Questo mese mettiamo a confronto due uve molto distanti e non solo dal punto di
vista geografico. Aglianico e Merlot sono infatti le due varietà che mettiamo a
confronto, con il primario scopo di evidenziarne le enormi differenze così da
comprenderne le rispettive caratteristiche. La prima è celebre per avere reso
grande l'enologia in rosso di Campania e Basilicata, da molti considerato come
il Nebbiolo del meridione d'Italia, produce vini di notevole spessore che
spesso dividono le schiere di appassionati. La seconda è un'uva conosciuta in
tutto il mondo e che troviamo praticamente in ogni paese vinicolo, fra le tante
varietà che dalla Francia hanno conquistato il nostro pianeta. Nella sua terra
di origine - Bordeaux - il Merlot ha dimostrato la sua ampia versatilità sia da
solo sia unito ad altre varietà, caratteristica che ha confermato anche in
altri paesi, compreso in Italia e con l'Aglianico. La sua diffusione è tale che
è difficile trovare nel mondo una varietà a bacca rossa alla quale non sia mai
stato unito il Merlot nella produzione di vini.
Dai caratteri totalmente diversi, perfino opposti, le due varietà hanno molto
poco in comune, a parte il colore rosso, ovviamente. L'Aglianico è una varietà
che divide gli appassionati di vino: c'è chi lo apprezza per il suo particolare
e robusto carattere, altri invece non lo apprezzano sia per questi motivi sia
per il fatto di considerarlo un po' troppo rustico. Il Merlot vanta un
passato che lo ha visto protagonista come varietà miracolosa: spesso usato come
miglioratore per vini dalle caratteristiche particolari, ha letteralmente
affascinato i suoi sostenitori per la sua famosa morbidezza. Questa sua
caratteristica è stato anche il motivo che ha visto - in tempi recenti - una
sorta di cambiamento di tendenza, da molti considerata troppo marcata, tale da
omologare i vini nei quali il Merlot è usato. In questo senso, l'Aglianico non
si è sottratto a questa pratica enologica e, nonostante non sia stato
frequente, il suo incontro con il Merlot ha prodotto risultati interessanti.
Le principali terre dell'Aglianico sono indiscutibilmente la Campania e
Basilicata: qui la celebre varietà rossa del meridione d'Italia raggiunge le
più alte vette enologiche ed è ampiamente diffusa. Una discreta diffusione si
registra inoltre in Puglia e Molise, infine presente, in quote molto marginali
anche in altre regioni del centro e sud Italia. I vini più celebri prodotti
con Aglianico sono certamente il Taurasi - in provincia di Avellino, Campania -
e l'Aglianico del Vulture, prodotto nell'omonima zona della Basilicata. La
regione dove si incontrano espressioni più variegate dell'Aglianico è
certamente la Campania, in particolare nelle aree di Benevento, Avellino e
Salerno. Unito all'espressione del Vulture, l'Aglianico da tempo dimostra
un'eccellente versatilità enologica, capace di produrre vini bianchi -
eliminando opportunamente le bucce - spumanti, rosati, rossi e perfino dolci.
Si ritiene che l'Aglianico fu introdotto in Italia dai Greci nel VII secolo
a.C., qui si diffuse con il nome di ellenico, per poi divenire, nel XV
secolo - a causa del dominio aragonese di quelle terre e della lingua spagnola
- Aglianico. Si tratta probabilmente dell'adattamento linguistico di
ellenico dallo spagnolo, in particolare il modo con il quale si pronuncia
la doppia elle in questa lingua. Uva robusta, dotata di spiccata freschezza,
l'Aglianico produce vini di notevole spessore e dal carattere decisamente
severo, condizione che è sovente mitigata dall'alcol, la maturazione in legno e
il tempo. Lo stile maggiormente conosciuto e prodotto è chiaramente il rosso
secco da tavola, uno stile che ha permesso all'Aglianico di dimostrare tutta la
sua forza e il suo carattere. Dal punto di vista enologico e sensoriale,
l'Aglianico ha inoltre dimostrato di possedere un'ottima versatilità enologica,
dall'uso di contenitori inerti alla botte.
Originario in terre molto distanti da quelle dell'Aglianico, il Merlot è una
delle varietà a bacca rossa più celebri del panorama vitivinicolo. Partito
dalla Francia alla conquista enologica del mondo, il Merlot - insieme al
Cabernet Sauvignon e il Cabernet Franc - costituisce il cosiddetto
uvaggio bordolese, un tempo composto anche da Petit Verdot e Malbec.
Conosciuto ovunque per il suo carattere rotondo e morbido, il Merlot si è
guadagnato sia l'apprezzamento degli appassionati sia il disprezzo di altri,
proprio per la sua caratteristica di omologare il gusto di certi vini. L'accusa
è in parte vera, dovuto - in modo particolare - all'abuso che si è fatto di
questa varietà, nonostante questa celebre varietà di Bordeaux sia capace di
produrre vini di straordinaria grandezza e classe. La sua caratteristica
morbidezza lo ha comunque reso popolare ovunque, alla base di vini facilmente
apprezzabili, capaci di incontrare il gusto di innumerevoli consumatori.
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Il colore di un vino prodotto da
Aglianico: moderata trasparenza e rosso rubino intenso. | |
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Il Merlot ha saputo comunque dimostrare la sua grandezza anche in altre terre
lontane dalla sua, tuttavia è proprio Bordeaux a rappresentare il modello
principale per l'interpretazione di questa varietà. La spiccata morbidezza del
Merlot è infatti utile a mitigare la potenza e l'irruenza del Cabernet
Sauvignon, pur tuttavia ricordando che anche vinificato da solo è capace di
esprime eccellenze enologiche di valore assoluto. Dotato di buon corpo, il
Merlot è impiegato nel mondo per arrotondare le asperità di alcune varietà e,
nel contempo, aumentarne la struttura, un ruolo che svolge virtualmente in ogni
paese vinicolo del mondo. Inoltre, grazie alle sue caratteristiche, il Merlot
risulta particolarmente adatto alla fermentazione e maturazione in legno,
soprattutto nella bordolese barrique, fondendo il proprio carattere
organolettico con quello del legno.
La nostra degustazione per contrasto di Aglianico e Merlot prenderà in esame
due vini prodotti con le medesime tecniche enologiche, così da assicurare - per
quanto possibile - le stesse condizioni organolettiche terziarie. Questa
considerazione è fondamentale poiché le due varietà sono solitamente vinificate
facendo uso di botti o barrique, contenitori che influiscono sulle
caratteristiche del vino in modi diversi. Per quanto riguarda la provenienza
dei due vini, la scelta dell'Aglianico è decisamente più semplice rispetto al
Merlot, quest'ultimo ampiamente diffuso e con interpretazioni diverse.
Ricordando che ogni territorio conferisce al vino le sue qualità specifiche,
alterando per molti aspetti l'espressione dell'uva, le caratteristiche
principali delle varietà saranno comunque riconoscibili. Altra considerazione è
relativa all'annata dei due vini che sarà preferibilmente la stessa per
entrambi e comunque con almeno tre anni di maturazione.
Iniziamo la valutazione dei due vini dall'esame primario della degustazione
sensoriale del vino: l'aspetto. Delle tre fasi che costituiscono la
degustazione del vino, questa fornisce il minore numero di elementi di
contrasto, poiché le analogie sono evidenti. In termini generali, Aglianico e
Merlot si presentano alla vista con le medesime caratteristiche. Osservando il
calice alla sua base, si noterà infatti in entrambi un colore rosso rubino
intenso e cupo. Inclinando il calice, si osserverà il vino alla sua estremità,
rilevando che le differenze sono minime se non inesistenti: sfumature rosso
rubino o granato, dipendentemente dall'età dei due vini. La trasparenza è
pressoché la stessa sia nell'Aglianico sia nel Merlot, pur tuttavia rilevando
che, in certi casi, la celebre rossa di Bordeaux può apparire meno trasparente.
In altri casi, e dipendentemente dalle pratiche viticolturali ed enologiche,
l'Aglianico potrebbe risultare meno trasparente del Merlot.
Passiamo ora alla valutazione dei profili olfattivi dei due vini, esame che
metterà in risalto le differenze delle due uve nella loro espressione degli
aromi. I due vini risultano piuttosto diversi al naso, nonostante condividano
alcune caratteristiche olfattive, Aglianico e Merlot - nei loro profumi -
restano distanti in molti aspetti. Entrambi condividono la ricchezza di profumi
riconducibili a frutti neri, talvolta a quelli rossi, tuttavia la qualità e
l'intensità di quello che si percepisce al naso è decisamente diversa. Nel
profilo olfattivo dei due vini non mancano i fiori, oltre a qualità terziarie
che si sviluppano in accordo alle tecniche enologiche usate nella produzione. A
questo proposito, è bene ricordare che la vinificazione dell'Aglianico è
condotta sia in barrique sia in botte grande, mentre per il Merlot il
contenitore di elezione è certamente la barrique, seguendo la scuola bordolese.
Iniziamo la valutazione olfattiva dall'Aglianico. Mantenendo il calice in
posizione verticale e senza rotearlo, l'apertura del vino offre al naso profumi
intensi e netti di amarena, mora e prugna. La roteazione del calice consente
all'Aglianico di esprimere le sensazioni di violetta e mirtillo. Si noterà,
inoltre, un carattere piuttosto rustico, qualità assolutamente
caratteristica nell'Aglianico e che divide sovente gli appassionati di vino,
poiché non tutti apprezzano questo aspetto della grande uva del meridione
d'Italia. Il Merlot esprime una serie di profumi decisamente più lineari, nei
quali si riconoscono in modo netto il ribes, l'amarena e la prugna. Roteando il
calice, si riconosce il mirtillo e la violetta, a volte la peonia e l'iris. Si
deve notare che, benché questa sia una qualità che si tende a non esaltare, il
Merlot coltivato in zone particolarmente fredde, può talvolta esprimere un
carattere erbaceo che ricorda il peperone verde.
Le differenze diventano ancor più accentuate nella valutazione del gusto dei
due vini. I caratteri espressi da Aglianico e Merlot si possono considerare,
per molti aspetti, opposti e distanti. L'Aglianico è caratterizzato da una
vibrante freschezza che rafforza l'astringenza, mantenendo l'equilibrio
attraverso il contributo dell'alcol e della morbidezza dovuta alla maturazione
in botte. L'Aglianico non perde comunque la sua caratteristica freschezza,
nonostante il tempo riesca a mitigare questa qualità. Al contrario, il Merlot
esprime una morbidezza e una rotondità distante da quello che riesce a
esprimere l'Aglianico, pur esprimendo una buona struttura e un'apprezzabile
astringenza, spesso conferita dalla barrique. In entrambi i vini si noterà il
ruolo svolto dall'alcol nell'equilibrio gustativo, presente in quantità
significative sia nell'Aglianico sia nel Merlot.
La fase conclusiva della degustazione sensoriale continua a mettere in evidenza
le differenze delle due varietà. Il finale dell'Aglianico è caratterizzato
dalla sua tipica freschezza e struttura, consentendo la percezione di mora e
amarena. Il Merlot ha un finale completamente diverso, facendo della sua
celebre morbidezza la qualità principalmente percepita dopo avere deglutito il
vino. Si percepiranno anche i sapori di ribes e amarena, oltre a una moderata
sensazione di astringenza, decisamente meno intensa dell'Aglianico. Varietà che
in genere danno vini di buona qualità, i vini prodotti con queste due uve
esprimono una buona persistenza e corrispondenza con il naso. Due vini comunque
molto diversi e che esprimono qualità distinte, uno caratterizzato da
freschezza e potenza, l'altro da morbidezza che può spesso unirsi alla potenza.
In ogni caso, due grandissime varietà, capaci di regalare grandi vini,
controversi per alcuni, eccellenti interpreti enologici per altri.
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