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  Eventi Numero 154, Settembre 2016   
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Notiziario


 In questa rubrica sono pubblicate notizie e informazioni relativamente a eventi e manifestazioni riguardanti il mondo del vino e dell'enogastronomia. Chiunque sia interessato a rendere noti avvenimenti e manifestazioni può comunicarlo alla nostra redazione all'indirizzo e-mail.

 

Assistenza nelle Zone del Sisma: Federazione Italiana Cuochi Aiuta non solo in Cucina


 
A due giorni dall'inizio della catastrofe che ha colpito il centro Italia, il Dipartimento Solidarietà Emergenze di FIC-Federazione Italiana Cuochi continua le sue attività di aiuto. La fatica è l'ultima preoccupazione dei cuochi che stanno vivendo un'esperienza umana che segna. La situazione più toccante per chi si sta adoperando è adesso quella emotiva che, in un momento in cui si delinea il bilancio delle perdite umane, è dolorosa per tutti.
«Sono molto coinvolto emotivamente anche in maniera personale» - racconta Alessandro Circiello - «Amatrice è un luogo a una cinquantina di chilometri da Roma, dove noi romani andiamo abitualmente in vacanza, anche i miei nonni vivevano da quelle parti, e l'albergo che è crollato era quello dove andavo a mangiare gli spaghetti all'amatriciana con mia nonna. In questi giorni sto ascoltando molte storie drammatiche di persone che conoscevo bene».
«Le aziende stanno - continua Circiello - inviando tantissime derrate e per il momento non ci serve altro cibo, ringraziamo tutti coloro che si sono prodigati con grande generosità. Se qualcuno volesse contribuire ulteriormente, stiamo attivando un'Iban della FIC Emergenze, in merito al quale potete trovare tutte le info sul sito, specificando la causale Terremoto Centro Italia».
Roberto Rosati, responsabile nazionale del Dipartimento Solidarietà Emergenze FIC, non riposa da due giorni ma è validamente supportato da 50 cuochi della squadra del Dipartimento Solidarietà Emergenze FIC che finora ha preparato circa tremila pasti. «Quando un cuoco arriva su un campo di accoglienza in allestimento si pensa subito a mettere a regime la cucina e preparare pasti per chi non mangia almeno da 12 ore. La sera finisce con tante camomille che cercano di rilassare i volti di chi ha perso tutto. Solo il giorno dopo, quando all'alba si allestisce la colazione e il sole fa luce sulla terra, ci si rende conto della catastrofe che ci circonda».
«Ogni volta ci si trova di fronte a uno scenario lunare, alla distruzione seguono le scosse di assestamento (o forse no, come per l'Emilia Romagna con il 20 e il 29 maggio) che rievocano nella popolazione il momento drammatico e l'atmosfera si riempie di urla e di pianto. Oggi stiamo passando alla terza fase dove ognuno cerca di recuperare dalle abitazioni rase al suolo qualcosa che lo tenga legato a un passato sepolto dalle macerie. Peggio se lì sotto oltre agli oggetti sono rimasti i familiari. Noi abbiamo il compito di rilassare il dolore con un buon pasto, la gentilezza, due parole amiche e a volte un abbraccio. Ci proviamo, fino a questo momento ci stiamo riuscendo».
Tutti i cuochi del DSE, oltre a essere dei professionisti, sono stati tutti formati per intervenire in caso di calamità, frequentando i corsi della Protezione Civile. Arrivano sul posto dove i terreni sono accidentati e devono montare le cucine, dormire nei sacchi a pelo e capire come recuperare l'acqua, perciò oltre alla volontà e allo spirito di adattamento, è necessario essere in grado di organizzare operativamente il lavoro.

A Chaimaa Fatihi il Premio Casato Prime Donne

«Il 18° Premio Casato Prime Donne manda un messaggio forte sul ruolo femminile nella costruzione del dialogo con il mondo islamico e il rifiuto del terrorismo» dice Donatella Cinelli Colombini presidente della giuria presentando Chaimaa Fatihi musulmana di 23 anni che ha avuto il coraggio di dichiarare apertamente il proprio odio per chi uccide in nome della sua stessa fede. Chaimaa è una pacifista che porta il velo come segno di devozione nonostante venga spesso attaccata per questa sua scelta. La cerimonia di premiazione avverrà il 18 settembre a Montalcino nel teatro degli Astrusi appena restaurato dall'amministrazione comunale guidata dal Sindaco Silvio Franceschelli. La giuria composta da Donatella Cinelli Colombini, Rosy Bindi, Anselma Dell'Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione, ha ancora una volta scelto chi fa scelte coraggiose e apre alle donne un nuovo ruolo nella società.
Come le vincitrici delle passate edizioni del Premio - Samantha Cristoforetti, Sandra Savaglio, Giusi Nicolini - anche Chaimaa ha scritto una dedica che rimarrà al Casato Prime Donne di Montalcino, la prima cantina con un organico di sole donne. Le frasi, in italiano e inglese, delle vincitrici formano un percorso meditativo naturalistico nella campagna che l'Unesco ha iscritto nel patrimonio dell'umanità. La dedica di Chaimaa Fathihi, in italiano arabo e inglese, sarà accompagnata da un'installazione di arte contemporanea creata da Roberto Turchi.
«A tutte le Donne del mondo, che sanno farsi forza e non mollano mai di fronte alle paure, ai pregiudizi, all'odio e alla violenza. Alle madri, alle figlie, alle sorelle, nonne e zie di ogni nazione, fede e pensiero, che non temono l'incontro, la condivisione e la reciproca solidarietà femminile che le caratterizza. Che le Donne possano essere la scintilla del cambiamento del nostro paese, continente, mondo».
Di profonda fede islamica, Chaimaa Fatihi è studentessa di giurisprudenza all'Università di Modena. È arrivata in Italia dal Marocco quando aveva cinque anni e si sente italiana. Ha scelto di studiare legge per seguire le orme del padre che si è laureato in giurisprudenza prima di emigrare a Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova, dove gestisce un'agenzia di viaggio mentre la madre lavora in ospedale. Minuta, con il velo in testa, profondamente religiosa e osservante della legge coranica, Chaimaa ha dovuto spostarsi a Brescia per frequentare ragioneria e anche adesso all'università c'è chi la guarda con sospetto, specialmente dopo gli attentati. Da piccola ha vissuto lo sradicamento di chi si sente italiana in Marocco e marocchina in Italia. È arrivata sulle prime pagine dei grandi quotidiani per aver avuto il coraggio di scrivere una lettera aperta ai terroristi condannando le loro atrocità da araba credente. Un gesto che ha fatto di questa giovane donna gentile e assolutamente fedele alla Legge Coranica, un simbolo di pace ma, purtroppo, anche un bersaglio, per gli integralisti contrari al dialogo. Con lei emerge un nuovo possibile ruolo delle donne nel mondo islamico “una scintilla di cambiamento” come la definisce Chaimaa grazie all'importanza della spiritualità, dei sentimenti di tolleranza e nostalgia che possono diventare strumenti decisivi nella lotta al terrorismo. Un fenomeno apparentemente in crescita come dimostra la presenza di donne musulmane alle Messe a suffragio di Jacques Hamel parroco barbaramente ucciso a Rouen. Chaimaa Fatihi ha scritto il libro “Non ci avrete mai. Lettera aperta di una musulmana italiana ai terroristi” (Rizzoli 181 pagine)

Al Museo Ricci Curbastro per Scoprire La Franciacorta

La storia agricola della Franciacorta racchiusa in un Museo, tutto da visitare e tutto da vivere. Un motivo in più per godersi la Franciacorta in autunno, stagione perfetta per l'enoturismo. Fondato nel 1986 da Gualberto Ricci Curbastro, accanto alla sede della sua cantina di Capriolo, il Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro è stato visitato da oltre 200.000 persone che, in trent'anni, hanno potuto scoprire oggetti e tradizioni che stavano scomparendo o sono scomparse. Vi sono esposti oltre 3.000 oggetti e vi è annessa una ricca biblioteca con oltre 2500 volumi.
Vero antesignano a livello nazionale del turismo enogastronomico, il Museo - precorrendo i tempi - ha valorizzato la cultura materiale, verso la quale è cresciuto successivamente negli anni l'interesse. Non solo: fin dall'inaugurazione, fu chiaro che non si trattava di una semplice esposizione di una collezione straordinaria di oggetti raccolti con passione di Gualberto Ricci Curbastro, ma di un museo “vivo”, che intendeva trasmettere saperi e conoscenze, salvando dall'oblio la cultura agricola della Franciacorta. Perciò, oggi come un tempo, ogni visitatore viene accolto e guidato nella visita da personale appositamente formato, che illustra gli oggetti esposti nelle varie sale, narra tradizioni, risponde a domande e curiosità. La visita si conclude in cantina, dove sono esposti pregiati pezzi, con l'illustrazione del ciclo di produzione del Franciacorta DOCG e degustazione di uno o più vini.
La Sala della Veterinaria è ospitata nella vecchia scuderia. Contiene attrezzi per la lavorazione del terreno quali vecchi aratri in legno o del fieno con insoliti forconi realizzati in un unico pezzo piegando i rami degli alberi. Molto spazio è dedicato alla veterinaria e alla cura degli animali, inclusa l'antica arte dei maniscalchi. Carri agricoli, ruote, gioghi, basti, strumenti da carrettieri completano il panorama del lavoro dell'uomo con l'ausilio degli animali.
La Sala dell'Enologia è dedicata alla vite, al vino e all'attività di bottaio. Comprende anche una ricca collezione di torchi e vecchie tappatrici. Il cuore della storia vitivinicola della Franciacorta raccontato da pezzi unici come un torchio orizzontale del 1893 costruito da Arnaldo Zanelli a Palazzolo sull'Olgio (Brescia), un torchio dal grande basamento in pietra arenaria grigia proveniente dalla cava del Vanzago in Capriolo (Brescia), e ancora un torchio idraulico della fine del XIX secolo, torchi montati su carri trainati da cavalli, una tra le prime pigiadiraspatrici costruita nel 1895 dai F.lli Vitali a Villongo S. Alessandro (Bergamo). Parte della collezione di oggetti legati al vino è ospitata nella cantina dell'azienda, che diventa così un “museo vivente”, permettendo il continuo confronto tra le tradizioni più antiche e le moderne tecnologie.
La Sala dell'antico fienile ospita gli strumenti per le attività artigianali (come la filatura, la tessitura, le macchine per cordame, la falegnameria) e quelli utilizzati un tempo in cucina (dalle impastatrici da pane alla coltelleria per i salumi), oltre a una straordinaria collezione di trappole per topi, il banchetto del ciabattino con i suoi attrezzi, scaldaletto, ferri da stiro, lampade e molti altri oggetti ancora, a raccontare la vita della casa e le lavorazioni destinate a trasformare i prodotti agricoli in prodotti finiti.
Infine, la moderna Sala delle conferenze, utilizzata per incontri, mostre d'arte e concerti, questa sala espone strumenti usati per le attività di pastorizia e casearia, le analisi dei vini, la pesatura e la misurazione, l'allevamento del baco da seta, la filatura, vecchi giocattoli, attrezzi per la cucina e la tradizione bresciana dello spiedo, oltre a una curiosa e ricchissima collezione di oggetti bellici, come elmetti e baionette, trasformati in strumenti pacifici d'uso quotidiano.
A ricordare il trentennale della sua fondazione, è stata realizzata quest'anno una capsula destinata a fissare i tappi dei Franciacorta raffigurante il logo del Museo, che si andrà ad affiancare, per la gioia dei collezionisti, alle altre capsule della serie dei personaggi storici dell'azienda.






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