'importanza commerciale di una produzione di qualità. La comprensione e la volontà di aumentare e promuovere la qualità del vino Italiano iniziò a farsi strada verso la seconda metà dell'Ottocento. Iniziò in quel periodo il rinnovamento dell'enologia Italiana che portò ad un lungo e sofferto processo che vide la qualità del vino conquistare, o per meglio dire, riconquistare, in modo crescente la scena mondiale affermando l'Italia come grande produttore di qualità. Dopo gli strepitosi fasti dei grandi e famosi vini dell'epoca Romana, celebri e richiesti ovunque, e dopo il desolante declino dell'enologia Italiana dei secoli scorsi, finalmente i vini Italiani, dopo un lento ma necessario processo, stanno riconquistando il mondo e i favori dei consumatori ovunque, facendosi largo nell'oramai complesso scenario del mercato enologico di tutto il mondo.
|
I primi tentativi compiuti in Italia per disciplinare legalmente la produzione di qualità e tutelare le zone vitivinicole furono attuati sin dagli inizi del 1900. Il primo vero sistema che stabiliva norme legali per garantire la qualità dei vini e delle zone di provenienza, fu introdotto in Italia solo nel 1963, quando si dovette allineare alle direttive della CEE in fatto di produzione di vini di qualità e di denominazione di origine. Il D.P.R. n° 930 del 12 febbraio 1963 introduceva per la prima volta in Italia un sistema di denominazione che segnava una divisione netta fra i vini cosiddetti da tavola e quelli di maggiore qualità. Con questa legge l'Italia introduceva e recepiva anche la sigla contemplata dalla CEE di VQPRD (Vino di Qualità Prodotto in Regione Determinata) L'attuale sistema di qualità Italiano è regolamentato dalla legge 192 del 1992 che sostituisce la precedente legge del 1963. Oltre a tutelare le zone di produzione di qualità, la legge stabilisce anche i criteri di produzione e definisce i requisiti minimi per potere iscrivere un vino ad una determinata denominazione. Il sistema definisce principalmente la zona geografica della denominazione, le uve e le percentuali con cui il vino deve essere prodotto, le rese massime di raccolto per ettaro, la gradazione alcolica minima, le tipologie di vino contemplate dalla denominazione, il tempo minimo di affinamento prima di potere introdurre il vino nel mercato, le caratteristiche chimiche e fisiche del vino oltre alle sue qualità organolettiche. Il sistema è articolato in categorie di denominazione che stabiliscono classi di qualità distinte idealmente collocate in una piramide di qualità dove al vertice troviamo il livello qualitativo più alto. Le categorie, partendo dal livello di qualità più basso fino a quello più elevato, sono così definite:
Alcuni disciplinari di denominazione stabiliscono inoltre delle tipologie aggiuntive, attribuite ai vini che possiedono caratteristiche di produzione particolari e che vengono indicate nell'etichetta con i seguenti termini:
La categoria dei vini da tavola, definita come il livello qualitativo più basso del sistema, costituisce di fatto un paradosso perché spesso a questa categoria appartengono vini di qualità elevata pari, talvolta anche migliore, a quelli DOCG. La ragione di questo paradosso è dovuta dal fatto che alcuni produttori, non condividendo i criteri di qualità stabiliti dal sistema Italiano, decidono di produrre vini secondo i propri criteri di qualità e di produzione che di fatto non sono classificabili o riconducibili a nessuna categoria se non in quella più bassa. Il sistema di qualità Italiano, pur essendo rigido in molti aspetti, di fatto non garantisce la reale qualità dei vini appartenenti a determinate categorie; la maggiore garanzia offerta dal sistema è quella della zona di provenienza di un vino. In teoria, un produttore di vino che si trova all'interno di una zona di denominazione e soddisfa i requisiti minimi stabiliti dal disciplinare di quella zona, può, a pieno diritto e titolo, classificare i propri vini all'interno del sistema legale di qualità. Nonostante vengano costituite delle regolari commissioni di assaggio e di valutazione con il compito di analizzare i vini appartenenti alle denominazioni, è fin troppo evidente che la qualità all'interno di una stessa zona di denominazione di origine controllata cambia enormemente fra i singoli produttori. Tutto questo va a scapito di quei produttori di vino di reale qualità che, per ragioni legate alla tradizione o alle scelte aziendali, preferiscono iscrivere i propri vini ad una DOC o DOCG specifica. Senza ombra di dubbio, un vino di mediocre qualità appartenente ad una DOC o una DOCG, lede alla credibilità di tutta la denominazione. La categoria IGT, (Indicazione Geografica Tipica) definisce aree di produzione piuttosto vaste, nella maggior parte dei casi un'intera regione, e consente la produzione di vino con uve autorizzate e raccomandate nella zona, che spesso comprende una vasta scelta, lasciando di fatto al produttore, una maggiore libertà di produzione. Questa categoria, pur rappresentando il primo livello di qualità legalmente riconosciuto, comprende in realtà una notevole quantità di vini di alta qualità e non manca di piacevoli sorprese. Quello che è certo e che questa categoria dovrebbe essere considerata attentamente dai consumatori perché, di recente, i produttori di vini di qualità tendono ad utilizzarla per la classificazione dei propri vini. La categoria DOC, (Denominazione di Origine Controllata) definisce un'area, solitamente più ristretta rispetto ad una IGT, avente criteri di produzione più rigidi rispetto alla categoria precedente.
Nell'ultima categoria di qualità, posta nel livello più alto del sistema, la DOCG, (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) definisce aree di produzione molto limitate avente criteri di produzione e di valutazione più rigidi rispetto a tutte le altre. Le bottiglie di vino appartenenti a questa categoria devono essere contrassegnate, con lo scopo di garantire il contenuto della bottiglia e di prevenire eventuali contraffazioni, con degli appositi sigilli numerati ed emessi dallo Stato Italiano indicanti anche la denominazione di appartenenza. (Figura ) I sigilli di Stato hanno colori diversi a seconda della tipologia del vino DOCG: il colore rosa è riservato ai vini spumanti, il verde è utilizzato per i vini bianchi mentre il magenta identifica i vini rossi. Il sistema di denominazione prevede inoltre l'indicazione di una eventuale sotto zona, come per esempio il nome della vigna, del podere, della fattoria o della località, con lo scopo di restringere e tutelare maggiormente la qualità di una determinata area che possiede caratteristiche di qualità superiori rispetto all'intera denominazione, adottando in questo modo, il concetto di cru utilizzato in Francia. Il sistema Italiano prevede anche l'uso di particolari sigle che vengono utilizzate nelle etichette dei vini speciali di qualità, come vini spumanti o vini liquorosi, derivanti dalla sigla VQPRD (Vino di Qualità Prodotto in Regione Determinata) stabilita dalla CEE per la designazione dei vini di qualità. La sigla VQPRD, poco utilizzata in Italia, dovrebbe essere presente in tutti i vini DOC e DOCG. Le sigle specifiche per i vini speciali sono:
|
L'Italia, grazie anche alla spiccata vocazione del suo territorio alla viticoltura, è ricca sia di uve che di vino. Il patrimonio ampelografico di cui dispone è estremamente vasto e ricco come in nessun altro paese del mondo, infatti, in Italia si contano più di 300 specie di uve da vino diverse. La diversità del territorio, in prevalenza collinare, contribuisce e favorisce ampiamente la coltivazione della vite e quindi alla produzione di vino. Insomma, tutto fa pensare, come i greci stessi avevano osservato, che l'Italia è il paese dell'uva e del vino; non a caso l'antico nome che i greci avevano attribuito all'Italia fu proprio Enotria Tellus, cioè il paese delle viti sostenute da pali, segno che la cultura del vino e la coltivazione della vite erano tradizioni radicate in questa terra da millenni e che da sempre hanno fatto parte della sua storia e della vita della sua gente. Se è vero che la qualità del vino Italiano subì un netto declino nei secoli scorsi, è anche vero che il gigantesco sforzo compiuto dai produttori Italiani negli ultimi 50 anni ha riportato la qualità del vino Italiano a livelli altissimi in tutto il mondo. La passione dei tanti produttori e la consapevolezza di dovere cambiare i sistemi di produzione a favore della qualità, necessità imposta dalla concorrenza degli altri paesi e dalle crescenti richieste interne, ha dato luogo ad un notevole cambiamento che si è verificato in tutto il territorio. A differenza di altri paesi, dove la coltivazione della vite e la produzione di vino sono limitate a poche zone rispetto alla superficie del paese, in ogni regione d'Italia la produzione di vino rappresenta una consolidata realtà e un importante aspetto delle economie locali. Ogni regione Italiana produce vino e ogni regione vanta i propri vini locali che non si trovano nelle altre; ogni regione, in pratica, ha i suoi vini e, soprattutto, le sue uve tipiche. Oltre alle uve autoctone di cui l'Italia è ricca, si coltivano anche molte specie di origine Francese, spesso definite internazionali, come lo Chardonnay e il Cabernet Sauvignon con le quali si producono eccellenti vini. La tendenza dei produttori Italiani, probabilmente per soddisfare il cosiddetto gusto internazionale omologato dei consumatori, è quello di utilizzare uve internazionali insieme alle uve locali, tendenza che, purtroppo, è sempre più seguita. Il grande vantaggio di cui dispone l'Italia, vale a dire di possedere specie di uve autoctone come in nessun altro paese del mondo, dovrebbe essere sfruttato in modo più accorto dai produttori in quanto, esistono già numerosi e straordinari esempi, da quelle uve si possono ricavare vini di qualità elevate e con caratteristiche di straordinaria finezza. Ogni regione d'Italia, dicevamo, produce vino e parlare in senso generale della produzione regionale darebbe solamente una confusa idea delle reali potenzialità di ognuna di esse. Vediamo quindi in dettaglio una panoramica delle principali caratteristiche ampelografiche ed enologiche di ogni regione. Dove previsto sono riportati anche i vini DOCG e, fra parentesi, le uve principali che li compongono.
|
Questa straordinaria e suggestiva regione, dove la coltivazione della vite è limitata, vanta uno speciale primato in quanto qui si trovano, nei comuni di Morgex e La Salle a quota 1300 metri, i vigneti più alti d'Europa; praticamente ai limiti di sopravvivenza della vite. L'intera regione della Valle d'Aosta è considerata a Denominazione di Origine Controllata (DOC) e, in accordo alla legge sul bilinguismo, nelle etichette dei vini si trovano indicazioni sia in Italiano che in Francese. Anche se la produzione è maggiormente incentrata sui vini rossi, qui si producono eccellenti vini bianchi, prodotti in prevalenza con uve bianche autoctone, di rara eleganza e finezza. Ottimi esempi di vini bianchi di questa regione sono il Blanc de Morgex et La Salle, prodotto con uva Blanc de Morgex, e il Chambave Moscato prodotto anche in versione passito o Flétri. Fra le uve bianche della regione ricordiamo inoltre il Priè Blanc e la Petite Arvine. Fra quelle grigie il Priè Rouge o Premetta. Fra le uve a bacca rossa troviamo il Petit Rouge, Vien de Nus, Neyret, Dolcetto, Freisa, Nebbiolo, Pinot Nero, Gamay, Syrah, Fumin. Interessanti vini rossi tipici della regione sono: Enfer d'Arvier, Donnas, Torrette e Arnad Montjovet.
|
Questa regione, generosa produttrice di grandi vini rossi e raffinati vini bianchi, offre un'ampia scelta di produzione e di uve; qui vengono prodotti vini di ogni tipologia, dai bianchi ai rossi, dai frizzanti fino agli spumanti. Questa è la patria di alcuni dei grandi vini d'Italia: Barolo, Barbaresco, Gavi, Gattinara, Ghemme e i celebri spumanti di Moscato e del Brachetto. Benché la regione sia prevalentemente conosciuta per i suoi vini rossi, qui troviamo anche interessanti vini bianchi prodotti con uve locali. Spiccano fra tutte l'uva Cortese da cui si produce il Gavi, l'interessante Arneis, la Favorita, l'Erbaluce da cui si ricavano eccellenti vini passiti, fino ad arrivare alle meno conosciute ma senz'altro interessanti uve Timorasso e Nas-cetta. Fra i vini più celebri della regione prodotti con uve bianche troviamo l'Asti Spumante e il Moscato d'Asti, famosi ovunque nel mondo per il loro inconfondibile aroma, prodotti con uva Moscato Bianco con la quale si produce anche l'eccellente Loazzolo. Fra le uve rosse, un posto di rilievo è occupato dal Nebbiolo, con cui si producono i celebri Barolo e Barbaresco e i meno conosciuti, ma certamente non meno interessanti, Gattinara e Ghemme. Una posizione di rilievo fra le uve rosse di questa regione spetta alla Barbera dalla quale si ricavano vini rossi strutturati e generosi. Fra le uve rosse vanno senz'altro ricordate il Dolcetto, la Bonarda, la Freisa, il Grignolino, il Pelaverga, il Ruchè, la Malvasia di Schierano, la Malvasia di Casorzo, la Vespolina e il Brachetto, uva con cui si produce il celebre Brachetto d'Acqui dal profumo di fragola e rosa.
|
La regione è principalmente nota per la produzione di vini rossi e per l'eccellente produzione spumantistica. Nella Valtellina, al nord della regione, si producono eccellenti vini da uva Nebbiolo (localmente detta Chiavennasca) fra cui lo Sforzato, o Sfursat, un potente e corposo vino prodotto da uve Nebbiolo appassite. Di notevole rilievo è la produzione di vini della Franciacorta, molto apprezzata per i suoi spumanti, prodotti in diverse tipologie con il metodo classico da uve Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero, oltre che per i suoi vini rossi. Di sicuro interesse è anche la zona dell'Oltrepò Pavese dove si producono vini da uve Cortese, Riesling, Pinot Nero, Barbera e Bonarda. Altre uve interessanti che troviamo in questa regione sono il Trebbiano di Lugana da cui si produce il Lugana, il Groppello, tipico della zona del Lago di Garda, e il raro e pregiato Moscato di Scanzo, un'uva da cui si produce l'omonimo vino che meriterebbe certamente maggiore attenzione.
|
La regione, che vanta una eccellente tradizione vitivinicola, è fra le più produttive d'Italia. Qui si producono celebri vini come il Soave, il Bardolino, l'Amarone della Valpolicella e altri ancora. Il Veneto è ricco di buone uve autoctone sia bianche che rosse. Fra le uve bianche troviamo la Garganega, da cui si producono il Recioto di Soave, il Soave e il Recioto di Gambellara, e il Prosecco, l'uva con cui si produce il celebre vino spumante Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano. Fra le uve bianche, una menzione particolare spetta alla Vespaiola con la quale si produce il Torcolato, un vino passito di straordinaria eleganza e finezza. Fra le uve rosse, la Corvina, la Rondinella e la Molinara sono quelle più celebri e rinomate; sono le uve con cui si producono il Bardolino, il Valpolicella, il celebre Amarone e il Recioto della Valpolicella. Un'altra uva rossa che troviamo nella regione è il Raboso con il quale si producono interessanti vini rossi.
|
Questa regione è sicuramente fra le più interessanti d'Italia in fatto di qualità e varietà. Nell'Alto Adige, troviamo prevalentemente uve di origine non Italiana e che in questo territorio si esprimono a livelli di eccellenza. Fra le uve bianche troviamo il Gewürztraminer, il Silvaner, il Müller Thurgau, il Riesling, il Kerner, il Veltliner, il Sauvignon Bianco, il Moscato Giallo e il Pinot Bianco. Fra le uve rosse troviamo il Pinot Nero, che in questa regione produce vini di altissimo livello, l'autoctono Lagrein, dal quale si ricavano dei vini di sicuro interesse, la Schiava Grossa e la Schiava Gentile. Con il Moscato Rosa, una particolare uva coltivata in questa regione, si produce uno straordinario vino da dessert che porta lo stesso nome e che è caratterizzato da netti e suadenti profumi di rosa. Il Trentino, che si trova più a sud dell'Alto Adige, produce eccellenti vini sia bianchi che rossi. Fra le uve bianche troviamo il Traminer, il Gewürztraminer, il Riesling, il Kerner, il Pinot Bianco e la Nosiola, un'interessante uva dalla quale si produce un raffinato Vinsanto. Fra le uve rosse troviamo il celebre Marzemino, che pare fosse particolarmente apprezzato dal celebre compositore Wolfgang Amadeus Mozart, il Teroldego e altre varietà internazionali. Nel Trentino si producono inoltre vini spumanti con il metodo classico da uve Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Nero e Pinot Meunier.
|
La coltivazione della vite ha, in questa regione, radici antiche che risalgono a circa duemila anni fa e la produzione di vino è prevalentemente vocata ai bianchi. Il Friuli Venezia Giulia produce eccellenti vini bianchi sia con uve internazionali e, soprattutto, con uve locali. Fra le uve bianche troviamo il celebre Tocai Friulano, la Malvasia Istriana, la Ribolla Gialla, il Verduzzo Friulano, dal quale si producono eccellenti vini passiti, come il Ramandolo, e il raro quanto eccellente Picolit con il quale si produce uno straordinario e prezioso vino che porta lo stesso nome. Fra le uve rosse troviamo interessanti esempi come il Refosco dal Peduncolo Rosso, lo Schioppettino, il Pignolo, il Tazzelenghe e il Terrano.
|
La coltivazione della vite in questa regione è particolarmente difficoltosa a causa della morfologia del terreno e la modesta quantità del raccolto è prodotto con sforzi elevati e ammirevoli. Tuttavia, la Liguria produce vini di qualità e con caratteristiche organolettiche particolari a causa dell'esposizione dei vigneti sul mare. Le uve bianche principali della regione sono il Vermentino, l'Albarola e il Bosco, dalle quali si produce il celebre vino Cinque Terre e con le stesse uve appassite si produce l'eccellente e raro Schiacchetrà. Tra le uve bianche troviamo anche il Pigato. Anche se la produzione dei vini rossi non è vasta, rimane comunque interessante. Le uve rosse principali della regione sono l'Ormeasco, nome con cui è noto in Liguria il Dolcetto, il Rossese e il Ciliegiolo.
|
La vasta produzione di questa regione è divisa fra l'Emilia, la parte ad ovest, dove si preferiscono vini frizzanti, e la Romagna, la parte ad est, dove la preferenza cade sui vini tranquilli. Fra le uve bianche dell'Emilia troviamo l'Ortrugo, il Pignoletto e la Malvasia di Candia. Le uve rosse, con l'eccezione della Barbera e della Croatina utilizzate per la produzione del vino Gutturnio, appartengono in prevalenza alla grande famiglia del Lambrusco da cui si ottiene il celebre vino che porta lo stesso nome e che viene principalmente prodotto in versione frizzante. Concludono il quadro delle uve rosse la Fortana e l'Ancellotta, spesso utilizzate per la produzione di vino Lambrusco. Nella Romagna, dove i vini si preferiscono tranquilli, troviamo, fra le uve bianche, l'Albana, l'uva più celebre della zona, il Trebbiano Romagnolo e il Bombino Bianco che qui prende il nome di Pagadebit. Il Sangiovese è l'uva rossa principale della regione alla quale si affianca la Cagnina, nome con cui è noto in Romagna l'uva Terrano.
|
La tradizione vitivinicola della regione risale all'epoca Etrusca e in questa regione troviamo prevalentemente una produzione vocata ai vini rossi. Il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Vino Nobile di Montepulciano, il Carmignano e il Morellino di Scansano sono solamente alcuni degli esempi di vini rossi Toscani. Anche la produzione dei vini bianchi è interessante ma viene spesso soffocata dalla fama e l'imponenza di quelli rossi. Fra le uve bianche che troviamo nella regione ricordiamo la Vernaccia di Sam Gimignano da cui si produce l'omonimo vino, il Trebbiano Toscano, la Malvasia Bianca, la Malvasia di Candia, il Vermentino e l'Ansonica, nome con cui è nota in Toscana l'uva Inzolia. Fra le uve rosse primeggia il Sangiovese, qui largamente diffuso e coltivato, il Sangiovese Grosso, il Canaiolo Nero e il Mammolo.
|
Il cuore verde d'Italia, nome con il quale solitamente viene chiamata l'Umbria, da molti considerata, dal punto di vista enologico, come la Borgogna d'Italia, vanta tradizioni vitivinicole che risalgono all'epoca Etrusca ed i suoi vini erano già famosi sin da quell'epoca. Fra questi, il più noto e il più antico, è senz'altro l'Orvieto, un vino bianco che a distanza di secoli è ancora celebre in tutto il mondo. Fra le uve bianche della regione troviamo il Grechetto, un'uva di origini Umbre da cui si ricava l'omonimo vino, il Trebbiano Toscano, il Canaiolo Bianco, la Malvasia Bianca, la Malvasia di Candia e il Verdello. Fra le uve rosse, un posto di rilievo è occupato dal locale Sagrantino dal quale si producono, nella zona di Montefalco, vini di notevole interesse, strutturati e corposi. Anche il Sangiovese è molto diffuso in Umbria ed è presente in quasi tutti i vini rossi della regione, come, per esempio, nei celebri vini rossi di Torgiano. Nella regione troviamo anche la Barbera, il Canaiolo Nero, il Ciliegiolo, il Montepulciano e, nella zona del lago Trasimeno, fra i rari casi in Italia, troviamo il Gamay, che in questa zona produce vini di notevole interesse.
|
La regione presenta interessanti e ricchi patrimoni enologici dove, fra i principali, troviamo i celebri vini bianchi Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Verdicchio di Matelica. Anche il panorama dei vini rossi è senz'altro degno di nota e sono degnamente rappresentati dal Rosso Conero e dal Rosso Piceno. Fra le uve bianche troviamo il Verdicchio, la Malvasia Bianca, la Passerina, il Biancame, il Trebbiano Toscano e il Pecorino. Fra le uve rosse, il Sangiovese e il Montepulciano sono le più importanti, entrambe utilizzate per la produzione del Rosso Conero e il Rosso Piceno. A queste si aggiungono la Vernaccia di Serrapetrona, dalla quale si ricava l'omonimo vino, e la Lacrima di Morro.
|
I vini del Lazio erano celebri già dall'epoca Romana e qui la produzione è prevalentemente vocata per i vini bianchi. Il Frascati, I Castelli Romani e Est! Est!! Est!!! di Montefiascone sono solo alcuni esempi dei vini laziali bianchi più famosi. La regione è ricca di uve bianche che rappresentano anche la maggioranza del raccolto. Fra queste ricordiamo il Trebbiano Toscano, la Malvasia del Lazio, la Malvasia Bianca, la Malvasia Toscana, il Bellone, il Bombino Bianco, il Greco Bianco e il Trebbiano Giallo. Anche se la produzione dei vini rossi è più limitata, in questa regione si trovano buone quantità di uve rosse dove il locale Cesanese è ben affiancato dal Sangiovese, dal Montepulciano e dall'Aleatico.
|
Come la gran parte delle regioni Italiane, anche l'Abruzzo vanta una tradizione vitivinicola che si perde nella notte dei tempi. I suoi vini erano molto famosi già in epoca Romana e la tradizione enologica è ancora ben rappresentata dalla produzione attuale. Due sono i vini che hanno reso celebre la regione: il Trebbiano d'Abruzzo e il Montepulciano d'Abruzzo. Il primo è prodotto con uva Bombino Bianco, che qui prende il nome di Trebbiano d'Abruzzo, mentre il secondo è prodotto con uva Montepulciano che in Abruzzo si esprime in modo eccellente. Fra le altre uve bianche della regione troviamo la Passerina, il Pecorino, il Biancame e la Cococciola, mentre nelle uve rosse sono presenti, seppure in minima parte, il Sangiovese, l'Aglianico e il Canaiolo Nero.
|
La regione, estremamente vocata alla viticoltura grazie alla prevalenza di terreni collinari e ad un favorevole clima, non ha grosse produzioni di vino ma quel poco che produce è senz'altro degno e meritevole delle migliori attenzioni. Le uve bianche che si trovano nella regione sono la Falanghina, il Trebbiano Toscano, il Bombino Bianco, il Fiano, il Greco Bianco e il Moscato Reale, da cui si ricava un eccellente vino passito. Fra le uve rosse troviamo l'Aglianico, il Montepulciano e il Sangiovese.
|
Il patrimonio enologico della Campania è estremamente ricco, forte anche dell'antica tradizione vitivinicola che l'ha vista protagonista in epoche remote, probabilmente molto prima della venuta dei Greci in Italia. La produzione è equamente divisa fra i vini bianchi e i vini rossi. Il celebre Greco di Tufo e il Taurasi sono solamente due dei tantissimi esempi che si potrebbero fare parlando dei vini campani. Il patrimonio ampelografico della regione è molto ricco e fra le uve bianche troviamo il Greco Bianco, la Falanghina, il Fiano, la Coda di Volpe, la Biancolella, l'Asprinio e la Forastera. Fra le uve rosse primeggia l'eccellente Aglianico, il Piedirosso, localmente detto Per' e Palummo, la Guarnaccia e lo Sciascinoso.
|
La Puglia è fra le regioni d'Italia con la più alta produzione di uva a conferma della notevole vocazione vitivinicola. La produzione è prevalentemente orientata ai vini rossi, tuttavia non mancano buoni esempi di vini bianchi, fra i quali il celebre Locorotondo. Fra le uve bianche troviamo il Bianco d'Alessano, la Malvasia Bianca, il Verdeca, il Bombino Bianco, il Fiano e il Greco Bianco. Fra le uve rosse troviamo il Negroamaro, una straordinaria uva dalle notevoli potenzialità con la quale si producono i vini del Salento e in particolare il Salice Salentino, il Primitivo, altra eccellente uva della regione con la quale si produce il Primitivo di Manduria, la Malvasia Nera, il Montepulciano, l'Uva di Troia, l'Aglianico e l'Aleatico.
|
La produzione della regione è pressoché incentrata alla produzione dell'unico grande vino della regione, l'Aglianico del Vulture, prodotto con uva Aglianico che in Basilicata, nella zona del Vulture, è capace di produrre vini di eccellente qualità e struttura. L'uva Aglianico è praticamente l'unica uva rossa che viene coltivata nella regione, mentre fra le uve bianche troviamo il Fiano, la Malvasia Bianca e il Greco Bianco.
|
La Calabria vanta una tradizione enologica antichissima, probabilmente precedente a quella greca, e la produzione è prevalentemente orientata ai vini rossi. L'uva più coltivata della regione è il Gaglioppo, un'uva rossa di sicuro interesse e di sicure potenzialità, con la quale si producono i vini più celebri della Calabria: il Cirò Rosso e il Savuto. Fra le altre uve rosse troviamo il Magliocco Canino, il Nerello Cappuccio e l'Aglianico. Fra le uve bianche della regione, presenti in quantità minore, troviamo il Greco Bianco, con il quale si produce l'ottimo Greco di Bianco, la Malvasia Bianca e il Mantonico.
|
La Sicilia, nobile regione ricca di cultura e di tradizioni, vanta una tradizione enologica molto prestigiosa ed è in quest'isola che troviamo uno dei vini più famosi e rappresentativi d'Italia: il Marsala. In Sicilia si producono vini bianchi e rossi, vini dolci e passiti, sicuro e prestigioso vanto dell'isola, oltre a vini liquorosi, fra cui l'eccellente Marsala. Fra le uve bianche troviamo l'Inzolia, il Catarratto, il Grillo, le tre uve dalle quali si produce anche il Marsala, il Moscato d'Alessandria, localmente chiamato Zibibbo e con il quale si produce l'eccellente Passito di Pantelleria, la Malvasia delle Lipari, con la quale, insieme all'uva Corinto Nero, si produce la celebre e eccellente Malvasia delle Lipari. Le uve rosse, ben presenti e coltivate nell'isola, sono capaci di produrre vini rossi strutturati e interessanti. Fra le principali uve rosse si ricordano il Nero d'Avola, il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio, il Frappato e il Perricone.
|
La regione, ricchissima di culture e tradizioni, ha subito evidenti influssi da parte dei Fenici, dei Cartaginesi, dei Romani e degli Spagnoli che, oltre ad avere introdotto tecniche colturali nell'isola, hanno anche introdotto le proprie varietà di uve, oramai considerate a pieno titolo come patrimonio ampelografico autoctono dell'isola. In Sardegna si producono eccellenti vini bianchi e rossi, oltre a ottimi passiti. Una menzione speciale merita la straordinaria Vernaccia di Oristano, un eccellente vino prodotto con l'omonima uva, che meriterebbe una maggiore attenzione e consenso. Le principali uve bianche della regione sono il Vermentino, con il quale si produce il Vermentino di Gallura, la Vernaccia di Oristano, la Malvasia di Sardegna, il Nuragus, il Nasco, il Semidano e il Torbato. Fra le uve rosse troviamo il Cannonau, la più coltivata e celebre fra le uve rosse, il Carignano, il Bovale, la Monica, la Nieddera e il Girò.
|
Nella panoramica delle regioni d'Italia non sono state volutamente menzionate le cosiddette uve internazionali, di prevalente origine Francese, con lo scopo di evidenziare particolarmente il patrimonio di uve autoctone che ogni regione possiede. Questo non significa, ovviamente, che le uve internazionali non siano coltivate in Italia, anzi, sono ampiamente e largamente presenti in tutto il territorio, ricoprono un'importanza elevata e rappresentano una larga maggioranza delle uve con cui si produce vino in Italia. Fra le uve bianche troviamo grandi produzioni di Chardonnay, al quale fanno seguito il Sauvignon Blanc, il Riesling, il Pinot Bianco e il Pinot Grigio. Fra le uve rosse troviamo notevoli quantità di Cabernet Sauvignon, seguite dal Cabernet Franc, Merlot, Pinot Nero e Syrah.
|
|
||||||||
I Sondaggi di DiWineTaste
|
| |||||||
Informativa sulla Riservatezza |
Copyright © 2002-2024 Antonello Biancalana, DiWineTaste - Tutti i diritti riservati |
Tutti i diritti riservati in accordo alle convenzioni internazionali sul copyright e sul diritto d'autore. Nessuna parte di questa pubblicazione e di questo sito WEB
può essere riprodotta o utilizzata in qualsiasi forma e in nessun modo, elettronico o meccanico, senza il consenso scritto di DiWineTaste. |