Mi è successo già in passato di dovere scrivere delle mie uve e i miei vini
preferiti. Non è mai semplice – in questi casi – prendere una posizione
assoluta e definitiva poiché, in verità, sono molti i vini e le uve che
considero preferite. Pinot Nero, Nebbiolo, Sagrantino, Verdicchio, Fiano,
Sauvignon Blanc, Marsala – e l'elenco sarebbe piuttosto lungo – sono
solamente una piccola parte di quello che mi piace versare nel mio
personalissimo calice. Nell'elenco dei miei preferiti ci sono, inevitabilmente,
anche le uve e i vini della mia terra – l'Umbria – per me una costante
presenza che da sempre colma i miei calici. Aggiungo, quindi, Grechetto,
Trebbiano Spoletino, il già citato Sagrantino, l'emergente e recentemente
riscoperto Grero, oltre all'uva che era decisamente la protagonista prima
dell'inarrestabile successo della rossa di Montefalco: il Sangiovese. Non è,
com'è ben noto, una varietà di origine Umbra – a onore del vero, introdotta
nella regione in tempi relativamente recenti – tuttavia ben presente nei
vigneti del cuore verde d'Italia.
Uva di straordinaria personalità, il Sangiovese dà vita a grandissimi vini di
enorme e comprovata classe ed eleganza, grazie anche alla sua vasta presenza
nel territorio italiano. Si deve infatti osservare che, sua Maestà il
Sangiovese, è pressoché presente nella quasi totalità delle regioni italiane,
di fatto, fra le principali uve coltivate del Bel Paese. La grandezza e
il fascino del Sangiovese non si limita all'Italia: la presenza di questa
grande uva rossa si registra infatti anche in altri paesi vitivinicoli del
mondo, dando vita a interessanti interpretazioni enologiche. Parlare del
Sangiovese significa inequivocabilmente evocare i grandi vini della Toscana
– Brunello di Montalcino, Chianti e Vino Nobile di Montepulciano, tanto per
citarne alcuni – tuttavia è capace di produrre eccellenze enologiche anche in
altre regioni d'Italia. I figli del Sangiovese si fanno sempre riconoscere nei
calici, anche negli esemplari, per così dire, più umili e modesti.
Difficile parlare del Sangiovese come varietà unica, poiché si tratta di
un'uva estremamente prolifica in termini di cloni, una differenziazione che è
frutto sia della sua lunga storia, sia dei processi di adattamento, avvenuti
nel tempo, nei diversi territori dove è coltivato. Parlare, quindi,
dell'espressione del Sangiovese nell'ambito di un territorio, significa anche
considerare il relativo clone. Si devono infatti notare le enormi differenze
sensoriali che uniscono e dividono allo stesso tempo i tanti vini da Sangiovese
prodotti in Italia. Non si tratta solamente di differenze regionali, ma
soprattutto territoriali con cambiamenti netti anche in vigneti distanti pochi
chilometri l'uno dall'altro. È molto probabile, infatti, che le differenze
siano prevalentemente determinate dal tipo di clone e non solo dal territorio e
il suo microclima. In termini generali, infatti, non ha molto senso
confrontare, per esempio, un Brunello di Montalcino con un Romagna Sangiovese
Superiore: due vini diversissimi, per quanto eccellenti, e non solo per motivi
geografici.
Il Sangiovese è uva di enorme versatilità, capace di conferire nobile
personalità ai suoi vini. Una delle qualità che apprezzo del Sangiovese, è la
piacevole acidità che si percepisce puntualmente nei suoi vini: non solo capace
di conferire equilibrio, ma soprattutto artefice di nobile eleganza. Uva non
esattamente ricchissima di sostanze coloranti – va detto, caratteristica
piuttosto variabile in funzione del clone – il Sangiovese produce vini con
sensazioni di astringenza moderata, un ulteriore tocco di eleganza. Per
quanto concerne la capacità di produrre alcol, il Sangiovese può essere anche
molto generoso, tuttavia – grazie alla sua piacevole acidità e moderata
astringenza – i suoi vini giungono a perfetto equilibrio, anche quando
vinificati in contenitori inerti. Sono questi Sangiovese, infatti, a mettere
maggiormente in risalto l'immediatezza, il carattere schietto e diretto della
grande uva rossa italiana, regalando al calice vini beverini in ogni caso
ricchi ed espressivi.
Il Sangiovese, non da meno, ben si adatta alla vinificazione in legno – sia in
botte grande sia in barrique – qualcosa che è risaputo da tempo immemore e
molti sono i vini ottenuti da quest'uva e prodotti in questo modo. È infatti
sufficiente pensare al Brunello di Montalcino, Chianti, Vino Nobile di
Montepulciano, oltre ai tanti altri vini da Sangiovese prodotti in Italia, per
avere un minimale elenco dello stile prodotto in botte. Anche in questi casi,
il Sangiovese esprime in pieno la sua elegante personalità, nella quale si
percepisce sempre la sua caratteristica freschezza conferita dall'acidità. La
vinificazione del Sangiovese in legno, inoltre, aumenta sia la struttura sia
l'astringenza, non da meno – e in funzione del tempo – dona una piacevole
morbidezza che tende a equilibrare la sua freschezza. La vinificazione del
Sangiovese in botte è, in ogni caso, un'operazione che richiede maestria
– come per qualunque altro vino, del resto – poiché l'eccessivo impatto del
legno tende a coprire i profumi di fiori e frutti rossi dell'uva. Un errore
spesso fatale che trasforma l'eleganza aromatica del Sangiovese in un tripudio
di falegnameria.
Le meraviglie del Sangiovese non finiscono qui. Questa magnifica uva rossa,
infatti, è impiegata anche per la produzione di vini passiti – uno su tutti,
il prelibato Occhio di Pernice che si produce a Montepulciano – oltre a vini
bianchi e spumanti. Questi stili, va detto, rappresentano una minima parte
della vasta produzione di vini rossi prodotti con il Sangiovese, tuttavia,
anche in questi casi, non manca di evidenziare la sua eleganza e personalità.
Il fascino e la raffinatezza dell'Occhio di Pernice rappresentano un magnifico
tributo alla grandezza del Sangiovese anche in chiave dolce da uve appassite.
Cosa dire poi del rapporto fra Sangiovese e il tempo? Quando opportunamente
vinificato per questo scopo, i vini prodotti con il Sangiovese sono capaci di
sfidare il tempo anche per decine di anni, sviluppando nel contempo un'enorme
complessità senza mai perdere eleganza. Infine, accomodante e accogliente,
tanto da essere felicemente unito ad altre uve per dare vita a nuove
interpretazioni enologiche di grande classe. Un'uva dall'anima divina,
magnifico interprete di vini divini. Lode a te, Re Sangiovese!
Antonello Biancalana
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