I vini prodotti nella suggestiva area Etnea, dominata dal grande vulcano, hanno
rappresentato per secoli un sicuro punto di riferimento e di prestigio per
tutta l'enologia della Sicilia. Nonostante le difficoltà imposte dal suolo e
fortemente condizionate dalle eruzioni del vulcano Etna, l'uomo è riuscito con
successo a sovrapporre al paesaggio lavico un paesaggio agrario fra i più
ricchi di Sicilia, e in particolare, di pregiati vigneti che hanno saputo dare
generosi vini citati da diversi autori nel corso della storia dell'umanità. La
vite è stata coltivata per secoli nelle pendici del vulcano Etna e il suo clima
particolare e unico, ha favorito enormemente la produzione di vini che si sono
distinti da subito e che hanno contribuito alla costituzione di una forte e
radicata cultura enologica dell'area. Il vino nella zona Etnea ha sempre
ricoperto un'importanza sociale e commerciale molto elevata. Intorno all'anno
1880, la provincia di Catania aveva il primato di tutta la Sicilia per
superficie destinata alla viticoltura e per la produzione totale di vino, che
all'epoca si aggirava intorno ad un milione di ettolitri.
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| Il Dott. Giuseppe Benanti e i suoi due
figli nel loro vigneto |
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La produzione di vino nell'area Etnea rappresentava un'importante risorsa
commerciale e gran parte del vino prodotto prendeva la via del mare per
giungere in Francia, Nord Italia e nel continente Americano. Con lo scopo di
facilitare il trasporto del vino nell'isola Siciliana, si costruì addirittura
la linea ferroviaria della Circumetnea. L'importanza del vino fu talmente
elevata che si arrivò ad istituire a Riposto, località nel comune di Catania,
nel 1886 l'Ufficio Enologico e nel 1881, su Regio Decreto, fu fondata a Catania
la Scuola Enologica, fra le prime d'Italia, e che oggi prende il nome di
Istituto Tecnico Agrario Specializzato per la Viticoltura e l'Enologia. La fama
e il prestigio dei vini dell'area Etnea, probabilmente già conosciuti nel V -
III secolo a.C., devono il loro successo anche alle particolari e storiche uve
autoctone, di cui molte sono state distrutte a seguito della comparsa della
fillossera, unitamente alla favorevole condizione ambientale e climatica, una
condizione che ancora oggi è capace di esprimere la propria qualità e il
proprio valore.
Nel 1988 il Dott. Giuseppe Benanti, continuando l'antica passione della sua
famiglia, intraprende uno studio sulla riscoperta e sulla valorizzazione delle
potenzialità vitivinicole dell'area Etnea, uno studio che si è protratto per
tre anni e che gli hanno consentito di riscoprire e di riportare le prestigiose
uve della sua terra ai vertici dell'enologia Italiana. Questo è certamente uno
dei grandi meriti che vanno riconosciuti alla meticolosa e preziosa opera
dell'azienda agricola Benanti, la volontà di salvare dall'estinzione molte
delle varietà autoctone dell'area Etnea e che per secoli sono state capaci di
creare pregiati vini. Avvalendosi della collaborazione dell'enologo Salvo Foti,
unitamente alla comune passione per le uve e i vini dell'area Etnea, il Dott.
Giuseppe Benanti è certamente riuscito nell'intento di valorizzare gli storici
vitigni Etnei come il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio, il Carricante e
la Minnella, un uva a bacca bianca che rischiava concretamente l'estinzione.
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Il Dott. Giuseppe Benanti nella sua
cantina | |
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Attualmente le uve utilizzate dall'azienda Benanti per la produzione dei propri
vini provengono per metà da vitigni di proprietà e per la rimanente parte da
vigneti ubicati nei versanti nord, est e sud del vulcano Etna, non di proprietà
ma direttamente controllati dalla Benanti in tutte le singole fasi della
coltivazione. Questi vigneti, in genere di dimensioni di circa un ettaro,
consentono alla Benanti di avere la possibilità di disporre di un'elevata
qualità delle uve provenienti dalle diverse zone, e soprattutto, rappresenta
una necessità imposta dalle particolari condizioni ambientali dell'area Etnea.
Nel 1991, primo anno di produzione, l'azienda Benanti produsse circa 20.000
bottiglie di vino Etna DOC. Nel 1993, grazie anche alla particolare e
favorevole annata, la produzione fu raddoppiata e da quell'anno fino al 1996 la
produzione è stata di 50.000-60.000 bottiglie all'anno. Dal 1997 la produzione
è ulteriormente cresciuta fino ad arrivare attualmente a circa 150.000-180.000
bottiglie. L'attuale produzione è prevalentemente esportata nei paesi Europei,
in particolare Svizzera, Danimarca, Norvegia, Svezia, Belgio, Germania e
Austria, così come negli Stati Uniti d'America e nel Giappone. A questi paesi
si aggiunge, ovviamente, anche l'Italia.
La caratteristica principale della Benanti è quella di fare uso, e soprattutto
di avere concretamente valorizzato, il ricco patrimonio di uve locali dell'area
Etnea. Nei vini dell'azienda Siciliana si trovano frequentemente nobili e
antichi vitigni quali il Nerello Mascalese, un'uva a bacca rossa capace di
produrre vini rossi di sicuro interesse e di buona struttura, il Nerello
Cappuccio, altra uva a bacca rossa di estremo interesse enologico, il
Carricante, tipica e antichissima uva a bacca bianca dell'area Etnea, e la
Minnella, altra uva bianca tipica dell'area Etnea. A queste uve si aggiungono,
in minima parte, anche le internazionali Chardonnay e Cabernet Sauvignon, e
l'eccellente Nero d'Avola. I vini prodotti dall'azienda vinicola Benanti
prevedono l'uso delle uve sia miscelate fra loro, sia vinificate in purezza,
offrendo in questo modo al consumatore attento la possibilità di conoscere e
valutare le caratteristiche specifiche di ogni singola uva.
La produzione dei vini di Benanti è piuttosto varia e interessante. Fra i vini
bianchi troviamo l'Etna Bianco Superiore Pietramarina, prodotto con uva
Carricante in purezza, e che riesce a dare il meglio di sé dopo qualche anno di
affinamento in bottiglia; Edèlmio, da uve Carricante e Chardonnay, fermentato e
maturato in barrique; infine due vini mono varietali prodotti rispettivamente
con uve Minnella e Chardonnay. La selezione dei vini rossi prevede l'Etna Rosso
Rovittello, da uve Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, un interessante vino
maturato in botte; Lamorèmio, da uve Cabernet Sauvignon, Nero d'Avola e Nerello
Mascalese, maturato in barrique per almeno 18 mesi; l'Etna Rosso Serra della
Contessa, da uve Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, un interessante e
ottimo vino maturato in barrique per oltre un anno. Conclude la rassegna dei
vini rossi prodotti dall'azienda Benanti i tre mono varietali rispettivamente
da uve Nerello Cappuccio, Nero d'Avola e Nerello Mascalese.
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