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  Eventi Numero 206, Maggio 2021   
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Notiziario


 In questa rubrica sono pubblicate notizie e informazioni relativamente a eventi e manifestazioni riguardanti il mondo del vino e dell'enogastronomia. Chiunque sia interessato a rendere noti avvenimenti e manifestazioni può comunicarlo alla nostra redazione all'indirizzo e-mail.

 

Vino Nobile di Montepulciano: Nasce la Tipologia “Pieve”

Il futuro del Vino Nobile di Montepulciano sta nella sua storia. Parte da questo presupposto il grande lavoro del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano che dall'anno della pandemia ha dato vita a un percorso di riappropriazione delle origini della viticoltura nel borgo della prima DOCG d'Italia e insieme la ricerca della chiave per lavorare sul futuro della denominazione. Un percorso che nasce dal precedente consiglio di amministrazione e che ha trovato in quello attuale il via del progetto studiato anche con il supporto delle commissioni consortili qualità e promozione. In questo anno di incontri la base sociale si è riunita più volte per dare vita a un vero e proprio confronto guardando al domani e ha approvato all'unanimità nel corso dell'assemblea del 31 marzo 2021, la scelta frutto di un grande lavoro collettivo.
«Un risultato importante che è partito da una analisi critica della nostra denominazione fatta insieme a tutti i veri protagonisti, i produttori stessi – commenta Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano – e il risultato a cui siamo arrivati è l'introduzione di una terza tipologia di Vino Nobile di Montepulciano che metterà insieme nella stessa bottiglia passato, presente e futuro del nostro vino».
L'idea di far nascere il Vino Nobile di Montepulciano menzione “Pieve” (attualmente il disciplinare prevede Vino Nobile di Montepulciano e Vino Nobile di Montepulciano Riserva), nasce da un percorso metodologico che ha visto il consenso e la partecipazione di tutte le aziende produttrici. Un percorso di studio all'interno della denominazione stessa, che grazie a momenti di incontro, confronto e di analisi collettiva, ha portato alla nascita di una “visione” univoca di Vino Nobile di Montepulciano. Una visione supportata dalla ricerca anche degli esperti. Da una parte abbiamo dato vita a una ricerca dal punto di vista geologico e pedologico, tema che il Consorzio ha a cuore dagli anni 1990, (siamo stati tra i primi in Italia a “zonare” il territorio di produzione e successivamente a riportarlo in una mappa); dall'altra l'approfondimento è stato fatto anche nelle biblioteche e archivi storici, fino ad arrivare al Catasto Leopoldino del 1800.
“Vino Nobile di Montepulciano - Pieve” è il risultato di tutto il percorso di analisi e ricerca compiuto dal Consorzio in oltre un anno di lavoro. La volontà di ampliare il disciplinare di produzione, come detto unanimemente da parte dei produttori, ha portato all'individuazione dei caratteri chiave di questa nuova tipologia di Vino Nobile di Montepulciano che sarà caratterizzato non solo nel nome (sarà infatti riportato il nome del territorio di produzione), ma anche nelle sue caratteristiche che daranno vita a un vino capace di legare il passato dell'enologia locale con il presente e il futuro, guardando al consumo internazionale. Un vino che avrà come caratteristiche il territorio (appunto con le sottozone, Unità geografiche aggiuntive), l'uvaggio che sarà legato al Sangiovese e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi dal disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall'azienda imbottigliatrice. L'altra novità è che verrà istituita una commissione interna al Consorzio composta da enologi e tecnici la quale avrà il compito di valutare, prima dei passaggi previsti dalla normativa, che le caratteristiche corrispondano al disciplinare stesso. Con l'approvazione unanime del disciplinare da parte dell'assemblea, ora l'iter porterà la richiesta alla Regione Toscana la quale, una volta approvato il testo lo invierà al Mipaaf per passare i controlli della commissione preposta. Vista la possibilità di rendere retroattivo alla vendemmia 2020 il disciplinare, considerati i tempi di affinamento che sono di 36 mesi, la messa in commercio della prima annata dovrebbe essere il 2024.
Lo studio storico della geologia e della geografia del territorio ha portato all'individuazione di 12 zone, definite nel disciplinare di produzione UGA (Unità geografiche aggiuntive), che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta. Questo aspetto rappresenta l'identità del Vino Nobile di Montepulciano che guarda appunto al passato. La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall'epoca tardo romana e longobarda, nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo.
In particolare la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all'epoca moderna e che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo, che suddivideva il territorio in sottozone definite con il toponimo. «Abbiamo pensato di anteporre il nome della Pieve alla sottozona guardando a 500 anni di storia di Montepulciano» – sottolinea il Presidente Andrea Rossi.

Vinitaly: Continua in Cina la Roadmap di Eventi B2B per il Vino Italiano

Dopo la prima tappa in Russia, la roadmap 2021 di Vinitaly prosegue in Cina. Veronafiere, organizzatore del più importante salone mondiale dedicato al vino e ai distillati, ha inaugurato a Chengdu la nuova stagione di promozione internazionale di Vinitaly nel paese del dragone, con un fuorisalone all'Intercontinental Hotel. Quattro giornate, dal 3 al 6 aprile, dedicate interamente al business e alla formazione dei professionisti del settore vitivinicolo.
Una partenza in grande stile, con 63 stand degli espositori, 13 in più rispetto alla precedente edizione, 4 consorzi di tutela, 700 etichette, otto dei primi dieci gruppi vitivinicoli in Cina per fatturato e 10 masterclass in programma.
L'obiettivo dell'iniziativa a Chengdu è stato accompagnare e supportare le aziende italiane, facendo scoprire a importatori, distributori e canale horeca cinesi la varietà e l'eccellenza del vino made in Italy.
In un mercato che vede le esportazioni tricolori nel 2020 superare di poco i 100 milioni di euro, con una quota del 6,3%, il potenziale di crescita è notevole.
Nel 2021 gli ordini cinesi si sono rimessi in moto: secondo l'analisi dell'osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base dogane, tra dicembre e gennaio, l'import di vino italiano dalla Cina ha registrato un boom di crescita di oltre il 62% rispetto al bimestre precedente. Un incremento ancor più significativo se si considera come, nello stesso periodo, la domanda globale cinese di vino abbia fatto segnare un ulteriore trend negativo (-5,6%).
«Vinitaly è un brand di riferimento internazionale per il vino italiano – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – Dal 1998 contribuiamo con eventi b2b e educational alla promozione del nostro prodotto in Asia, favorendone la conoscenza, insieme a quella del lifestyle che caratterizza l'Italia nel mondo. Quello di Chengdu è soltanto il primo degli appuntamenti di Vinitaly 2021 in Cina. A giugno, infatti, saremo nei nuovi spazi espositivi dello Shenzhen World Exhibition & Convention Center per Wine To Asia, e poi ancora a Pechino, Qingdao e Chongqing, a settembre, per la quarta edizione del Vinitaly China Roadshow. Si tratta di tappe che vanno a inserirsi nel quadro di una più ampia roadmap globale 2021 che comprende OperaWine a giugno, Wine South America in Brasile a settembre e Vinitaly Special Edition in ottobre, a Verona».
Al fianco di Vinitaly a Chengdu c'è ancora una volta ICE, con il suo ufficio di Pechino, da sempre partner fondamentale dell'evento. «Come da tradizione – commenta Gianpaolo Bruno, direttore di ICE Pechino – in primavera si riuniscono a Chengdu i più importanti professionisti del mondo del vino della Cina. E in questa occasione, siamo onorati di avere con noi Fongyee Walker che discuterà sul tema “The Elegance of Italian Whites: an exploration of the lighter side of Italian wines”. Si tratta della prima volta che un Master of Wine partecipa ufficialmente a una masterclass non legata a un brand, ma all'Italia».
Anche quest'anno, nel selezionare e invitare i top buyer, Vinitaly ha lavorato insieme al consolato generale d'Italia a Chongqing, ICE Pechino, Camera di Commercio italiana in Cina e con il partner locale Bucciano. Per l'attività di incoming è stata realizzata una campagna di livello nazionale, con una speciale attenzione alla provincia del Sichuan, di cui Chengdu è capitale, e la megalopoli di Chongqing, una delle città cinesi con maggiore tasso di crescita.
Oltre agli incontri b2b che sfruttano anche le potenzialità digitali offerte dalla mini-app WeChat, protagonista del fuorisalone resta la formazione, in collaborazione con le due più importanti scuole di educazione al vino in Cina: Grapea e Dragon Phoenix.
In programma anche la prima masterclass sui vini naturali mai tenuta a Chengdu, realizzata in partnership con alcuni importanti produttori di cinesi come Silver Heights e con Ziran, l'associazione più influente di importatori cinesi specializzati in questo settore.

Il Vermentino Traina la DOC Maremma Toscana

Si è tenuta il 17 aprile la seconda edizione del Vermentino Grand Prix, la kermesse organizzata dal Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.
«Sono sempre più convinto che il Vermentino Maremma Toscana DOC abbia le carte in regola non solo per posizionarsi tra i grandi vini bianchi del mondo, ma anche per competere con i grandi vini rossi della Toscana, diventando una delle maggiori chiavi di volta della nostra Denominazione – racconta Mazzei, presidente del Consorzio che da anni punta molto su questa tipologia – Si tratta di un vitigno particolarmente versatile, adatto alla produzione di vini sia freschi sia invecchiati; questo – unito a un territorio ancora incontaminato e molto variegato, che va dalla fascia costiera fino alle Colline Metallifere e al Monte Amiata, e alle capacità dei singoli vitivinicoltori di esaltare in cantina le uve delle diverse zone – fa si che si possa avere una produzione in continua crescita qualitativa e di grande appeal per il consumatore, come ci dimostra questa seconda edizione del Vermentino Gran Prix» continua Mazzei.
Con 832 ettari in produzione nel 2021 – nel 2006 erano 138, passando dal 2,2 al 9,5% del vigneto grossetano – il Vermentino è la prima varietà a bacca bianca della provincia di Grosseto e rappresenta oltre il 50% del Vermentino prodotto nell'intera Toscana. Nel 2020 la produzione di questa varietà ha rappresentato 1/3 dell'intera vendemmia della DOC Maremma Toscana, con 1.722.400 bottiglie prodotte, che hanno portato il Vermentino Maremma Toscana DOC a essere la tipologia più imbottigliata (30% del totale) della DOC Maremma Toscana, superando il Rosso (28%).
Il Vermentino Grand Prix coinvolge in giuria tecnici del settore e i ristoratori stellati della Maremma Toscana proprio perché si parte dall'idea che, per lanciare il brand Maremma con tutte le sue sfaccettature, vi sia l'esigenza di fare sistema. «Vino, ristorazione, ospitalità sono più vincenti se si esaltano a vicenda valorizzando il denominatore comune che è il territorio. Solo così si può raccontare una storia che sa catturare e solo così si può ripartire dopo un momento particolarmente difficile soprattutto per questi settori» spiega Mazzei.
Dunque 67 i vini proposti, diversi tra loro in base all'areale di produzione, in base ai metodi di vinificazione utilizzati e in base all'annata. «Poco più della metà dei vini presentati provengono dalla vendemmia 2020 e, come l'anno scorso, non mancano aziende che propongono Vermentini più maturi, talvolta affinati in legno, in cemento, anfora, cocciopesto e tra le varie etichette Vermentini in purezza oppure in blend con altri vitigni a bacca bianca, fino a un massimo del 15% come previsto dal disciplinare di produzione» spiega il direttore del Consorzio Luca Pollini.
«Proprio recentemente l'assemblea del Consorzio ha approvato l'inserimento nel disciplinare di produzione della categoria Vermentino Superiore per dare una casa a quei vini più importanti per struttura, complessità e longevità che nascono da selezioni e processi di vinificazione particolari, e non a caso per questa menzione è prevista l'immissione al consumo un anno più tardi» continua Pollini.
«Si conferma la tendenza della scorsa edizione: hanno prevalso i vini 100% Vermentino e quelli dell'annata precedente con affinamenti più prolungati, anche se erano in minoranza. Gli sforzi che i produttori stanno facendo su questo vitigno vengono quindi apprezzati e dobbiamo continuare a lavorare con un indirizzo definito in modo da far affermare la nostra Denominazione grazie alla qualità sempre più alta» conclude Mazzei.



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