Nel mondo del vino emerge spesso una discussione che si ripresenta sempre con
gli stessi dubbi e gli stessi timori, rimane in auge per qualche mese,
producendo accesi dibattiti con tanto di vittime, feriti e vincitori, poi viene
dimenticata per qualche tempo e, puntualmente, si ripresenta a turbare gli
animi degli appassionati di vino e dei produttori. Tuttavia il problema è serio
e richiede certamente attenzione; i tappi utilizzati per la chiusura delle
bottiglie di vino sono diventati negli ultimi dieci anni un argomento scomodo e
dolente. Siamo tutti legati all'immagine romantica e tradizionale del tappo di
sughero che solitamente troviamo sul collo delle bottiglie, la pomposa
cerimonia della sua rimozione attrae sempre l'attenzione e il rispetto di chi
si appresta a degustare il contenuto della bottiglia, ma quando il sughero sa
di tappo, in un attimo viene spazzata via tutta la magia del momento e
sostituita da una mera delusione.
Ammettiamolo, in genere siamo convinti che una bottiglia sigillata con un tappo
di sughero conservi al suo interno un vino migliore, quel piccolo cilindro di
sughero sembra promettere un vino eccelso, uno di quelli importanti. Eppure
anche nei sugheri esiste la qualità, ci sono sugheri di elevata qualità e
sugheri di qualità decisamente scadente. Forse il vedere un blocco di sughero
compatto e lindo è il segno promettente di un prodotto più costoso e ricercato,
pertanto migliore. Certo, è una semplice questione legata alla cultura, la
nostra cultura, che da sempre ci ha abituato a vedere il vino buono
conservato in bottiglie sigillate da tappi di sughero, pertanto la presenza di
un tappo di materiale diverso disattende questo principio di qualità. Tuttavia,
chiunque conosce il vino in modo sufficiente sa che il tappo di sughero
nasconde una temibile insidia e che si svela solamente dopo avere aperto la
bottiglia: la possibilità di sviluppo di tricloroanisolo, un composto chimico
noto come 2,4,6-tricloroanisolo e abbreviato con 246-TCA, cioè il principale
responsabile del cosiddetto odore di tappo.
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Tappi sintetici: un completo e valido
sostituto del sughero naturale? | |
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Il sughero è un materiale straordinario, dal punto di vista fisico e meccanico
è un sorprendente miracolo della natura, a dire il vero, uno dei tanti. La sua
struttura gli permette di avere qualità di elasticità notevoli, anche se
sottoposto a forti compressioni è capace di riprendere la sua forma originale.
Non solo, possiede ottime qualità ermetiche, in particolare per i liquidi, e la
sua struttura gli consente di respirare facendo passare piccolissime ma
preziose quantità di ossigeno da una parte all'altra: le sue indiscusse qualità
sono senz'altro utili per la conservazione, la maturazione e lo sviluppo del
vino conservato in una bottiglia. Rimane però la nota dolente dell'odore di
tappo, un fatto che, secondo recenti stime, colpisce circa il 3-5% dell'intera
produzione mondiale di vino. A conti fatti, non è poco, insomma rappresenta un
danno economico per i produttori che non è trascurabile. Inoltre si dovrebbe
considerare che i consumatori di vino poco esperti, non conoscendo l'odore di
tappo, potrebbero confondere questo difetto come un segno di scarsa qualità del
vino dando luogo a pregiudizi sul vino stesso e sul suo produttore.
Da anni si stanno studiando soluzioni alternative a questo problema e in
particolare sono stati introdotti sul mercato tappi sintetici, prodotti con
diversi componenti chimici, e che possiedono buone qualità elastiche, come il
sughero, e assicurano un'assoluta ermeticità della bottiglia. Insomma, se il
sughero è capace a fare passare una minuscola quantità di ossigeno all'interno
della bottiglia, un fatto utile per la maturazione di alcuni vini, il tappo
sintetico non garantisce la stessa funzione. Probabilmente non è questo il
problema principale legato ai tappi sintetici, ciò che limita la diffusione di
questa soluzione è il pregiudizio dei consumatori, insomma, al tappo sintetico
non si riconosce la stessa dignità del sughero e spesso si ritiene che venga
utilizzato in vini di minore qualità. Di fatto molti produttori stanno già
utilizzando i tappi sintetici in molti vini di qualità, pertanto, il
pregiudizio legato alla minore qualità del prodotto non ha nessun fondamento.
Riconosciamolo, la scarsa accettabilità dei tappi sintetici è solamente
pregiudiziale: siamo ancora fortemente legati all'idea di associare il vino di
qualità con il tappo di sughero dimenticando che ciò che apprezziamo nei nostri
calici è il vino, non il tappo o l'etichetta.
Questa sembra una guerra a favore del tappo sintetico e contro il tappo di
sughero? Niente affatto. Caso mai, questa è una guerra a favore del buon senso.
Il tappo di sughero offre un innegabile vantaggio rispetto a quello sintetico,
grazie alla sua capacità di fare passare ossigeno consente una migliore
maturazione del vino in bottiglia, mentre il tappo sintetico, che offre una
maggiore tenuta ermetica, non consente passaggi di ossigeno. Ricerche condotte
sullo sviluppo del vino in bottiglie sigillate con tappi sintetici, hanno
evidenziato che dopo circa 18 mesi le qualità organolettiche del vino
degradano, insomma, dopo due anni, pare, il vino non è più in buone condizioni.
Per contro, i tappi di sughero possono dare origine al fastidioso odore di
tappo, mentre quelli sintetici no. Si potrebbe concludere che i tappi di
sughero sono eccellenti per i vini che si intendono maturare in bottiglia, con
il rischio dell'odore di tappo, mentre quelli sintetici non sono adatti per i
lunghi affinamenti. Se consideriamo attentamente il problema e i vini
disponibili sul mercato, quanti di questi sono veramente adatti al lungo
affinamento in bottiglia? Pochissimi.
La maggior parte dei vini che vengono prodotti, in particolare quelli bianchi,
hanno una vita piuttosto breve, anche molti rossi, che si credono più
adatti all'affinamento in bottiglia, perdono le loro migliori caratteristiche
dopo due o tre anni. Sappiamo che la quasi totalità dei vini bianchi è da
consumarsi giovane, preferibilmente entro due anni dalla loro immissione sul
mercato; vini bianchi veramente adatti al lungo affinamento in bottiglia sono
pochi, molto pochi. I vini rossi adatti al lungo affinamento in bottiglia
vengono espressamente creati dai produttori con questo specifico scopo, e
certamente per questi si sceglieranno tappi di sughero. Gran parte dei vini
rossi sono prodotti per un consumo rapido e non migliorano di certo con
l'affinamento in bottiglia. Pertanto i tappi sintetici sono ottime scelte per
tutti i vini che non sono adatti all'affinamento e questa è la scelta
intelligente che molti produttori hanno già fatto nonostante non sia molto
accettata dai consumatori. Da questo punto di vista, ci sembra una garanzia per
l'integrità del prodotto diminuendo il rischio di contaminazioni a causa
dell'odore di tappo. Onestamente preferiamo vedere nelle bottiglie dei vini più
economici e non adatti all'affinamento, tappi sintetici piuttosto che pessimi e
scarsi tappi di sughero di qualità decisamente discutibile. Nei vini destinati
all'affinamento in bottiglia, in quelli no, in quelli pretendiamo che ci siano
dei sugheri di alta qualità e che garantiscano le migliori condizioni per la
loro maturazione.
Se il tappo sintetico è ancora motivo di pregiudizio per molti consumatori, c'è
da chiedersi che cosa pensano a riguardo di un'altra soluzione alternativa e
che, pare, sia stata già adottata da diversi produttori: il tappo a vite. Se il
tappo sintetico lascia ancora spazio alla cerimonia dell'apertura della
bottiglia facendo uso del cavatappi, quello a vite non ha bisogno nemmeno di
questo: un semplice gesto della mano e la bottiglia è aperta. Anche in questo
caso l'odore di tappo non ha possibilità di svilupparsi e se l'accettabilità
del tappo sintetico da parte dei consumatori è ancora piuttosto bassa, per il
tappo a vite lo è ancora meno. I tappi di sughero sono costosi, soprattutto
quelli di alta qualità e prodotti da un unico pezzo, cioè quelli che meglio si
adattano alla conservazione e alla maturazione del vino per lungo tempo. I
tappi sintetici sono meno costosi e il pregiudizio ancora esistente sulla loro
accettabilità ne limita l'uso e la diffusione. Forse sarà perché i consumatori
sono abituati e attratti dall'apparenza piuttosto che alla sostanza: una
bottiglia con una bella etichetta e un tappo di sughero promette un vino
eccellente, eppure l'esperienza e i nostri sensi ci insegnano che esistono
tante bottiglie con delle bellissime etichette e tappi di sughero che
contengono dei vini non proprio eccellenti, anzi, proprio deludenti.
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