Si è svolta alla Triennale di Milano - dal 21 gennaio al 24 febbraio 2015 -
un'interessante mostra dedicata al più grande dei giornalisti enogastronomici
italiani, colui al quale si deve la rivalutazione in Italia, di vino e olio
d'oliva: Luigi Veronelli. Non solo, a lui va l'innegabile merito di avere
iniziato, nel suo personalissimo, irraggiungibile e inimitabile stile, il
racconto di vino e cibo nel nostro Paese. La mostra, dal significativo titolo
camminare la terra, è stata realizzata grazie all'importante contributo del
Comitato Decennale Luigi Veronelli, fondato per ricordare e celebrare il
grandissimo Gino nella ricorrenza dei dieci anni dalla sua scomparsa. Il
Comitato, inoltre, si prefigge anche lo scopo di divulgare il pensiero e
l'opera di Luigi Veronelli, con appuntamenti che sono iniziati lo scorso 2
febbraio 2014. Data certamente significativa, poiché lo stesso giorno del 1926,
il grande Gino nacque a Milano nel celebre quartiere Isola, fra i più
caratteristici della capitale meneghina.
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I pannelli
all'entrata della mostra Camminare la Terra dedicata a Luigi Veronelli | |
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Altre volte ho scritto, nelle pagine di DiWineTaste, la mia ammirazione per
Luigi Veronelli: i suoi libri restano fra i migliori che possiedo nella mia
personale biblioteca di cibo e vino, letture che non stancano mai e rileggo
sempre volentieri. La mia età mi permette inoltre di ricordare - con molto
affetto - le sue deliziose apparizioni televisive nel programma a tavola alle
sette, a fianco della grande attrice Ave Ninchi. Con il garbo e l'educazione
che troppo spesso mancano nella televisione di oggi, Luigi Veronelli
raccontava, a modo suo, il vino e il cibo del nostro Paese, con la semplicità
del suo enorme sorriso rassicurante, incorniciato dai suoi occhiali con la
montatura nera. A quei tempi ero un ragazzo, ma quella trasmissione, oltre ai
temi trattati, mi divertiva anche per la continua contrapposizione
provocatoria, talvolta comica - ma indubbiamente amichevole - che si creava fra
Luigi Veronelli e Ave Ninchi. Programma garbato, educato e gioioso - con il
rassicurante sorriso di Ave Ninchi che entrava in ogni casa - è certamente uno
dei ricordi televisivi che conservo con maggiore affetto.
Il coronamento di questi ricordi è stato quando incontrai personalmente Luigi
Veronelli - unica volta nella mia vita - e non nego l'emozione per averlo avuto
di fronte a me. Lui era presente allo stand della sua casa editrice allestito
in una nota manifestazione vinicola italiana, io semplicemente un appassionato
visitatore: era il 1999 e DiWineTaste sarebbe nato qualche anno più tardi. Il
mio primo incontro ragionato con il vino lo devo certamente a Luigi
Veronelli e ai suoi interventi televisivi, almeno fino a quando gli fu
concesso. Come dimenticare, poi, il bellissimo programma Viaggio sentimentale
nell?Italia dei vini trasmesso nel 1979 da Rai 3, nel quale si dava voce a
quel vino sconosciuto ai più. Poi iniziai a collezionare i suoi libri e i suoi
scritti dedicati al vino: le mie prime letture interessanti e formative
sull'argomento hanno tutte la firma del grande Gino. Ho accolto con grande
entusiasmo la notizia della mostra camminare la terra e dedicata a Luigi
Veronelli: un appuntamento che per nessuna ragione al mondo avrei mancato di
visitare.
Una sala ben disposta e nella quale era stata perfino ricostruita una piccola
parte della cantina personale di Luigi Veronelli, lungo un percorso che
raccontava i momenti più significativi delle battaglie del grande Gino e le
sue opere. Fotografie, ritagli di periodici e giornali, libri, lettere,
progetti e perfino la proiezione di alcuni frammenti del già citato programma
televisivo a tavola alle sette, il percorso della mostra è stato piacevole
e ben articolato. Tutto orientato, ovviamente, al racconto del pensiero di
Luigi Veronelli, con riferimenti semplici e significativi, così da fare
comprendere al visitatore la figura del giornalista, scrittore, paladino della
civiltà contadina e della terra. Battaglie che gli costarono piuttosto care,
visto che in due particolari episodi fu anche condannato alla detenzione
carceraria, compresa la ridicola pena dell'ultimo rogo ordinato in Italia per
un'opera libraria.
Di piacevole interesse, la ricostruzione, al centro della sala, di una piccola
parte della cantina personale di Luigi Veronelli, nell'originale così grande da
richiedere una mappa per potere essere percorsa in mezzo a oltre 70.000
bottiglie. Nella mostra erano ospitate un numero decisamente più modesto di
vini, ma certamente significativo, con bottiglie che toccano - idealmente - le
varie regioni d'Italia, compresi straordinari vini francesi ed esteri.
All'entrata, si ricorda come la cantina di Luigi Veronelli fosse per lui il
primario luogo di lavoro e di studio, spesso riassaggiando - a distanza di
tempo - le medesime bottiglie proprio con lo scopo di comprenderne
l'evoluzione. Sono sicuro che il grande Gino, nella sua personale cantina, non
avesse affatto il problema di annoiarsi. Non tanto per il fatto di potere
godere quei vini, ma anche per il piacere di poterle osservare, ben disposte e
ordinate, come i dipinti di una cattedrale.
Una bellissima esperienza che mi ha trattenuto fra libri, ritagli, fotografie e
bottiglie, per circa cinque ore, un tempo che, in verità, è trascorso piacevole
e senza rimpianto. Avvolto in infiniti ricordi, anche nell'ammirare i tanti
libri di Luigi Veronelli e compiacermi - con non poco orgoglio e soddisfazione
- del fatto di possederne una copia. La mostra camminare la terra sarà
trasferita da Milano a Bergamo, e li rimarrà al privilegio dei fortunati
visitatori per tutto il periodo dell'imminente Expo 2015. La mostra sarà
infatti ospitata nel monastero di Astino dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, dove
- pare - si pensa addirittura di ricostruire in scala l'imponente cantina
personale di Luigi Veronelli. Per quello che mi riguarda, c'è da giurarci, non
mancherò di vistare la mostra anche a Bergamo. Una bella iniziativa che
suggerisco a tutti di visitare, un doveroso riconoscimento al più grande dei
narratori enogastronomici italiani. Non c'è dubbio che senza di lui e il
percorso che ha tracciato per tutti, oggi il mondo del vino, dell'olio e del
cibo non sarebbe certamente lo stesso. Grazie Gino.
Antonello Biancalana
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