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  Editoriale Numero 138, Marzo 2015   
Luigi Veronelli: Camminare la TerraLuigi Veronelli: Camminare la Terra  Sommario 
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Luigi Veronelli: Camminare la Terra


 Si è svolta alla Triennale di Milano - dal 21 gennaio al 24 febbraio 2015 - un'interessante mostra dedicata al più grande dei giornalisti enogastronomici italiani, colui al quale si deve la rivalutazione in Italia, di vino e olio d'oliva: Luigi Veronelli. Non solo, a lui va l'innegabile merito di avere iniziato, nel suo personalissimo, irraggiungibile e inimitabile stile, il racconto di vino e cibo nel nostro Paese. La mostra, dal significativo titolo “camminare la terra”, è stata realizzata grazie all'importante contributo del Comitato Decennale Luigi Veronelli, fondato per ricordare e celebrare il grandissimo “Gino” nella ricorrenza dei dieci anni dalla sua scomparsa. Il Comitato, inoltre, si prefigge anche lo scopo di divulgare il pensiero e l'opera di Luigi Veronelli, con appuntamenti che sono iniziati lo scorso 2 febbraio 2014. Data certamente significativa, poiché lo stesso giorno del 1926, il grande “Gino” nacque a Milano nel celebre quartiere Isola, fra i più caratteristici della capitale meneghina.


I pannelli
all'entrata della mostra ``Camminare la Terra'' dedicata a Luigi Veronelli
I pannelli all'entrata della mostra “Camminare la Terra” dedicata a Luigi Veronelli

 Altre volte ho scritto, nelle pagine di DiWineTaste, la mia ammirazione per Luigi Veronelli: i suoi libri restano fra i migliori che possiedo nella mia personale biblioteca di cibo e vino, letture che non stancano mai e rileggo sempre volentieri. La mia età mi permette inoltre di ricordare - con molto affetto - le sue deliziose apparizioni televisive nel programma “a tavola alle sette”, a fianco della grande attrice Ave Ninchi. Con il garbo e l'educazione che troppo spesso mancano nella televisione di oggi, Luigi Veronelli raccontava, a modo suo, il vino e il cibo del nostro Paese, con la semplicità del suo enorme sorriso rassicurante, incorniciato dai suoi occhiali con la montatura nera. A quei tempi ero un ragazzo, ma quella trasmissione, oltre ai temi trattati, mi divertiva anche per la continua contrapposizione provocatoria, talvolta comica - ma indubbiamente amichevole - che si creava fra Luigi Veronelli e Ave Ninchi. Programma garbato, educato e gioioso - con il rassicurante sorriso di Ave Ninchi che entrava in ogni casa - è certamente uno dei ricordi televisivi che conservo con maggiore affetto.

 Il coronamento di questi ricordi è stato quando incontrai personalmente Luigi Veronelli - unica volta nella mia vita - e non nego l'emozione per averlo avuto di fronte a me. Lui era presente allo stand della sua casa editrice allestito in una nota manifestazione vinicola italiana, io semplicemente un appassionato visitatore: era il 1999 e DiWineTaste sarebbe nato qualche anno più tardi. Il mio primo incontro “ragionato” con il vino lo devo certamente a Luigi Veronelli e ai suoi interventi televisivi, almeno fino a quando gli fu concesso. Come dimenticare, poi, il bellissimo programma “Viaggio sentimentale nell?Italia dei vini” trasmesso nel 1979 da Rai 3, nel quale si dava voce a quel vino sconosciuto ai più. Poi iniziai a collezionare i suoi libri e i suoi scritti dedicati al vino: le mie prime letture interessanti e formative sull'argomento hanno tutte la firma del grande Gino. Ho accolto con grande entusiasmo la notizia della mostra “camminare la terra” e dedicata a Luigi Veronelli: un appuntamento che per nessuna ragione al mondo avrei mancato di visitare.


 

 Una sala ben disposta e nella quale era stata perfino ricostruita una piccola parte della cantina personale di Luigi Veronelli, lungo un percorso che raccontava i momenti più significativi delle “battaglie” del grande Gino e le sue opere. Fotografie, ritagli di periodici e giornali, libri, lettere, progetti e perfino la proiezione di alcuni frammenti del già citato programma televisivo “a tavola alle sette”, il percorso della mostra è stato piacevole e ben articolato. Tutto orientato, ovviamente, al racconto del pensiero di Luigi Veronelli, con riferimenti semplici e significativi, così da fare comprendere al visitatore la figura del giornalista, scrittore, paladino della civiltà contadina e della terra. Battaglie che gli costarono piuttosto care, visto che in due particolari episodi fu anche condannato alla detenzione carceraria, compresa la ridicola pena dell'ultimo rogo ordinato in Italia per un'opera libraria.

 Di piacevole interesse, la ricostruzione, al centro della sala, di una piccola parte della cantina personale di Luigi Veronelli, nell'originale così grande da richiedere una mappa per potere essere percorsa in mezzo a oltre 70.000 bottiglie. Nella mostra erano ospitate un numero decisamente più modesto di vini, ma certamente significativo, con bottiglie che toccano - idealmente - le varie regioni d'Italia, compresi straordinari vini francesi ed esteri. All'entrata, si ricorda come la cantina di Luigi Veronelli fosse per lui il primario luogo di lavoro e di studio, spesso riassaggiando - a distanza di tempo - le medesime bottiglie proprio con lo scopo di comprenderne l'evoluzione. Sono sicuro che il grande Gino, nella sua personale cantina, non avesse affatto il problema di annoiarsi. Non tanto per il fatto di potere godere quei vini, ma anche per il piacere di poterle osservare, ben disposte e ordinate, come i dipinti di una cattedrale.

 Una bellissima esperienza che mi ha trattenuto fra libri, ritagli, fotografie e bottiglie, per circa cinque ore, un tempo che, in verità, è trascorso piacevole e senza rimpianto. Avvolto in infiniti ricordi, anche nell'ammirare i tanti libri di Luigi Veronelli e compiacermi - con non poco orgoglio e soddisfazione - del fatto di possederne una copia. La mostra “camminare la terra” sarà trasferita da Milano a Bergamo, e li rimarrà al privilegio dei fortunati visitatori per tutto il periodo dell'imminente Expo 2015. La mostra sarà infatti ospitata nel monastero di Astino dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, dove - pare - si pensa addirittura di ricostruire in scala l'imponente cantina personale di Luigi Veronelli. Per quello che mi riguarda, c'è da giurarci, non mancherò di vistare la mostra anche a Bergamo. Una bella iniziativa che suggerisco a tutti di visitare, un doveroso riconoscimento al più grande dei narratori enogastronomici italiani. Non c'è dubbio che senza di lui e il percorso che ha tracciato per tutti, oggi il mondo del vino, dell'olio e del cibo non sarebbe certamente lo stesso. Grazie Gino.

Antonello Biancalana






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