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L'Equilibrio nei Vini Rossi |
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Durante la valutazione gustativa, i vini rossi risultano essere più complessi
rispetto ai vini bianchi. Responsabile di questa complessità è dovuta
all'astringenza, conferita dalla presenza di tannini, sia ceduti dal legno
della botte, sia quelli estratti dalle bucce dell'uva. L'astringenza, o
tannicità, di un vino rosso è un elemento che gioca un ruolo fondamentale nella
determinazione dell'equilibrio. Un elemento fondamentale capace di equilibrare
l'astringenza nei vini rossi è l'alcol che, fra l'altro, avrà anche il compito
di equilibrare l'eventuale acidità e la sapidità del vino. Il diagramma
riportato in figura illustra la relazione dei
vari elementi presenti in un vino rosso e la determinazione dell'equilibrio.
Va osservato che la tannicità e l'acidità tendono ad esaltarsi a vicenda,
pertanto un vino rosso, al fine di risultare equilibrato, se è caratterizzato
da una decisa tannicità avrà un'acidità piuttosto contenuta, viceversa, un vino
rosso fresco, cioè con acidità pronunciata, non potrà essere tannico. Di
conseguenza, l'alcol, responsabile per la sensazione pseudocalorica di
bruciore, dovrà essere presente in quantità tali da equilibrare la somma
delle quantità di tannini e di acido.
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Applicazione Pratica
Il migliore modo per comprendere i vini rossi, così come per qualunque altro
tipo di vino, è quello di valutarli personalmente con i propri sensi.
L'applicazione pratica che proponiamo per i vini rossi consente di valutare le
diverse caratteristiche organolettiche e, soprattutto, il modo in cui la
diversa presenza dei singoli elementi influiscono sull'equilibrio. Per
svolgere l'applicazione pratica che vi proponiamo è necessario procurarsi tre
vini: un Cabernet Sauvignon giovane in purezza prodotto nel Friuli Venezia
Giulia, un Merlot di due o tre anni di maturazione in bottiglia e affinato in
barrique, possibilmente prodotto in Toscana o in California, e un Pinot Nero di
due o tre anni prodotto in Borgogna o in Alto Adige.
Alla vista i tre vini si presentano con colori e intensità piuttosto diverse.
Il Pinot Nero avrà un colore più chiaro rispetto agli altri e presenterà una
maggiore trasparenza, mentre il Cabernet Sauvignon e il Merlot avranno colori e
sfumature più o meno identiche. La prima informazione che si ricava è che l'uva
Pinot Nero ha una capacità colorante minore, cioè è più povero di pigmenti,
rispetto alle altre due uve, non per questo produce vini di bassa qualità,
tutt'altro, il Pinot Nero è considerato fra le grandi uve che producono vini di
grande qualità. Questa prima valutazione dovrebbe aiutare ad eliminare il
pregiudizio che i vini dal colore siano da considerare peggiori, a patto siano
prodotti con criteri di qualità. Anche al naso i tre vini offriranno aromi
diversi. Nel Pinot Nero si percepiranno aromi di ciliegia, lampone, ribes rosso
e fragola, oltre ad aromi di vaniglia come segno del probabile affinamento in
botte. Gli aromi del Merlot saranno piuttosto diversi. In questo vino si
percepiranno, primi fra tutti, gli aromi di vaniglia e di rovere per effetto
dell'affinamento in botte, tuttavia sarà inoltre possibile percepire chiari
aromi di amarena, mirtillo, prugna, probabilmente anche accenni di mora, così
come aromi di confetture e di violetta. Nel Cabernet Sauvignon emergerà un
aroma che potrebbe sorprendere e che non ci si aspetterebbe trovare in un vino:
l'aroma di peperone verde. Probabilmente questo curioso aroma non sarà
quello dominante, tuttavia sarà ben riconoscibile in mezzo a buoni aromi di
ribes nero, mirtillo, amarena e, con molta probabilità, anche eucalipto.
Infine, si potrà cogliere, anche in questo vino, un aroma di vaniglia, segno
dell'affinamento in legno.
Anche in bocca i vini si presentano in modi diversi. Il Pinot Nero apparirà in
bocca più fresco, cioè più acido, rispetto agli altri due vini, e la sua
astringenza, prodotta dalla tannicità, sarà piuttosto contenuta. Il Merlot
presenterà un'acidità decisamente più bassa e si noterà invece una maggiore
astringenza, seppure rotonda e piacevole, prodotta dai tannini. Il Merlot
sembrerà avere una maggiore struttura e un maggiore corpo rispetto al Pinot
Nero. Infine, il Cabernet Sauvignon presenterà un'astringenza maggiore rispetto
agli altri due vini, una sensazione di tannicità più aggressiva e meno rotonda,
e una buona struttura. Da notare che la quantità di alcol sarà più o meno la
stessa per tutti e tre i vini, probabilmente fra i 12 e i 13 gradi, tuttavia i
vini, che presentano tannicità diverse fra loro, risulteranno equilibrati. Nel
Pinot Nero, che ha una bassa tannicità, l'equilibrio è ottenuto grazie alla
maggiore quantità di acidi, mentre negli altri due vini l'acidità è più bassa in
favore di una maggiore tannicità.
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Legenda dei punteggi
Sufficiente  Abbastanza Buono   Buono
   Ottimo     Eccellente
Vino eccellente nella sua categoria
I prezzi sono da considerarsi indicativi in quanto possono subire variazioni a seconda del paese e del luogo in cui vengono acquistati i vini
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Barbera del Monferrato Rossad'Ocra 2000 |
Cascina Maddalena (Italia) |
Uvaggio: Barbera |
Prezzo: € 13,00 |
Punteggio:    |
Il vino si presenta con un colore rosso rubino intenso e sfumature di
rosso rubino, abbastanza trasparente. Al naso rivela intensi aromi di
frutta, in particolare di amarena, mirtillo, mora, prugna, violetta e
accenni di vaniglia. In bocca e corrispondente al naso, ha un attacco
fresco equilibrato dai tannini e dall'alcol, buon corpo e sapori intensi.
Il finale è persistente con ricordi di amarena e mirtillo. Rossad'Ocra è
affinato in barrique per circa 12 mesi. |
Abbinamento: Carne arrosto, Brasati con funghi, Formaggi stagionati |
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Monferrato Rosso Bricco della Maddalena 1998 |
Cascina Maddalena (Italia) |
Uvaggio: Barbera |
Prezzo: € 25,00 |
Punteggio:     |
Il vino si presenta con un colore rosso rubino brillante e sfumature di
rosso rubino, abbastanza trasparente. Al naso rivela aromi puliti e
intensi, in prevalenza di frutta, come amarena, mirtillo e prugna seguiti
da aromi di violetta, china, pino, liquirizia e vaniglia. In bocca ha buona
corrispondenza con il naso, un attacco fresco e tannico comunque
equilibrato dall'alcol, presente in buona quantità. Buon corpo e sapori
intensi. Il finale è persistente con buoni ricordi di amarena e prugna.
Questo vino è affinato in barrique per 12-15 mesi. |
Abbinamento: Selvaggina, Brasati e stufati con funghi, Formaggi stagionati |
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Grechetto dei Colli Martani Terre di San Nicola 2001 |
Di Filippo (Italia) |
Uvaggio: Grechetto |
Prezzo: € 4,60 |
Punteggio:     |
Il vino si presenta con un colore giallo paglierino chiaro e sfumature
giallo paglierino, molto trasparente. Il naso esprime aromi puliti,
intensi e piacevoli di ananas, banana, biancospino, gelsomino, limone,
mela, nocciola, pera e pesca. In bocca ha buona corrispondenza con il
naso, un attacco piacevolmente fresco e comunque ben equilibrato
dall'alcol. Intenso e molto piacevole. Il finale è persistente con netti e
piacevoli ricordi di pera, limone e mela. Questo Grechetto è affinato in
contenitori d'acciaio. |
Abbinamento: Pesce bollito, Crostacei, Pasta e risotti con verdure e pesce, Carne saltata, Antipasti |
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Colli Martani Sangiovese Riserva Properzio 1999 |
Di Filippo (Italia) |
Uvaggio: Sangiovese |
Prezzo: € 5,80 |
Punteggio:     |
Alla vista si presenta con un colore rosso rubino intenso e sfumature di
rosso rubino, abbastanza trasparente. Al naso rivela aromi raffinati,
puliti, intensi e gradevoli di amarena, mirtillo, prugna, violetta,
carruba, liquirizia e vaniglia. In bocca ha un attacco decisamente tannico
comunque equilibrato dall'alcol, una buona corrispondenza con il naso,
sapori intensi e buon corpo. Il finale è persistente con buoni ricordi di
prugna, amarena e mirtillo. Un vino ben fatto che saprà dare il meglio di
sé fra 2 anni, comunque già bevibile. Properzio è affinato in barrique. |
Abbinamento: Selvaggina, Carne alla griglia, Carne arrosto, Formaggi stagionati |
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Ruris 2001 |
Fattoria Colsanto (Italia) |
Uvaggio: Sangiovese, Merlot, Sagrantino |
Prezzo: € 8,00 |
Punteggio:     |
Alla vista si presenta con un colore rosso rubino brillante e sfumature di
rosso granato, abbastanza trasparente. Il naso esprime aromi intensi,
puliti ed eleganti, in prevalenza di frutta, come amarena, mirtillo, mora,
prugna e ribes seguiti da buoni aromi di vaniglia, caramello e cacao e
accenni di peperone verde. In bocca ha buona corrispondenza con il naso,
un attacco leggermente tannico ma ben equilibrato dall'alcol, buon corpo e
sapori intensi. Il finale è persistente con buoni ricordi di amarena,
prugna e mirtillo. Ruris è affinato per 10 mesi in barrique. |
Abbinamento: Carne arrosto, Formaggi stagionati, Paste ripiene |
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Montefalco Rosso 2001 |
Fattoria Colsanto (Italia) |
Uvaggio: Sangiovese, Sagrantino |
Prezzo: € 9,00 |
Punteggio:     |
Il vino si presenta con un colore rosso rubino brillante e sfumature di
rosso rubino, abbastanza trasparente. Il naso esprime aromi intensi,
gradevoli e puliti, in prevalenza di frutta, come amarena, lampone,
mirtillo, mora e violetta seguiti da piacevoli aromi di vaniglia,
liquirizia oltre ad accenni di caffè. In bocca rivela buona corrispondenza
con il naso, un attacco leggermente tannico comunque equilibrato
dall'alcol, buon corpo e sapori intensi. Il finale è persistente con
ricordi di amarena, mora e prugna. Questo vino è affinato per 15 mesi in
barrique a cui seguono 3 mesi di affinamento in bottiglia. |
Abbinamento: Carne arrosto, Stufati, Formaggi stagionati, Paste ripiene |
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Chianti Classico Lucarello Riserva 1999 |
Borgo Salcetino (Italia) |
Uvaggio: Sangiovese, Canaiolo Nero |
Prezzo: € 13,00 |
Punteggio:     |
Alla vista questo vino si presenta con un colore rosso rubino intenso e
sfumature rosso rubino, abbastanza trasparente. Il naso rivela gradevoli,
intensi ed eleganti aromi, in prevalenza di frutta, come amarena, lampone,
mirtillo, mora e prugna seguiti da intensi e buoni aromi di violetta e
vaniglia su un fondo di cioccolato. In bocca è rotondo e molto
equilibrato, con tannini già morbidi e buon corpo, sapori intensi e buona
corrispondenza con il naso. Il finale è persistente con piacevoli e puliti
ricordi di amarena, mirtillo e prugna. Un vino ben fatto. Questa riserva
di Chianti è affinata per 24 mesi in barrique a cui segue un lungo periodo
di affinamento in bottiglia. |
Abbinamento: Brasati con funghi, Carne arrosto, Carne alla griglia, Formaggi stagionati |
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RosSole 2000 |
Borgo Salcetino (Italia) |
Uvaggio: Sangiovese (70%), Merlot (30%) |
Prezzo: € 10,40 |
Punteggio:     |
Alla vista si presenta con un colore rosso rubino intenso e sfumature di
rosso rubino, poco trasparente. Il naso rivela buona personalità con aromi
intensi, puliti, eleganti e raffinati di amarena, mora, prugna e ribes
seguiti da buoni aromi di vaniglia, liquirizia e cacao oltre ad accenni di
mentolo. In bocca è elegante e rotondo, con tannini piacevoli e buona
corrispondenza con il naso, buon equilibrio, sapori intensi e buon corpo.
Il finale è persistente con buoni ricordi di mora, amarena e prugna. Un
vino ben fatto. RosSole è affinato per 14 mesi in barrique a cui segue un
lungo periodo di affinamento in bottiglia. |
Abbinamento: Brasati, Carne arrosto, Carne alla griglia, Formaggi stagionati, Selvaggina |
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Amarone della Valpolicella Classico Gioé 1997 |
Santa Sofia (Italia) |
Uvaggio: Corvina (65%), Rondinella (30%), Molinara (5%) |
Prezzo: € 35,00 |
Punteggio:      |
Il vino si presenta con un colore rosso rubino intenso e sfumature di
rosso granato, poco trasparente. Il naso rivela personalità con aromi
eleganti, intensi, puliti e raffinati in prevalenza di confetture. Si
percepiscono buoni aromi di confettura di amarena, confettura di more e
confettura di prugne seguiti da piacevoli e puliti aromi di amarena sotto
spirito, cacao, caramello, cuoio, liquirizia, smalto, violetta e vaniglia.
In bocca si presenta con un attacco tannico ben equilibrato dall'alcol,
ottima corrispondenza con il naso, sapori intensi e di grande corpo. Il
finale è persistente con piacevoli e netti ricordi di confettura di more,
confettura di amarene e confettura di prugne. Un vino molto ben fatto.
L'Amarone Gioé è prodotto in quantità limitate e solo in annate
particolarmente favorevoli e matura per 48 mesi in botte e 8-12 mesi in
bottiglia. |
Abbinamento: Arrosti di carne, Formaggi stagionati, Selvaggina, Brasati, Stufati |
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Predaia 1998 |
Santa Sofia (Italia) |
Uvaggio: Cabernet Sauvignon (85%), Corvina e Rondinella (15%) |
Prezzo: € 12,50 |
Punteggio:     |
Alla vista si presenta un colore rosso rubino brillante e sfumature di
rosso granato, abbastanza trasparente. Il naso denota buona personalità con
aromi eleganti, intensi, puliti e raffinati di amarena, mirtillo, peperone,
prugna, ribes e violetta seguito da buoni aromi di vaniglia, tostato,
caramello e cioccolato. In bocca è rotondo e equilibrato, con buona
corrispondenza al naso, tannini gradevoli, sapori intensi e buon corpo. Il
finale è persistente con puliti e piacevoli ricordi di prugna, mirtillo e
amarena. Un vino ben fatto. Predaia è affinato per 12 mesi in barrique e
per 24 mesi in botte a cui seguono 8-12 mesi di affinamento in bottiglia. |
Abbinamento: Carne arrosti, Stufati, Brasati, Selvaggina, Formaggi stagionati |
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Amarone della Valpolicella Classico 1997 |
Le Ragose (Italia) |
Uvaggio: Corvina (50%), Rondinella (20%), Molinara (20%), altre uve (10%) |
Prezzo: € 23,00 |
Punteggio:     |
Alla vista si presenta con un colore rosso rubino intenso e sfumature di
rosso granato, poco trasparente. Al naso denota aromi intensi, puliti ed
eleganti e si percepiscono confettura di amarene, confettura di more,
prugna e viola appassita seguiti da caramello, pepe bianco, cacao, noce e
vaniglia. In bocca rivela buona corrispondenza con il naso, un attacco
tannico ben bilanciato dall'alcol, sapori intensi e di struttura. Il finale
è persistente con piacevoli ricordi di prugna, confettura di more e
confettura di amarene. Questo vino matura per 12 mesi in vasche d'acciaio a
cui seguono 4-5 anni di maturazione in botte. |
Abbinamento: Arrosti di carne, Formaggi stagionati, Selvaggina, Brasati, Stufati |
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Amarone della Valpolicella Classico Marta Galli 1997 |
Le Ragose (Italia) |
Uvaggio: Corvina (50%), Rondinella (20%), Cabernet (5%), altre uve (25%) |
Prezzo: € 28,50 |
Punteggio:      |
Il vino si presenta con un colore rosso rubino intenso e sfumature di
rosso granato, poco trasparente. Al naso esprime personalità con aromi
gradevoli, puliti, intensi ed eleganti, in particolare di confetture, come
confettura di amarene, confettura di ciliegie, confettura di fragole e
confettura di more seguiti da intensi e puliti aromi di amarena sotto
spirito, caramello, cioccolato, pepe rosa, prugna, viola appassita e
vaniglia. In bocca denota ottima corrispondenza con il naso, un attacco
tannico ben equilibrato dall'alcol, sapori intensi e grande struttura. Il
finale è persistente con puliti ricordi di confettura di more, confettura
di ciliegie e prugna. Un vino molto ben fatto. Questo Amarone matura per 3
mesi in vasche d'acciaio e per due anni in botte a cui segue un
affinamento in bottiglia per almeno un anno. |
Abbinamento: Arrosti di carne, Formaggi stagionati, Selvaggina, Brasati, Stufati |
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Rosso Antonello 1999 |
Carlo Hauner (Italia) |
Uvaggio: Calabrese, Sangiovese, Corinto Nero |
Prezzo: € 13,20 |
Punteggio:     |
Il vino si presenta con un colore rosso rubino brillante e sfumature di
rosso granato, abbastanza trasparente. Il naso rivela aromi puliti,
intensi ed eleganti, in prevalenza di frutta, di amarena, mirtillo, mora,
prugna e carruba seguiti da buoni aromi di rosa appassita, violetta, cacao
e vaniglia. In bocca ha una buona corrispondenza con il naso, buon
equilibrio, sapori intensi e buon corpo. Il finale è persistente con
piacevoli e puliti ricordi di amarena e prugna. Rosso Antonello è affinato
in barrique a cui seguono 9 mesi di affinamento in bottiglia. |
Abbinamento: Carne arrosto, Carne alla griglia, Formaggi stagionati, Brasati |
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Malvasia delle Lipari Passito 2001 |
Carlo Hauner (Italia) |
Uvaggio: Malvasia delle Lipari (95%), Corinto Nero (5%) |
Prezzo: € 18,00 (500ml) |
Punteggio:      |
Semplicemente un grande vino. Alla vista si presenta con un bellissimo
colore giallo ambrato brillante e sfumature di giallo dorato, molto
trasparente. Il naso esprime grande personalità con aromi intensi,
eleganti, raffinati, ricchi e gradevoli di confettura di albicocche,
confettura di pesche, canditi, dattero, fico secco, fiori secchi,
mandorla, marmellata d'arance, miele, nocciola, scorza d'agrume seguito da
un piacevole aroma di rosmarino. In bocca è ricco e suadente, con giusta
dolcezza, morbido con sapori intensi, molto equilibrato. Eccellente
corrispondenza con il naso. Il finale è molto persistente con piacevoli e
lunghi ricordi di albicocca, pesca, miele, scorza d'agrume e canditi. Un
vino molto ben fatto, straordinario anche degustato da solo. Questa
Malvasia delle Lipari è prodotta con uve da vendemmia tardiva che vengono
successivamente fatte appassire su graticci. Il vino matura per 18 mesi a
cui segue un affinamento di 6 mesi in bottiglia. |
Abbinamento: Pasticceria secca, Crostate di frutta e in particolare di mandorle, Formaggi stagionati e piccanti |
Il Falerno, prestigioso vino famosissimo durante l'epoca dell'antica
Roma, da sempre ha suscitato l'interesse di studiosi della storia enologica,
decantato e apprezzato in antichità, per molto tempo sembrava fosse
praticamente scomparso dallo scenario vinicolo, rimanendo legato alla sua
prestigiosa fama, quasi una leggenda, dei fasti che ne viddero il pieno
splendore. Il Falerno affonda le sue radici nell'antichità classica. Fu un vino
molto apprezzato in quei tempi e Plinio il Vecchio riteneva che avesse qualità
terapeutiche, Orazio lo considerava il suo vino preferito, così come lo era per
Virgilio che nel secondo libro delle Georgiche scrisse «Nec cellis
ideo contende Falernis» (Perciò nessun vino può essere paragonato con il
Falerno). Molti altri personaggi illustri dell'epoca Romana decantarono le
qualità e la nobiltà del vino Falerno, la cui massima diffusione si ebbe con
Giulio Cesare. In epoca più recente fu apprezzato dagli Zar di Russia e fu
preferito da molti cortigiani del re Gustavo di Svezia tanto da divenire il
vino ufficiale di Palazzo.
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| Una veduta dai vigneti di Villa Matilde |
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Dopo un florido periodo di splendore e fama, che continuò fino al tutto il
1800, la produzione di Falerno si arrestò bruscamente per oltre mezzo secolo a
causa delle violente devastazioni di Fillossera che distrussero il 95% dei
vigneti. Ai catastrofici effetti della fillossera sopravvissero solamente poche
viti che costituirono in futuro il materiale base sul quale il Falerno sarebbe
risorto grazie alla passione di un avvocato napoletano, Francesco Paolo
Avallone, padre di Salvatore e Maria Ida, attuali proprietari di Villa Matilde,
che in gioventù era stato assistente di Diritto Romano presso l'Ateneo
Napoletano e nei suoi studi effettuati sui testi dei grandi autori classici,
spesso trovava citazioni di elogio per questo grande vino. Affascinato dalle
testimonianze scritte nelle grandi opere classiche sul vino Falerno, circa 45
anni fa l'avvocato Francesco Paolo Avallone decise che avrebbe tentato di fare
rivivere questo leggendario vino. L'avvocato Avallone iniziò i propri studi e,
in collaborazione con alcuni ricercatori dell'Università di Agraria di Napoli,
avviò un progetto il cui fine era quello di individuare le caratteristiche
ampelografiche delle uve utilizzate in epoca Romana per la produzione del
Falerno, deducendole dai testi di Plinio, Catone, Columella e di tutti quei
scrittori che direttamente e indirettamente avevano lasciato testimonianze
utili alla definizione delle varietà di uva utilizzate.
A seguito di queste ricerche preliminari si iniziarono a svolgere indagini
sugli antichi territori del Falerno, in particolare la zona del Massico, in
modo da verificare se esistevano ancora delle uve che avessero i requisiti
stabiliti dalle ricerche. Al termine di queste ricerche si individuarono con
certezza i vitigni che dovevano essere utilizzati e si individuarono
esattamente 20 piante che possedevano i requisiti tanto cercati: 10 erano di
Aglianico, cioè l'antico Hellenico, un vitigno introdotto nelle colonie
della Magna Grecia dalle popolazioni Micenee che si insediarono nell'Italia
meridionale, 5 di Piedirosso, così chiamato per il caratteristico colore del
raspo; due varietà d'uva che opportunamente vinificate e maturate avrebbero
dato vita al Falerno rosso, e 5 di Falanghina, da cui si produceva il Falerno
bianco, il famoso Vinum Album Phalanginum citato nei testi della celebre
Scuola Medica Salernitana. Sembra che il nome Falerno derivi dalla deformazione
del termine Phalanginum in Phalernium; pertanto è probabile che
l'originale vino Falerno sia stato quello bianco.
Utilizzando queste poche piante rimaste in vita come materiale su cui
ricostruire la fama del Falerno, fu condotto un paziente lavoro di riproduzione
svolto da esperti vivaisti che consentì di salvare e moltiplicare quelle poche
e preziose piante rimaste in vita e che si erano salvate dalle devastazioni
della fillossera. Vennero accuratamente selezionate le piante madri, dalle
quali fu prelevato il materiale necessario per potere procedere agli innesti su
barbatelle immuni al temibile parassita e così, poco alla volta, si
ricostruirono i vigneti in quelle colline dell'Ager Falernus che per
secoli avevano prodotto uva non abbondante ma della migliore qualità. Le piante
originali sono ancora presenti nell'Azienda Villa Matilde e ogni volta si rende
necessario il reimpianto di nuove barbatelle, le viti da utilizzare per la
propagazione vengono prelevate proprio da quella vecchia vigna. Così, dopo
oltre un secolo di assenza, le prime bottiglie di Falerno tornarono sulle
tavole degli appassionati.
La produzione attuale di Villa Matilde, oltre a comprendere i vini Falerno
del Massico, offre anche altri vini, sia bianchi, sia rossi, prodotti con uve
locali. Il Falerno del Massico è prodotto sia bianco, sia rosso, utilizzando
l'antico uvaggio, fedele alla tradizione storica di questi vini. Il bianco è
prodotto esclusivamente con Falanghina, mentre il rosso, di cui si produce
nelle migliori annate anche una riserva, è prodotto con uve Aglianico e
Piedirosso. Con le stesse uve si producono inoltre tre vini monovarietali
in purezza.
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Un vigneto di Villa Matilde | |
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Nella produzione dei vini bianchi, troviamo il Tenuta Pietre Bianche, un
vino giovane e fresco prodotto in prevalenza da Falanghina e Coda di Volpe. Il
Falerno del Massico Vigna Caracci è un vino bianco prodotto con uva
Falanghina proveniente da un piccolo vigneto di circa 3 ettari e situato nelle
colline adiacenti il vulcano di Roccamonfina. L'uva viene raccolta a
maturazione inoltrata in modo da esaltarne le caratteristiche aromatiche e il
vino matura in barrique per circa 5 mesi. Altro vino bianco prodotto da Villa
Matilde è Campostellato, una particolare riserva di Falanghina prodotto con
uve selezionate dalle quali si ottiene un mosto particolarmente ricco di corpo,
aromi e acidità che si trasformerà in un vino di grande struttura.
Nella produzione dei vini rossi troviamo il Terre Cerase, ottenuto da uve
Aglianico, e Poggio alle More, prodotto con uve Aglianico, Coda di Volpe
Rosso e altre uve locali. Frutto di anni di selezione è il Vigna Camarato,
un vino prodotto con uve Aglianico provenienti dal vigneto omonimo, uno dei più
vecchi e meglio esposti delle tenute collinari, ubicato alle pendici del
vulcano di Roccamonfina. Il vino viene fatto maturare in botte e affinato in
bottiglia per 18 mesi. Altro vino rosso interessante è il Cecubo, prodotto
con uve Piedirosso, Abbuoto e Primitivo, maturato in botte. Con uve appassite
di Falanghina, lasciate sulla pianta fino a Novembre inoltrato, si produce
Eleusi, un'eccellente vendemmia tardiva. Dopo la raccolta le uve
vengono fatte appassire su graticci al sole e il mosto che se ne ottiene viene
successivamente fermentato e affinato in barrique per tre mesi a cui segue un
lungo affinamento in bottiglia. La produzione di Villa Matilde si completa con
due grappe, entrambe prodotte con uva Falanghina, e l'olio d'oliva prodotto con
le olive provenienti dagli oliveti di proprietà dell'azienda.
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Legenda dei punteggi
Sufficiente  Abbastanza Buono   Buono
   Ottimo     Eccellente
Vino eccellente nella sua categoria
I prezzi sono da considerarsi indicativi in quanto possono subire variazioni a seconda del paese e del luogo in cui vengono acquistati i vini
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Falerno del Massico Bianco 2002 |
Villa Matilde (Italia) |
Uvaggio: Falanghina |
Prezzo: € 5,50 |
Punteggio:     |
Alla vista si presenta con un deciso colore giallo verdolino, molto
trasparente. Il naso rivela aromi eleganti, raffinati e delicati di
acacia, ananas, banana, litchi, mela, nocciola, pera e pesca. In bocca ha
un attacco piacevolmente fresco e comunque ben equilibrato dall'alcol,
buona corrispondenza con il naso, sapori intensi e piacevoli. Il finale è
persistente con netti e puliti ricordi di ananas, pera e banana. Un vino
ben fatto. |
Abbinamento: Pesce bollito, Crostacei, Pasta e risotti con verdure e pesce, Carne saltata, Antipasti |
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Falerno del Massico Rosso 2001 |
Villa Matilde (Italia) |
Uvaggio: Aglianico (80%), Piedirosso (20%) |
Prezzo: € 6,70 |
Punteggio:     |
Alla vista si presenta con un colore rosso rubino intenso e sfumature
rosso rubino, poco trasparente. Al naso esprime aromi fruttati, puliti e
intensi di amarena, lampone, mirtillo, prugna, violetta e vaniglia. In
bocca rivela buona corrispondenza con il naso e ottimo equilibrio. Sapori
intensi e buon corpo. Il finale è persistente con buoni ricordi di prugna
e amarena. Questo vino è affinato in botte per 10-12 mesi. |
Abbinamento: Carne con funghi, Carne bianca arrosto, Formaggi freschi, Paste ripiene |
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Falerno del Massico Vigna Caracci 2001 |
Villa Matilde (Italia) |
Uvaggio: Falanghina |
Prezzo: € 10,60 |
Punteggio:     |
Alla vista si presenta con un colore giallo paglierino intenso e
sfumature giallo paglierino, molto trasparente. Il naso è elegante,
fine e di personalità con aromi prevalentemente di frutta e una
piacevole nota di aromi di legno che non disturba affatto il quadro
olfattivo. Si percepiscono buoni e intensi aromi di acacia, ananas,
banana, ginestra, litchi, mela, nocciola, pera, pesca e vaniglia. In
bocca denota un piacevole attacco fresco ma pienamente equilibrato
dall'alcol e buona corrispondenza con il naso. Buoni e intensi sapori
di frutta, molto eleganti e piacevoli. Il finale è persistente con
ricordi di pesca, ananas e pera. Un vino ben fatto e piacevole in cui
si riconosce la tipicità dell'uva Falanghina. Questo vino è prodotto
con criomacerazione e fermentazione in barrique a cui segue un
affinamento in barrique per 5 mesi. |
Abbinamento: Antipasti di pesce, Paste e risotti di pesce, Pesce e crostacei |
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Cecubo 2000 |
Villa Matilde (Italia) |
Uvaggio: Abbuoto (45%), Primitivo (35%), Piedirosso (20%) |
Prezzo: € 11,20 |
Punteggio:     |
Alla vista si presenta con un bel colore rosso rubino carico e sfumature
di rosso porpora, poco trasparente. Il naso è carico di aromi puliti e
intensi, prevalentemente di frutta, ben disposti e piacevoli. Si
riconoscono buoni aromi di amarena, cacao, liquirizia, mirtillo, prugna,
ribes, violetta e vaniglia. In bocca rivela un attacco tannico tuttavia ben
equilibrato dall'alcol e un'ottima corrispondenza con il naso, intenso. Il
finale è persistente con piacevoli sapori di amarena, mirtillo, liquirizia
e prugna. Cecubo è affinato in barrique per 12 mesi. |
Abbinamento: Selvaggina, Carne arrosto, Formaggi stagionati, Brasati, Stufati |
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Falerno del Massico Vigna Camarato 1999 |
Villa Matilde (Italia) |
Uvaggio: Aglianico |
Prezzo: € 22,50 |
Punteggio:      |
Il vino si presenta con un colore rosso rubino carico e sfumature di rosso
rubino, poco trasparente. Il naso rivela personalità e aromi eleganti,
raffinati, intensi e puliti di amarena, ciliegia sotto spirito,
cioccolato, liquirizia, mirtillo, pepe, prugna, violetta e vaniglia. In
bocca ha una buona corrispondenza con il naso, un attacco lievemente
tannico ma prontamente equilibrato dall'alcol, sapori intensi e di buon
corpo. Il finale è persistente con piacevoli ricordi di amarena e prugna.
Un vino ben fatto. Vigna Camarato è affinato in barrique per 12 mesi e in
bottiglia per 12 mesi. |
Abbinamento: Selvaggina, Carne arrosto, Formaggi stagionati, Brasati, Stufati |
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Eleusi Passito 2001 |
Villa Matilde (Italia) |
Uvaggio: Falanghina |
Prezzo: € 18,30 (500 ml) |
Punteggio:      |
Alla vista si presenta con un bel colore giallo ambra carico e
sfumature di giallo dorato, molto trasparente. Il naso rivela una
grande personalità, con aromi eleganti, raffinati e puliti. Si
riconoscono intensi e netti aromi di albicocca secca, canditi,
caramello, confettura di mele cotogne, fico secco, litchi, mela
cotta, miele, nocciola, noce e pera. In bocca rivela un'eccellente
corrispondenza con il naso e una piacevole freschezza e dolcezza che
rendono questo vino molto equilibrato. Il finale è molto persistente
con lunghi e piacevoli ricordi di albicocca secca, litchi, miele,
fico secco e noce. Un grande vino. Eleusi è prodotto con uve lasciate
appassire sulla vite fino a Novembre e viene fermentato in barrique a
cui segue un affinamento in barrique per 3 mesi e un lungo
affinamento in bottiglia. |
Abbinamento: Formaggi stagionati e piccanti, pasticceria secca, crostate di confettura |
Questa rubrica è riservata ai produttori di vino che intendono rendere note
particolari attività produttive, annunciare nuovi prodotti o semplicemente
comunicare alla clientela informazioni e promozioni sulla propria attività e i
propri prodotti. Inviare le notizie da pubblicare al nostro indirizzo e-mail.
|
In questa rubrica verranno pubblicate notizie e informazioni relativamente ad
eventi e manifestazioni riguardanti il mondo del vino e dell'enogastronomia.
Chiunque sia interessato a rendere noti avvenimenti e manifestazioni può
comunicarlo alla nostra redazione al nostro indirizzo e-mail.
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Il Franciacorta in Tavola |
Si può essere artisti anche a tavola. Partendo da questo semplice concetto
Emanuele Rabotti invita a sperimentare, gustare - anche osare ma, sempre con
buon gusto - i suoi splendidi Franciacorta con una tavolozza in mano.
All'insegna del divertimento l'azienda Monte Rossa ed Emanuele Rabotti
(direttore e figlio della titolare Paola Rovetta) offre agli appassionati dei
grandissimi vini un'occasione unica per provare sul campo come il
Franciacorta, per troppo tempo relegato a vino da stappare solo per il brindisi
finale, è, con le sue varie tipologie, un ottimo compagno per tutto il pasto.
Si può quindi essere artisti a tavola dando libero sfogo al proprio estro
creativo in un corso di degustazione vero e proprio chiamato Il Franciacorta
in Tavola il quale offre a tutti gli appassionati alcuni suggerimenti per
poter conoscere ed apprezzare al meglio tutte le sfumature e le sensazioni che
il Franciacorta può ancora regalare.
Partendo dal principio del piacere e, sfatando alcuni canonici divieti e tabù
rispetto agli abbinamenti alimentari, l'azienda Monte Rossa propone un
approccio con le bollicine affrancato da dogmi e pregiudizi in una sorta di
gioco del piacere dove, il vero protagonista non è tanto il vino, il cibo
o l'abbinamento ma il degustatore stesso, gioiosamente libero di scegliere
l'abbinamento che più lo ispira, lo incuriosisce, lo diverte. Master in
questo gioco del piacere saranno Giacomo Mojoli e lo stesso Emanuele Rabotti.
Visto il grande successo ottenuto dal primo corso svoltosi domenica 11 maggio
l'azienda Monte Rossa ripeterà l'esperienza altre due volte: il 22 giugno e il
28 settembre 2003.
Il corso, che durerà circa 3 ore, avrà luogo nella preziosa cornice della
foresteria dell'Azienda agricola Monte Rossa incastonata nell'antico borgo di
Bornato (Bs). La tenuta di Monte Rossa, sulla cima dell'omonimo colle da cui
si spazia a 360° su un panorama mozzafiato, è una delle più significative
dimore storiche della campagna bresciana.
In particolare il corso Il Franciacorta in Tavola si articolerà in due
momenti distinti. Nella prima parte teorica i relatori spiegheranno le regole
per un corretto abbinamento cibo-vino, le tipologie del Franciacorta e i suoi
abbinamenti più di grido. La seconda parte del corso è invece dedicata
esclusivamente alla sperimentazione sul campo. Un piatto classico, uno
innovativo ed uno azzardato, realizzati da Stefano Cerveni, chef del Ristorante
Due Colombe di Rovato, verranno abbinati ai Franciacorta Brut, Extra Brut,
Satèn, Brut Rosé Sec e Chabochon. Al termine del corso verrà rilasciato
l'attestato di partecipazione al corso Il Franciacorta in Tavola.
La prenotazione è obbligatoria e la quota di partecipazione è di € 45,00.
Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere direttamente all'Azienda
agricola Monte Rossa. Telefono 030 7254614 - 725066. Fax 030 7750061. Sito
Internet www.monterossa.com E-mail
info@monterossa.com.
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Eima in Campo |
Si svolgerà in Franciacorta la 29ª edizione di EIMA in Campo, manifestazione
dimostrativa di macchine agricole organizzata da UNACOMA (Unione Nazionale
Costruttori Macchine Agricole). Promossa in collaborazione con l'Ente Nazionale
per la meccanizzazione Agricola ENAMA, il DEIAFA dell'Università di Torino e il
Consorzio per la tutela del Franciacorta, la manifestazione - che si terrà
venerdì 6 e sabato 7 giugno 2003 in località Camignone di Passirano (BS) presso
l'Azienda il Mosnel - è dedicata proprio alle tecnologie specifiche per il
vigneto. Dalle ore 14 alle 18 del venerdì e dalle ore 9 alle 13 di sabato,
dinanzi ad un pubblico di operatori del settore ed economici, attrezzature
prodotte da cinquantacinque case costruttrici, saranno al lavoro nei vigneti
della Franciacorta eseguendo tutte le operazioni colturali sulla vite possibili
all'epoca della prova. EIMA in Campo offre l'opportunità di conoscere e
confrontare dal vivo le più moderne ed innovative tecnologie meccaniche, grazie
anche al supporto dei tecnici delle case costruttrici e di qualificati
esponenti del mondo universitario e della ricerca. Il 6 giugno alle ore 9:30
presso l'Azienda il Mosnel, si terrà un Convegno tecnico sull'influenza delle
tecniche colturali quali sfogliatura e cimatura, sulla qualità dei trattamenti
parassitari e sulla qualità delle uve. Interverranno gli autorevoli professori
Balsari dell'Università di Torino e Scienza dell'Università di Milano. La
conclusione dell'incontro tecnico sarà tratta dal responsabile dell'Ufficio
Tecnico del Consorzio del Franciacorta, dott. Fausto Campostrini. La partecipazione
è libera.
Le giornate dimostrative di meccanizzazione agricola EIMA in Campo, che
suscitano sempre grande interesse e registrano una notevole affluenza di
pubblico, nascono nel 1992 come complemento dinamico all'EIMA - l'Esposizione
internazionale delle industrie di macchine per l'agricoltura e il giardinaggio,
che si tiene ogni anno nel mese di novembre alla Fiera di Bologna.
Per eventuale sosta in Franciacorta e visita alle Cantine:
www.franciacorta.net oppure
www.stradadelfranciacorta.it
Per ulteriori informazioni: Consorzio per la tutela del Franciacorta
Tel. 030 7760477 - Fax 030 7760467
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Con l'avvicinarsi della stagione estiva, le preferenze della gente si spostano
più verso il consumo dei vini bianchi e dei vini spumanti, dimenticando, si fa
per dire, i vini rossi fino a quando non tornerà la stagione fredda. In genere,
nei pasti che si consumano nelle stagioni calde, le pietanze sono più semplici,
meno elaborate, si preferiscono pesce e verdure, le preparazioni a base di
carne diventano meno ricche e leggere, così come i condimenti per la pasta e
per il riso. Anche la preferenza per i vini pone la sua attenzione su quelli
più freschi e leggeri, meno impegnativi, soprattutto, quelli che possono essere
serviti a temperature più basse, pertanto i vini bianchi sono ciò che
maggiormente accompagnano i cibi delle stagioni calde. Eppure esiste una
categoria di vini che sarebbero eccellenti per la stagione estiva, non solo da
bere da soli, ma anche, e soprattutto, accompagnati con il cibo: i vini
spumanti. Le cosiddette bollicine, di cui ogni paese produttore di vini può
offrire una vasta scelta di tipologie, hanno caratteristiche tali che li
rendono estremamente versatili e adatti per la stagione estiva, soprattutto con
le tipiche preparazioni culinarie di questa stagione, vengono serviti a basse
temperature, una condizione che in genere è molto apprezzata nelle giornate
calde. La versatilità di questi vini consente comunque un eccellente impiego
per l'abbinamento enogastronomico in qualunque stagione.
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Una Ricca Scelta di Prodotti
I vini spumanti sono oramai prodotti da ogni paese vitivinicolo del mondo, la
loro scelta sul mercato è vasta, con un'offerta ampia sia di prezzi, sia di
tipologie. Fra tutti i paesi produttori di vino del mondo, certamente quelli
che ricoprono un'importanza fondamentale nello scenario enologico con le
bollicine, prevalentemente per la quantità, e di certo anche la qualità,
dei vini prodotti, sono la Francia, l'Italia e la Spagna, senza comunque
dimenticare anche altri paesi in cui si producono discrete quantità di
spumanti, come la Germania, il Sud Africa, l'Australia, gli Stati Uniti
d'America e la Nuova Zelanda, così come altri paesi del mondo in cui certi
produttori offrono vini di questo tipo.
La Francia, il paese per eccellenza che certamente viene associato più
facilmente alle bollicine, offre una ricca scelta con i suoi Champagne,
disponibili in stili e qualità diverse, esclusivamente prodotti con il
Méthode Champenoise, o metodo classico della rifermentazione in
bottiglia. La vasta scelta di Champagne, dagli extra-brut al dolce,
dagli eleganti Blanc de Blancs, prodotti esclusivamente con uva
Chardonnay, fino ai più corposi Blanc de Noirs, prodotti con uva Pinot
Nero ed eventuale aggiunta di Pinot Meunier, senza dimenticare i Rosé,
dai meno impegnativi, ma non per questo meno interessanti, Sans Année,
cioè non millesimati e prodotti con vini di annate diverse, fino agli eleganti
e ricchi millesimati, rendono questo vino molto adatto all'abbinamento
enogastronomico tanto da rendere possibile la formulazione di un pasto
completo, dall'aperitivo fino al dolce, esclusivamente accompagnato da
Champagne. In Francia sono inoltre prodotti altri spumanti con il metodo
classico e che provengono da zone al di fuori della Champagne: i
Crémant. Questi spumanti, anche se meno famosi dello Champagne, possono
offrire delle ottime opportunità nell'abbinamento enogastronomico. Fra questi
vini vanno certamente ricordati i Crémant d'Alsace, Crémant de
Die, Crémant de Bourgogne, Crémant de Loire, Crémant de
Limoux e Crémant de Bordeaux. In Lussemburgo, con lo stesso nome e con
lo stesso metodo, si produce il Crémant de Luxembourg. Inoltre a
Gaillac, sempre in Francia, si produce un vino spumante con il Méthode
Ancestrale, che prende il nome di Gaillac Mousseux.
L'Italia offre una vasta scelta di vini spumanti e praticamente ogni regione ne
produce di propri, spesso previsti anche dai disciplinari di produzioni delle
varie DOC (Denominazione d'Origine Controllata), come, per esempio, l'Oltrepò
Pavese e Trento. I Franciacorta sono certamente da considerarsi fra i
migliori vini con le bollicine d'Italia, prodotti con il metodo
Franciacorta, non molto diverso dal metodo classico. Questi vini, che per
legge non possono essere chiamati con il generico termine spumante ma
esclusivamente Franciacorta, sono disponibili in una vasta scelta di tipologie,
diversi gradi di dolcezza, dagli estremamente secchi Non Dosati (o
Pas Dosé, Dosage Zéro, Pas Opéré o nature) ai dolci
Demi-Sec, dai raffinati Satèn, prodotti esclusivamente con uve
Chardonnay e Pinot Bianco, fino ai più corposi Franciacorta in cui viene fatto
uso anche del Pinot Nero, che includono anche il Rosé, dai Senza
Annata, prodotti con vini di vendemmie diverse, fino ai raffinati e importanti
millesimati. Una vasta e completa scelta di tipologie che permettono,
anche in questo caso, la possibilità di accompagnare un pasto completo
esclusivamente con Franciacorta.
Anche i Talento, prodotti in alcune regioni del nord Italia sono degli
interessanti vini spumanti disponibili in diverse tipologie e prodotti con il
metodo classico. I Talento, che sono in genere Extra-Brut o
Brut e sono prodotti anche nelle versioni riserva e
millesimati, offrono delle eccellenti opportunità nell'abbinamento
enogastronomico. Un altro spumante secco prodotto in Italia e che è famoso in
ogni parte del mondo è il Prosecco di Valdobbiadene, ottenuto
principalmente con uva Prosecco, è un vino prodotto con il metodo
Charmat ed è disponibile in diverse tipologie, in genere secco, fra le quali
spicca quello Superiore di Cartizze. Anche il Prosecco offre
interessanti possibilità nell'abbinamento enogastronomico. In Piemonte troviamo
due spumanti dolci, celebri ovunque, l'Asti spumante e il
Brachetto d'Acqui. L'Asti Spumante, o semplicemente Asti, è
prodotto con uve Moscato Bianco che conferiscono una gradevole e
spiccata aromaticità, unitamente alla caratteristica dolcezza, lo rendono
particolarmente adatto all'abbinamento enogastronomico dei dolci. Il Brachetto
d'Acqui, prodotto con uve Brachetto, affascina sia per il suo colore rosso
chiaro, sia per il suo prorompente aroma di rosa e fragola, unitamente alla
tipica dolcezza, lo rendono un ottimo vino abbinabile con i dolci.
Anche la Spagna offre un'ampia scelta di vini spumanti con i suoi Cava.
Questi vini sono prodotti con il metodo classico e disponibili in diversi gradi
di dolcezza, dagli estremamente secchi Brut Nature a quelli dolci, anche
nelle versioni Rosé, prodotti sia non millesimati, sia
millesimati, oltre a riserva. Anche i Cava, grazie alle
tipologie di produzione, consentono l'accompagnamento di un pasto completo.
Altri paesi che possono inoltre offrire vini spumanti, e adatti all'abbinamento
enogastronomico, sono la Germania con il Sekt, un vino spumante
ottenuto principalmente da uve Riesling e prodotto generalmente con il
metodo Charmat; il Sud Africa che offre buoni spumanti prodotti con il
metodo classico; gli Stati Uniti d'America, in particolare la California,
con una produzione di spumanti metodo classico, così come l'Australia e la Nuova
Zelanda.
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L'Abbinamento con il Cibo
L'abbinamento dei vini spumanti con il cibo può essere realizzato mediante la
valutazione e la considerazione di due elementi fondamentali: il bicchiere in
cui viene servito il vino e le qualità organolettiche specifiche dello
spumante. Il bicchiere in cui si servirà lo spumante dovrà essere scelto in
accordo alla tipologia e, in modo particolare, dal metodo di produzione del
vino e dalla sua complessità aromatica. Gli spumanti prodotti con il metodo
Charmat vengono in genere serviti in mezze-flûte, calici non
molto alti e poco ampi, che consentono di favorire comunque un corretto
sviluppo del perlage, di certo non raffinato come quello dei
metodo classico. Nel caso in cui il vino fosse prodotto con il metodo
Charmat lungo, cioè con un periodo di elaborazione più lungo rispetto
alla normale produzione, questo potrebbe avere sviluppato aromi più complessi e
pertanto vanno valorizzati con una flûte dalla pancia più larga. Gli
spumanti metodo classico non millesimati, si dovranno servire in
flûte, mentre i millesimati vanno serviti nel calice flûte,
un particolare bicchiere dalla base stretta e allungata con una pancia e
un'apertura più larga che consenta un corretto sviluppo dei complessi aromi di
questi vini. Gli spumanti dolci e aromatici sono gli unici che andranno serviti
nelle coppe, basse e con apertura larga, consentiranno comunque l'apprezzamento
dell'aromaticità del vino così come lo sviluppo degli aromi più delicati.
L'abbinamento degli spumanti con il cibo dovrà tenere in considerazione le due
principali caratteristiche di questi vini: l'effervescenza e l'acidità, due
fattori che risaltano in modo particolare nella degustazione dei vini con
bollicine. Benché queste due caratteristiche siano quelle dominanti e
percettibili durante il primo impatto, negli spumanti si terrà inoltre in
considerazione la quantità di alcol, la sua morbidezza, cioè la sua
rotondità in bocca e, non meno importante, il suo grado di dolcezza. Va
ricordato che uno spumante brut, anche se al gusto può apparire secco,
in realtà può anche contenere 15 grammi di zucchero e anche se la percezione di
dolce sarà notevolmente abbassata per effetto dell'anidride carbonica, questo
contribuirà comunque alla morbidezza del vino. Anche la struttura sarà
importante ai fini dell'abbinamento: spumanti prodotti con sole uve bianche, i
cosiddetti Blanc de Blancs, avranno un corpo, cioè una struttura, minore
rispetto a quelli prodotti con uve bianche e rosse, inoltre i Blanc de
Noirs avranno un corpo ancora maggiore, e maggiore sarà addirittura il corpo
dei Rosé. La struttura del vino sarà inoltre determinata dal periodo di
affinamento; in termini generali i millesimati avranno una struttura e
una complessità maggiore rispetto ai non millesimati. Lo stesso vale
anche per il metodo di produzione: gli spumanti elaborati con il metodo
classico saranno più strutturati di quelli elaborati con il metodo
Charmat. Per questi motivi, gli spumanti metodo Charmat precedono
in genere i metodo classico, i millesimati seguono i non
millesimati, i Rosé si servono dopo i bianchi. Anche il grado di
dolcezza influisce sulla sequenza di servizio; inizialmente si serviranno i
vini più secchi fino ad arrivare a quelli dolci.
L'effervescenza dei vini spumanti è particolarmente utile nell'abbinamento
enogastronomico per accompagnare pietanze dal gusto tendenzialmente dolce, come
per esempio i cereali, ricchi di amido e quindi pasta e riso, verdure e
molluschi, così come pietanze che risultano grasse o che hanno condimenti
grassi. La stessa funzione viene svolta anche dall'acidità, anch'essa presente
negli spumanti, pertanto si dovrà considerare, in questo caso, che
l'effervescenza e l'acidità di questi vini lavoreranno in sinergia contrastando
perfettamente le sensazioni gustative grasse e tendenzialmente dolci dei cibi.
Da queste due semplici considerazioni si potrebbe già stabilire, in termini
generali, che un buon risotto ai frutti di mare può essere abbinato con
un vino spumante.
L'alcol sarà invece utile ad equilibrare le sensazioni di succulenza, la
reazione fisiologica della salivazione indotta da cibi ricchi di proteine, così
come cibi conditi con ingredienti untuosi, caratteristiche che in genere
si ritrovano nella carne, nei formaggi e in certe preparazioni elaborate di
pesce. La morbidezza dello spumante, determinata anche dal duo grado di
dolcezza, sarà utile all'abbinamento di piatti saporiti così come per gli
ingredienti che avranno sapori tendenzialmente aciduli o
amarognoli. La persistenza gusto-olfattiva degli spumanti risulterà
utile per l'equilibrio di quelle pietanze dai sapori forti e persistenti, così
come la struttura del vino sarà d'aiuto all'equilibrio di piatti elaborati e
complessi. Infine, la dolcezza chiaramente percettibile di certi spumanti, come
l'Asti e il Brachetto, ma anche degli Champagne dolci o dei Franciacorta
demi-sec, saranno il perfetto abbinamento per i dolci e dessert, in particolare
quelli preparati con creme e semifreddi.
Come si può vedere, ci sono elementi sufficienti per demolire, finalmente,
il pregiudizio che gli spumanti siano esclusivamente adatti per i momenti di
festa e di celebrazione: le loro caratteristiche li rendono perfettamente e
magnificamente utilizzabili per l'abbinamento enogastronomico, inoltre,
rispettando le regole di successione dei vini, è certamente possibile
accompagnare un intero pasto con sole bollicine e l'esperienza, provare per
credere, sarà molto esaltante e ricca di piacevoli sorprese.
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Un Esempio Pratico: il Franciacorta
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| Il Franciacorta, degustato
nell'apposito calice studiato dal consorzio, è un eccellente compagno
nell'abbinamento enogastronomico |
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Il metodo migliore per verificare la validità di una teoria, qualunque essa
sia, è quello di confermarla in pratica. Per provare l'efficacia e la
versatilità delle bollicine nell'abbinamento enogastronomico, prenderemo come
esempio il Franciacorta, grazie alla sua ricca e vasta disponibilità di
tipologie, ci consentirà di utilizzarlo in accompagnamento alle diverse
preparazioni culinarie. Il primo punto su cui ci soffermeremo è la scelta del
giusto bicchiere. Il Consorzio per la Tutela del Franciacorta ha progettato un
particolare ed efficace calice, riconoscibile dal marchio del Franciacorta,
l'inconfondibile lettera F merlata, impressa sulla base di ogni calice.
L'ampia e slanciata coppa consente il giusto sviluppo e apprezzamento del
perlage, mentre la forma a tulipano arrotondato consentirà un adeguato sviluppo
e apprezzamento degli aromi; un calice che certamente e giustamente esalta le
migliori caratteristiche di questo eccellente vino.
Il Franciacorta è disponibile in diversi gradi di dolcezza e stili diversi;
fattori che consentono a questo vino di essere tranquillamente e perfettamente
utilizzato per l'abbinamento delle diverse portate che compongono un pasto,
dall'aperitivo al dolce. Il Franciacorta Non Dosato, il più
secco fra quelli disponibili, può essere servito come eccellente aperitivo,
inoltre, si può accompagnare con antipasti a base di pesce, verdure e formaggi,
crostacei in genere, così come anche paste e risotti a base di pesce e verdure.
Il Franciacorta Satèn, prodotto esclusivamente con uve bianche,
grazie alla sua eleganza e delicatezza, può essere servito come aperitivo, o
abbinato ad antipasti e primi piatti a base di pesce e carni bianche, oppure su
sformati di verdure. Il Franciacorta Brut, arricchito nella
struttura dall'uva Pinot Nero, accompagna molto bene i primi piatti a base di
pesce e di verdure, pesce arrosto e alla griglia, così come preparazioni di
carni bianche, e in particolare il millesimato, carni rosse, arrosto o
saltate e, nel caso di millesimati particolarmente strutturati, anche
preparazioni di carne molto elaborate e ricche. Non da ultimo, questo
Franciacorta può accompagnare formaggi freschi e anche grassi, come la robiola
e la mozzarella, e cibi fritti, in particolare, le fritture di pesce. Il
Franciacorta Rosé sarà un giusto accompagnamento per salumi,
anche saporiti, primi piatti a base di carne e di funghi, ricche preparazioni
di verdure, come la parmigiana, pesce arrosto, ricche e saporite zuppe
di pesce e di verdure, così come secondi piatti di carne rossa. Al termine del
pasto, il Franciacorta Demi-Sec, grazie alla suo gusto dolce,
accompagnerà degnamente un dessert a base di creme e di frutta, così come i
semifreddi.
Infine, vogliamo concludere questo breve, ma significativo, elenco di esempi di
abbinamenti enogastronomici a base di bollicine con un ulteriore suggerimento
per una delle preparazioni della cucina Italiana più famose in tutto il mondo.
Avete mai pensato di abbinare un Franciacorta Brut con un'invitante pizza?
Questa colorata e golosa preparazione è una festa di ingredienti: la base,
ricca di amidi, quindi tendenzialmente dolce, sarà ben abbinata
all'effervescenza e alla freschezza, gli altri ingredienti, come il pomodoro,
la mozzarella, i funghi, le verdure e i salumi, caratteristici in molte pizze,
troveranno un fedele alleato nella ricchezza di queste bollicine. Buon
appetito!
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Cenni Storici
L'origine etimologica del caffè è incerta. Qahwah indicava nella lingua
araba una bevanda scura con effetti stimolanti ed eccitanti, a volte utilizzata
anche come medicinale. Sembra che con il tempo Qahwah si sia trasformato
nel turco Quahvè che significa appunto caffè. Altri sostengono che il nome
derivi dalla regione in cui cresceva spontaneamente la Caffa in Etiopia.
Tuttavia il termine scientifico esatto è Coffea Arabica. Anche l'origine
del caffè è controversa. Come per altre piante, la sua diffusione fu legata a
guerre e colonizzazioni e, soprattutto, al commercio. Alcune etnie Africane
ancora oggi fanno essiccare bacche di caffè, le tostano e ne ricavano dei pani
ai quali aggiungono burro salato, ottime da consumarsi durante i viaggi. Anche
i guerrieri arabi lo consumavano poiché la caffeina donava loro coraggio ed
aggressività. Sembra che già fra i monaci Yemeniti era noto e le capre, che si
nutrivano di certe bacche da un arbusto sempreverde, diventavano poi inquiete
ed insonni. I monaci pensarono di utilizzare le proprietà di queste bacche per
prolungare le loro veglie di preghiera. La bevanda comincia a diffondersi con
il nome di vino degli arabi, prima tra gli Egizi e successivamente fra i
Turchi.
Nella seconda metà del 1700 le piantagioni erano concentrate nella fascia
tropicale, pertanto furono i Francesi che, con le loro colonie, trassero i
maggiori benefici dallo sfruttamento dei preziosi frutti. A partire dai primi
anni del 1800 furono gli Inglesi a trarre considerevoli profitti commerciali
legati allo sfruttamento delle piantagioni di caffè. Lo sfruttamento delle
colonie Francesi, Inglesi, Spagnole e Portoghesi spostò la zona di coltivazione
dall'area tropicale Asiatica all'America Latina. Nella metà del 1600 il caffè
fa la sua comparsa in Europa e particolarmente a Marsiglia, Amsterdam, Parigi e
Londra, dove iniziarono a nascere i primi caffè. Dal 1720 al 1882 in Italia
aprono ben 6 nuovi caffè. Nel 1727 nacquero le prime piantagioni a Para, in
Brasile, per poi estendersi in tutto il paese sostituendo a volte le
piantagioni di canna da zucchero. La produzione si estese fino a coprire, nei
primi del 1900, ben oltre il 50% del fabbisogno mondiale.
Il consumo di caffè aumenta rapidamente e all'inizio del 1800 nell'isola della
Martinica si sviluppano piantagioni che arrivano ad avere fino a 20 milioni di
piante di caffè: in breve tempo la l'attività di coltivatore di caffè si
estende in quasi tutte le isole delle Antille. Da questo momento in poi,
lentamente, la produzione Orientale subirà un progressivo decadimento.
Attualmente il Sud America copre quasi il 100% della produzione mondiale e il
Brasile è il primo produttore per quantità, mentre la Colombia è il secondo per
quantità ed il primo per qualità. Un altro paese importante nel panorama
mondiale del caffè è la Costa d'Avorio, grande produttore della qualità
Robusta. Per quanto riguarda la qualità Arabica, fra i maggiori produttori
troviamo il Costa Rica, Guatemala, India, Vietnam, Yemen e molti altri ancora
completano il quadro mondiale della produzione del caffè.
Si dice che dopo la sconfitta e la successiva cacciata dei turchi dalla città
di Vienna rimasero incustoditi numerosi sacchi di chicchi scuri, mai visti, e
nessuno sapeva come utilizzarli. Un certo Kolschitzky, che aveva soggiornato a
lungo in Turchia, non si fece sfuggire l'opportunità, prese i sacchi ed aprì il
primo caffè. In principio quella strana bevanda nera, dal gusto amaro non
riscosse un grande successo, ma non appena vi fu aggiunto miele e latte il
successo fu straordinario e non è cessato ancora ai giorni d'oggi.
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Consumo e Diffusione
In Italia il caffè venne importato dai Veneziani intorno al 1570, ma fu il
Padovano Prospero Alpino ad introdurlo importandolo dall'oriente. Inizialmente
solo i ricchi potevano permettersi il lusso di un caffè, la bevanda dal prezzo
proibitivo veniva venduta solo in farmacia. Dopo la prima bottega del caffè
molte altre ne seguirono tanto da diventare una bevanda ad alto gradimento; nel
1763 Venezia contava oltre 200 locali in cui si serviva caffè. Gli innamorati
anziché regalare rose alle proprie fidanzate inviavano vassoi di caffè e
cioccolato. Il caffè venne utilizzato anche come ristoratore e curativo tanto
da essere prescritto da alcuni medici.
La bevanda era diffusa tra le popolazioni Arabe, Yemenite, Siriane ed Egiziane
già nel secolo XIV, questi popoli già facevano uso del caffè per prolungare le
veglie notturne. Nel XV secolo già erano presenti mescite pubbliche di caffè
amaro e denso. Il caffè non ebbe sempre vita facile, ostacolato spesso dalle
autorità religiose, poiché induceva i fedeli a disertare le moschee, per questo
motivo diedero inizio ad una propaganda contro il caffè temendo per la loro
autorità. Questo provvedimento non impedì comunque al caffè di diffondersi in
tutto il paese e la diffusione fu tale da meritarsi il titolo di vino
dell'Islam
In Francia il caffè fu introdotto da alcuni mercanti Marsigliesi verso il 1644
di ritorno dall'oriente e fu proprio in questa città che iniziarono a fiorire i
primi negozi di caffè. La nuova bevanda iniziò ad avere successo fino a destare
la preoccupazione dei viticoltori francesi, che cominciarono una propaganda
denigratoria verso il caffè, senza avere gli esiti sperati, e la popolazione
continuò a chiedere caffè, permettendo la diffusione anche a Tolosa, Lione e
Parigi, dove iniziarono a diffondersi negozi di caffè. Il vero successo del
nuovo prodotto si ebbe solo dopo che la bevanda entrò a far parte delle
abitudini della corte di Luigi XIV. Il Re era cosi entusiasta della bevanda
tanto da prepararla personalmente anche quando aveva ospiti. Nel 1686, nei
pressi della commedie franacaise, si aprì una nuova bottega di caffè
che fu usata come prototipo negli altri paesi Europei. Tuttavia ci fu un'altra
bottega che ebbe maggiore fama, cafè Procope, aperta sempre nei pressi
della commedie francaise, frequentata da celebri filosofi ed artisti, tanto
da diventare un simbolo a livello europeo.
In Germania il caffè si diffuse lentamente a causa delle preferenze a favore
della birra. Inesorabilmente, il caffè inizia a conquistarsi quote di mercato
tanto da far registrare una leggera diminuzione nel consumo di birra. Fu un
commerciante Inglese ad aprire il primo caffè in Germania e precisamente ad
Amburgo, per poi estendersi a Francoforte, Lipsia e Berlino. Il crescente
consumo di caffè arrivò a livelli tali da far preoccupare i potenti birrai,
nonché a creare qualche problema al bilancio dello stato.
In Inghilterra fu introdotto grazie ad un commerciante, di ritorno da un
viaggio in oriente, che portò con se del caffè e cominciò a gustarlo in
compagnia dei suoi amici. Ben presto altri lo imitarono. Cominciarono a nascere
circoli dove ci si riuniva per gustare la nuova bevanda e per parlare e
discutere. Visto il successo, alcuni lungimiranti commercianti iniziarono ad
offrire la bevanda nei locali pubblici. La fortuna del caffè in Inghilterra fu
inoltre sostenuta dal suo utilizzo, offerto come bevanda alternativa, per
combattere la piaga dell'alcolismo. L'abitudine di costituire circoli esclusivi
per consumare caffè escluse di alcune classi sociali e soprattutto la
maggioranza delle donne, le quali si sentirono escluse dal consumo ed
abbandonate dai mariti e iniziarono una campagna a sfavore della bevanda. Nel
nuovo mondo il caffè arrivò con i colonizzatori europei intorno al 1670 e
cominciò a diffondersi in tutte le città americane. Tuttavia la diffusione di
massa si ebbe solamente dopo la metà del 1700.
La Svezia entra a fare parte della storia della diffusione del caffè a causa di
un evento piuttosto curioso. Nel settecento nacquero due fazioni, una
favorevole al tè ed una favorevole al caffè. Il diverbio crebbe a tal punto che
il Re decise di fare un'esperimento per dimostrare, una volta per tutte, quale
delle due bevande fosse superiore. Si dice che nelle carceri reali fossero
detenuti due gemelli: il Re decise che ad uno doveva essere dato solo tè mentre
all'altro solo caffè. Durante l'esperimento si osservarono i due soggetti ed
attendere quale dei due fosse deceduto per primo. Il fatto curioso fu che sia i
medici sia gli addetti ai controlli, così come lo stesso re morirono prima dei
due prigionieri. A titolo di cronaca, il gemello costretto a bere il tè morì
per primo, a causa dell'avanzata età e non per la bevanda che era costretto a
bere, avvenuta all'età di 83 anni. L'altro morì centenario decretando la
vittoria del caffè sul tè.
In Turchia, proprio quando il caffè comincia a diffondersi, i commercianti
misero in circolazione la voce che Allah prima della creazione avesse bevuto tè
e caffè. Durante il regno di Solimano il Magnifico, a Costantinopoli vennero
aperti dei caffè riservati a persone rispettabili dove oltre a degustare la
nuova bevanda ci si intratteneva per discutere e parlare. I celebri locali si
diffusero ovunque.
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Qualità di Caffè
Fra tutte le specie conosciute, 60 appartengono al genere coffea, di queste
solo 25 vengono commercializzate, e sono solo 4 le più importanti: coffea
Arabica, coffea Robusta, coffea Liberica e coffea
Excelsa. La coffea Arabica, coltivata soprattutto in Arabia, ha un profumo
intenso ed aromatico, di cui la varietà più rinomata è senz'altro la Moka,
altre varietà sono la Tipica, Bourbon e Maragogype. La coffea
Robusta, dalla caratteristica fioritura ad ombrello, produce grani che
risultano più ricchi di caffeina e una volta torrefatti risultano molto
profumati. La coffea Robusta scoperta in Congo è molto coltivata sia per
l'abbondante produzione, sia per la resistenza alle malattie oltre che per
l'adattabilità. Questa varietà è diffusa in India, Africa occidentale ed
Indonesia. Dall'incrocio tra la coffea Arabica e coffea Robusta è stata
ricavata la varietà Arabusta.
La coffea Liberica, originaria della Liberia e della Costa d'Avorio, è una
pianta longeva, forte, molto resistente ai parassiti, anche se necessita di un
clima adatto e abbondante acqua per crescere bene. Per questo motivo viene in
genere usata per ottenere, tramite incrocio, altre varietà. Nonostante i suoi
frutti siano di qualità inferiore, questi sono comunque profumati e gradevoli.
La coffea Excelsa è una specie molto resistente alla siccità e alle malattie,
dalla resa molto elevata, e i suoi grani danno un caffè molto profumato e
gradevole simile alla qualità Arabica.
La pianta del caffè è diffusa in quasi tutto il mondo pertanto il periodo di
raccolta è molto variabile e dipende dalla qualita e dal luogo in cui si
coltiva. La condizione ideale consiste nel raccogliere le bacche al loro giusto
momento di maturazione in modo da ottenere il massimo della qualità, tuttavia
questa scrupolosa operazione svolta manualmente fa aumentare i costi di
produzione e, per questo motivo, in alcuni paesi, vengono raccolte anche le
bacche non ancora mature per risparmiare sui costi di manodopera a scapito
della qualità.
Il consumo in Italia occupa un posto di rilievo importando oltre 320.000
tonnellate di caffè verde, metà Arabica e metà Robusta. Si stima che il consumo
nei bar sia di circa 14 miliardi di tazzine. In Francia si preferisce un caffè
più lungo e di cui si consumano circa 180.000 tonnellate. In Germania si
preferisce un caffè dalla tostatura chiara, mentre gli Inglesi usano
generalmente caffè solubile. I Finlandesi consumano in media 12 kg di caffè pro
capite e sono molto esigenti in fatto di qualità. In Giappone il caffè, oltre
ad essere molto caro, gode anche di alta considerazione dalla gente che gli ha
perfino riservato un giorno di festa il 1 ottobre.
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Conservazione e Preparazione del Caffè
Il caffè può essere conservato in un normale sacchetto a temperatura ambiente,
tuttavia va osservato che entro 2 settimane l'aroma si sarà disperso. Per
ovviare questo inconveniente si può conservare il caffè in azoto, che gli
assicura alcuni anni di durata. Il caffè tostato in grani o in polvere deve
essere conservato sottovuoto per trattenere tutte le sue proprietà
organolettiche. Considerando inoltre che durante il processo di tostatura si
perde fino al 22% di umidità, il caffè è molto igroscopico e attira umidità e
odori. Molti conservano accuratamente il caffè in contenitori ermetici, non
considerando che la temperatura non deve mai scendere sotto i 10°C in quanto
congelerebbe gli olii e i grassi naturali, pregiudicando l'aromaticità e quindi
la preparazione di un buon caffè.
La tostatura, o torrefazione, avviene sottoponendo i grani ad una temperatura
di circa 210°C finché il chicco assume un colore bruno scuro. Durante questo
processo il chicco perde il circa 20% del peso, principalmente costituito da
acqua. Questa operazione è estremamente delicata in quanto il chicco dovrà
risultare uniformemente tostato all'interno così come all'esterno. Durante la
tostatura gli oli interni, composti da oltre 600 sostanze chimiche, affiorano
in superficie conferendo la tipica aromaticità al caffè.
Ci sono diversi modi per preparare il caffè e ogni paese ha le sue abitudini e
le sue tradizioni. Uno dei metodi più diffusi è quello per mezzo di un
percolatore, l'acqua bollente viene lasciata cadere su un filtro di stoffa
o di carta contenente caffè macinato. Fra i metodi più famosi è certamente il
cosiddetto Espresso all'Italiana dove l'acqua a 90° e a 9 atmosfere di
pressione viene spinta e fatta passare in un filtro pieno di caffè. Celebre
anche il sistema alla Turca in cui la polvere del caffè macinato finissimo,
quasi impalpabile, viene inserita insieme allo zucchero in un contenitore,
quindi si aggiunge acqua bollente. Nella preparazione alla Moka, l'acqua
contenuta in una caldaia, per effetto dell'ebollizione, viene spinta attraverso
un filtro superiore per poi defluire nella parte superiore della caffettiera.
Per la preparazione di un buon caffè è bene ricordare che la polvere non deve
essere pressata nel filtro e non deve contenere grumi, la fiamma deve essere
moderata e la caffettiera deve essere pulita da tracce di caffè e senza fare
uso di detersivi.
Dal punto di vista nutrizionale il caffè non è un alimento indispensabile per
l'organismo, tuttavia alcune sostanze in esso contenute risultano benefiche per
il nostro organismo. La caffeina è un alcaloide con azione stimolante a livello
del sistema nervoso centrale ed in giusta dose provoca la liberazione di
adrenalina. Quando assunta in giuste quantità fa bene all'uomo, ai suoi bisogni
intellettivi e anche sessuali, e svolge un'azione difensive per l'organismo. Il
caffè è una bevanda nervina che agisce sul sistema nervoso centrale
provocando un senso di benessere generale, promuovendo una maggiore condizione
di vigilità e attività sul lavoro non solo fisico, ma anche e soprattutto in
quello che richiede maggiore prontezza di riflessi, tuttavia va ricordato che
l'abuso è comunque dannoso per l'organismo.
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preferenze comunicate i vostri tre migliori vini al nostro indirizzo di
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Posizione |
Vino, Produttore |
1 |
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Capo di Stato 1998, Conte Loredan Gasparin |
2 |
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Teroldego Rotaliano Granato 1998, Foradori |
3 |
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Masseto 1998, Tenuta dell'Ornellaia |
4 |
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Semillon Sauvignon 2001, Cape Mentelle |
5 |
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Château Laroque Saint-Émilion Grand Cru Classè 1998 |
6 |
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Château Lynch-Bages Pauillac 2000 |
7 |
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Shiraz 2000, Plantaganet |
8 |
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Muffato della Sala 1999, Castello della Sala |
9 |
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Chardonnay 2000, Planeta |
10 |
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Sauvignon Blanc 2000, Cakebread |
11 |
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Colli Bolognesi Pignoletto Superiore Prova d'Autore 2001,
Bonfiglio |
12 |
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Fumé Blanc Napa Valley 2001, Grgich Hills |
13 |
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Trentino Bianco Villa Margon 2000, Fratelli Lunelli |
14 |
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Meursault 2000, Bouchard Aîné & Fils |
15 |
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Hill of Gold Cabernet Sauvignon 1999, Rosemount |
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