Buone notizie per il vino italiano. Il 2018 è stato un anno particolarmente
favorevole per i produttori e, in modo particolare, per quelli che concentrano
la propria attività sull'esportazione. Lo scorso anno, infatti, il vino
italiano ha segnato un primato importante poiché il volume delle vendite verso
l'estero ha raggiunto un risultato estremamente significativo, migliorando
nettamente quello del 2017. In un periodo come questo, nel quale le condizioni
economiche generali non sono esattamente positive, una notizia come questa
non può che fare molto piacere. Soprattutto perché riguarda il vino e il
comparto viticolturale del nostro Paese che, negli ultimi anni, per quanto
concerne le vendite, ha vissuto momenti non proprio floridi. La notizia, oltre
a sottolineare l'ottimo risultato economico, evidenzia anche un altro aspetto
molto importante, cioè che all'estero la reputazione del vino italiano è
aumentata e i consumatori gli riconoscono un valore maggiore, disposti quindi a
pagare la qualità che trovano nel calice.
Buone notizie giungono anche per quanto riguarda i consumi interni, dove si
registra una ripresa delle vendite nei confronti della bevanda di Bacco. Questo
è quanto si rileva dai dati Istat relativamente alle esportazioni di vino
all'estero e dal rapporto Iri circa le vendite registrate nel canale della
grande distribuzione nel corso del 2018. Per quanto concerne l'esportazione, lo
scorso anno il vino italiano ha conseguito un nuovo primato in termini di
valore, superando 6,2 miliardi di euro, con un incremento del 3,3% pari a 200
milioni rispetto al 2017. Un risultato che consolida il buon andamento del vino
italiano all'estero, soprattutto se confrontato con i risultati dei dieci anni
precedenti. Nel 2008, infatti, l'esportazione di vino ha fatto registrare un
valore complessivo di 3,67 miliardi di euro, per poi salire a 5 miliardi nel
2013. Questi dati assumono comunque un significato diverso se confrontati con i
volumi esportati che, nel 2018, registrano un calo dell'8,1%.
Questo significa che l'Italia ha esportato una quantità minore di vino,
tuttavia è stato venduto a un prezzo maggiore, segno dell'aumentato valore
riconosciuto al vino italiano e della percezione all'estero della qualità
enologica del nostro Paese. Un risultato chiaramente positivo e del quale si
deve essere orgogliosi: l'inequivocabile segno che lo sforzo sostenuto dai
produttori italiani ha permesso di conseguire un significativo e tangibile
aumento di qualità complessiva. La minore quantità esportata si deve ricondurre
anche all'andamento dell'annata 2017 che, in termini di uva raccolta, è stata
fra le più scarse degli ultimi anni. La minore produzione di vino, quindi, ha
probabilmente limitato il risultato economico e che, forse, sarebbe potuto
essere ancor più significativo. Vediamo in dettaglio i numeri che emergono
dalle due ricerche condotte dall'Istat e da Iri, risultati che riguardano
– come già detto – sia le esportazioni all'estero sia i consumi interni
rilevati nella grande distribuzione.
I due principali paesi a mostrare il maggiore apprezzamento per i vini italiani
– Germania e Stati Uniti d'America – sono entrambi aumentati, in termini di
valore, del 4%. Interessante, inoltre, il risultato ottenuto in Francia, nel
quale le esportazioni del vino italiano sono aumentate addirittura del 10,1%.
Un dato decisamente significativo, considerando l'ingente produzione vinicola
Francese e che, in questo senso, si può ritenere come un concorrente
commerciale diretto dell'Italia. Altro dato significativo arriva dall'Australia
– importante paese vitivinicolo – dove il vino italiano ha segnato un
incremento nelle vendite del 18,5%. Buone notizie giungono inoltre dalla
Polonia, con un aumento del 23,3% e dalla Corea del Sud, dove il vino italiano
ha segnato un 14,6% in più nelle vendite rispetto al 2017. I dati delle
esportazioni, comunque, evidenziano anche brutte notizie: le vendite in
Cina e in Russia sono diminuite in entrambi i casi del 2,4%.
Buone notizie giungono anche dai consumi interni nel nostro Paese, dove – nel
2018 – si è registrata una ripresa nel valore delle vendite e, nel contempo,
una contrazione dei volumi. I dati sono stati rilevati da Iri nel circuito
della GDO (Grande Distribuzione Organizzata), registrando un volume di vendite
pari a 1,9 miliardi di euro, equivalente a un incremento del 2,9%. Per quanto
riguarda la quantità, nel 2018 sono stati venduti più di 619 milioni di litri
di vino, segnando un calo del 4,4% rispetto al 2017. La buona notizia,
esattamente come per le esportazioni, è che la gente riconosce maggiore valore
al vino ed è disposta a spendere più rispetto agli anni passati. Sempre in
accordo allo studio effettuato da Iri, nei primi mesi del 2019 si sono
registrati ulteriori incrementi nelle vendite in termini di quantità,
registrando un aumento dell'1,7% e punte del 5,3% per i vini a denominazione
DOC e DOCG. Sempre secondo questa ricerca, anche il prezzo medio complessivo
– relativo al vino venduto in bottiglia, brik e bag in box – è aumentato del
7,7%, attestandosi a un prezzo medio di 3,07 euro al litro. Le cose vanno
decisamente meglio per il vino in bottiglia che raggiunge un prezzo medio di
4,53 euro al litro, con un incremento del 4,8%.
Nella classifica rilevata nella grande distribuzione del nostro Paese, al primo
posto troviamo il Lambrusco, al secondo il Chianti seguito dal Montepulciano
d'Abruzzo. Ottimi risultati riscuotono inoltre i vini prodotti con lo
Chardonnay, Barbera, Bonarda e Vermentino. La denominazione che ha
conseguito il migliore risultato è il Lugana, riuscendo ad aumentare le
vendite in termini di valore del 24,2%, equivalente al 22,1% in termini di
quantità. Le cose sono andate un po' meno bene per il Prosecco – da sempre uno
dei campioni di vendite del vino italiano – che vede diminuire la quantità
venduta nel 2018 dell'11,5% pari a un calo del 6,7% in termini di valore. A
questo proposito, si deve osservare che quest'ultimo dato è riferito ai valori
complessivi delle denominazioni DOC e DOCG che riguardano i vini riconducibili
alle menzioni Prosecco. I risultati del 2018, sia relativi
all'esportazione, sia al mercato interno, sono in ogni caso un segnale molto
positivo del buono stato di salute del vino italiano. L'inequivocabile segnale
che il percorso di qualità enologica intrapreso da anni in questo Paese sta
portando evidenti e tangibili risultati. Adesso si tratta solo di consolidare
quanto di buono è stato fatto e continuare a percorrere la strada della
qualità. Bene così. Viva il vino italiano!
Antonello Biancalana
|