Ci siamo. Anche quest'anno è arrivato il momento fondamentale atteso da ogni
vignaiolo, l'evento più importante del mestiere di fare vino e che decide, in
larga parte, le sorti di un intero anno di lavoro. La vendemmia rappresenta
infatti la verifica fondamentale sia della benevolenza o dell'ira di Madre
Natura, sia del lavoro del viticoltore. Va detto, infatti, che chiunque si
dedichi alla coltivazione della vigna e alla produzione di vino, è sempre
attento all'osservazione del cielo e della vite. L'intento è quello di capire
e, spesso prevenire, quello che la Natura dispensa nel corso della stagione,
nel bene e nel male. A vedere l'andamento del 2015, la benevolenza è stata
piuttosto generosa di sole e afa; le piogge e l'acqua scarsamente elargite, con
conseguente sofferenza idrica per la vite. Va detto, per dovere di cronaca, che
nelle scorse settimane, in alcune zone d'Italia, si sono registrate copiose
piogge e grandinate, mettendo a rischio parte del raccolto.
In termini generali, rifuggendo dalla ridicola e speculativa definizione di
vendemmia del secolo - preferisco chiamarla semplicemente
vendemmia 2015 - il vigneto Italia ha regalato ottime uve. Sembra la
giusta ricompensa per quello che è stato il 2014, annata che in molti ricordano
per le frequenti e copiose piogge. La scorsa annata è stata piuttosto
tormentata per i vignaioli, costretti a porre rimedio come potevano, cercando
di salvare il salvabile. Si tratta di due condizioni poste agli estremi, in
ogni caso nessuna delle due si può definire equilibrata. Va detto che anche
troppo caldo e sole, nonostante aiutino il processo di maturazione delle uve,
mette in pericolo la vite privandola della preziosa acqua. È vero che, in
termini generali, la mancanza di acqua costringe la vite a cercare il prezioso
liquido vitale nel sottosuolo, sviluppando radici più lunghe. Ammesso ci siano
riserve idriche nel sottosuolo e, per questo, servono le piogge nella giusta
misura.
Le associazioni di categoria hanno cominciato a esprimersi sull'annata 2015 già
da qualche mese e, nelle previsioni, ci sono - o, meglio, ci sarebbero, visto
che ancora molti stanno vendemmiando - poche regioni in Italia ad avere motivo
di lamentarsi. Tutti sono concordi sulle quantità, preannunciando aumenti di
produzione che potrebbero aggirarsi intorno al 13% in termini di vino
prodotto. Va detto che questo, ovviamente, non significa la produzione di vino
di qualità, fattore che va oltre i semplici numeri di quello che si raccoglie
in vigna. In ogni caso, la qualità delle uve sembra essere molto buona
praticamente in tutte le regioni d'Italia, pertanto si può confidare in un buon
inizio. Certo, dalla vendemmia al calice ne passa di tempo e, talvolta, le
buone speranze della vigna non sono confermate dal vino. Ed è vero anche il
contrario: ricordiamo ancora tutti la vendemmia 2002 - definita in modo unanime
come terribile - eppure, a distanza di tempo, certi vini di quell'annata
sono oggi strepitosi.
Le previsioni suggeriscono che oltre il 40% delle uve vendemmiate nel 2015
saranno destinate a vini a Denominazione d'Origine Controllata e Denominazione
d'Origine Controllata e Garantita, la restante parte pressoché equamente divisa
fra vini a Indicazione Geografica Tipica e vini da tavola. La Coldiretti
informa che la produzione stimata per il 2015 sarà di quarantasette milioni di
ettolitri, quantità che - per chi segue la fondamentale, appassionante
ed eterna sfida Italia-Francia - permetterà al nostro Paese di superare i
cugini d'Oltralpe per poco più di mezzo milione di ettolitri. Tutto questo,
ovviamente, con il permesso di Madre Natura, in particolare senza il
verificarsi di piogge e condizioni meteorologiche avverse tali da fare cambiare
queste stime. Questo si è in effetti verificato poiché in alcune zone d'Italia
le piogge di settembre hanno prodotto alcuni danni ai vigneti, riducendo la
frazione di uve sane.
In tutto questo, c'è già chi acclama l'annata 2015 di notevole qualità,
sognando punte di eccellenza notevoli. Per quello che mi riguarda, saranno -
come sempre - i calici a raccontarci se queste premesse si sono trasformate in
realtà oppure no. A parte questo, valutando le stime diffuse nelle settimane
scorse, sarà il Veneto ad aggiudicarsi il posto più alto del podio, per quanto
riguarda la quantità prodotta, con i suoi 9,1 milioni di ettolitri di vino. La
Toscana registra invece un calo del 5% rispetto al 2014, a causa - purtroppo -
delle condizioni meteorologiche avverse che si sono verificate all'inizio di
settembre. Lombardia e Sardegna confermano quanto prodotto nel 2014, mentre la
Puglia aumenta del 25% la sua produzione di vino. Si registrano incrementi
della produzione anche in altre regioni e precisamente: Campania +20%;
Trentino Alto Adige +15%; Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Marche e
Sicilia +10%; Emilia Romagna +5%.
Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, dichiara - molto realisticamente
- che in alcune zone saranno prodotti vini di elevata qualità e mediocre in
altre, osservando che sarà una buona annata per i bianchi, troppo presto,
invece, fare previsioni per i rossi. L'eccezionale ondata di caldo dell'estate
2015, ha fortemente favorito il processo di maturazione delle uve, imponendo
l'anticipo della vendemmia praticamente in tutta Italia. Un anticipo che, in
alcune zone, è stato significativo. Va comunque detto, che se è vero che la
raccolta delle uve bianche si è praticamente conclusa in tutta Italia, lo
stesso non si può dire per quelle rosse. Alcune varietà, infatti, saranno
raccolte addirittura in novembre, pertanto, azzardare previsioni è quanto meno
incauto anche per gli eventuali cambiamenti meteorologici. L'unica cosa che si
può comunque fare con assoluta certezza, è l'augurio a tutte le donne e gli
uomini che, anche quest'anno, sono impegnati nei lavori in vigna e in cantina.
A loro, senza eccezione alcuna, l'augurio che la fatica di un anno sia ripagata
da grandi vini o, quanto meno, i migliori possibili. Buon lavoro a tutti: noi
siamo con voi.
Antonello Biancalana
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