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  Eventi Numero 138, Marzo 2015   
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Numero 137, Febbraio 2015 Segui DiWineTaste su Segui DiWineTaste su TwitterNumero 139, Aprile 2015

Notiziario


 In questa rubrica sono pubblicate notizie e informazioni relativamente a eventi e manifestazioni riguardanti il mondo del vino e dell'enogastronomia. Chiunque sia interessato a rendere noti avvenimenti e manifestazioni può comunicarlo alla nostra redazione all'indirizzo e-mail.

 

Amarone Tedeschi: il 2015 Comincia alla Grande


 
Per tutti gli appassionati di Amarone Tedeschi, ecco quali sono le novità di questo inizio di 2015. In primis sta per uscire sul mercato il Capitel Monte Olmi 2009, Amarone della Valpolicella DOC Classico. Il vino, che diventa anche Riserva, ha appena ottenuto i maggiori punteggi tra i vini italiani degustati alla Sessione Autunnale di degustazione dei vini di Gilbert & Gaillard, la rinomata guida internazionale dei vini tradotta in 9 lingue. La responsabile in Italia della Guida, la signora Isabel Ferran, ci ha riportato i commenti di François Gilbert: «Era un vino così perfetto da essere esempio didattico, capace di sedurre anche quelli che non conoscono la denominazione. Molto difficile saper produrre un vino così preciso in naso ed in bocca. Bella la nota di cacao in bocca, grande persistenza degli aromi retronasali. Magnifico!» Lo dicono anche i francesi. Cosa si può volere di più?
Grande attesa anche per Amarone della Valpolicella DOCG 2011, un Amarone di vero successo di vendita in Canada, punto di riferimento in Ontario e non solo. Questo vino è ottenuto da uve raccolte in vari vigneti situati sulle colline della Valpolicella (colline di Mezzane e di Tregnago). La diversa provenienza delle differenti varietà di uve è importante al fine di ottenere vini ben equilibrati, con buona struttura che solo alcune singole aree collinari della Valpolicella possono dare.
La popolarità dei vini Tedeschi in Canada è nota da parecchio tempo, in particolare in Ontario. È stata infatti una positiva scoperta qualche anno fa, trovare una bottiglia di Amarone Tedeschi su uno dei ripiani del negozio di souvenir dell'Art Gallery di Toronto, mostrando un bel tappo di porcellana a forma di colomba! Sempre a Toronto, Riccardo Tedeschi, due anni fa, si è aggiudicato dalla Cambridge Food & Wine Society il Riedel Wine Maker of the Year. Insomma solide soddisfazioni, se aggiungiamo la più recente proveniente dagli Stati Uniti: secondo il più potente e famoso portale di ricerca di vini in internet, WineSearcher, il nostro Amarone si trova tra i primi 10 Amarone più popolari nel mondo.
E infine che dire della vendemmia 2014? Ora che la vinificazione è stata portata a termine, si possono finalmente fare delle considerazioni. Non è stata un'annata facile, soprattutto per l'andamento climatico che ha rimescolato spesso le carte. La situazione atmosferica alterna ha caratterizzato tutte le regioni viticole italiane e dal punto di vista tecnico, questa annata è stata un vero e proprio banco di prova rispetto alla capacità professionale e alla meticolosità di lavoro dei vari viticoltori. Grazie ai trattamenti in campagna eseguiti al momento giusto e nella giusta quantità, i risultati qualitativi del vino Tedeschi 2014 sono stati più che convincenti. Si può quindi affermare che è stata un'annata al di sopra delle aspettative. Buona concentrazione e colore, minori gradazioni alcoliche rispetto al passato e un'acidità più sostenuta che assicurerà una maggior freschezza in termini di aromi e una miglior conservazione nel tempo, sono le caratteristiche del vino 2014 messe in luce da Riccardo Tedeschi, l'enologo di famiglia. La produzione è inferiore rispetto alle annate precedenti, sia per una selezione più limitata sia per rese più basse. La selezione delle uve è stata fatta come sempre solo nei vigneti di collina, quelli secondo l'esperienza Tedeschi sono più idonei a produrre Amarone e i grandi vini della Valpolicella.
Un ottimo inizio 2015 per la famiglia Tedeschi che, sempre con un occhio di riguardo alla qualità e al carattere dei vini, continua nel suo lavoro con estrema dedizione e pazienza, accudendo una lunga tradizione iniziata nel 1630.

Concorso Giornalistico “Il Bursôn e il Suo Territorio”

Non c'è due senza tre e così per il terzo anno consecutivo viene riproposto il concorso giornalistico “Il Bursôn e il suo territorio”, organizzato dal Consorzio Il Bagnacavallo di Ravenna. Obiettivo del concorso: premiare i migliori articoli editi (su carta stampata e online, anche su testate non registrate) e/o servizi radio e TV andati in onda, che hanno come protagonista il vino Bursôn e l'Uva Longanesi, nel contesto della pianura ravennate e dei vitigni autoctoni.
C'è tempo fino al 31 agosto 2015 per partecipare al concorso inviando articoli pubblicati dal 1 ottobre 2014 al 31 agosto 2015 o i servizi radio/TV andati in onda nello stesso periodo. La partecipazione è gratuita e vi possono concorrere giornalisti, pubblicisti, blogger anche non iscritti all'ordine dei giornalisti, purché di età superiore ai 18 anni.
La storia dell'Uva Longanesi nasce da una felice intuizione di Antonio Longanesi, soprannominato “Bursôn”. Classe 1921, nasce a Boncellino, nel comune di Bagnacavallo (Ravenna). Antonio, amante della caccia, era solito trascorrere le giornate invernali in un capanno situato nei pressi di una quercia, sulla quale si arrampicava una vite selvatica. Una vite sconosciuta che lo incuriosisce per la dolcezza dell'uva e la capacità di rimanere sana fino a tardo autunno. Con grande stupore scoprì anche che l'uva era in grado di dare un vino rosso di ben 14 gradi alcolici. La nascita del vino “Bursôn”, così com'è conosciuto oggi, è però datata 1996, quando l'enologo Sergio Ragazzini e l'amico Roberto Ercolani (viticoltore), entrambi di Bagnacavallo, decidono di creare un “grande vino rosso di pianura” di lungo invecchiamento. Il primo anno, quasi per scommessa, producono 780 bottiglie. Poi prove, analisi e il grande desiderio di far riconoscere quest'uva unica e la volontà di dare vita a un Consorzio che nascerà nel 1999. Nel 2000 grazie agli studi del CRPV di Tebano e delle analisi del DNA svolte all'Istituto di San Michele all'Adige, l'uva salvata da Antonio Longanesi viene iscritta al Registro delle Varietà da vino con il nome di “Uva Longanesi”. Il nome del vino, “Bursôn”, è stato depositato e registrato a tutela della sua tipicità dal Consorzio “Il Bagnacavallo”. Questa vite e il suo vino sono così legati in modo indissolubile al territorio di Bagnacavallo e alla pianura romagnola limitrofa.
I lavori possono essere inviati via posta al Consorzio Il Bagnacavallo, Via Ungaretti 1, Villanova di Bagnacavallo (Ravenna) c/o Ecomuseo delle Erbe Palustri, oppure via mail a consorzioilbagnacavallo@gmail.com, specificando in entrambi i casi: “Concorso giornalistico Premio Burson, Edizione 2015”.
Interessanti i premi messi a disposizione per vincitori. Il 1° qualificato si aggiudicherà una targa-gioiello creato appositamente dall'orafo Paolo Ponzi e 60 bottiglie di Bursôn Etichetta Nera, per un valore complessivo di € 1.500; il 2° qualificato 60 bottiglie di Bursôn Etichetta Nera del valore complessivo di € 1.000; mentre al Premio speciale della giuria dei produttori verranno consegnate 30 bottiglie di Bursôn etichetta Nera del valore di € 500. La cerimonia di premiazione avverrà nel mese di settembre 2015. Per informazioni: Consorzio Il Bagnacavallo, Tel. 0545 61632 consorzioilbagnacavallo@gmail.com. Il bando integrale del concorso è consultabile sul sito www.consorzioilbagnacavallo.it.

Grandi Langhe Docg

Dal 18 al 20 marzo 2015, forte del successo della prima edizione, torna Grandi Langhe Docg, la manifestazione biennale organizzata dal Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, in collaborazione con il Consorzio Turistico Langhe, Monferrato, Roero e il Consorzio Tutela del Roero, aperta esclusivamente ai professionisti di settore nazionali e internazionali.
Tre giorni di degustazioni itineranti nei diversi comuni di origine che permetteranno di conoscere i vini direttamente dai produttori scoprendo la ricchezza di questa terra, apprezzandone la storia, le tradizioni e stringendo nuovi accordi commerciali. Un vero e proprio “viaggio” nelle Langhe, nel Roero e nel Monferrato, paesaggi vitivinicoli proclamati Patrimonio mondiale dell'umanità dal comitato Unesco.
I protagonisti indiscussi di questo imperdibile appuntamento saranno naturalmente i grandi vini DOCG delle Langhe: Barolo, Barbaresco, Diano d'Alba, Dogliani e Roero. Vini di eccellenza e qualità riconosciuta nel mondo come riconosciuto è il valore universale della regione vitivinicola da cui provengono. Il programma prevede, per ogni giornata, due diverse località dove poter accedere a degustazioni gratuite dedicate alle specifiche denominazioni DOCG presentate.

Diritti d'Impianto: Salvi 46.000 Ettari di Vigna

«La politica ha superato paure e demagogie in favore del buon senso. Un'azione forte e coraggiosa che il ministro Martina ha portato avanti con grande responsabilità salvando, di fatto, il “vigneto Italia”. A lui desidero esprimere il nostro più sincero apprezzamento.» Con queste parole Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini - la principale organizzazione di settore nel comparto, espressione della rappresentanza nazionale e unitaria di tutti i soggetti imprenditoriali e professionali della filiera vitivinicola (rappresentano oltre il 50% del fatturato nazionale nel settore del commercio vinicolo e l'85% dell'export) - commenta l'autorizzazione del Consiglio dei Ministri del 10 febbraio al Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ad adottare il provvedimento, proposto dal Mipaaf, grazie al quale sarà possibile la conversione dei diritti di impianto dei vigneti fino al 31 dicembre 2020 e, in quest'ultimo anno concesso dalla nuova PAC, il trasferimento su tutto il territorio nazionale, entro il 31 dicembre 2015, dei diritti di impianto.
«Il ministro Martina e il Consiglio dei ministri - continua Domenico Zonin - attraverso questo decreto dimostrano di aver compreso il grave rischio che stava correndo la nostra vitivinicoltura. Avremmo potuto perdere parte dei 46.000 ettari di diritti di reimpianto in portafoglio dei produttori, pari al 7% del “vigneto Italia”, che, tradotti in vino, significano 3,5 milioni di ettolitri potenziali, portando alla definitiva perdita del primato produttivo mondiale di vino - che il nostro Paese si contende, ancora, con la Francia (e da quest'anno anche con la Spagna) - con evidenti, gravi, ripercussioni negative sulla capacità produttiva e la competitività del sistema vitivinicolo italiano.»
«Il provvedimento del ministro Martina, - prosegue Zonin - consente inoltre la trasformazione del diritto di impianto in autorizzazione fino al 31 dicembre 2020, offrendo al viticoltore un periodo più lungo per realizzare il vigneto. Anche questo è un fattore che contribuisce fattivamente ad evitare la diminuzione della superficie vitata nazionale.»
«Questo decreto - aggiunge Zonin - sicuramente sarà in grado di rafforzare la competitività del settore e riporterà in una situazione di equilibrio le quotazioni dei diritti di impianto. In alcune zone, infatti, si sono registrate tensioni speculative che hanno fatto schizzare i prezzi dei diritti dai tre-quattromila euro a ettaro degli scorsi anni a quota dieci-docicimila euro a ettaro.»
«Solo difendendo il vigneto italiano - conclude il presidente Domenico Zonin - aiuteremo anche i produttori delle regioni più deboli che potranno rivolgersi al mercato nazionale trovando sicuramente un maggior numero di acquirenti per la vendita dei propri diritti e spuntando certamente prezzi migliori rispetto al ristretto mercato regionale. Anche in questo senso credo si muova il decreto approvato dal Governo che, come afferma il ministro Martina, è in campo per la salvaguardia e per accompagnare la crescita di un settore strategico, quello vitivinicolo, che esporta più di 5 miliardi di export.»

Conegliano Valdobbiadene: un Nuovo Passo Verso l'Unesco

Le colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore sono il primo sito della provincia di Treviso ad essere iscritte nella Tentative List italiana delle candidature a Patrimonio Unesco e oggi si è compiuto un nuovo passo in avanti per l'ottenimento di questo importante riconoscimento.
Si è svolto un nuovo incontro dell'ATS Colline di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell'Umanità presso la sede della Provincia di Treviso. Presenti, oltre al rappresentate dell'ATS, Innocente Nardi, i rappresentanti della Regione Veneto, il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, il rappresentante del Consorzio di Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene DOCG, Ludovico Giustiniani, il rappresentante della camera di Commercio di Treviso, Fulvio Brunetta, il sindaco di Conegliano Floriano Zambon, il sindaco di Valdobbiadene, Luciano Fregonese e l'assessore Barbara Fornasier in rappresentanza del Sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan.
«Ad avvicinare l'orizzonte di questo importante traguardo sono state le recenti deliberazioni della Regione Veneto - ha voluto sottolineare Innocente Nardi - che ha sempre sostenuto il progetto anche a livello economico e istituzionale. Desidero ringraziare il Governatore Luca Zaia che ha voluto e gestito personalmente l'iter necessario, impegnandosi in prima persona in questo progetto, fin da quando ricopriva la carica di Ministro dell'Agricoltura.»
Le colline del Conegliano Valdobbiadene rappresentano infatti un paesaggio culturale di valore unico, che unisce la storia all'arte, la cultura del lavoro fatto a mano alla lunga tradizione spumantistica, inaugurata nel 1876 con la fondazione della prima Scuola Enologica d'Italia. Il prodotto simbolo è il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, divenuto oggi un vero simbolo dell'Italia ed uno degli spumanti di maggior successo nel mondo.






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