Verso la fine della stagione estiva - quando la maggioranza della gente pensa
ancora alle vacanze - gli operatori del settore vinicolo rivolgono i loro
pensieri principalmente all'imminente vendemmia, cercando di prevedere
l'andamento e quello che potranno ottenere dalla cantina. Pensieri - i loro -
assolutamente leciti e legittimi; in fin dei conti sarà proprio dall'andamento
della vendemmia che ricaveranno i loro profitti nell'auspicio di potere offrire
ai consumatori vini di buona - magari ottima - qualità. Per gli appassionati del
vino, questo è invece il periodo nel quale si tendono le orecchie cercando di
raccogliere il maggior numero di informazioni sui vini che saranno più tardi
versati nei loro calici. Due modi diversi di vedere il risultato della
vendemmia, pur essendo tuttavia interessante in entrambi i casi. Anche
quest'anno - puntualmente - si sono diffuse notizie, sia da parte dei
produttori, sia da parte delle associazioni professionali del settore. Per
quanto riguarda la previsione della vendemmia 2005 in Italia, pare ci siano
notizie buone e cattive allo stesso tempo.
Si tratta di buone notizie perché, a quanto pare, la qualità generale delle uve
- e pertanto anche dei vini - è aumentata rispetto al 2004; cattive notizie
poiché la quantità di uva che sarà raccolta nei vigneti è inferiore rispetto
allo scorso anno. Se da un lato ci si può rallegrare del fatto che nel 2005
avremo vini di ottima qualità, dall'altro lato, la minore quantità prodotta
evidenzia ulteriormente - e non solo per motivi puramente legati all'andamento
meteorologico dell'annata - il non felice periodo che sta vivendo il mercato e
il consumo del vino. Infatti, molte aziende vinicole hanno ancora in cantina
bottiglie invendute della scorsa vendemmia, pertanto aumentare la produzione con
il raccolto del 2005 non sembra essere una buona soluzione. Da ciò che si sente
dire nell'ambiente, è probabile che molte di queste bottiglie prenderanno la via
della distillazione, incontrando quindi ben altri tipi di calici, molto diversi
da quelli solitamente utilizzati per il vino.
Procediamo con ordine. Secondo le prime stime della CIA, la Confederazione
Italiana Agricoltori, rilasciate all'inizio di agosto, si apprende che la
qualità generale dell'annata 2005 sarà piuttosto elevata, sarà fra le migliori
degli ultimi dieci anni e potrà sicuramente superare il 2001, addirittura con
diffuse punte d'eccellenza come nel 1997. Una previsione - questa - che non può
che rendere felici sia i produttori, sia gli appassionati della bevanda di
Bacco. Sempre a quanto riferisce la Confederazione Italiana Agricoltori, la
quantità che si raccoglierà quest'anno sarà inferiore di circa il 10% rispetto
al 2004. Questa notizia, in realtà, non preoccupa più di tanto: l'annata 2004 è
stata da tutti considerata abbondante in termini di quantità e, in particolare,
ha segnato una ripresa - in realtà un ritorno alla normalità - dopo le non
proprio felici annate 2002 e 2003. Inoltre, visto il numero di bottiglie
dell'annata 2004 rimaste invendute a causa della generale crisi che da mesi sta
interessando il mercato del vino, una minore produzione in termini quantitativi
sembrerebbe essere provvidenzialmente in linea con quanto accade nei
consumi.
Rimane comunque la buona notizia della previsione di un 2005 di ottima qualità,
migliore del 2001 - annata certamente ottima - e che, addirittura, potrà
superare il 1997. Tutto questo, chiaramente, in termini generali e a patto non
si siano verificate brutte sorprese nel mese di settembre, mese determinante
per le sorti dei vigneti. Le condizioni meteorologiche del 2005 sono state
diverse - com'è fin troppo ovvio - nelle varie regioni dell'Italia. Mentre nella
parte settentrionale del paese si è avuto un inverno freddo e poco piovoso,
nelle regioni meridionali le piogge sono state piuttosto abbondanti. A
ristabilire equità di condizioni è stata la temperatura, che ovunque ha fatto
registrare picchi piuttosto bassi. L'arrivo del caldo torrido - già
preannunciato alla fine della primavera - ha ostacolato la buona maturazione
delle uve, tuttavia si è successivamente registrato un repentino recupero tale
da fare pensare a una vendemmia in condizioni e tempi quasi normali. Secondo le
previsioni, si inizierà la raccolta delle uve precoci a partire dalla metà di
agosto nelle regioni meridionali e nelle isole, a cui seguiranno le altre
regioni, mentre le vendemmie tardive saranno raccolte durante il mese di
ottobre. Questo nelle previsioni, anche se è bene ricordare che verso la fine di
agosto e in settembre, in alcune zone d'Italia si sono registrate piogge e
grandine che hanno danneggiato il raccolto.
Secondo le stime della Confederazione Italiana Agricoltori, in Italia la
produzione del vino per il 2005 si attesterà a poco meno di 50 milioni di
ettolitri, con una lieve flessione rispetto all'abbondante 2004 di circa il
10%. Il Veneto - con i suoi circa 8 milioni di ettolitri - si confermerà come
la regione più produttiva d'Italia, seguita da Emilia Romagna, Puglia e Sicilia,
tutte virtualmente al secondo posto con circa 6 milioni e 600 mila ettolitri.
Per quanto riguarda le altre regioni, le stime indicano una produzione di circa
3 milioni e mezzo per l'Abruzzo, fra i 2 e i 3 milioni di ettolitri per
Piemonte, Toscana e Lazio e fra uno e 2 milioni di ettolitri Campania, Friuli
Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Lombardia. Tutte le altre regioni avranno
una produzione inferiore al milione di ettolitri, dai 20 mila della Valle
d'Aosta fino ai 900 mila dell'Umbria. Nonostante il calo della produzione, si
registrerà comunque un aumento delle uve destinate ai vini a denominazione
(DOCG, DOC e IGT) mentre si prevede una flessione per la produzione dei vini da
tavola senza alcuna denominazione.
Per quanto riguarda la superficie destinata alla coltivazione dei vigneti, si
registra una tendenza verso il basso in tutta Italia, in particolare in Sicilia,
Lazio, Sardegna e Basilicata. Nonostante questo, la Sicilia resta la regione più
vitata del paese, insieme a Puglia, Veneto e Toscana. Il primato del rapporto
quantità per ettaro spetterà all'Emilia Romagna con i suoi 120 ettolitri per
ettaro, mentre all'ultimo posto troveremo la Sardegna con 24. Tralasciando la
rigidità delle stime e dei numeri, la previsione di avere un'annata eccellente -
si dice fra le migliori degli ultimi dieci anni - è certamente la migliore
notizia che avremmo voluto sentire. Tuttavia sarà necessario attendere la realtà
dei fatti e la volontà di Madre Natura - nella speranza che sia benevola e non
stravolga questa buona previsione - unitamente al buon lavoro che gli enologi
svolgeranno nelle loro cantine. Non ci resta che attendere, sempre pronti con i
nostri fidi calici che - con gioia - saremo pronti ad alzare salutando con un
felice brindisi l'arrivo dell'ottima annata 2005, nella speranza che non deluda
le previsioni e nemmeno i nostri sensi.
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