Parlare di Fattoria Paradiso significa, innanzitutto, parlare di uno dei grandi
personaggi dell'enologia dell'Emilia Romagna, significa parlare, appunto, di
Mario Pezzi, il geniale e appassionato produttore di vino al quale si deve gran
parte del successo e della rinascita enologica delle sue terre. Un grande
personaggio al quale vanno innumerevoli meriti, come per esempio la riscoperta
dei vitigni autoctoni Barbarossa, Cagnina e Pagadebit, che sarebbero altrimenti
scomparsi per sempre dal nostro patrimonio, non da ultimo, la convinzione e la
geniale intuizione di creare la prima riserva di Sangiovese in assoluto. Tutto
questo e non solo, signore e signori, è Mario Pezzi, la cui filosofia e
passione è ben raccontata dai suoi eccellenti vini.
Arriviamo alla Fattoria Paradiso, a Bertinoro, indiscussa capitale del vitigno
Albana, primo vino bianco Italiano a ricevere la DOCG, a pochi chilometri da
Cesena e a circa 20 chilometri dal mare Adriatico. Ci da il benvenuto la Sig.ra
Graziella Pezzi, figlia di Mario, che con cordiale e gentile ospitalità, una
buona caratteristica della gente di queste terre, ci accoglie alla Fattoria
Paradiso. La Sig.ra Pezzi ci apre le porte della sua cantina e ci parla subito
delle origini storiche di questi luoghi: «Fattoria Paradiso era un'antica
dimora Romana e nel 1450 è stata la casa natale di Marco Palmezzano, un pittore
famoso per le sue rappresentazioni della Natività e discepolo del Melozzo da
Forlì. Nel piano nobile della casa si trova un caminetto con le iniziali
M.P. scolpite, Marco Palmezzano, appunto, che curiosamente sono anche le
iniziali dell'attuale proprietario Mario Pezzi. La villa divenne poi proprietà
dei Conti Lovatelli, di cui l'ultima proprietaria fu la Contessa Ugarte
Lovatelli che nella seconda metà del 1800 vendette le proprietà a mio bisnonno
Costantino e pertanto da quell'epoca la proprietà è della famiglia Pezzi. Mio
padre Mario ha iniziato l'attività vinicola in queste proprietà nel 1950 e nel
2000 abbiamo festeggiato il cianquatenario.»
Entriamo subito nel merito della ricca produzione di Fattoria Paradiso e, a
tale proposito, la Sig.ra Pezzi ci illustra brevemente i suoi vini «produciamo
sia vini bianchi sia vini rossi, oltre che a spumanti e vini passiti. I nostri
vini bianchi includono un'Albana secca Pezzi di Paradiso, un'Albana dolce
Contessina Ugarte, Trebbiano di Romagna Donna Ubalda, Pagadebit di
Romagna Brezza di Paradiso, il frizzante Paradiso e infine Jacopo,
un vino a base di Chardonnay e Sauvignon blanc affinato in barrique. Produciamo
anche due spumanti: il Bert'in Oro dolce prodotto da uva Albana e il
Villa Paradiso Brut prodotto da uve Chardonnay e Sauvignon Blanc. Inoltre
abbiamo un Albana di Romagna Passito Gradisca, che era il vino preferito
dal grandissimo regista Federico Fellini, e fu proprio lui a scegliere il nome
a questo vino in omaggio ad un personaggio del suo celebre film Amarcord.
Fra i vini rossi produciamo anche un vino novello, il Garibaldino, nato nel
1982 in occasione del centenario della morte di Garibaldi, prodotto da uve
Sangiovese e Merlot, inoltre la Cagnina di Romagna Sinfonia d'Autunno, un
Sangiovese di Romagna Maestri di Vigna, prodotto con uva Sangiovese a bacca
piccola, quindi poco adatto all'invecchiamento, tuttavia presenta una buona
struttura e una buona piacevolezza. Abbiamo inoltre anche il Sangiovese di
Romagna Superiore Riserva Castello Ugarte Vigna delle Lepri, prodotto da
uve Sangiovese grosso, quindi più adatto all'invecchiamento, viene affinato per
2 anni in botti rovere oltre a 6 mesi in barrique. Il Vigna delle Lepri è
stata in assoluto la prima riserva di Sangiovese in purezza prodotta. Mio
padre, negli anni sessanta, era convinto che dal Sangiovese si potesse ricavare
un vino da invecchiamento, e diede una pubblica dimostrazione, conservando in
una vecchia cisterna per la raccolta della neve che abbiamo in giardino, 5000
bottiglie di Sangiovese. Alla cerimonia assistettero pubbliche autorità e
personaggi dell'enologia di quei tempi; si chiuse la botola della cisterna e la
chiave fu consegnata ad un notaio. Dopo sette anni, durante un'analoga
cerimonia, la botola fu riaperta e la cisterna riconsegnò al mondo dei
grandissimi vini. La prima bottiglia fu aperta dal celebre giornalista Luigi
Veronelli e fu la conferma di ciò che Mario Pezzi aveva intuito. La nostra
riserva di Sangiovese fu inoltre voluta dall'allora Presidente della Repubblica
Sandro Pertini ad arricchire le cantine del Quirinale. Il vino fu servito in
occasione del banchetto in onore dell'ex Presidente degli Stati Uniti d'America
Ronald Reagan. Arriviamo quindi al Barbarossa Il Dosso, un vitigno che mio
padre riscoprì all'inizio degli anni 1950 in mezzo ad un vitigno di uve
Sangiovese molto vecchio e quindi in previsione di essere spiantato, e mio
padre, andando a controllare il grado di maturazione di queste uve, notò un
grappolo particolare e diverso da quello del Sangiovese; più piccolo e con
acini piccoli con una foglia più frastagliata e un bordo violaceo. I campioni
di quest'uva furono analizzati da diversi esperti nell'intento di
identificarla, purtroppo, nessuno riuscì a determinarne la specie. Nemmeno le
analisi condotte sul DNA di quest'uva hanno consentito di identificarla con
altre, pertanto, si decise di chiamarla Barbarossa, in onore
dell'imperatore Federico Barbarossa che soggiornò della Rocca di Bertinoro.
Infine, l'ultimo vino nato in Fattoria Paradiso, Mito, prodotto da uve
Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. L'etichetta di questo vino è stata
disegnata, con tanto di dedica, dal celebre attore e premio Nobel Dario Fo.
Produciamo anche due grappe, Chicca da vinacce di Pagadebit e Grappa di
Barbarossa da vinacce dell'omonimo vitigno. Conclude la nostra produzione
l'olio d'oliva Palmezzano, dedicato appunto all'omonimo pittore, e
Vignatico una salsa balsamica d'uva.»
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| La splendida scala d'ingresso alla cantina di affinamento |
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Proseguiamo la nostra visita alla cantina e la Sig.ra Pezzi ci introduce nei
locali dove si trovano le barrique e l'enoteca privata, vera cattedrale del
vino, sia della Fattoria Paradiso sia di altre cantine. Si accede a questi
luoghi attraverso una suggestiva scala dove alle pareti e al soffitto sono
collocate, in modo molto ordinato ed emozionante, centinaia di bottiglie di
vino. Al termine di questa scala, una nuova suggestiva sorpresa. La Sig.ra
Pezzi apre la porta dell'enoteca privata della cantina e anche qui lo
spettacolo è affascinante e suggestivo come quello di prima. L'entrata
all'enoteca è preceduta da una galleria con pareti e soffitto impreziosite da
bottiglie di storiche annate della cantina, l'ingresso all'enoteca è allo
stesso modo suggestivo: una moltitudine di pregiate bottiglie che farebbero
invidia a qualunque appassionato di vino.
La Sig.ra Graziella Pezzi ci racconta interessanti aspetti dell'enoteca e delle
attività culturali di Fattoria Paradiso: «conserviamo bottiglie a partire dal
1800, sia nostre sia di altri produttori, nonché vini prodotti da Albana che
risalgono addirittura al 1961, un'annata meravigliosa. Qui conserviamo i nostri
vini storici e anche i vini di produttori di tutto il mondo che, non da ultimo,
ci servono per confrontare i nostri prodotti con quelli altrui, capire cosa
possiamo imparare ancora dagli altri e ciò che invece conosciamo già e magari
anche quello che gli altri potrebbero imparare da noi. Qui conserviamo anche i
vini che vengono fornite alla Santa Sede di Città del Vaticano, così come le
bottiglie che furono selezionate dall'Università di Bologna in occasione dei
festeggiamenti per i suoi 900 anni. Poniamo particolare attenzione anche alla
cura delle etichette: in esse riproduciamo i quadri vincitori del premio
biennale di pittura Vinarte che organizzo personalmente nei locali della
Fattoria Paradiso. Abbiamo sempre dedicato molto del nostro tempo e delle
risorse ad iniziative sociali e culturali, fra le quali L'Ospitalità a
Tavola, in collaborazione con Le Donne del Vino, e il Premio
Internazionale Paradiso, un concorso di musica da camera contemporanea. In
questa enoteca conserviamo anche le etichette che illustri personaggi dello
spettacolo e della cultura, di passaggio alla Fattoria Paradiso, hanno creato
per noi.»
Torniamo a parlare della produzione dei vini e del territorio in cui opera
Fattoria Paradiso: «la collina in cui ci troviamo è la prima che guarda verso
il mare e pertanto la zona beneficia dell'influsso del clima marittimo ed è
inoltre riparata dai venti del nord. L'azienda crede moltissimo nelle uve
autoctone della zona proprio perché è qui che crescono e si sviluppano nel loro
ambiente naturale dando il meglio di sé. Inoltre crediamo nel nostro
territorio, nelle nostre tradizioni e in quello che in nostri padri ci hanno
insegnato. Questo ci ha premiato negli anni e ci ha dato molte soddisfazioni e
quindi, in fondo, perché cambiare? Se si deve cambiare si deve cambiare
cercando di migliorare la propria qualità, lavorando in vigna e facendo
produrre meno, ponendo attenzione nei lavori in cantina, magari anche con
l'aiuto di nuove tecnologie, sempre e comunque nel rispetto delle tradizioni.
Non riteniamo saggio smentire le nostre tradizioni, la nostra filosofia
agricola che in fondo ci appartiene. Queste scelte ci hanno sicuramente
pagato e crediamo che questa sia inoltre la tendenza del futuro, perché in
questo mondo omologato, dove tutto appare simile, chi sarà capace di
mantenere la propria tipicità alla fine riuscirà ad avere dei risultati
positivi. Il consumatore ha bisogno di ritrovare le radici del vino e di
qualcosa di diverso, ritengo che avere sempre prodotti simili e uguali,
indipendentemente dalla zona in cui si trova, alla fine questo annoia. Quindi
preferiamo dare ai nostri consumatori un buon Barbarossa o un buon Sangiovese e
li ritroveranno il carattere dei Romagnoli: siamo un po' ruspanti ma
comunque sinceri e la stessa sincerità si ritrova nei vini di queste terre.
Abbiamo anche creato un vino da uvaggio bordolese, il Mito, proprio per
smentire coloro che ci accusavano di essere un po' troppo tradizionalisti; il
risultato è stato un vino moderno e che ha dato prova che, in fondo, siamo
stati bravi a creare un vino che va al di fuori delle nostre tradizioni, un
vino che ha riscosso sin dall'inizio notevoli riconoscimenti ovunque.»
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Il suggestivo ingresso all'enoteca privata di
Fattoria Paradiso | |
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Un doveroso accenno ai mercati in cui è presente Fattoria Paradiso ci viene
dato, ancora una volta, dalla Sig.ra Graziella Pezzi: «i nostri prodotti sono
presenti in tutta Italia, oltre che nel nord Europa, Germania, la Scandinavia,
l'Olanda, la Danimarca, così come in Francia. I nostri prodotti sono inoltre
presenti nei mercati degli Stati Uniti d'America, del Canada e del Giappone.»
Relativamente alle previsioni dell'ultima vendemmia, la Sig.ra Pezzi ci dice:
«abbiamo già avuto delle buone indicazioni dal vino novello e dalla Cagnina di
Romagna, tuttavia, non sarà questa un'annata da ricordare. Vorrei comunque
sottolineare che poco prima della vendemmia, un po' tutti i produttori
lamentavano grosse perdite e le previsioni erano pessime; dopo la vendemmia si
sono invece formulate previsioni che smentivano in parte quanto espresso prima.
Sinceramente credo che si debba essere un po' più onesti e riconoscere il vero
valore di ogni annata. Quest'anno, il nostro agronomo ci ha fatto compiere dei
diradamenti in vigna e delle defoliazioni piuttosto vigorose, una cosa che ci
ha consentito comunque di ottenere un prodotto più che discreto. Purtroppo
quest'anno mancherà un po' di colore al vino rosso a causa delle condizioni
meteorologiche poco favorevoli.»
Alla Fattoria Paradiso si producono inoltre anche due ottime grappe prodotte
con le vinacce di Barbarossa e Pagadebit. La Sig.ra Pezzi ci ricorda che «la
Fattoria Paradiso produce due grappe, la Chicca con vinacce di Pagadebit e
la Grappa di Barbarossa da vinacce dell'omonima uva. Sono due grappe morbide e
vellutate, molto piacevoli, che incontrano il gusto del pubblico, compreso
quello delle signore.» Abbiamo personalmente degustato in redazione la Grappa
di Barbarossa: si presenta con un aspetto cristallino e limpidissimo, al naso
emergono buoni aromi di nocciola, pesca, albicocca, prugna secca oltre ad una
lieve ed elegante nota di violetta e lampone. In bocca colpisce per la sua
rotondità, quasi vellutata, estremamente piacevole, con un finale persistente e
degli eleganti ricordi di nocciola, pesca e lampone. Una grappa veramente ben
fatta, molto piacevole con alcol ben bilanciato e per niente aggressivo,
nonostante i suoi 42°.
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