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  Editoriale Numero 212, Dicembre 2021   
Annata 2021: Previsioni Dopo la VendemmiaAnnata 2021: Previsioni Dopo la Vendemmia  Sommario 
Numero 211, Novembre 2021 Segui DiWineTaste su Segui DiWineTaste su TwitterNumero 213, Gennaio 2022

Annata 2021: Previsioni Dopo la Vendemmia


 La vendemmia 2021 si è oramai conclusa da settimane ovunque in Italia, le uve sono finalmente diventate vino, i produttori cominciano a trarre conclusioni sul raccolto e quindi a formulare le prime stime sul nuovo vino. In questo momento, infatti, forti della certezza di quello che si è portato in cantina – quindi con informazioni attendibili e concrete – i produttori hanno ora le idee chiarissime sui vini che stanno producendo con le uve raccolte nelle passate settimane. Le previsioni della vendemmia 2021 diffuse la scorsa estate – le quali anticipavano un buon raccolto, con diminuzione della quantità ma di elevata qualità – sembrano essere confermate dai produttori in accordo alla valutazione di quello che hanno portato in cantina. Ovunque in Italia, in termini generali, si registra il calo della quantità delle uve raccolte, tutti sono comunque concordi sulla qualità, considerata molto buona, probabilmente fra le migliori degli ultimi anni.


 

 I produttori italiani sembrano essere tutti d'accordo sul fatto di avere raccolto dalle loro vigne uve sanissime e di elevata qualità, una condizione che si è rilevata in ogni regione del Paese. La conseguenza – fin troppo scontata – è quella di avere anche vini di elevata qualità, ammesso non si commettano scempi enologici in cantina. Si deve infatti ricordare che fare grandi vini con uve sane e di enorme qualità è relativamente semplice, fare grandi vini da uve mediocri è sempre il risultato di elevate abilità e competenze enologiche. Trasformare il buono in qualcosa di eccellente è, evidentemente, un risultato che si ottiene senza sforzo alcuno e con un minimo di “diligenza” enologica, mentre ci si deve impegnare molto per ottenere un vino di bassa qualità con le stesse uve. Operazione che, purtroppo, non è così inconsueta poiché capita abbastanza spesso di avere nel calice – e, quindi, di assaggiare – vini di annate considerate ottime e affetti da difetti spesso imbarazzanti. In questo caso, fin troppo scontato, la colpa non è dell'uva, tanto meno della vigna, del territorio o clima, piuttosto è il palese risultato dello scempio commesso dal produttore.

 L'annata 2021 non era iniziata – come molti ricorderanno – con i migliori auspici. Dal punto di vista meteorologico, infatti, già a primavera si erano registrati eventi decisamente nefasti e che lasciavano pensare a un andamento della stagione incerto. In aprile, infatti, molti vigneti in Italia furono danneggiati da nefaste gelate, proprio nel momento cruciale nel quale la vite iniziava a produrre i nuovi germogli. Un evento decisamente negativo e che ha messo a rischio le buone speranze per la vendemmia 2021, visto che la gelata, inevitabilmente, ha letteralmente “bruciato” i giovani e nuovi germogli. Quelli che si sono salvati, hanno dovuto poi affrontare le infernali temperature della scorsa estate oltre alla scarsità delle piogge, complicando quindi il ciclo vegetativo delle viti, certamente quelle più giovani e con apparati radicali non molto sviluppati. Le viti più vecchie, con apparati radicali più sviluppati nelle profondità del suolo, hanno parzialmente beneficiato delle riserve idriche del sottosuolo.

 Alla fine di agosto, insomma, i produttori mostravano una certa preoccupazione per le sorti della vendemmia che, di li a breve, sarebbe iniziata con la raccolta dei grappoli. Poi è arrivato settembre e, per fortuna, ha cambiato la situazione e, con questa, anche le previsioni. Le piogge di settembre hanno infatti contribuito in modo determinante al positivo andamento della conclusione della maturazione delle uve, finalmente capaci di soddisfare la propria sete. Queste piogge, ovviamente, non hanno posto rimedio ai danni delle gelate di aprile, ma certamente sono state determinanti per la maturazione dei grappoli nati dai germogli superstiti. Ed è stato proprio grazie a queste piogge se, oggi, possiamo parlare di una vendemmia di alta qualità, nonostante il calo della quantità. Se consideriamo le stime che erano state fatte nel corso dell'estate, nelle quali si prevedeva una buona qualità e un calo significativo in termini di quantità, non si può che essere felici del fatto che, quelle previsioni, sono state smentite, e in modo positivo, dalla valutazione concreta di quello che è stato portato in cantina.

 Ovunque in Italia si registra la soddisfazione dei produttori per i vini che hanno prodotto con le uve di questa annata; molti non esitano a definire il 2021 come una delle migliori degli ultimi anni. Le uve raccolte nei vigneti d'Italia – da nord a sud – si sono presentate alla vendemmia sane e perfette, cioè nella migliore condizione per ottenere vini di elevata qualità. Le ottime premesse della vigna si sono poi trasformate in certezze quando le uve sono giunte in cantina. L'analisi del mosto ha infatti permesso di rilevare l'ottimo equilibrio fra acidità e contenuto di zuccheri, ottima premessa per ottenere vini altrettanto equilibrati. A quanto pare – e, a questo punto, con assoluta certezza – i vini dell'annata 2021, dopo avere corso il rischio di un andamento meteorologico spesso severo e nefasto, ci regaleranno bellissime soddisfazioni nei calici. Una notizia, non c'è dubbio alcuno, che ci fa molto piacere, immaginando – non da meno – il sollievo dei produttori che, passata l'incertezza delle premesse estive, possono stare tranquilli e affrontare con ottimismo la conclusione delle pratiche enologiche che si concluderanno con l'imbottigliamento.

 È una buona notizia, ovviamente, che si accoglie con entusiasmo e in attesa di avere i vini 2021 nei calici, condizione suprema e finale per la determinazione della reale qualità enologica. Se consideriamo le difficoltà che il mondo del vino ha subito in conseguenza della pandemia e che hanno così modificato le nostre abitudini, compresi i consumi, la previsione di alta qualità dell'annata 2021 rappresenta, non da meno, un nuovo punto di ripartenza per il vino italiano. Le previsioni dei produttori relative all'annata 2021 sono ampiamente ottimistiche per ogni stile di vino. Dai bianchi ai rossi, dagli spumanti ai vini passiti, i produttori sono tutti concordi nel definire il 2021 come “annata da ricordare”. Vini eccellenti, quindi, anche se in minore quantità, all'insegna del celebre adagio “poco ma buono”. Una soddisfazione certamente relativa e minore, tuttavia estremamente positiva, se consideriamo le premesse pessimistiche della scorsa estate in merito all'annata 2021.

 Le ottimistiche e attuali previsioni per l'annata 2021 costituiscono, non da meno, un vantaggio economico poiché una migliore qualità potrebbe assicurare maggiori profitti. Sebbene questa sia una scelta rischiosa – si devono infatti ricordare i pessimi risultati delle vendite del 2020 oltre alle generali disponibilità economiche dei consumatori – aumentare oltremodo i prezzi sarebbe controproducente. In ogni caso, questa buona notizia anticipa la soddisfazione di potere versare nei calici i vini dell'annata 2021, qualcosa che si verificherà nei primi mesi del prossimo anno, per quanto riguarda i vini bianchi e rossi di pronto consumo, verso la fine dell'estate per quelli destinati a raccontare la loro qualità negli anni a venire. Per i rossi di lungo affinamento e gli spumanti metodo classico, invece, si dovrà attendere almeno il 2023. In ogni caso, avremo più di una buona, buonissima ragione, per brindare all'annata 2021. Con l'augurio che possa rappresentare – con i suoi vini – l'inizio di un nuovo e bellissimo futuro per tutti.

Antonello Biancalana



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