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  Editoriale Numero 74, Maggio 2009   
L'Europa Distrugge i Vini RosatiL'Europa Distrugge i Vini Rosati  Sommario 
Numero 73, Aprile 2009 Segui DiWineTaste su Segui DiWineTaste su TwitterNumero 75, Giugno 2009

L'Europa Distrugge i Vini Rosati


 Brutte notizie per gli appassionati di vini rosati, ma anche per tutti quelli che apprezzano comunque il buon vino. I vini rosati, com'è fin troppo noto, non godono dei favori della maggioranza, per molti questo stile di vino non sarebbe nemmeno degno del titolo di “vino”, colpevole di non essere né bianco né rosso. Eppure la scelta di buoni vini rosati è oggi molto vasta, esempi di alta qualità che colorano di rosa il calice e allietano il naso con piacevoli aromi, al pari degli altri due colleghi bianchi e rossi. Ad onore del vero, ci sono anche tanti vini rosati non proprio “buoni”, ma questo, del resto, si può dire anche per i vini bianchi e per i vini rossi. Se alla precaria reputazione che i vini rosati hanno si aggiunge poi la legalizzazione di pratiche enologiche di discutibile qualità, le cose non possono che peggiorare. Se oggi l'apprezzamento dei vini rosati è piuttosto modesto, le nuove norme in discussione alla Commissione Europea potrebbero definitivamente decretare la “fine” dei vini rosati.


 

 Con le nuove norme che si stanno discutendo, la Commissione Europea conferma la sua “avversione” nei confronti della qualità, promulgando norme e leggi piuttosto discutibili per la tutela e la promozione del buon vino. Dopo avere promosso l'utilizzo dei trucioli nel vino, la dealcolizzazione, lo zuccheraggio e la produzione di vini alla frutta, ora la Commissione Europea si concentra sulla demolizione dei vini rosati. Con molta probabilità, da agosto sarà infatti possibile - e legale - produrre vini rosati miscelando vini bianchi e vini rossi, una pratica che apre la strada a ovvie frodi tutte a discapito della qualità. Questa pratica, che in Europa è attualmente vietata per tutti i vini da tavola, era unicamente consentita nella produzione di certi spumanti rosati, come lo Champagne e il Franciacorta. Nei vini rosati da tavola, attualmente la produzione è svolta in due modi specifici, e comunque unicamente utilizzando uve a bacca rossa.

 Il primo, che è anche il più frequente, prevede una breve macerazione del mosto con le bucce dell'uva, mentre il secondo metodo prende il nome di salasso, che consiste nel prelievo di una parte del mosto di un vino rosso - che fermenta sempre con le bucce dell'uva - dopo alcune ore dalla pigiatura. La pratica del salasso è sovente utilizzata per aumentare la struttura di certi vini rossi, fermentando poi a parte la frazione di mosto prelevato, che è poco colorato, ottenendo quindi un vino rosato. La possibilità di produrre vini rosati miscelando vini rossi e bianchi, rappresenta una seria minaccia alla qualità del vino e l'ennesimo provvedimento tutto a discapito della dignità e della tutela dei consumatori. La decisione, secondo alcuni, sarebbe utile a sostenere l'economia del vino, consentendo di produrre vini rosati a prezzi competitivi così da sostenere la competizione con i produttori degli altri paesi, soprattutto nei paesi dove i vini rosati sono piuttosto apprezzati, come la Cina.

 Solamente Francia e Italia si sono opposte a questa decisione, tuttavia - nonostante le proteste di questi due importanti paesi vinicoli - con molta probabilità dal 1 agosto sarà possibile produrre in Europa vini rosati da tavola ottenuti dalla miscelazione di bianchi e rossi. A sostegno della tutela della qualità dei vini rosati, la Francia ha proposto l'indicazione in etichetta della dicitura “vino rosato tradizionale” riservata unicamente ai vini prodotti con uve rosse e con i metodi tradizionali. Questa condizione, che a prima vista dovrebbe concludere le tante polemiche che si sono sollevate su questo caso, ha l'imperdonabile difetto di essere facoltativa, così come sarà facoltaviva l'indicazione in etichetta che si tratta di un vino rosato miscelato. In altre parole, il consumatore non avrà mai la certezza sulla reale qualità del vino rosato che acquisterà: il dubbio che si tratti un ignobile rosato fasullo sarà sempre piuttosto fondato.

 Poiché queste indicazioni saranno facoltative, nei paesi europei dove la cultura dei vini rosati di qualità è legata anche al territorio - come Francia e Italia - si avrà un forte interesse a distinguere le due produzioni, mentre negli altri paesi, proprio per garantirsi migliori possibilità di concorrenza ottenute dalla confusione e dalla scarsa informazione, non si provvederà a indicare nulla. Ma siamo proprio sicuri che questo provvedimento sarà utile a sostenere l'economia dei vini rosati? Un vino rosato ottenuto dalla miscela di vini bianchi e rossi di discutibile qualità, può mai produrre un vino di qualità? Perché parliamo di “discutibile qualità”? Ma secondo voi i produttori e i paesi interessati ai benefici di questa legge, utilizzeranno vini bianchi e rossi di qualità per produrre i loro rosati in questo modo? Visto che i vini bianchi e rossi godono di migliore fama e dignità, avendo a disposizione vini di qualità, chi sarebbe disposto a miscelarli per produrre un vino rosato di qualità? Probabilmente nessuno: chi decide di produrre un vino rosato di qualità lo fa utilizzando metodi e criteri di qualità.

 Il nuovo provvedimento della Commissione Europea, così com'è, sembra piuttosto un tentativo a supporto dei produttori di vini di scarsa qualità, che in questo modo possono venderli sfruttando l'onda del nuovo interesse - seppure modesto - che i consumatori stanno mostrando verso i vini rosati. Se è vero che i rosati stanno suscitando un certo interesse negli appassionati, questo è stato il risultato di un duro lavoro svolto sulla qualità, facendo ricredere con i fatti quelli che consideravano i vini rosati come non vini. Questo lavoro, che avrebbe ancora bisogno di molti altre iniziative, sarà certamente vanificato da provvedimenti come questo, poiché consentirà la produzione di vini di dubbia qualità. I produttori che credono nella qualità, certamente non ricorreranno a questo basso e discutibile espediente. A vedere i recenti provvedimenti che la Commissione Europea ha promulgato in ambito enologico, sembra proprio che il vino non goda dei favori dei politici del Vecchio Continente. Anzi, sembra proprio che stiano facendo di tutto per mettere in risalto i peggiori esempi di qualità enologica del nostro continente. Viste le recenti disposizioni Comunitarie in materia enologica, verrebbe da dire che ci stanno riuscendo perfettamente. Congratulazioni!

 




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