Mastroberardino, la celebre cantina campana festeggia con un'esclusiva Riserva
di Taurasi il centotrentesimo anniversario dall'iscrizione dell'azienda alla
Camera di Commercio di Avellino. Era il 1878 quando il Cavaliere dell'Ordine
della Corona d'Italia Angelo Mastroberardino, bisnonno dell'attuale Presidente,
professor Piero Mastroberardino, curava tale adempimento al fine di avviare le
esportazioni dei suoi vini verso i paesi d'Europa e delle Americhe. La famiglia
Mastroberardino ha protetto e divulgato i grandi valori enoici del territorio
irpino da allora, senza soluzione di continuità: il Taurasi ha accompagnato
questa avvincente storia imprenditoriale, come testimonia la rassegna di circa
un secolo di bottiglie collezionate e custodite nel caveau di famiglia,
straordinario ambasciatore della viticoltura irpina nel mondo. Il vitigno
Aglianico ha saputo in questa terra esprimere il meglio di sé, imponendosi per
carattere, longevità, eleganza, ai vertici dell'enologia mondiale. Questa
esclusiva tiratura della Riserva del Taurasi proviene dalla vendemmia 1999, che
alla luce dei fatti si è affermata come la più interessante sotto il profilo
della resa qualitativa negli ultimi decenni.
L'etichetta del Taurasi Riserva Centotrenta raffigura i volti dei tre esponenti
che hanno contrassegnato, con il proprio contributo professionale e umano, la
storia di questi centrotrent'anni: Angelo Mastroberardino (1850-1914), il
fondatore dell'era moderna dell'azienda, che nel 1878 curò l'iscrizione
nel registro delle imprese e avviò le attività di esportazione fondando una
società di spedizioni a Roma. Michele Mastroberardino (1886-1945), il pioniere,
che con caparbietà e coraggio portò il vino Mastroberardino nel mondo, artefice
di continui viaggi di promozione oltreoceano agli inizi del Novecento; Antonio
Mastroberardino, Cavaliere del Lavoro, identificato come l'archeologo della
vite e del vino, che ha svolto un ruolo determinante a partire dal 1950 per la
salvaguardia delle varietà autoctone, negli anni più bui e difficili della
ricostituzione del patrimonio viticolo nazionale, apportando un contributo
scientifico fondamentale per lo sviluppo della comunità e dell'economia
viticola ed enologica dell'Irpinia e dell'Italia.
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