Il gioioso momento dell'apertura di una bottiglia di vino e si versa nel
calice, è il frutto non solo dell'uva ma anche di innumerevoli fattori ed
eventi. Frutto del duro lavoro che inizia in vigna e termina con la bottiglia.
La vigna, il luogo dove tutto nasce, è motivo di serie preoccupazioni per ogni
vignaiolo. Si può infatti dire che la maggioranza delle preoccupazioni ha
proprio origine dalla vigna. Non è un segreto, infatti, che uve sane e di
qualità producono - senza tanti trucchi o artifici - vini di notevole
qualità; con uve di cattiva qualità si producono - nella migliore delle ipotesi
- vini mediocri. Per questo motivo, comprensibile e fondamentale, il
viticoltore è costretto a essere sempre attento a quello che accade in vigna,
consapevole che, in caso di necessità, deve intervenire tempestivamente.
Trascurare infatti la propria vigna, o ritardare gli interventi necessari,
significa compromettere la qualità del vino che verrà.
Si deve dire, in ogni caso, che il viticoltore non ha il potere
dell'onnipotenza. Ci sono infatti eventi e condizioni alle quali può
rimediare, mentre in altri casi non può fare altro che assistere impotente a
quanto accade in vigna e ne subisce le conseguenze, spesso gravi. Si tratta di
eventi, più o meno eccezionali, che sono causati dal volere di Madre
Natura che, come tutti sanno, a volte è generosa, a volte molto grama. C'è da
immaginarsi, alla fine del 1800, la desolazione dei viticoltori che assistevano
impotenti alla morte delle loro vigne senza nemmeno sapere quale fosse la
causa. Com'è ben noto, dovranno passare diversi anni prima di capire che il
responsabile di tanta devastazione altro non era che un piccolo afide al quale
fu attribuito - fra i tanti - il significativo nome di Phylloxera
Vastatrix e che cambiò per sempre la viticoltura in Europa.
La fillossera, come ogni specie vivente, è certamente figlia della Natura,
nonostante i suoi effetti non siano esattamente positivi per la Vitis
Vinifera, ovvero la vite da vino. Va detto che il responsabile primario di
quella devastazione non fu la Natura ma l'uomo che introdusse - seppure
involontariamente - la fillossera in Europa. L'uomo fu il responsabile di
quell'alterazione ambientale non prevista dalla Natura e i risultati furono
catastrofici tanto da stravolgere completamente la coltivazione della vite. Fu
capace di porre rimedio a quel nefasto evento ma, di certo, il rischio fu
elevato: tutto è bene quel che finisce bene. Il viticoltore è comunque
chiamato a confrontarsi con le avversità della vite - suo unico e prezioso bene
- cercando di porre rimedio per quanto possibile. Questo accade praticamente
dal momento della potatura della vite fino alla vendemmia, confidando nella
benevolenza di Madre Natura e nella possibilità di porre rimedio.
Non sempre è possibile rimediare agli eventi più o meno straordinari che
accadono nel corso della stagione e le conseguenze possono essere catastrofiche
tali da compromettere il raccolto e, quindi, i profitti. Questo è quello che è
accaduto lo scorso aprile quando in Italia si sono verificate condizioni
meteorologiche che hanno provocato un'infausta gelata con conseguenze
gravissime per tutto il settore dell'agricoltura. I danni si sono registrati in
diverse regioni d'Italia, non solo nelle vigne, ma anche nei frutteti e nelle
coltivazioni di ortaggi. In alcune zone, inoltre, si sono registrati danni
causati da forte vento e grandine. Le prime stime raccontano di danni piuttosto
ingenti con perdite che arrivano anche - in certi casi - all'80% del futuro
raccolto. La gelata, con il suo abbassamento repentino della temperatura sotto
lo zero, ha letteralmente bruciato i giovani germogli delle piante
proprio nel momento della fioritura. La conseguenza è ovvia: se muore il fiore,
la pianta non darà frutti.
Secondo le stime diffuse dalla Coldiretti, i danni provocati dalla gelata nel
comparto dell'agricoltura ammonterebbero ad almeno cento milioni di euro. Per
quanto riguarda i danni riportati nei vigneti d'Italia, sono molti i produttori
ad avere lamentato una perdita considerevole, anche dell'80% rispetto alle
annate precedenti. La gelata ha praticamente riguardato tutta l'Italia
settentrionale e centrale, fino a raggiungere la Campania, inclusa la Sardegna.
La produzione vitivinicola di queste regioni risentirà inevitabilmente degli
effetti della gelata di aprile e in molte zone la produzione di vino sarà
notevolmente ridotta. Questo significa che i vini dell'annata 2017 saranno
prodotti con le uve che matureranno nelle viti risparmiate in tutto o
in parte dalla gelata. A sentire le dichiarazioni rilasciate nei giorni
successivi alla gelata, sono moltissimi i produttori interessati da questo
grave evento meteorologico.
La Natura da, la Natura toglie. Generosa quando da, severissima quando toglie.
Lo sanno benissimo gli agricoltori - e, ovviamente, i viticoltori - che si
confrontano ogni anno con queste condizioni, fra la speranza del migliore
raccolto di sempre e la paura di vedere rovinato il proprio lavoro in pochi
attimi. Impossibile, comunque, non notare che negli ultimi anni stiamo
assistendo a cambiamenti climatici anche significativi e che si ripercuotono
inevitabilmente nella vita di tutti, non solo nell'agricoltura. Sempre la
Coldiretti stima che i cambiamenti climatici che si stanno verificando in
Italia negli ultimi anni hanno causato danni per quattordici miliardi di euro.
L'ennesima dimostrazione che dovremmo certamente riflettere sulle conseguenze
delle nostre azioni, spesso egoistiche e poco lungimiranti. Nel ribadire - per
il poco che può servire - la mia comprensione e vicinanza ai viticoltori e
agricoltori del nostro Paese, auguro loro che possano comunque regalarci una
grande annata. Per quello che si può, con quello che si ha, per il meglio che
si può. Come sempre.
Antonello Biancalana
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