Bacco contro Cerere. Non siamo tornati indietro nel tempo immaginando un
ipotetico scontro fra queste due divinità dell'antica Roma, siamo nell'anno 2008
e i nomi di questi due dei sono ancora cari agli appassionati di vino e birra.
Cerere, divinità romana della fertilità e della Madre Terra, pare avesse
insegnato ai mortali uomini la coltivazione dei campi e, in particolare,
la produzione della birra, una delle bevande più antiche prodotte dall'uomo.
Negli ultimi mesi pare che Cerere stia sfidando apertamente Bacco, antica
divinità romana del vino, della vendemmia e il festeggiamento del suo culto noto
con il nome di baccanale. In Italia vino e birra si stanno infatti
sfidando in un serrato scontro sui consumi cercando di conquistare il gradino
più alto del podio delle preferenze dei consumatori. Un fatto che in un paese
come l'Italia, che vanta una cultura millenaria sul consumo e sulla tradizione
del vino, rappresenta un'eclatante notizia.
Proprio in Italia, dove il trono è da sempre occupato saldamente dal vino, la
birra sta conquistando progressivamente i favori dei consumatori, tanto da
arrivare quasi a eguagliare i consumi della bevanda di Bacco. Che sia giunto in
Italia un momento storico, nel quale il tradizionale vino cederà
progressivamente il posto alla birra? Innegabilmente i produttori di birra e le
associazioni legate a questa bevanda hanno svolto un eccellente lavoro di
promozione e di rivalutazione, senza offesa per nessuno, seguendo la scia e
l'esempio del successo del vino. Nei ristoranti, da sempre luogo dove il vino è
incontrastato compagno del cibo, insieme alla carta dei vini e dei distillati,
comincia infatti ad essere frequente anche la presenza della carta delle birre,
non solo servite alla spina, ma soprattutto in bottiglia. Tipica compagna della
pizza nelle scelte dei consumatori, oggi la birra in Italia sta diventando
sempre più compagnia del cibo.
Il vino continua a reggere il confronto, ma è innegabile che negli ultimi mesi
la distanza fra le due bevande si è evidentemente ridotta. Che si tratti di una
moda passeggera, una di quelle tante mode che sono destinate a tramontare in
breve tempo, come anche nel vino sono accadute negli ultimi anni? O sarà forse
che i consumatori stiano cercando altro, stanchi del solito vino, troppo
mascherato nel ruolo di bevanda elitaria, destinata solo a pochi eletti e
che mette in soggezione i consumatori che così cercano una minore formalità?
Senza sminuire la birra, bevanda certamente nobile che vanta una storia ancor
più lunga di quella del vino, è comunque innegabile che la bevanda di Cerere sia
meno formale della bevanda di Bacco, o almeno i consumatori, pur apprezzandola,
non vedono nella birra la formalità e la cerimonialità che spesso
accompagna il vino. O, più semplicemente, il vino ha fatto il suo tempo e
comincia a stancare come stanca ogni moda?
In realtà, sono in molti a collegare questo arretramento nei consumi del vino
con la legge sul consumo degli alcolici varata in Italia e, in particolare, la
paura di incorrere in pesanti sanzioni qualora, alla guida di un veicolo, il
proprio tasso alcolemico superi quello stabilito dalla legge. Da questo punto di
vista, la birra gode certamente di un vantaggio rispetto al vino. Con il suo
minore volume di alcol - il vino ne contiene una media del 13%, mentre la birra
solamente il 5% - la bevanda di Cerere sembra promettere guai minori nel caso
in cui si è fermati in strada dalla polizia. C'è da augurarsi che questo non
corrisponda alla verità: è triste immaginare che i consumatori scelgano una
bevanda - vino o birra, non fa differenza - solamente per questo motivo e non
per una scelta consapevole. Un atteggiamento simile farà certamente felici i
responsabili delle strategie commerciali, ma non quelli che comprendono la
cultura espressa da queste due bevande. Riteniamo sia offensivo in ogni caso,
sia alla tradizione e alla cultura di queste due millenarie bevande, sia per chi
compie questa sciocca scelta e che può essere tristemente definito come
beone, tanto per non esagerare con altre definizioni ancor meno gentili.
E se il risultato di una legge è quello di spaventare e reprimere piuttosto che
fare comprendere e favorire la cultura consapevole del consumo dell'alcol,
allora è una legge che deve essere migliorata e che porta solo a conseguenze
negative, almeno nella cultura della gente. Gli uomini, si sa, quando si vieta
loro qualcosa, non appena ne hanno la possibilità, infrangeranno quelle regole
adottate unicamente per reprimere e che non costruiscono nulla. Proibizionismo
docet. Che la birra stia conquistando i favori dei consumatori è
evidente, e non solo al ristorante. Per certi aspetti, si sta vedendo nella
birra quello che alcuni anni fa si vedeva nel vino. Per esempio, basta una
rapida visita a un qualunque supermercato e se prima c'erano ampi settori
dedicati al vino, oggi si vedono anche ampi spazi dedicati alla birra, con
un'ampia scelta di tipi, produttori, dalle lattine alle bottiglie: ce n'è per
tutti i gusti ed esigenze. E se un tempo nei tavoli delle pizzerie c'era un
bicchiere di birra alla spina, oggi spesso si trova quella in bottiglia.
Lo stesso si può constatare nei ristoranti, in quel luogo dove la birra in
bottiglia era fino a qualche tempo fa considerata una richiesta piuttosto
bizzarra e il massimo che si poteva avere, quando c'era, era la birra alla
spina, spesso di qualità discutibile. Sia chiaro, queste non sono considerazioni
frutto dell'invidia o della paura di vedere tramontare la bevanda di
Bacco, cosa che - francamente - ci sembra piuttosto improbabile. La birra, al
pari del vino, è una bevanda nobile e antica, ricca di cultura e che di certo
merita attenzione. Se poi si tratta di esaltare l'aspetto culturale di una
bevanda, e non il suo lato consumistico, si può essere solamente contenti di
questo, anzi, si è ben disposti a favorirlo. C'è chi sostiene che il vino,
rispetto alla birra, goda di un maggiore fascino e di una maggiore
nobiltà, e per questo motivo, la birra non potrà mai raggiungere il
prestigio del vino. Però è innegabile che quando una birra è di buona qualità,
in particolare certi lodevoli risultati ottenuti da alcune birrerie artigianali
- così lontane dalle realtà industriali - anche un buon calice della bevanda di
Cerere può regalare belle emozioni. E di certo Bacco, forte della sua
incrollabile fama di gioioso gaudente, non potrà che compiacersi con un sorriso,
strizzando l'occhio alla collega Cerere.
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