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  Eventi Numero 114, Gennaio 2013   
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Numero 113, Dicembre 2012 Segui DiWineTaste su Segui DiWineTaste su TwitterNumero 115, Febbraio 2013

Notiziario


 In questa rubrica sono pubblicate notizie e informazioni relativamente a eventi e manifestazioni riguardanti il mondo del vino e dell'enogastronomia. Chiunque sia interessato a rendere noti avvenimenti e manifestazioni può comunicarlo alla nostra redazione all'indirizzo e-mail.

 

A Montpellier il Salone Mondiale dei Vini Biologici


 
Nel 2013, il salone Millésime Bio festeggia 20 anni. Organizzato nel cuore della Languedoc-Roussillon, nella più importante regione per la coltivazione delle viti biologiche di Francia, Millésime Bio è diventato nel corso degli anni un evento internazionale irrinunciabile del settore della viticoltura biologica, in Francia e nel mondo. Per questa XX edizione, sono attesi 700 espositori, provenienti da tutti i Paesi o Regioni di produzione, e circa 3.500 visitatori. Un successo che conferma il crescente interesse generale per i prodotti biologici. Per il ventesimo anno consecutivo, Millésime Bio riunisce tutta la “biosfera” del vino: produttori certificati bio provenienti da 11 Paesi d'Europa, del Nord e Sud America, ma anche dall'Africa. Creato da un gruppo di viticoltori del Languedoc-Roussillon, Millésime Bio riunisce ogni anno i principali operatori mondiali del vino: commercianti, distributori, cantinieri, sommelier, responsabili di bar, alberghi e ristoranti, importatori originari dei 5 continenti.
Per l'edizione 2013, il salone accoglierà una nuova cantina cilena della regione di Maipo, cinque produttori portoghesi e sei austriaci in più rispetto all'anno precedente. I sudafricani Lazanou e Waverley Hills, la svizzera Humbel, l'egiziana Egybev e la cantina californiana Frey - pioniere del vino biologico oltre atlantico - restano fedeli a Millésime Bio, senza contare tutti i produttori francesi, spagnoli e italiani.
In occasione del ventesimo anniversario, tutti gli espositori e visitatori del salone sono invitati a una serata cocktail in un ambiente conviviale e festoso (alle ore 19 nel Padiglione 7). In apertura della serata, Thierry Julien, Presidente di Sudvinbio, e Michael Apstein, Presidente della giuria del Premio Millésime Bio 2013, consegneranno le medaglie d'oro del concorso. Con circa 900 campioni di vino provenienti da numerose regioni viticole del mondo, questo concorso ha confermato il suo ruolo di grande gara internazionale del vino. Quest'anno, la degustazione dei campioni di vino da parte di una giuria di professionisti si svolgerà il 27 novembre 2012.
Ci saranno inoltre numerosi eventi per favorire gli scambi: una tavola rotonda organizzata dall'Agenzia Bio sulla viticoltura europea e conferenze sul mercato del vino biologico e sulla nuova normativa europea. Ci sarà anche una giornata di degustazione del Forum Internazionale degli Affari, organizzata dalla filiera del vino del Sud de France Export.
Nella precedente edizione, Millésime Bio ha riunito 588 espositori, produttori di 13 differenti nazionalità, e oltre 3.300 visitatori professionali, di cui il 22% provenienti dall'estero. Gli operatori del Benelux (16,7% sul totale degli stranieri), della Germania (13%), i nordamericani (12,5%) e gli scandinavi (11,5%) restano i principali visitatori del salone.
Con oltre 61.055 ettari coltivati in modo biologico in Francia nel 2011 rispetto ai 50.268 ettari del 2010, la vite biologica registra una crescita del 21%. In 4 anni, le superfici di produzione sono quasi triplicate. Il numero di aziende viticole è passato da 3.945 nel 2010 a 4.692 del 2011. Alla testa del gruppo, si posizionano 3 regioni francesi: la Languedoc-Roussillon (19.907 ettari, +21% in un anno), seguita dalla Provenza-Costa Azzurra (13.788 ettari, +23% in un anno) e dall'Aquitania (9.498 ettari, +23% in un anno). Su scala mondiale, la Francia si rivela un buon allievo, piazzandosi in seconda posizione dietro la Spagna.
Per quando riguarda i consumi, 1 francese su 3 consuma vino biologico regolarmente o saltuariamente (studio IPSOS) e il mercato francese del vino biologico raggiunge i 359 milioni di euro. www.millesime-bio.com

 

Dennis Metz è il Migliore Sommelier d'Italia 2012

Si è svolta oggi al teatro Elfo Puccini di Milano la finale del Concorso “Migliore Sommelier d'Italia - Premio Franciacorta 2012”, l'ambìto riconoscimento che sottolinea l'impegno condiviso tra l'Associazione Italiana Sommelier e il Consorzio Franciacorta nell'affermare la cultura della qualità in tutto il mondo dell'enogastronomia.
A vincere il titolo nazionale e l'ambìto taste vin tricolore è stato Dennis Metz, seguito da Daniele Arcangeli e Valentina Merolli Porretta. Una sfida appassionante quella dei 3 sommelier AIS giunti in finale. Dopo una selezione molto impegnativa iniziata in mattinata insieme agli altri 8 pretendenti, oggi si sono misurati in una serie di prove di abilità aperte al pubblico, che non hanno mancato di stupire e coinvolgere tutti i presenti. Dalla descrizione organolettica al riconoscimento di quattro bevande alcoliche, dall'abbinamento cibo-vino al servizio di una bottiglia magnum Franciacorta e ancora l'accoglienza dei clienti e la presa dell'ordine in lingua straniera e una prova speciale di comunicazione.
Al vincitore un assegno da 7.000 euro e 6 magnum di Franciacorta, consegnate da Maurizio Zanella, Presidente del Consorzio Franciacorta che, per il terzo anno consecutivo, è partner del Concorso con l'obiettivo di sostenere AIS nella diffusione della conoscenza delle più prestigiose realtà vitivinicole italiane e nella promozione della cultura del vino, di cui i sommelier sono i principali portavoce sia in Italia che all'Estero.
«Se oggi nel nostro Paese si beve meglio e soprattutto con maggiore senso di responsabilità - ha dichiarato Antonello Maietta, Presidente dell'AIS - è anche grazie al contributo dei sommelier che, nei ristoranti, nelle enoteche, nelle aziende vitivinicole e ultimamente anche negli ipermercati, interpretano al meglio il ruolo di comunicatori del vino di qualità. Siamo davvero soddisfatti - prosegue Maietta - dell'ottimo livello di preparazione dei sommelier in gara che dimostra come la didattica di altissimo profilo di scuola AIS rappresenti uno strumento formativo autorevole per praticare con successo questa professione».
«Essere al fianco di AIS per celebrare la competenza unita alla passione di chi, come questi sommelier, ha fatto del mondo del vino la propria professione - ha concluso Maurizio Zanella, Presidente del Consorzio Franciacorta - ha una valenza che va oltre l'evento. Guardando al futuro, poter contare su un numero crescente di esperti qualificati in questo complesso settore, che comunichino correttamente il vino e quanto esso esprime in termini di tradizione, tecnica, impegno e territorio, è presupposto fondamentale per favorire la diffusione del “buon gusto” raccontato ogni giorno dal nostro miglior made in Italy».

Prosecco Superiore: Crescita Fa Rima con Sostenibilità

Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore si conferma lo spumante DOCG italiano più amato. A dimostrarlo sono i dati del Centro Studi del Distretto Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, presentati lo scorso 15 dicembre 2012 a Solighetto di Pieve di Soligo (TV). Nonostante la difficile congiuntura che sta attraversando l'economica italiana, la Denominazione dimostra un buono stato di salute. L'esame dei dati 2011 della Denominazione conferma il trend che, dal 2003-2011 ha segnato una crescita in volume pari al 74%, raggiungendo un mercato di quasi 70 milioni di bottiglie e un incremento in valore del 68% rispetto al 2003 arrivando a un giro d'affari di oltre 420 milioni di euro. Il mercato premia quindi l'area storica di produzione del Prosecco che, tuttavia, guarda agli impegni futuri. Tra questi, il primo è rendere la viticoltura più sostenibile per l'ambiente. Con la finalità di confrontarsi con alcune delle più interessanti esperienze internazionali, durante la presentazione del 15 dicembre 2012 sono intervenuti relatori autorevoli come Dominique Moncomble, Direttore dei Servizi Tecnici del Comitato Interprofessionale Vini Champagne, Vasco Boatto, responsabile del Centro Studi di Distretto Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, Eugenio Pomarici, docente dell'Università Federico II di Napoli, Francesco Iacono, responsabile Arcipelago Muratori e Giancarlo Gramatica, Client Service Director di IRI Simphony Group.
In questi nove anni la crescita in volume sul mercato italiano ha registrato un tasso medio annuo pari al 7,7%, segnalando, relativamente, le migliori performance nelle macro regioni del Nord Est, con un +76,5% rispetto al 2003, e nelle regioni centrali e meridionali del Paese (mediamente pari a un +8% all'anno). Riguardo i canali, la Distribuzione Moderna è passata da 6,02 a 13,02 milioni di bottiglie, segnalando un +116,1% rispetto al 2003, come evidenziato dall'intervento di Giancarlo Gramatica. Contestualmente, l'Ho.Re.Ca e i grossisti, con oltre il 50% delle vendite nazionali, confermano il ruolo fondamentale nella valorizzazione del prodotto, soprattutto per le categorie a maggiore valore aggiunto.
Anche il livello dei prezzi ha registrato performance interessanti: nonostante la difficile congiuntura, le aziende sono riuscite a mantenere inalterate le posizioni e focalizzare il 63,5% dei volumi, nel segmento dei vini Premium. Oggi i vini del Conegliano Valdobbiadene DOCG si vendono in oltre 80 Paesi per un volume di oltre 28 milioni di bottiglie. Il valore all'origine dell'export del Prosecco Superiore DOCG è stimato sui 115 milioni di euro, con un aumento pari al 10,2% su base annuale, e l'export rappresenta oggi il 42% delle vendite.
Tale percentuale dimostra una propensione alle esportazioni molto prossima a quella dello Champagne, a riprova del crescente apprezzamento del Prosecco Superiore DOCG presso il consumatore internazionale di vini spumanti. La Germania mantiene il ruolo di mercato leader a livello mondiale guadagnando, negli ultimi 9 anni, una quota di mercato di oltre 5 milioni di bottiglie, pari a un +156,2% dei volumi, mentre il mercato Nord americano si colloca in seconda posizione con una significativa crescita dell'export, trainato da un +180,8% degli USA.
Performance positive sono registrate anche dalla Svizzera, che si contraddistingue per la significativa crescita nell'ultimo anno, segnalando un +29,9%. Le potenzialità di crescita della Denominazione sono confermate dalle performance dell'export verso le altre destinazioni europee (Paesi europei dell'Est Europeo, Russia, Scandinavia, Benelux, ecc.) ed extra europee (Paesi dell'America Latina, Brasile, Oceania, Canada, altri Paesi asiatici e africani).
Dall'esame sul livello dei prezzi nei quattro dei principali mercati di esportazione (Germania, Svizzera, Regno Unito e USA) emerge come, in rapporto alla media delle esportazioni italiane di spumante, il Conegliano Valdobbiadene registra valori mediamente pari al 40%.
Con l'introduzione della DOCG Conegliano Valdobbiadene e la creazione della DOC Prosecco, per i produttori dell'area storica è emersa l'esigenza di differenziare il proprio prodotto dando maggiore valore al prodotto della viticoltura di collina. Con questo obiettivo è nato il progetto Rive, vino prodotto da singoli vigneti posti nelle zone più vocate, spesso su pendenze estreme. Questo progetto sta dando oggi i suoi frutti. I dati, infatti, confermano come il Superiore di Cartizze DOCG e del Rive DOCG si posizionino nelle fasce più alte, Ultrapremium per il primo, Premium e Super Premium per il Rive che, nell'ultimo anno, ha registrato un incremento di produzione del 60,8%.
Il mercato, quindi, premia l'area di produzione storica per il prosecco, le colline di Conegliano Valdobbiadene. I produttori però non si adagiano sugli allori e pensano già al futuro. Il primo imperativo sarà ridurre ulteriormente l'impatto ambientale e per questo il Consorzio di Tutela ha già messo in atto diverse azioni. La più importante è certamente l'innovativo Protocollo Viticolo, primo codice di autoregolamentazione che disciplina l'uso dei fitofarmaci da parte dei produttori e che diverrà presto obbligatorio. Accanto a questo, molte sono le sperimentazioni, dalla conservazione della biodiversità alla valorizzazione del paesaggio. La sensibilità alla tematica, d'altro canto, è sempre maggiore anche da parte dei produttori, come dimostrato dall'intervento di Vasco Boatto sull'indagine svolta tra i produttori di Conegliano Valdobbiadene. Molte di queste azioni accomunano la denominazione alla Champagne, rappresentata durante l'evento da Dominique Moncomble. La regione simbolo delle bollicine ha in questi anni avviato progetti concreti per la riduzione dell'impatto ambientale, dandosi anche obiettivi e tempi per la riduzione di utilizzo dei fitofarmaci o delle emissioni di Co2, solo per citarne alcune.
Molte sono però le regioni vinicole internazionali che stanno lavorando in questa direzione, dalla California alla Nuova Zelanda, come dimostrato da Eugenio Pomarici. Anche in Italia, tuttavia, non mancano progetti importanti che uniscono alcune delle più importanti aziende vinicole italiane come spiegato da Francesco Iacono. Dai risultati è stata delineata, inoltre, una prima indagine dell'impegno delle imprese imbottigliatrici negli ambiti della vitivinicoltura sostenibile, da cui si denota il coinvolgimento delle imprese nel rispetto dei seguenti punti: azioni e progetti di valorizzazione e conservazione dell'ambiente e del paesaggio della DOCG; produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili; adesione a procedure e comportamenti virtuosi che prevedono un riciclo selettivo dei materiali utilizzati; impiego di best practices rispettose dei metodi della produzione integrata, biologica e biodinamica; adesione alle direttive ecocompatibili previste dal protocollo viticolo.
Al riguardo, appare significativo menzionare la crescente sensibilità del territorio riguardo ad approcci innovativi, come l'ecological footprint e la formazione del capitale umano sulle tematiche di rispetto dell'ambiente. Questi fattori insieme alla conservazione dell'ambiente e alla valorizzazione del paesaggio (tradizionale-culturale) costituiscono dei punti di forza del Conegliano Valdobbiadene in quanto, come dimostrano recente studi, la bellezza del paesaggio può positivamente interessare la qualità percepita del Prosecco Superiore DOCG nell'immaginario del consumatore. A quest'ultimo riguardo, il prezzo del prodotto rappresenta un segnale della relazione positiva con la qualità percepita del paesaggio e del vino.
In questo contesto, si conferma, l'importanza dell'apporto della formazione e della ricerca assicurata dal ricco intreccio tra imprese e Centri di formazione, in primis Scuola Enologica, e le strutture avanzate dell'Università e i rapporti tra imprese che mantengono e rafforzano il clima della vera “Scuola imprenditoriale”.

Le Distillerie Soffrono, Ma Resistono

Le distillerie reggono la crisi e credono nella ripresa, nonostante la crisi economica. È questo il dato che emerge dall'Osservatorio congiunturale sull'industria dei distillati, studio effettuato da Format, società specializzata in ricerche di mercato, in relazione al terzo trimestre del 2012. L'indagine, voluta da AssoDistil, l'associazione nazionale degli industriali distillatori, analizza lo stato di salute di un settore che, da anni, rappresenta una parte importante del “Made in Italy”. Rispetto al complesso delle imprese italiane, le aziende della distillazione sembrano affrontare meglio la crisi. All'interno del settore, secondo l'analisi di Format, le imprese più solide sono quelle più grandi (oltre 49 addetti), mentre le più piccole esprimono segnali di sofferenza. In particolare, è il Nord-Ovest a contare sulle migliori prestazioni economiche, soprattutto tra le grandi imprese, che, nel 50% dei casi, parlano di crescita.
A marcare la differenza tra le distillerie e gli altri settori produttivi è la tenuta dell'occupazione: nel terzo trimestre dell'anno, il saldo tra le aziende che hanno aumentato l'occupazione e quelle che l'hanno ridotta è positivo. Buone le previsioni per la fine del 2012: il 91,7% delle distillerie manterrà invariato il numero dei dipendenti.
Le note dolenti dell'Osservatorio congiunturale riguardano invece la situazione finanziaria e creditizia. Secondo lo studio, i clienti delle imprese hanno dilazionato i tempi dei pagamenti, eguagliando quelli della totalità dell'indistria italiana. Quasi il 48% delle imprese della distillazione sottolinea come i tempi dei pagamenti si siano allungati. In particolare, sono le aziende al di sotto dei 9 addetti le più in difficoltà (77%), in particolare al Centro-Sud. Inoltre, il 62% delle distillerie affermano di aver fatto fronte ai propri impegni finanziari, ma con difficoltà.
Per quanto riguarda il rapporto con il credito, nel terzo trimestre, soltanto il 21% delle imprese della distillazione si è rivolta alle banche per chiedere finanziamenti. Di queste, meno della metà hanno visto accogliere le proprie richieste, mentre quasi il 10% se lo è visto rifiutare.
Eppure, circa il 30% delle distillerie ha investito nella propria azienda, in particolare in macchinari (30%), in pubblicità e comunicazione sul marchio (34,5%), in innovazione di processo (19%). In media, circa il 15% del fatturato delle distilleria proviene dalla vendita dei loro prodotti all'estero. Il mercato più importante resta l'Europa, seguito da Nord America ed Estremo Oriente. Nessuno, però, pensa a delocalizzare l'attività.
«Le nostre aziende - dichiara Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil - hanno dimostrato di credere ancora nell'Italia, continuando a investire, a dare lavoro, a creare valore aggiunto, evitando di delocalizzare. Sono prevalentemente piccole aziende che si basano su una tradizione familiare, eppure hanno mostrato grande capacità di reazione. I distillati - conclude il numero uno degli industriali di settore - rappresentano un pezzo importante del “Made in Italy” e per questo meritano tutela e riconoscimento da parte delle istituzioni di settore, italiane ed europee».

Mezzo Secolo della Romagna dei Vini

“Mezzo secolo della Romagna dei vini”. Questo il titolo del libro celebrativo del 50° anno di attività del Consorzio Vini di Romagna, uscito a dicembre 2012 a conclusione delle iniziative per l'importante traguardo raggiunto (edito da Consorzio Vini di Romagna, 224 pagine).
Sfogliando le pagine del volume si ripercorre la storia del vino e delle genti che giorno dopo giorno, da quel lontano 1962 quando il Consorzio fu fondato a Faenza, hanno contribuito a elevare questo prodotto romagnolo fino a raggiungere gli odierni massimi livelli, come testimoniano le più importanti guide enologiche di questi ultimi anni e gli apprezzamenti di esperti e grandi chef.
Un affresco sul corso dell'Ente Vini, poi Consorzio Vini di Romagna, che spazia dagli albori entusiasti dei primi anni 1960 fino ai giorni nostri. Un racconto attraverso gli occhi e le penne di alcuni dei protagonisti della sua storia, con la piacevole memoria di una serie di personaggi che hanno avuto un ruolo importante direttamente nelle vicende istituzionali o nell'indirizzo della missione consortile, o al più negli sviluppi che hanno caratterizzato il vino di Romagna e la sua crescita qualitativa, commerciale, d'immagine. I personaggi sono: il romagnolo Luca Gardini, miglior sommelier del Mondo 2010; gli storici titolari de “La Frasca” - Gianfranco Bolognesi - e di “Torre Pratesi” - Nerio Raccagni; lo chef stellato Paolo Teverini; il sommelier Marco Nannetti, contitolare di Enoteca Italiana a Bologna; Cesare Intrieri, professore emerito dell'Università degli Studi di Bologna; Francesca Adinolfi, già dirigente del Ministero delle Politiche Agricole; Aureliano Amati, già ordinario di Enologia presso l'Università degli Studi di Bologna; Lorenzo Cappelli, primo tribuno del Tribunato di Romagna. La prefazione del volume è affidata all'Assessore all'agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, mentre l'introduzione è del Presidente del Consorzio Vini di Romagna, Giordano Zinzani.
Una storia che si snoda tra vigneti ed evoluzione delle forme d'allevamento, modi di vinificare e tipologie di uve utilizzate, rivendicazioni delle denominazioni d'origine - l'Albana di Romagna fu nel 1987 il primo bianco d'Italia a ottenere la prestigiosa “G” nella sua denominazione, e quindi in questo 2012 ricorre anche il 25° anniversario della sua DOCG - e promozione tout court delle produzioni imbottigliate certificate.
Una bella sezione di fotografie storiche sancisce i passi che hanno promosso via via in giro per il Mondo i migliori vini locali; immagini da cui traspare un orgoglio e una passione tutta romagnola nel comunicare le proprie cose migliori.
Non potevano mancare nella pagine del libro alcune importanti riflessioni sul futuro dei vini di Romagna e sul ruolo rinnovato del Consorzio, anche in virtù del fatto che ha ottenuto nel corso dell'estate dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il prestigioso riconoscimento Erga Omnes che ora lo pone alla guida di tutte le aziende fruitrici - soci e non - delle denominazioni d'origine romagnole: una grande responsabilità per guidare all'affermazione e alla notorietà un territorio dei vini con grandi potenzialità, quale è la Romagna.
Completa l'opera un ricordo di un grande sostenitore della Romagna e dei suoi vini, l'indimenticabile Tonino Guerra. A siglare la stretta implicazione tra la storia del Consorzio e quella delle aziende socie che vi hanno creduto e vi credono, una sezione finale è dedicata alle aziende oggi aderenti, che rappresentano di fatto l'anima, il cuore, lo spirito e il corpo del Consorzio Vini di Romagna.
La presentazione del libro “Mezzo secolo della Romagna dei vini” si è arricchita di un altro importante progetto promosso dal Consorzio Vini di Romagna: la realizzazione della mappa “Sottozone del Romagna Sangiovese” consultabile su dispositivo mobile iPad e iPhone, edita da Enogea. Si tratta di un nuovo strumento per rendere omaggio a un grande territorio vitivinicolo che, grazie a quest'opera e alla moderna tecnologia di uso sempre più quotidiano e diffuso, sarà maggiormente percepito nella ricchezza delle sue espressioni locali e particolarità zonali. Così come ogni regione di grandi vini merita di essere conosciuta e apprezzata.






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