Da qualche mese, DiWineTaste si è arricchito di una nuova rubrica, quella dei
sondaggi. Questo perché riteniamo importante ascoltare l'opinione dei lettori.
Abbiamo introdotto qualche domanda sulla comunicazione e il vino; a gennaio
abbiamo riscontrato interessanti risultati. Al primo posto, almeno sino a questo
momento, voi lettori avete indicato manifestazioni e degustazioni, al
secondo viene indicato internet, al terzo le guide enologiche e al quarto si
collocano le visite in cantina. Sono risultati significativi su come siano
cambiate le preferenze sui mezzi di comunicazione che trattano il vino. Si fa
sempre più spesso riferimento al consumatore consapevole e non è un caso che
l'enoappassionato preferisca acculturarsi, provando direttamente il prodotto, in
occasione di manifestazioni enogastronomiche o di degustazioni a tema. Si parla
tanto di vino e spesso anche gli stessi produttori polemizzano sul numero di
manifestazioni che vedono il vino quale protagonista. Sta di fatto, però, che
sempre più persone, giovani e meno giovani, siano disposte anche a percorrere
svariati chilometri, per recarsi alle manifestazioni, che diano la possibilità
di degustare i vini preferiti o provarne di nuovi.
Stessa considerazione vale per le visite in cantina, sempre più in aumento in
Italia. Ci sono, ad esempio, enoturisti stranieri, disposti a percorrere in
pullman l'intera Italia, per approdare in Sicilia e visitare solo cantine.
Integralisti del vino? No, semplicemente cresce sempre di più, nel nostro Paese
e all'estero, l'interesse per la bevanda di Bacco e la voglia di capirne di più.
Le cantine si sono sempre più organizzate, creando un vero e proprio servizio di
accoglienza, costituito da persone esperte, in grado di parlare diverse lingue
straniere. A volte le cantine danno la possibilità, magari dietro il pagamento
di un corrispettivo, di organizzare un pranzo a base di pietanze tipiche del
luogo, all'interno della stessa cantina. Così, l'enoturista, tra il profumo di
vino e di barrique, sperimenta la sintesi tra vino e terroir, per dirla
alla francese. Tante le guide in commercio pronte a suggerire agli appassionati
del vino quali cantine si possono visitare nelle varie regioni. E in Italia, c'è
solo l'imbarazzo della scelta! Anche film come Sideways, che narra la storia
di un paio di amici che vanno in giro per cantine in California, hanno
contribuito a creare la moda di andare per cantine. O manifestazioni, quale
ad esempio cantine aperte, organizzata a maggio dal Movimento del Turismo
del Vino, hanno aperto le cantine ai consumatori e contribuito a diffondere la
cultura enologica.
Ci preme però condividere una riflessione con voi: al secondo posto del
sondaggio è internet il mezzo preferito per acculturarsi sul vino. E la cosa, lo
ammettiamo, ci rende felici, poiché cerchiamo ogni mese - animati dallo spirito
di fare del nostro meglio - di condividere con voi informazioni sul vino e altri
argomenti di enogastronomia. Siamo tra i Paesi nei quali i giornali vengono
letti poco e la cosa coinvolge anche le riviste sul vino. Sicuramente ci sono
diversi motivi. La congiuntura economica che stiamo vivendo fa decidere molti
di risparmiare l'abbonamento alla rivista o all'acquisto in edicola, perché
troppo costoso. O più semplicemente, non si ha il tempo di recarsi in edicola ad
acquistare la pubblicazione preferita, poiché tutti andiamo sempre di fretta.
Internet dà la possibilità, molto spesso gratuitamente, di accedere a
pubblicazioni sul vino. È un mezzo di facile consultazione, spesso interattivo,
come nel caso dei nostri sondaggi, guide ed EnoGiochi, tutti apprezzati da voi
lettori. Il nostro sito, in italiano e inglese, è letto non solo in Italia, ma
anche dall'estero, soprattutto Stati Uniti d'America, Inghilterra, Germania,
Francia, Spagna, Canada, Australia, Giappone e Corea del Sud.
Il prodotto vino è molto particolare e la comunicazione che lo riguarda è
davvero a sé. Comunicare il vino non è la stessa cosa di comunicare un
dentifricio. E non è lapalissiano! Da certi punti di vista, la comunicazione sul
vino è a tutt'oggi molto tradizionale, spesso anche troppo! Ci sono alcuni mezzi
di comunicazione che non vengono per nulla o poco considerati per comunicare il
vino. È il caso del cinema o anche della televisione. Solo alcuni vini
quotidiani vengono pubblicizzati in televisione, mentre al cinema di rado si
vede uno spot sul vino. I produttori preferiscono investire in comunicazione su
altri mezzi, in particolare le riviste specializzate e quelle rivolte agli
operatori del settore (di ristoranti, wine-bar, pizzerie, hotel). Si comunica
sul vino attraverso le attività di pubbliche relazioni, con l'organizzazione di
eventi, degustazioni, manifestazioni enogastronomiche e culturali. I produttori
giungono inoltre al pubblico degli operatori del settore e ai consumatori
attraverso le fiere. Un esempio è il Vinitaly - che si svolge in aprile a Verona
- manifestazione clou in Italia e che attira gli appassionati del vino da tutta
la penisola, oltre che le aziende di tutto il mondo.
Una recente indagine effettuata per l'agenzia di stampa Ansa, ha evidenziato che
la tendenza per il futuro vedrà sempre di più diminuire la lettura dei
quotidiani, mentre è in aumento la consultazione delle notizie su internet. Ci
dispiace molto per la carta stampata, ma è uno scenario plausibile. Gli
investimenti in comunicazione da parte dei produttori del vino non tengono
spesso conto dei trend sulla fruizione dei mezzi di comunicazione da parte dei
consumatori. Ciò avviene, perché quasi la totalità della miriade di produttori
italiani non ha la possibilità di accedere a dati, a ricerche, né spesso ha la
possibilità di finanziare indagini, poiché troppo costose. La comunicazione è
una delle leve del marketing, che però nel mondo del vino viene posto in essere
più per intuito che sulla base dei numeri e trend, appannaggio solo dei grandi
gruppi. Nel mondo del vino è molto difficile riscontrare il vero marketing,
anche perché la maggior parte delle aziende non è strutturata con un reparto
specializzato.
Oggi, molte aziende hanno un sito internet, ma ben poche sfruttano questo mezzo
dinamico. Molti siti sono statici, andando contro le caratteristiche che il
mezzo potrebbe offrire, in quanto non vengono mai aggiornati o ciò accade di
raro. Poche aziende, al contrario, utilizzano internet, per comunicare
continuamente al proprio pubblico (consumatori, fornitori, buyer della grande
distribuzione, clienti) e non ci riferiamo strettamente alla vendita on line di
vino, che in Italia, stenta ancora a decollare, perché chi acquista teme l'uso
della carta di credito o semplicemente non è abituato a utilizzarla. In Italia,
ci sono siti di aziende, note a livello mondiale, che rimangono tali e quali
anche dopo anni, senza un minimo aggiornamento. E si tratta di aziende che hanno
la capacità finanziaria e risorse umane per poterlo fare. Per le piccole aziende
vinicole è più difficile, ma a volte, queste ultime sono più capaci di tante
altre ben più note nel curare il proprio sito. Internet è un mezzo dalle enormi
potenzialità e che suscita l'interesse di tutte le fasce d'età, anche dei meno
giovani, ma che va utilizzato a fronte di una precisa strategia di
comunicazione, molto spesso inesistente. Questo è il vero problema nel mondo del
vino: nella maggioranza dei casi, la mancanza di una strategia di marketing, che
racchiuda le strategie di prodotto, comunicazione, distribuzione e prezzo. C'è
ancora troppo istinto in giro e si è troppo legati alla tradizione.
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