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  Editoriale Numero 203, Febbraio 2021   
Il Vino Italiano e il 2020Il Vino Italiano e il 2020  Sommario 
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Il Vino Italiano e il 2020


 L'anno che è appena trascorso, il 2020, ha rappresentato per il mondo del vino – e non solo per questo – un periodo decisamente difficile e critico, del quale eravamo tutti consapevoli. In questo periodo, così particolare e imprevedibile, è difficile parlare d'altro poiché l'impatto che la situazione attuale sta esercitando sul mondo del vino, compreso l'ambito economico, sanitario e sociale, avrà bisogno di un lungo tempo per il recupero. Nel corso del 2020 si è facilmente previsto un calo di vendite consistente, si sono fatte molte stime, purtroppo confermate dai dati reali che progressivamente hanno definito l'effettiva perdita economica dell'intero settore e delle attività correlate. In questa fase iniziale del 2021, comprensibilmente, si stanno definendo in modo più chiaro i bilanci delle cantine, non solo per quanto riguarda le perdite effettive causate dalle mancate vendite, ma anche la stima di quello che – appunto – non è stato venduto, quindi giacente in cantina.


 

 A fornire una stima della quantità di vino ancora giacente nelle cantine italiane è stato un rapporto da poco diffuso dall'ICQRF, l'Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agro-alimentari, dipartimento in seno al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. I numeri che emergono da questo documento sono, in verità, piuttosto ingenti e – va detto – comprendono la quantità totale dei vini indistintamente dalla destinazione e dal tipo enologico. Questo significa che comprende sia i vini di pronto consumo, destinati al commercio, per così dire, immediato e nel corso dell'anno, sia quelli destinati, per scelta enologica o requisito produttivo, alla previa maturazione prima della commercializzazione. Non da ultimo, e non meno importante, anche i vini dell'annata 2020 che sono ancora in corso di produzione. I dati che emergono da questo rapporto sono molto interessanti e utili a comprendere la “geografia enologica” dell'Italia e com'è distribuita la produzione, soprattutto in termini quantitativi.

 La stima è stata fatta valutando i dati contenuti nel registro telematico per il settore vitivinicolo, cioè la banca dati gestita dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Il registro contiene i dati produttivi relativi a circa 17.000 produttori e censisce circa 650.000 vasi vinari, registrando circa trenta milioni di operazioni ogni anno. L'ICQRF stima che questa banca dati censisce almeno il 95% del vino e del mosto attualmente detenuto dalle cantine d'Italia. Al 31 dicembre 2020, in accordo ai dati contenuti nel registro telematico per il settore vitivinicolo, nelle cantine d'Italia sono attualmente e complessivamente giacenti 60,9 milioni di ettolitri di vino, 8,3 milioni di ettolitri di mosti e 2,8 milioni ettolitri di vino nuovo e ancora in fase di fermentazione. Il primo dato che emerge, innanzitutto, è il confronto con la chiusura del 2019. Si evidenzia, infatti, un aumento delle giacenze del 4,4%, una riduzione dell'8,5% per quanto riguarda i mosti e del 10% per i vini in fermentazione.

 Questi primi dati evidenziano quello che già si sapeva da mesi: il calo delle vendite del vino 2019 e delle annate precedenti oltre alla diminuzione della produzione per l'annata 2020. Quest'ultimo dato era ampiamente prevedibile, anzi, per così dire, “imposto” dalle misure attuate nei mesi passati proprio per il settore vitivinicolo e che prevedeva, appunto, un calo della produzione viticola, quindi del vino dell'annata 2020. Inoltre, un altro dato significativo è quello che emerge dal confronto con la situazione registrata a fine novembre 2020. Com'era facilmente prevedibile, è aumentata la giacenza dei vini – esattamente, del 22,5% – oltre alla comprensibile diminuzione dei mosti, ridotti del 28,5%, e quella dei vini in fermentazione – registrando un calo del 78,3% – segno, ovviamente, che hanno concluso questa specifica fase produttiva. Di certo, l'aumento del 22,5% delle giacenze in un solo mese, non è un dato da sottovalutare e conferma, purtroppo, il momento critico che stanno attraversando le cantine.

 Il rapporto dell'ICQRF fornisce inoltre interessanti informazioni relativamente alla distribuzione geografica del patrimonio enologico italiano. Alla fine del 2020, risulta che il 58% di tutto il vino è conservato nelle cantine del nord Italia, il 14,2% al centro, il 19,2% al sud e il restante 8,4% nelle isole. Questo rapporto, inoltre, evidenzia che il 50,5% del vino giacente nelle cantine italiane appartiene a Denominazioni d'Origine Protetta (DOP), il 27,4% è Indicazione Geografica Protetta (IGP), l'1,3% è costituito da vini varietali e il restante 20,8% è composto da vini appartenenti ad altre categorie. Inoltre, è interessante notare che il 57% del totale delle giacenze è rappresentato da 20 specifiche denominazioni, come vedremo in dettaglio fra poco. È altresì interessante notare che il 25,4% del vino totale giacente in Italia si trova in Veneto, in modo particolare, la provincia di Treviso detiene il 10,6% e quella di Verona il 9,2%. Una quota importante è detenuta in Emilia-Romagna – il 12,2% – seguita dalla Puglia con il 10,8%, quindi la Toscana con il 9,3%. Seguono Piemonte e Sicilia – entrambe con il 7,3% – e Abruzzo con il 5,7%.

 Per i vini a denominazione DOP e IGP, si registra una maggiore percentuale di vini rossi, rispettivamente 49,4% e 53,9%. Per quanto concerne inoltre i vini a denominazione, è interessante osservare che, nonostante nel nostro Paese si contino ben 525 indicazioni geografiche legittimamente riconosciute, il 57,6% di tutto questo vino appartiene in realtà solo a 20 denominazioni. In vetta alla classifica dei maggiori produttori, troviamo la vasta denominazione Prosecco DOC con 4,5 milioni di ettolitri, rappresentando il 9,6% di tutto il vino a denominazione in Italia. Segue poi Puglia IGP con 2,3 milioni di ettolitri (4,8%), quindi Sicilia DOC con 1,8 milioni di ettolitri (3,9%) e Terre Siciliane IGP, anche in questo caso con 1,8 milioni di ettolitri (3,9%). A seguire Veneto IGP con 1,7 milioni di ettolitri (3,7%), Delle Venezie DOC con 1,6 milioni di ettolitri (3,4%), Toscana IGP con 1,6 milioni di ettolitri (3,4%), Montepulciano d'Abruzzo DOC con 1,54 milioni di ettolitri (3,3%), Salento IGP con 1,4 milioni di ettolitri (3,1%) e Rubicone IGP con 1,3 milioni di ettolitri (2,8%). Seguono poi tre DOCG: Chianti con 1,3 milioni di ettolitri (2,7%), Conegliano Valdobbiadene Prosecco con 0,9 milioni di ettolitri (1,9%), quindi Chianti Classico con 0,8 milioni di ettolitri (1,7%).

 Continuando la classifica, troviamo ancora una denominazione del Veneto – Veronese IGP – con 0,78 milioni di ettolitri (1,7%), poi Emilia IGP con 0,67 milioni di ettolitri (1,4%), Valpolicella DOC e Tre Venezie IGP, entrambe con 0,6 milioni di ettolitri (1,3%). A seguire un'altra DOCG – Franciacorta – con 0,6 milioni di ettolitri (1,3%) e Trentino DOC con gli stessi valori. A chiudere la classifica delle prime venti denominazioni, troviamo Barolo DOCG con 0,5 milioni di ettolitri (1,1%). La situazione al 31 dicembre 2020 include, come detto, anche i vini attualmente in produzione, in ogni caso la quantità giacente nelle cantine italiane è decisamente notevole. Soprattutto per il fatto che è costituita anche dal vino invenduto nel corso del 2020 e che al quale, ovviamente, sarà necessario trovare una destinazione in qualche modo. Si entra quindi nel 2021 con l'eredità pesantissima del 2020 e alla quale si aggiunge il vino attualmente in produzione e che – parimenti – va collocato nel mercato. Con il rilascio dei vini di pronto consumo dell'annata 2020 – verosimilmente fra pochi mesi – gli analoghi vini del 2019 e ancora giacenti nelle cantine non avranno più mercato, poiché, come al solito, tutti preferiranno acquistare i vini della nuova annata. Il corso del 2021 ci racconterà come andranno effettivamente le cose, auspicando, in ogni caso, possa esserci una netta ripresa e in tutti gli ambiti. In attesa che questo accada, sosteniamo il vino italiano – per quel che si può, per come si può – e in alto i calici!

Antonello Biancalana



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