Questo mese mi permetto di citare Marco Tullio Cicerone - celebre politico e
filosofo dell'Antica Roma - e una delle frasi più celebri a lui attribuite. In
verità, la citazione completa sarebbe Mala tempora currunt sed peiora
parantur, cioè corrono brutti tempi ma se ne preparano di peggiori. Ho
volutamente omesso la parte finale per riservarmi un sano slancio di ottimismo,
confidando - appunto - che il futuro non sarà comunque così peggiore. O
almeno ci voglio sperare, poiché - è sicuro - non per tutti le cose andranno
male. Visto che parliamo di vino, che ultimamente non se la sta passando
proprio bene in termini commerciali - con molte cantine che hanno in magazzino
quantità enormi di bottiglie e che sono costretti a svendere - è meglio pensare
in positivo. Già solo per questo, corrono brutti tempi - almeno per i
produttori - i quali non hanno certamente bisogno di altri accidenti per
i quali lambiccarsi il cervello così da trovare una soluzione efficace. In
questo senso, sarebbe auspicabile se potessero usare quel tempo per produrre
un'uva e un vino migliore.
Il titolo si riferisce all'andamento meteorologico del 2014 che in Italia non
ha certamente aiutato le sorti delle uve nei vigneti. Pioggia, tanta pioggia,
un'estate ricca di acqua come non si vedeva da anni. Un andamento così atipico
che ha portato serie preoccupazioni, non solo a chi produce vino e coltiva la
vite, ma - più in generale - a tutto il comparto agroalimentare. Viaggiando qua
e la in Italia, non è stato difficile - quest'anno - vedere vigneti danneggiati
dagli effetti della peronospora e dall'oidio, così come distese di grano
devastate, frutteti e oliveti in grave ritardo: la situazione è per molti a
rischio. Le forti piogge e la mancanza di sole, hanno portato un
significativo rallentamento nella maturazione dei frutti - uva compresa - e si
prevedono, almeno in vigna, ritardi di vendemmia che superano le due settimane.
Quindici giorni possono sembrare poca cosa, in realtà rappresentano un
ulteriore rischio. L'annata 2014 sarà quindi nefasta, enologicamente parlando?
Ovviamente, no. Non solo per il fatto che i vini di quest'annata non esistono
ancora - pertanto qualunque previsione sarebbe del tutto inattendibile - sia
perché non tutte le regioni hanno registrato andamenti disastrosi.
L'arrivo della stagione autunnale - che forse, a vedere l'estate, è arrivata
con un largo anticipo di diverse settimane - potrebbe peggiorare ulteriormente
le cose nei vigneti di alcune regioni. L'uva ha bisogno di terminare il suo
ciclo di maturazione, ma senza sole questo processo è certamente difficoltoso.
Non solo, la possibilità di ulteriori precipitazioni piovose aumentano - e
di molto - il rischio dell'insorgere della temuta muffa. Una piaga che si
aggiungerebbe ai danni già provocati da peronospora e oidio, con il risultato
di compromettere ulteriormente il raccolto. Raccolto che, comunque, potrebbe
giungere in cantina con livelli di zuccheri modesti, portando quindi alla
produzione di vini poco alcolici e piuttosto freschi. Questo riguarda,
ovviamente, l'uva sana che si riuscirà a raccogliere. In questo scenario non
proprio positivo, molti produttori hanno comunque dichiarato l'uva che
riusciranno a salvare è di buona qualità.
Ci sono produttori che - per così dire - hanno alzato bandiera bianca, altri
invece sono addirittura contenti di quello che hanno portato in cantina, come
nel caso dei vignaioli della Sicilia. C'è anche chi non riuscirà a portare
alcun grappolo in cantina e chi ha dichiarato che per l'annata 2014 non
produrrà quelli che si ritengono i migliori vini o comunque più significativi.
Questo si potrebbe considerare come una dichiarazione di onestà e di rispetto
verso i consumatori e - di fatto - è proprio così, anche per il bene di
mantenere alto l'onore e la qualità di certi vini. Quelli che non riusciranno a
portare uve significative in cantina - sia in termini qualitativi sia
quantitativi - dovranno certamente trovare una soluzione concreta così da non
compromettere il profitto del 2014. La soluzione più banale è quella di
acquistare le uve da quelli che ne possiedono di qualità accettabile e sono
disposti a venderle. Nemmeno a dirlo, non è così difficile immaginare una
speculazione dei prezzi a causa della maggiore richiesta. Mors tua, vita
mea.
Per contro, la minore temperatura - che in molte parti d'Italia non è mai stata
tipicamente estiva - consentirà all'uva di conservare certe caratteristiche
aromatiche. Avremo, quindi, vini meno alcolici, ma più acidi e con buoni
profumi. Verrebbe da dire, non tutto il male viene per nuocere o, per meglio
dire, chi si accontenta, gode. Qualora volessimo essere cattivi, si
potrebbe dire che la carenza di zucchero delle uve si può correggere con
l'aggiunta di mosto concentrato e l'eccessiva acidità può essere ridotta,
semplicemente usando metodi leciti e legali. In ogni caso, è bene sapere che a
queste pratiche non si ricorre unicamente in occasione di annate meno
favorevoli: rappresentano semplicemente le possibilità di intervento che
sovente si usano in cantina quando necessario. In alcuni paesi, per esempio, la
carenza di zuccheri si può correggere - e in modo legale - con l'aggiunta di
saccarosio, il comune zucchero da tavola, cosa che è notoriamente vietata
in Italia.
Lo scenario non va comunque considerato tragico, quanto meno, aspettiamo
che i vini del 2014 siano versati nei calici prima di piangere inutili lacrime.
Stime preliminari indicano che in Italia ci sarà un calo dei raccolti di circa
il 15%. Di fatto, è dal 1950 che non si registrava nel nostro Paese una
vendemmia così povera e che porterà - secondo le previsioni - a una produzione
di circa 41 milioni di ettolitri di vino. Per gli amanti dell'eterna, quanto
inutile, sfida Italia-Francia, il nostro Paese perderà il primato mondiale
della produzione e lascerà ai cugini d'Oltralpe il posto più alto del podio con
i loro previsti 47 milioni di ettolitri. Mala tempora currunt: con buona
pace di chi è affezionato alle sorti di questa sfida. Il centro Italia sembra
essere l'unica zona in controtendenza a questo calo e, pare, riuscirà
addirittura a incrementare il raccolto del 10% rispetto al 2013. Comunque
vada, sarà un grandissimo successo, se non altro per il fatto che i
viticoltori del nostro Paese - nonostante la copiosa pioggia, grandine e tempo
inclemente - saranno capaci, come sempre, di regalarci grandi vini. Io sono
sicuro e non me ne vorrà Marco Tullio Cicerone per essermi permesso di cambiare
la sua celebre frase: mala tempora currunt sed meliora parantur. Corrono
brutti tempi ma se ne preparano di migliori. Almeno in cantina e nei calici: il
tempo - sono sicuro - ci darà buone soddisfazioni anche per questo bizzarro
2014. Ad maiora!
Antonello Biancalana
|