Uno dei temi di attualità che riguardano il mondo del vino, e con questo anche
quello dei distillati e delle bevande alcoliche, è il rapporto che i giovani
hanno verso questo genere di prodotti. Un tema estremamente delicato, certo,
uno di quelli che non ci si può permettere di considerare in modo leggero e
superficiale. I giovani sono coloro che in ogni epoca e in ogni luogo
rappresentano indiscutibilmente il futuro dell'umanità: lo sviluppo dei costumi
e della società attraverserà inevitabilmente la loro vita. Se è vero che il
futuro è la conseguenza del presente, ed è proprio nel futuro che i giovani di
oggi saranno gli adulti di domani, la responsabilità delle persone che in
questo momento, il momento presente, sono adulti, è di preparare delle buone
premesse a coloro che, più avanti, prenderanno il loro posto. Fra queste
responsabilità crediamo esista anche l'obbligo di conservare le culture, le
tradizioni, le memorie del passato e, soprattutto, nel rispetto di quelle degli
altri. Sono presupposti che consentono di comprendere il tempo presente e
di formare quello futuro, nella speranza che l'esperienza del passato possa
essere utile a non commettere gli stessi errori. Si sa, purtroppo, che la
storia non riesce ad insegnare nulla agli uomini e l'inesorabile ripetersi
delle stesse tragedie ne è la triste conferma.
I giovani sono spesso accusati di abusare delle bevande alcoliche, e questo
corrisponde, in termini generali, alla verità. In realtà ciò che preoccupa
veramente è proprio l'abuso, un atteggiamento di chi non sa apprezzare qualcosa
o non è stato educato al giusto apprezzamento e al rispetto di quella cosa. Va
però riconosciuto che l'atteggiamento attuale dei giovani verso il vino è, per
molti aspetti e in termini generali, diverso dalle altre bevande alcoliche e
dai super alcolici. I giovani sembrano essere attenti alla qualità del vino che
bevono - questo è certamente un fattore estremamente positivo - e, sempre in
termini generali, sembrerebbe che preferiscono berne poco ma di buona qualità.
Probabilmente questa è la conseguenza del crescente interesse nei confronti del
vino, sia da parte dei consumatori, sia da parte dei mezzi di comunicazione, e,
pare, il vino goda di una certa importanza e stima per le quali, forse, si è
portati a considerarlo con maggiore rispetto. Eppure il vino contribuisce,
unicamente attraverso il suo abuso, allo sviluppo di una piaga sociale
preoccupante: l'alcolismo. Qualcosa che, certamente, non mette in buona luce la
bevanda di Bacco e di cui non si può andare fieri: l'alcolismo è certamente
qualcosa che va prevenuto e contrastato.
Eppure le persone che si possono definire a pieno titolo appassionati del vino
non sono mai alcolisti. Chi apprezza veramente il vino conosce bene il modo in
cui rapportarsi ad esso: chi conosce e apprezza veramente il vino sa che la
moderazione è il modo migliore, oltre che il più intelligente e saggio, per
trarre il massimo piacere e il migliore appagamento da questa bevanda. Qual'è
quindi il fattore che contraddistingue coloro che sanno apprezzare il vino da
quelli che ne abusano? La cultura e la conoscenza. Se l'abuso di vino nei
giovani è dovuto alla mancanza di cultura e di conoscenza, allora non hanno
colpe, caso mai la colpa è della società, la nostra società, che non è stata
capace di educare e di fornire un'adeguata cultura ai giovani, che gli ha fatto
credere che il consumo di alcol, peggio ancora l'abuso dell'alcol, sia qualcosa
che contraddistingue le persone grandi da prendere come esempio. Che fare
quindi? Reprimere e vietare l'uso delle bevande alcoliche? Sarebbe, a nostro
avviso, ancora peggio. Ogni adulto sa benissimo che quando era giovane provava
un certo piacere nel trasgredire le regole e i divieti, come se fosse una
sfida. Inoltre, è storicamente provato, il proibizionismo ha portato gli
effetti contrari nelle società in cui è stato imposto.
Se la cultura e l'educazione, intesa come conoscenza di qualcosa nel giusto
rispetto e apprezzamento, sono i fattori che consentono un migliore rapporto
con il vino, allora è opportuno e auspicabile adoperarsi in questo senso. Si
parla molto di vino, lasciateci dire anche che spesso si sparla di vino, e
il numero di corsi di degustazione sensoriale sono in continuo aumento. È
certamente un fattore positivo che indica la diffusione di una certa cultura e
di un interesse consapevole. Il fattore ancora più positivo è che questi corsi
sono largamente frequentati da giovani. Un segno positivo di cui va
riconosciuto il merito alle tante organizzazioni professionali e amatoriali che
operano da anni in questo senso e per la diffusione della giusta cultura
enologica. La disinformazione è sempre e comunque un danno per coloro che la
subiscono, peggio ancora quando è volutamente organizzata a disinformare per
fini poco corretti e onesti. Crediamo sia ipocrita, oltre che poco corretto e
onesto, generalizzare sugli effetti negativi del vino senza fare conoscere
anche i suoi effetti positivi. La medicina e la scienza continuamente ci
informano sugli effetti del vino nel nostro organismo, sia positivi, sia
negativi: un buon modo per fare informazione dicendo semplicemente la verità
su ogni aspetto senza riserve o pregiudizi.
Il vino può certamente provocare effetti negativi sull'organismo, ma è anche
vero che questo accade solamente quando se ne abusa. Non è opportuno, quindi,
educare e informare correttamente i giovani su tutti gli aspetti, buoni e
cattivi, del vino? Comportarsi in modo corretto verso qualcuno significa anche
guadagnarsi il suo rispetto, e i giovani vanno rispettati, come qualunque altra
classe di individui, senza approfittare della loro inesperienza e del loro
desiderio di imparare e crescere. Questo è soprattutto utile per la
sopravvivenza del vino stesso: se ai giovani di oggi viene insegnato che il
vino è un elemento negativo, mostrando solamente i suoi lati negativi e senza
farlo conoscere e apprezzare per quello che è veramente, il futuro di questa
bevanda millenaria sarà tristemente segnato. In questo senso facciamo appello
all'intelligenza dei giovani e al loro desiderio di imparare e crescere: ci
auguriamo che la loro intelligenza gli serva anche ad andare oltre alla
superficialità delle cose e al semplice bere. Il vino è una cultura che
appartiene a decine di popoli del mondo, è un patrimonio dell'umanità e
dell'espressione dell'ingegno umano che si fonde con la natura. Cerchiamo di
rispettarlo e il rispetto, prima di tutto, significa non abusare.
Il rispetto è anche fatto di correttezza e con assoluta correttezza va
insegnata la cultura del vino. Chi apprezza il vino sa benissimo che ciò che ha
nel bicchiere non è qualcosa che va semplicemente bevuto: è qualcosa che va
compreso, che può raccontare mille cose di sé attraverso il coinvolgimento dei
sensi, con il suo colore, i suoi aromi e il suo gusto. Non è qualcosa che va
bevuto in modo distratto e sconsiderato. Il vino è una straordinaria bevanda
che merita rispetto, e con rispetto va trattata, che richiede attenzione, che
sa regalare momenti piacevoli ed emozioni a chi ha la volontà di comprenderlo,
ricordando sempre che tutto questo si realizza con la moderazione e mai con
l'abuso. Ecco, questo bisognerebbe insegnare ai giovani, a coloro che in un
futuro lontano avranno la responsabilità di trasmettere la cultura del vino a
quelli che inevitabilmente saranno i giovani di domani.
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