Buone notizie dal mondo del vino. Finalmente. Oramai è da più di un anno
– purtroppo – che le notizie riguardanti il vino, in particolare le vendite e
le statistiche di mercato, raccontano di momenti critici e delle difficoltà che
le cantine hanno vissuto a causa della pandemia. All'improvviso, le cantine
hanno subito un blocco pressoché totale delle vendite, soprattutto a causa
della sospensione delle attività di ristorazione, probabilmente la categoria
che ha pagato il prezzo più alto e subito il danno maggiore in conseguenza
della pandemia da Covid-19. Le giacenze sono ovviamente aumentate, creando non
poche difficoltà anche di carattere gestionale e logistico, gravando
ulteriormente sul bilancio economico. Il 2020 è stato, notoriamente, molto
negativo in termini di vendite per le cantine italiane ed europee, soprattutto
verso i mercati esteri, anche per effetto – non da ultimo – dell'introduzione
dei dazi da parte degli Stati Uniti d'America e, non meno determinante, le
conseguenze della Brexit.
Dopo oltre un anno di restrizioni e limiti per le attività sociali, e quindi
anche quelle produttive, le condizioni – finalmente – sembrano consentire la
progressiva ripresa di una certa normalità. Anche le attività produttive e
commerciali stanno riprendendo progressivamente a riaprire, intravvedendo
quindi la possibilità concreta di ricominciare a lavorare a pieno regime. Fra
queste, le attività di ristorazione e di somministrazione delle bevande che, va
ricordato, sono state fra quelle che hanno subito maggiormente le conseguenze
di questa chiusura forzata. La riapertura delle attività produttive del settore
della ristorazione e della somministrazione delle bevande influisce
direttamente su quella delle cantine che – finalmente – intravvedono la
possibilità di riprendere la vendita dei propri vini. Una riapertura che,
ovviamente, riguarda non solo l'Italia ma gran parte dell'Europa e dei paesi in
tutto il mondo.
I dati delle vendite del primo trimestre 2021 sembrano confermare questa
ripresa e, nemmeno a dirlo, è una bellissima notizia che fa ben sperare anche
per l'immediato futuro. Una recente indagine condotta da Ismea e Unione
Italiana Vini, basata sui dati Istat relativi alle esportazioni del vino nel
primo trimestre 2021, fornisce dati molto incoraggianti. Il dato, nel suo
insieme, cioè nell'andamento complessivo del primo trimestre, evidenzia, in
verità, un risultato negativo. Se si considerano invece i singoli mesi che
compongono il trimestre – gennaio, febbraio e marzo – si evidenzia una
crescente e netta ripresa nelle esportazioni di vino. Il primo trimestre 2021
segna infatti, nel suo complesso, un calo del -4% a valore e del -8,2% in
termini di volume. Valutando i dati per ogni singolo mese, gennaio ha
registrato un calo del -19%, febbraio del -11%, mentre a marzo si interrompe
la serie negativa segnando zero percento. Nel terzo mese di quest'anno,
pertanto, la tendenza negativa si è finalmente arrestata.
In particolare, i dati registrati nel mese di marzo 2021 evidenziano un aumento
di volume del +7% per i vini frizzanti e fermi imbottigliati, mentre – in
termini di valore complessivo – l'incremento è addirittura del +12%.
Quest'ultimo dato assume maggiore rilievo se confrontato con quelli dei due
mesi precedenti: a gennaio si era registrato -21% mentre a febbraio -5%.
Anche per gli spumanti si è registrato un risultato positivo, passando dal
-16% di inizio anno al +3% di marzo. Per quanto riguarda i vini fermi e
frizzanti imbottigliati, dall'inizio del 2021 – quando si registrava un calo
del -23% – l'incremento è stato estremamente significativo con un +16%.
Segnali di netta ripresa anche per quanto riguarda le esportazioni, in
particolare verso gli Stati Uniti d'America. Il risultato più significativo è
conseguito dal Prosecco che, nel primo trimestre 2021, vede aumentare il
proprio volume di esportazioni verso gli Stati Uniti d'America addirittura del
+11%.
Meno brillante il risultato dei vini fermi imbottigliati, sempre
riferiti alle esportazioni verso gli Stati Uniti d'America, che vede, nel
totale del primo trimestre, un calo del -7%. Se si considera, tuttavia, il
valore specifico per il mese di marzo, considerando inoltre che a gennaio 2021
il valore esportato aveva segnato un calo di -44%, nel terzo mese di
quest'anno il dato registra un importante incremento del +21%. Il comparto del
vino – così emerge dai risultati di questa indagine – è ancora ben lontano
dal riconquistare un il livello di attività nei profitti, ma è certamente una
buonissima notizia il fatto che la tendenza negativa si sia interrotta. Non
solo, poiché, soprattutto nel mese di marzo, si è verificata una straordinaria
inversione di tendenza con forte spinta verso il rialzo, quindi una
progressione che tende a livelli positivi e attivi. Anche i numeri che
certificano questi dati, evidenziano che siamo ancora lontani da una ripresa
concreta, ma inequivocabilmente testimoniano un deciso rialzo.
Il totale delle esportazioni relative al primo trimestre 2021, per quanto
concerne il valore, si attesta a 1,444 miliardi di euro, corrispondente a un
calo del -3,9% rispetto al medesimo periodo del 2020. A tale proposito, si
deve tuttavia osservare che il termine del primo trimestre 2020 aveva segnato,
a sua volta, un aumento rispetto allo stesso periodo del 2019. Il risultato del
primo trimestre 2021 riporta quindi il valore delle esportazioni al livello di
quello del medesimo periodo del 2019, quando il risultato si attestava a 1,435
miliardi di euro. La tendenza positiva iniziata a marzo 2021 è proseguita anche
nel mese di aprile, confermando quindi la buona ripresa delle vendite e delle
esportazioni del vino italiano. Una recente analisi condotta dall'Osservatorio
Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base doganale, rilevano infatti che ad aprile
2021 si è registrato un incremento del +26% nelle esportazioni del vino
italiano verso gli Stati Uniti d'America e, addirittura, +98% verso la Cina.
Il risultato eclatante conseguito con il mercato cinese è in realtà favorito
dalla recente decisione dell'introduzione di dazi nei confronti del vino
australiano che ha visto, quindi, una drastica uscita di scena
dell'Australia dalla Cina. Questo evento ha quindi favorito l'Italia che è
diventata adesso il terzo fornitore di vino del mercato cinese. A tale
proposito, si deve registrare che anche il vino francese ha conseguito un
risultato analogo e con maggiore impatto nel mercato cinese, soprattutto lo
Champagne. Per quanto riguarda l'Italia, la domanda cinese è particolarmente
interessata ai vini rossi di elevato pregio, condizione che ha quindi
determinato un aumento del valore esportato. Le premesse del secondo trimestre
2021, pertanto, fanno ben sperare in una netta e continua ripresa del mercato
del vino e non solo di quello italiano. Riprendono infatti i consumi – grazie
anche alla riapertura, finalmente, dei ristoranti e dei locali di mescita – e
soprattutto le esportazioni che, da sempre, rappresentano un'importantissima
quota dei profitti per le cantine italiane. Questa volta, a quanto pare, si
riparte. E che sia la volta buona. In alto i calici!
Antonello Biancalana
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