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  Editoriale Numero 164, Estate 2017   
2017: Un'Annata Senza Mezzi Termini2017: Un'Annata Senza Mezzi Termini  Sommario 
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2017: Un'Annata Senza Mezzi Termini


 Il 2017 sembra essersi seriamente candidato a diventare uno degli anni che ricorderemo a lungo. Non tanto per la qualità dei vini - della quale, evidentemente, non possiamo parlarne adesso - piuttosto per i suoi capricci e le sue stranezze in termini meteorologici. Quello che sta accadendo nel 2017, dal punto di vista del tempo e dei suoi effetti nella meteorologia, sta provocando ben più di una preoccupazione agli agricoltori. Vignaioli compresi, ovviamente. Se consideriamo che siamo solamente all'inizio dell'estate e per arrivare alla vendemmia deve passare ancora qualche mese, non c'è da stare molto tranquilli. Lo stesso vale per chi si dedica ad altre colture: prima di procedere con il raccolto, deve passare ancora un po' di tempo. Per non parlare di quelle attività agricole che raccolgono i frutti del loro lavoro in autunno, come per esempio l'olivicoltura.


 

 Un'annata senza mezzi termini. Dopo avere flagellato nello scorso aprile vigneti e altre colture con le severe gelate - provocando ingenti danni - il 2017 pare non abbia ancora finito di fare preoccupare gli agricoltori. Da un estremo all'altro, dalle proverbiali e inaspettate basse temperature di aprile, all'insopportabile afa di fine primavera e inizio estate. In realtà, non è esattamente il caldo a preoccupare vignaioli e agricoltori. La repentina e feroce ondata di caldo ha ulteriormente aggravato le condizioni idriche del suolo, oramai deprivato della preziosa acqua, anche a causa della lunghissima assenza delle piogge. Non piove, e da diverso tempo, pertanto quello che adesso preoccupa maggiormente è la siccità. Se le gelate di aprile hanno provocato danni ingenti ovunque in Italia, decimando in molti casi le speranze di raccolto, quello che si è salvato è seriamente minacciato dalla siccità.

 La mancanza di piogge, in verità, era qualcosa che già all'inizio della primavera destava preoccupazione. L'arrivo delle gelate di aprile, poi, ha spostato l'attenzione verso questo infausto evento, tuttavia il problema della siccità ha continuato a preoccupare vignaioli e agricoltori. All'inizio di aprile, prima dell'arrivo delle gelate, la Coldiretti aveva reso pubblica la condizione provocata dalla siccità, un problema che già era motivo di serie preoccupazioni. Già lo scorso aprile, infatti, la Coldiretti aveva dichiarato che le temperature massime registrate in Italia erano superiori di 2,5 gradi rispetto alla media con un calo, nel mese di marzo, del 53% delle precipitazioni. La conseguenza, una delle tante, è stato l'abbassamento del livello del fiume Po - il principale fiume italiano - tanto da raggiungere, già ad aprile, il livello registrato nell'estate del 2016. La Coldiretti dichiarava inoltre che le precipitazioni in Italia erano già sotto la media.

 Le precipitazioni invernali in Italia hanno fatto registrare una diminuzione del 67% rispetto alla media. Già in aprile la Coldiretti esprimeva la propria preoccupazione per la carenza di precipitazioni e nevicate, fondamentali per ricostituire le riserve idriche del suolo. Insomma, la terra - già ad aprile - era priva di acqua con grave sofferenza per le piante. Poi sono arrivate le gelate e le cose non sono certamente migliorate. Se la siccità stava già minacciando la vita delle piante “da sotto”, le gelate lo facevano “da sopra”. Per la Coldiretti questo è il risultato dei cambiamenti climatici in corso in Italia, con sfasamenti dei cicli stagionali, i quali effetti hanno provocato, nell'ultimo decennio, danni per oltre quattordici miliardi di euro. Queste previsioni e stime - evidentemente negative e preoccupanti - non sono migliorate e quello che si è verificato nei mesi successivi, ha fatto cambiare idea anche ai più convinti ottimisti.

 Siamo oramai giunti all'estate e - come previsto - le cose non sono chiaramente migliorate, anzi, le preoccupazioni sono aumentate e di molto. Le nuove stime diffuse dalla Coldiretti raccontano una situazione ancor più grave dello scorso aprile. Con l'arrivo del caldo torrido nel mese di giugno e la mancanza di precipitazioni in primavera, la siccità è una preoccupazione più che seria. Le nuove stime evidenziano che le precipitazioni in primavera sono state di quasi il 50% in meno rispetto al periodo di riferimento, già fortemente segnato da dalla scarsità di piogge in inverno. La grave siccità che sta interessando l'Italia è così preoccupante che alcune regioni hanno già dichiarato lo stato di emergenza. In certe zone, addirittura, la mancanza di acqua è tale che anche la fornitura di acqua potabile ha subito interruzioni di servizio. La siccità, oramai è un fatto certo, sta compromettendo i raccolti di ortaggi, cereali e frutta e anche il sostentamento degli allevamenti è critico.

 L'inverno e la primavera 2017 - secondo la Coldiretti - si sono classificate rispettivamente al terzo e al secondo posto fra le stagioni meno piovose dal 1800 e i danni stimati ammontano a quasi un miliardo di euro. I coltivatori, quelli che possono, sono costretti a ricorrere all'irrigazione di soccorso così da mettere in salvo il raccolto. Il 2017, con il suo andamento anomalo, sta confermando la tendenza dei cambiamenti climatici che si stanno verificando negli ultimi anni. Tutto questo - va ribadito e preso in serissima considerazione - deve necessariamente portare alla necessaria riflessione su quanto sta accadendo e che è indispensabile porre rimedio. Le conseguenze sono palesemente catastrofiche per tutti, a partire dall'agricoltura che è alla base del sostentamento e dell'alimentazione del mondo. Anche la produzione di vino, inevitabilmente, subirà conseguenze. Con la speranza che questo 2017 possa finalmente cambiare il suo andamento climatico e dare il benvenuto a un'auspicabile e necessaria normalità.

Antonello Biancalana



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