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  Editoriale Numero 34, Ottobre 2005   
Vendemmia 2005: Le PrevisioniVendemmia 2005: Le Previsioni La Posta dei LettoriLa Posta dei Lettori  Sommario 
Numero 33, Settembre 2005 Segui DiWineTaste su Segui DiWineTaste su TwitterNumero 35, Novembre 2005

Vendemmia 2005: Le Previsioni


 Verso la fine della stagione estiva - quando la maggioranza della gente pensa ancora alle vacanze - gli operatori del settore vinicolo rivolgono i loro pensieri principalmente all'imminente vendemmia, cercando di prevedere l'andamento e quello che potranno ottenere dalla cantina. Pensieri - i loro - assolutamente leciti e legittimi; in fin dei conti sarà proprio dall'andamento della vendemmia che ricaveranno i loro profitti nell'auspicio di potere offrire ai consumatori vini di buona - magari ottima - qualità. Per gli appassionati del vino, questo è invece il periodo nel quale si tendono le orecchie cercando di raccogliere il maggior numero di informazioni sui vini che saranno più tardi versati nei loro calici. Due modi diversi di vedere il “risultato della vendemmia”, pur essendo tuttavia interessante in entrambi i casi. Anche quest'anno - puntualmente - si sono diffuse notizie, sia da parte dei produttori, sia da parte delle associazioni professionali del settore. Per quanto riguarda la previsione della vendemmia 2005 in Italia, pare ci siano notizie buone e cattive allo stesso tempo.

 Si tratta di buone notizie perché, a quanto pare, la qualità generale delle uve - e pertanto anche dei vini - è aumentata rispetto al 2004; cattive notizie poiché la quantità di uva che sarà raccolta nei vigneti è inferiore rispetto allo scorso anno. Se da un lato ci si può rallegrare del fatto che nel 2005 avremo vini di ottima qualità, dall'altro lato, la minore quantità prodotta evidenzia ulteriormente - e non solo per motivi puramente legati all'andamento meteorologico dell'annata - il non felice periodo che sta vivendo il mercato e il consumo del vino. Infatti, molte aziende vinicole hanno ancora in cantina bottiglie invendute della scorsa vendemmia, pertanto aumentare la produzione con il raccolto del 2005 non sembra essere una buona soluzione. Da ciò che si sente dire nell'ambiente, è probabile che molte di queste bottiglie prenderanno la via della distillazione, incontrando quindi ben altri tipi di calici, molto diversi da quelli solitamente utilizzati per il vino.


 

 Procediamo con ordine. Secondo le prime stime della CIA, la Confederazione Italiana Agricoltori, rilasciate all'inizio di agosto, si apprende che la qualità generale dell'annata 2005 sarà piuttosto elevata, sarà fra le migliori degli ultimi dieci anni e potrà sicuramente superare il 2001, addirittura con diffuse punte d'eccellenza come nel 1997. Una previsione - questa - che non può che rendere felici sia i produttori, sia gli appassionati della bevanda di Bacco. Sempre a quanto riferisce la Confederazione Italiana Agricoltori, la quantità che si raccoglierà quest'anno sarà inferiore di circa il 10% rispetto al 2004. Questa notizia, in realtà, non preoccupa più di tanto: l'annata 2004 è stata da tutti considerata abbondante in termini di quantità e, in particolare, ha segnato una ripresa - in realtà un ritorno alla normalità - dopo le non proprio felici annate 2002 e 2003. Inoltre, visto il numero di bottiglie dell'annata 2004 rimaste invendute a causa della generale crisi che da mesi sta interessando il mercato del vino, una minore produzione in termini quantitativi sembrerebbe essere provvidenzialmente in linea con quanto accade nei consumi.

 Rimane comunque la buona notizia della previsione di un 2005 di ottima qualità, migliore del 2001 - annata certamente ottima - e che, addirittura, potrà superare il 1997. Tutto questo, chiaramente, in termini generali e a patto non si siano verificate “brutte sorprese” nel mese di settembre, mese determinante per le sorti dei vigneti. Le condizioni meteorologiche del 2005 sono state diverse - com'è fin troppo ovvio - nelle varie regioni dell'Italia. Mentre nella parte settentrionale del paese si è avuto un inverno freddo e poco piovoso, nelle regioni meridionali le piogge sono state piuttosto abbondanti. A ristabilire equità di condizioni è stata la temperatura, che ovunque ha fatto registrare picchi piuttosto bassi. L'arrivo del caldo torrido - già preannunciato alla fine della primavera - ha ostacolato la buona maturazione delle uve, tuttavia si è successivamente registrato un repentino recupero tale da fare pensare a una vendemmia in condizioni e tempi quasi normali. Secondo le previsioni, si inizierà la raccolta delle uve precoci a partire dalla metà di agosto nelle regioni meridionali e nelle isole, a cui seguiranno le altre regioni, mentre le vendemmie tardive saranno raccolte durante il mese di ottobre. Questo nelle previsioni, anche se è bene ricordare che verso la fine di agosto e in settembre, in alcune zone d'Italia si sono registrate piogge e grandine che hanno danneggiato il raccolto.

 Secondo le stime della Confederazione Italiana Agricoltori, in Italia la produzione del vino per il 2005 si attesterà a poco meno di 50 milioni di ettolitri, con una lieve flessione rispetto all'abbondante 2004 di circa il 10%. Il Veneto - con i suoi circa 8 milioni di ettolitri - si confermerà come la regione più produttiva d'Italia, seguita da Emilia Romagna, Puglia e Sicilia, tutte virtualmente al secondo posto con circa 6 milioni e 600 mila ettolitri. Per quanto riguarda le altre regioni, le stime indicano una produzione di circa 3 milioni e mezzo per l'Abruzzo, fra i 2 e i 3 milioni di ettolitri per Piemonte, Toscana e Lazio e fra uno e 2 milioni di ettolitri Campania, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Lombardia. Tutte le altre regioni avranno una produzione inferiore al milione di ettolitri, dai 20 mila della Valle d'Aosta fino ai 900 mila dell'Umbria. Nonostante il calo della produzione, si registrerà comunque un aumento delle uve destinate ai vini a denominazione (DOCG, DOC e IGT) mentre si prevede una flessione per la produzione dei vini da tavola senza alcuna denominazione.

 Per quanto riguarda la superficie destinata alla coltivazione dei vigneti, si registra una tendenza verso il basso in tutta Italia, in particolare in Sicilia, Lazio, Sardegna e Basilicata. Nonostante questo, la Sicilia resta la regione più vitata del paese, insieme a Puglia, Veneto e Toscana. Il primato del rapporto quantità per ettaro spetterà all'Emilia Romagna con i suoi 120 ettolitri per ettaro, mentre all'ultimo posto troveremo la Sardegna con 24. Tralasciando la rigidità delle stime e dei numeri, la previsione di avere un'annata eccellente - si dice fra le migliori degli ultimi dieci anni - è certamente la migliore notizia che avremmo voluto sentire. Tuttavia sarà necessario attendere la realtà dei fatti e la volontà di Madre Natura - nella speranza che sia benevola e non stravolga questa buona previsione - unitamente al buon lavoro che gli enologi svolgeranno nelle loro cantine. Non ci resta che attendere, sempre pronti con i nostri fidi calici che - con gioia - saremo pronti ad alzare salutando con un felice brindisi l'arrivo dell'ottima annata 2005, nella speranza che non deluda le previsioni e nemmeno i nostri sensi.

 



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La Posta dei Lettori


 In questa rubrica vengono pubblicate le lettere dei lettori. Se avete commenti o domande da fare, esprimere le vostre opinioni, inviate le vostre lettere alla redazione oppure utilizzare l'apposito modulo disponibile nel nostro sito.

 

Vi scrivo per avere informazioni sull'attuale scheda di valutazione dei distillati. Poiché ritengo che siete aggiornati e preparati, sapreste dirmi dove posso trovarla? Grazie.
Tonia Papagno -- Barletta, Bari (Italia)
La pratica della valutazione organolettica e sensoriale dei distillati è principalmente determinata dal tipo di distillato da esaminare. Questo significa che i criteri di valutazione applicati - per esempio - per un distillato di frutta differiscono da quelli utilizzati per la valutazione di un distillato di vino. Per questo motivo, le schede di valutazione si basano prevalentemente sulla metodologia e sulle tecniche idonee alla degustazione di ogni singolo distillato. A questo si deve inoltre aggiungere il fatto che ogni associazione o consorzio di produzione, utilizza schede di valutazione proprie e create secondo i principi e le metodologie di degustazione sostenute dall'associazione o dal consorzio stesso. Questo è anche il caso specifico di DiWineTaste, poiché nella valutazione dei distillati pubblicati nella nostra guida Aquavitae utilizziamo una nostra metodologia e una nostra scheda di valutazione.



Sto elaborando la mia tesi di laurea sul marketing turistico e del vino. Alcuni testi che ho consultato fanno riferimento alla piramide di qualità dei vini italiani. Potreste fornirmi maggiori informazioni sul sistema di qualità in vigore in Italia?
Ilaria Ferrucci -- Radda in Chianti, Siena (Italia)
L'attuale sistema di produzione dei vini italiani di qualità è disciplinato dal Regolamento CEE 823/87, dalla Legge n° 164/92, dal DPR n° 348/94 e dai disciplinari di produzione di ogni singola denominazione. Alla base della piramide troviamo i vini da tavola, i quali non sono disciplinati da nessuna legge, non esiste l'obbligo di indicare le uve con le quali sono prodotti ma solamente il tipo. Seguono poi i vini IGT (Indicazione Geografica Tipica), regolati da appositi disciplinari, prevedono l'indicazione in etichetta della zona di provenienza e possono citare i vitigni con i quali sono prodotti. La categoria successiva - la VQPRD (Vini di Qualità Prodotti in Regione Determinata) - comprende due categorie: la DOC (Denominazione d'Origine Controllata) e la DOCG (Denominazione d'Origine Controllata e Garantita). I vini di questa categoria sono regolati da appositi disciplinari, più rigidi e scrupolosi nel caso dei vini DOCG. All'apice della piramide, troviamo i vini DOCG con indicazione della sottozona, vale a dire l'indicazione del nome di un particolare vigneto, zona, località, podere o fattoria. Per maggiori informazioni, la invitiamo a fare riferimento all'articolo “L'Italia” pubblicato nel numero 1, Ottobre 2002 di DiWineTaste.



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