Due uve gloriose, espressione di due territori distanti sotto ogni punto di
vista, entrambe capaci di esprimere vini bianchi di grandezza indiscussa. La
prima di queste - il Fiano - nonostante sia diffusa solamente in diversi
territori del meridione d'Italia, trova la sua massima espressione in Campania,
a partire dal territorio di Avellino. La seconda - il Riesling - nasce in
Germania ed è la stella indiscussa dei vini della Mosella, capace di regalare
capolavori di classe, eleganza e finezza. La diffusione del Riesling è tale che,
oggi, la si considera una varietà internazionale, spesso coltivata anche
in territori non propriamente adatti a questo vitigno, la sua fama attrae
l'attenzione e i sogni di diversi produttori. La diffusione del Fiano è
certamente più limitata - difficile trovarlo al di fuori del sud Italia - ma
questo non limita la sua fama e la sua grandezza, innegabilmente fra le varietà
più significative d'Italia.
Prima di parlare del Riesling è opportuno fare chiarezza relativamente a
un'altra varietà piuttosto diffusa in Italia - in particolare nelle regioni
nord-orientali e nell'Oltrepo Pavese - nota con il nome di Riesling
Italico. Per chiarezza, va detto che la varietà della quale ci occuperemo in
questo articolo è il Riesling Renano, il quale non ha nessun legame con
quello italico, noto anche come Welschriesling. Non solo le due
varietà non hanno alcun legame, ma anche i vini che producono sono totalmente
diversi e, in particolare, con potenzialità di maturazione nel tempo ben
diverse. La confusione è comunque significativa e spesso le due varietà si
ritengono erroneamente le medesime. Per questo motivo, certi produttori scrivono
espressamente Riesling Renano nelle loro etichette proprio per distinguerlo
dal Welschriesling. Va comunque detto che, in termini generali, la
semplice indicazione di Riesling si riferisce al Riesling Renano.
Il Fiano è una delle tante varietà presenti da immemore tempo nel territorio
d'Italia e introdotte dagli antichi greci. L'uva riscuote subito un grande
interesse e non solo da parte degli uomini che ne facevano vino. Anche gli
insetti, le api in particolare, sono attratte dalla dolcezza del succo di
questa varietà tanto che fu chiamata vitis apicia. È proprio questo nome
a trasformarsi, più tardi, in Fiano, passando per apina, quindi
apiana, poi afiana e infine Fiano. A questa varietà si
deve, inoltre, il nome della prima località dove storicamente furono piantati
vigneti: Lapio, in provincia di Avellino, prese il suo nome proprio da questa
antica varietà. Ancora oggi, Lapio non ha perso la sua antichissima tradizione
e la coltivazione del Fiano svolge un ruolo fondamentale, così come la
produzione di vino, fra le terre più significative per il Fiano di Avellino.
Diffuso in tutto il territorio della Campania, il Fiano è coltivato anche in
Basilicata, Puglia, Molise e la sua presenza è inoltre registrata - seppure
marginalmente - in altre regioni d'Italia. La terra di elezione del Fiano resta
comunque la Campania, in particolare la zona di Avellino, certamente il
territorio che ha riscosso maggiori successi e attenzione. Si deve comunque
osservare che, data la diversità del vasto territorio campano, dalle sabbie
delle coste marine fino ai terreni lavici e vulcanici, il Fiano esprime vini di
caratteri molto diversi fra loro, tutti comunque di estremo interesse. La
composizione del suolo, la disponibilità di acqua e le condizioni
microclimatiche restituiscono infatti interpretazioni di Fiano molto diverse
fra loro. A titolo di esempio, si può considerare la finezza e la mineralità
del Fiano di Avellino in contrasto con le interpretazioni più robuste e piene
del Cilento, in provincia di Salerno.
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| Il colore intenso, quasi dorato, del Fiano |
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La Germania è la patria indiscussa del Riesling, oltre che sua terra di
origine. Buona espressione si raggiunge, inoltre, anche in Alsazia, pur
ricordando che, oggi, questa varietà è considerata internazionale, quindi
diffusa in molti paesi vinicoli del mondo. Il Riesling è una delle poche
varietà a bacca bianca capace di produrre vini adatti a lunghi periodi di
maturazione in bottiglia. Non è infatti raro, nelle giuste condizioni
enologiche e di conservazione, che un vino prodotto con Riesling possa dare il
meglio di sé anche dopo oltre dieci anni dalla vendemmia, una qualità non
sempre possibile con la maggioranza dei vini bianchi. A tale proposito, si può
certamente affermare che la maggioranza delle bottiglie di Riesling sono
consumate in precoce gioventù, senza avere concesso loro la possibilità di una
magnifica evoluzione. Per onore di verità, va detto che non tutti i Riesling
sono prodotti per raggiungere questo obiettivo.
Una delle caratteristiche più celebri del Riesling maturo è il tipico odore di
idrocarburi, più precisamente, di petrolio e cherosene. Questa particolare
qualità del Riesling è molto apprezzata e ricercata da molti appassionati di
vino, mentre risulta perfino sgradevole per i consumatori occasionali.
Uva di pregevole versatilità, il Riesling regala straordinari vini secchi da
tavola, così come vendemmie tardive e vini dolci prodotti con uve
appassite. Non meno importante, è apprezzato nella produzione dei cosiddetti
eiswein, vini che risultano di straordinario equilibrio grazie alla sua
caratteristica freschezza, non da meno, di elegante profilo olfattivo e
gustativo. Vini dalla spiccata freschezza, anche in gioventù sono comunque
capaci di regalare piacevoli emozioni, prevalentemente di frutti e fiori, in
funzione del territorio e, in ogni caso, di forte personalità.
Fiano e Riesling sono capaci di produrre vini dalle ottime potenzialità di
maturazione, restituendo, dopo alcuni anni, nettari di straordinaria grandezza,
pur conservando le rispettive personalità. Nella nostra degustazione metteremo
a confronto due vini prodotti con Fiano e Riesling nella loro condizione
giovane, proprio per evidenziare le differenze. Lo studio di vini maturi
prodotti con queste due varietà è decisamente entusiasmante, tuttavia non
adatto alle finalità della nostra degustazione, poiché ci interessa evidenziare
le differenze delle due uve nella condizione non ancora alterata dal tempo. A
questo scopo, pertanto, sceglieremo due vini della medesima annata e
giovani, cioè con non oltre due anni di maturazione in bottiglia.
Sarebbe preferibile procurarsi un Riesling della Mosella, in ogni caso prodotto
in un territorio con clima freddo. Per il Fiano si sceglierà una bottiglia
prodotta nel territorio di Avellino.
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Il Riesling, rispetto al Fiano, mostra un
colore decisamente più chiaro con evidenti tonalità giallo verdolino | |
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Iniziamo la degustazione dei due vini dall'esame visivo, fase universalmente
riconosciuta dai diversi metodi di valutazione sensoriale come l'analisi
primaria di un vino. Le differenze saranno evidenti dalla semplice osservazione
dei due calici, mettendo in risalto le diverse sfumature dei colori. Entrambi i
vini si presentano molto trasparenti - caratteristica tipica della quasi
totalità dei bianchi - e questa è l'unica qualità comune ai due vini. Il colore
del Fiano risulta avere, in termini generali, una tonalità più scura rispetto
al Riesling. La celebre uva italiana può infatti mostrare un colore giallo
paglierino, anche piuttosto intenso, con sfumature giallo verdolino, mentre il
Riesling si caratterizza per un colore giallo verdolino. Nell'uva tedesca,
infatti, si osserverà un colore più chiaro con evidenti sfumature verdi,
tonalità che si può osservare anche nel Fiano, seppure con minore impatto.
I profili olfattivi di Fiano e Riesling sono molto interessanti e, nonostante
entrambe le varietà beneficiano dell'evoluzione nel tempo, anche nei
loro vini giovani è possibile percepire aromi piacevoli e complessi. Due
profili molto diversi fra loro, rappresentano due ottimi vini adatti per lo
studio della degustazione sensoriale. Le differenze fra i due vitigni si
evidenziano, in modo particolare, durante la fase dell'apertura - cioè negli
aromi percepiti alla prima olfazione e senza roteare il calice - offrendo,
comunque, anche qualità comuni. Il regno olfattivo di Fiano e Riesling è
principalmente rappresentato da aromi appartenenti alla famiglia di frutti, pur
non mancando piacevoli riferimenti ai fiori. Infine, è bene notare che la
vinificazione di queste due varietà è prevalentemente svolta in contenitori
inerti, tecnica che consente la migliore espressione aromatica di Fiano e
Riesling.
Mantenendo i calici in posizione verticale e senza rotearli, procediamo con il
confronto dei profili olfattivi dei due vini, iniziando dal Fiano. L'apertura
della grande uva bianca della Campania, regala al naso piacevoli e intensi
aromi di mela, pera, pesca e susina, oltre a percezioni di nocciola,
quest'ultimo piuttosto tipico nei vini prodotti con l'uva Fiano. A completare,
aromi floreali di biancospino e ginestra. L'apertura del Riesling, valutata
sempre mantenendo il calice fermo e senza rotearlo, è caratterizzata da un
profilo olfattivo piuttosto diverso dal Fiano. Dal calice si percepiscono
principalmente aromi che ricordano gli agrumi, in particolare limone e
cedro, ai quali si uniscono piacevoli aromi di albicocca, pesca e mela. Gli
aromi che ricordano i fiori esprimono principalmente ginestra e gelsomino.
Infine, una caratteristica che spesso contraddistingue il Riesling è
un'elegante tocco minerale, qualità che si può percepire anche nel Fiano.
Procediamo con la valutazione delle differenze fra i due vini attraverso
l'esame gustativo. All'assaggio, l'attacco del Fiano - cioè la prima sensazione
che si percepisce subito dopo l'introduzione del vino in bocca - è
caratterizzato da una piacevole freschezza. Si percepirà anche il ruolo
dell'alcol, che nei vini prodotti con questa varietà raggiunge livelli
apprezzabili: il suo effetto bruciante tenderà a equilibrare la
piacevole acidità. Il Fiano ha una buona struttura che, va detto, risulta ancor
più robusta quando coltivato in terreni argillosi. Anche l'attacco del Riesling
si fa apprezzare per una decisa freschezza - più accentuata rispetto al Fiano -
dovuta anche al fatto che in questi vini, soprattutto quelli prodotti in
Germania, il volume alcolico è più contenuto. Questa caratteristica permette
pertanto una maggiore esaltazione dell'acidità. La struttura del Riesling è
generalmente più esile del Fiano, soprattutto nei vini prodotti in zone fredde,
come la Germania.
La fase finale della nostra degustazione per contrasto cercherà di evidenziare
le differenze dei due vini dopo averli deglutiti. Il Fiano, uva bianca di
comprovata qualità, produce generalmente vini con un finale persistente e nel
quale si percepiscono prevalentemente i sapori di mela, susina e pesca, spesso
si percepisce anche la sua tipica sensazione di nocciola. Il finale del
Riesling, anche in questo caso, varietà di indiscussa qualità, è parimenti
persistente e in bocca si percepiscono generalmente sapori che richiamano gli
agrumi, in particolare, il limone. Si possono percepire anche sapori di pesca,
albicocca e frutta esotica, oltre a una piacevole sensazione di acidità. Due
grandi uve, espressioni di terre distanti, capaci di creare straordinari vini,
dalla spiccata eleganza e classe, qualità che chiedono, in ogni caso, il
talento dell'uomo e della sua terra.
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