La vendemmia 2021 si è oramai conclusa da settimane ovunque in Italia, le uve
sono finalmente diventate vino, i produttori cominciano a trarre conclusioni sul
raccolto e quindi a formulare le prime stime sul nuovo vino. In questo momento,
infatti, forti della certezza di quello che si è portato in cantina – quindi con
informazioni attendibili e concrete – i produttori hanno ora le idee chiarissime
sui vini che stanno producendo con le uve raccolte nelle passate settimane. Le
previsioni della vendemmia 2021 diffuse la scorsa estate – le quali anticipavano
un buon raccolto, con diminuzione della quantità ma di elevata qualità –
sembrano essere confermate dai produttori in accordo alla valutazione di quello
che hanno portato in cantina. Ovunque in Italia, in termini generali, si registra
il calo della quantità delle uve raccolte, tutti sono comunque concordi sulla
qualità, considerata molto buona, probabilmente fra le migliori degli ultimi anni.
I produttori italiani sembrano essere tutti d'accordo sul fatto di avere
raccolto dalle loro vigne uve sanissime e di elevata qualità, una condizione che
si è rilevata in ogni regione del Paese. La conseguenza – fin troppo scontata –
è quella di avere anche vini di elevata qualità, ammesso non si commettano
scempi enologici in cantina. Si deve infatti ricordare che fare grandi
vini con uve sane e di enorme qualità è relativamente semplice, fare grandi vini
da uve mediocri è sempre il risultato di elevate abilità e competenze enologiche.
Trasformare il buono in qualcosa di eccellente è, evidentemente, un risultato che
si ottiene senza sforzo alcuno e con un minimo di diligenza enologica, mentre
ci si deve impegnare molto per ottenere un vino di bassa qualità con le stesse
uve. Operazione che, purtroppo, non è così inconsueta poiché capita abbastanza
spesso di avere nel calice – e, quindi, di assaggiare – vini di annate
considerate ottime e affetti da difetti spesso imbarazzanti. In questo caso, fin
troppo scontato, la colpa non è dell'uva, tanto meno della vigna, del territorio
o clima, piuttosto è il palese risultato dello scempio commesso dal produttore.
L'annata 2021 non era iniziata – come molti ricorderanno – con i migliori
auspici. Dal punto di vista meteorologico, infatti, già a primavera si erano
registrati eventi decisamente nefasti e che lasciavano pensare a un andamento
della stagione incerto. In aprile, infatti, molti vigneti in Italia furono
danneggiati da nefaste gelate, proprio nel momento cruciale nel quale la vite
iniziava a produrre i nuovi germogli. Un evento decisamente negativo e che ha
messo a rischio le buone speranze per la vendemmia 2021, visto che la gelata,
inevitabilmente, ha letteralmente bruciato i giovani e nuovi germogli. Quelli
che si sono salvati, hanno dovuto poi affrontare le infernali temperature
della scorsa estate oltre alla scarsità delle piogge, complicando quindi il ciclo
vegetativo delle viti, certamente quelle più giovani e con apparati radicali non
molto sviluppati. Le viti più vecchie, con apparati radicali più sviluppati nelle
profondità del suolo, hanno parzialmente beneficiato delle riserve idriche del
sottosuolo.
Alla fine di agosto, insomma, i produttori mostravano una certa preoccupazione
per le sorti della vendemmia che, di li a breve, sarebbe iniziata con la raccolta
dei grappoli. Poi è arrivato settembre e, per fortuna, ha cambiato la situazione
e, con questa, anche le previsioni. Le piogge di settembre hanno infatti
contribuito in modo determinante al positivo andamento della conclusione della
maturazione delle uve, finalmente capaci di soddisfare la propria sete.
Queste piogge, ovviamente, non hanno posto rimedio ai danni delle gelate di
aprile, ma certamente sono state determinanti per la maturazione dei grappoli
nati dai germogli superstiti. Ed è stato proprio grazie a queste piogge se, oggi,
possiamo parlare di una vendemmia di alta qualità, nonostante il calo della
quantità. Se consideriamo le stime che erano state fatte nel corso dell'estate,
nelle quali si prevedeva una buona qualità e un calo significativo in termini di
quantità, non si può che essere felici del fatto che, quelle previsioni, sono
state smentite, e in modo positivo, dalla valutazione concreta di quello che è
stato portato in cantina.
Ovunque in Italia si registra la soddisfazione dei produttori per i vini che
hanno prodotto con le uve di questa annata; molti non esitano a definire il 2021
come una delle migliori degli ultimi anni. Le uve raccolte nei vigneti d'Italia
– da nord a sud – si sono presentate alla vendemmia sane e perfette, cioè nella
migliore condizione per ottenere vini di elevata qualità. Le ottime premesse
della vigna si sono poi trasformate in certezze quando le uve sono giunte in
cantina. L'analisi del mosto ha infatti permesso di rilevare l'ottimo equilibrio
fra acidità e contenuto di zuccheri, ottima premessa per ottenere vini
altrettanto equilibrati. A quanto pare – e, a questo punto, con assoluta
certezza – i vini dell'annata 2021, dopo avere corso il rischio di un andamento
meteorologico spesso severo e nefasto, ci regaleranno bellissime soddisfazioni
nei calici. Una notizia, non c'è dubbio alcuno, che ci fa molto piacere,
immaginando – non da meno – il sollievo dei produttori che, passata
l'incertezza delle premesse estive, possono stare tranquilli e affrontare con
ottimismo la conclusione delle pratiche enologiche che si concluderanno con
l'imbottigliamento.
È una buona notizia, ovviamente, che si accoglie con entusiasmo e in attesa di
avere i vini 2021 nei calici, condizione suprema e finale per la determinazione
della reale qualità enologica. Se consideriamo le difficoltà che il mondo del
vino ha subito in conseguenza della pandemia e che hanno così modificato le
nostre abitudini, compresi i consumi, la previsione di alta qualità dell'annata
2021 rappresenta, non da meno, un nuovo punto di ripartenza per il vino italiano.
Le previsioni dei produttori relative all'annata 2021 sono ampiamente
ottimistiche per ogni stile di vino. Dai bianchi ai rossi, dagli spumanti ai vini
passiti, i produttori sono tutti concordi nel definire il 2021 come annata da
ricordare. Vini eccellenti, quindi, anche se in minore quantità, all'insegna
del celebre adagio poco ma buono. Una soddisfazione certamente
relativa e minore, tuttavia estremamente positiva, se consideriamo le premesse
pessimistiche della scorsa estate in merito all'annata 2021.
Le ottimistiche e attuali previsioni per l'annata 2021 costituiscono, non da
meno, un vantaggio economico poiché una migliore qualità potrebbe assicurare
maggiori profitti. Sebbene questa sia una scelta rischiosa – si devono infatti
ricordare i pessimi risultati delle vendite del 2020 oltre alle generali
disponibilità economiche dei consumatori – aumentare oltremodo i prezzi sarebbe
controproducente. In ogni caso, questa buona notizia anticipa la soddisfazione di
potere versare nei calici i vini dell'annata 2021, qualcosa che si verificherà
nei primi mesi del prossimo anno, per quanto riguarda i vini bianchi e rossi di
pronto consumo, verso la fine dell'estate per quelli destinati a raccontare la
loro qualità negli anni a venire. Per i rossi di lungo affinamento e gli spumanti
metodo classico, invece, si dovrà attendere almeno il 2023. In ogni caso, avremo
più di una buona, buonissima ragione, per brindare all'annata 2021. Con l'augurio
che possa rappresentare – con i suoi vini – l'inizio di un nuovo e bellissimo
futuro per tutti.
Antonello Biancalana
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