Era una sera di fine estate - esattamente il 9 settembre 2002 e l'orologio del
computer segnava le ore 22:10 - quando la prima versione del sito e il primo
numero di DiWineTaste venivano consegnati al web. Con me, quella sera, l'amico
di sempre, amico di una vita, Stefano Passerini, per anni collaboratore di
DiWineTaste e con il quale ho condiviso l'avventura di questa pubblicazione. Un
click e il sito era visibile in rete e, con esso, il primo numero di
DiWineTaste disponibile per essere scaricato e letto nel proprio computer. Il
varo del primo numero fu festeggiato pochi minuti dopo: un Marsala Vergine
del 1987 il vino scelto per il grande evento, da sempre mio vino del cuore
e nel cuore e anche vino fra i preferiti di Stefano. Fu così che, andando a far
rivivere i ricordi della memoria, partì l'avventura DiWineTaste, avventura che,
in realtà, era iniziata già da qualche mese, anche se l'idea iniziale risale a
due anni prima.
A quei tempi, era il 2000, mi trovavo negli Stati Uniti d'America, ed è li che
un giorno mi venne in mente l'idea di fondare una pubblicazione di critica e
cultura enologica. Le mie competenze professionali di quel tempo - ho trascorso
22 anni della mia vita a progettare software - mi hanno subito diretto verso le
possibilità di diffusione offerte da internet, escludendo, da subito, la carta
stampata. Un mensile di critica e cultura enologica disponibile solo in
internet, che chiunque potesse leggere comodamente nel proprio computer o,
eventualmente, stamparlo. Sono ancora convinto di quella scelta, a distanza di
quasi dieci anni e cento numeri, anche se - lo ammetto - non è stata subito
compresa dagli addetti del mondo del vino. Ancora oggi, sono molti i produttori
del vino che guardano con un certo distacco internet e il web, pochi hanno
compreso le potenzialità di questo strumento e come possa essere utile al loro
lavoro. Le cose sono migliorate rispetto a dieci anni fa, ma ritengo che, in
questo senso, il vino e le cantine debbano ancora percorrere e capire molta
strada.
A guardare com'era DiWineTaste agli inizi della sua storia, oggi si farebbe
fatica a riconoscerlo. Per molti mesi - e forse i nostri lettori più affezionati
lo ricorderanno - DiWineTaste era disponibile solamente in formato PDF e solo un
anno più tardi, sarà possibile leggerlo nel proprio browser in comuni
pagine web. Eppure, nonostante DiWineTaste si possa leggere con un comune
browser web, la maggioranza dei nostri lettori preferisce scaricare la versione
PDF. E questo, lo dico con orgoglio, conferma che la mia scelta iniziale non era
poi del tutto sbagliata. Rispetto al 2002, anche il sito è molto cambiato. Dalla
semplice possibilità di scaricare la rivista in formato PDF, oggi le funzioni e
i servizi messi a disposizione ai nostri lettori sono aumentati in modo
considerevole. Anche il numero dei lettori è, fortunatamente, aumentato rispetto
a dieci anni fa. Dalle poche centinaia del primo numero, oggi DiWineTaste conta
una media di 145.000 lettori mensili, divisi fra Italia e resto del mondo.
Sì, certo, abbiamo fatto un po' di strada e c'è ancora tanta strada da fare. Del
resto, ogni viaggio ha un inizio e spesso non finisce mai, nel senso che ogni
viaggio porta sempre e inevitabilmente dentro a un altro viaggio. Chi mi
conosce, conosce anche il mio interesse per la cultura e la filosofia orientale,
quella cinese in particolare. Nell'editoriale del primo numero di DiWineTaste,
citai un celebre pensiero del filosofo cinese Lao Zi autore della
fondamentale opera taoista Dào Dé Jing, un passo che - lo ammetto - mi piace
sempre ricordare nelle cose che faccio. Nel capitolo 64, Lao Zi scrive
che «un lungo viaggio inizia da un primo passo». E quello era il primo passo di
questo nostro viaggio e che spesso ci ha portato in luoghi che non immaginavamo
di dovere visitare e, da li, iniziare un nuovo viaggio. Di certo, in ogni tappa
abbiamo conosciuto cose nuove - anche grazie al continuo supporto e ai
suggerimenti dei nostri lettori - non sempre positive, ma che ci hanno comunque
fatto comprendere la giusta direzione da prendere o cambiare quella attuale.
Il mio obiettivo è sempre stato lo stesso sin dall'inizio di questa attività:
creare una pubblicazione libera e indipendente, senza condizionamenti di nessun
tipo, tanto meno di tipo economico, così da offrire ai lettori un giudizio
libero sui vini recensiti. In questi cento numeri, abbiamo assaggiato e
recensito circa 3800 vini di oltre 600 produttori, 220 distillati di oltre 80
distillerie e marchi. Tutti i vini e distillati sono stati valutati
rigorosamente alla cieca, chiedendo ai produttori unicamente l'invio dei
campioni da recensire. Nessun compenso, nemmeno di tipo oscuro nella forma
di publiredazionale o contributo editoriale. Proprio perché la nostra visione ed
etica editoriale è sempre stata la stessa: creare una pubblicazione libera e
indipendente. E per sottolineare ulteriormente questo, non abbiamo - né
accettiamo - pubblicità esplicita da parte di produttori di vino, nelle
inserzioni che sono facilmente riconoscibili nel nostro sito ed esposti negli
appositi spazi. Il lettore, prima di tutto, e il rispetto che gli dobbiamo per
la fiducia che ci dimostra nel venire a leggere quello che scriviamo.
I lettori, appunto. È proprio a loro che dobbiamo gran parte dei risultati della
nostra avventura editoriale. A quelli vecchi - sono in molti a seguirci
sin dal primo numero - e a quelli nuovi: a tutti il mio ringraziamento, per il
vostro supporto e apprezzamento. Ma anche a tutti i produttori che, a vario
titolo - anche consentendoci di esprimere un parere libero sui loro vini o
accettando il nostro invito a partecipare ai nostri eventi - ci hanno dimostrato
la loro fiducia e il loro apprezzamento per il nostro lavoro. Tutti i vini
recensiti nella nostra Guida sono passati rigorosamente per i nostri calici,
sempre degustati alla cieca, da sempre convinti che esprimere un parere su un
vino del quale si conosce in anticipo nome e produttore sia poco serio, troppo
pregiudiziale, per nulla attendibile. E non ci è mai interessato salire sul
pulpito e sparare brutalmente a questo o quell'altro produttore, nella sciocca
arroganza di credersi infallibili o autorevoli. Perché è anche una questione di
rispetto, rispettare quello che non si condivide poiché comunque frutto di un
lavoro e di una passione, esattamente come la nostra, come quella di chiunque
altro. Ed è con questo spirito che siamo arrivati fino al numero cento. Un
traguardo del quale siamo certamente orgogliosi, consapevoli del ringraziamento
che dobbiamo proprio a te - amata lettrice, lettore caro - che stai leggendo
queste parole. Cento volte grazie.
Antonello Biancalana
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