La storia del vino di Marsala è fra le più affascinanti che si conoscano, non
solo perché si tratta di un vino nato come conseguenza di un episodio non
programmato dal suo inventore, ma soprattuto per il fatto di essere uno dei
più grandi vini italiani. In tempi passati, il Marsala è stato capace di
confrontarsi e vincere la sfida con quelli che erano considerati a quei tempi i
migliori vini del mondo. Dopo vicende alterne di prestigio e decadenza, oggi il
Marsala sta vivendo una nuova e sfolgorante esistenza, dove finalmente la
qualità è tornata ad essere la protagonista principale, lasciando alle spalle -
e si spera per sempre - gli errori e le leggerezze commesse dai tanti produttori
per troppi anni. Nel corso degli ultimi venti anni lo sforzo dei produttori è
stato considerevole per restituire, finalmente, la dignità che questo grande
vino merita, ponendo maggiore attenzione sulle pratiche di produzione e sulla
qualità. Oggi si può infatti affermare che il celebre victory wine, così
caro all'ammiraglio Orazio Nelson, è finalmente tornato.
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| Una veduta delle Cantine Florio |
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La storia del Marsala, nonostante sia oramai nota a molti, è sempre meritevole
di essere ricordata, una storia che vede fra i suoi protagonisti anche Vincenzo
Florio, il primo italiano che fondò uno stabilimento dedicato alla produzione di
questo vino. La storia racconta che nel 1773, a causa di una tempesta, il
mercante inglese John Woodhouse fu costretto ad approdare nel porto di Marsala
anziché in quello di Mazara del Vallo, dove era diretto per affari. Sceso a
terra, entrò in una bettola per cercare ristoro e qui ebbe l'opportunità di
assaggiare il vino locale. Gli fu infatti servito il perpetuum, il vino
che tradizionalmente si produceva a Marsala. Il perpetuum - o
perpetuo - si produceva riempendo la botte con il vino dell'ultima
vendemmia e quindi prelevato quando necessario, per poi riempire nuovamente la
botte - che contiene ancora il vino delle annate precedenti - con vino nuovo. Un
vino che pertanto subisce una naturale ossidazione con il progressivo
svuotamento e riprende nuova vita con l'aggiunta del vino della nuova
vendemmia.
Woodhouse trovò particolarmente buono quel vino, anche perché gli ricordava i
celebri vini di Madeira e Jerez, tanto apprezzati nella sua patria. Da bravo
commerciante quale egli era, decise di spedire una partita di quel vino in
Inghilterra sperando di avviare un florido commercio. Poiché Woodhouse era
consapevole delle avverse condizioni alle quali il vino era sottoposto nelle
stive delle navi, decise di aggiungere dell'alcol ad ogni botte così da
assicurare una migliore conservazione. Woodhouse tornò quindi in Inghilterra con
il suo prezioso carico e, giunto a destinazione, si accorse che quel vino
rinforzato era diventato migliore di quando era partito: fu un grande
successo. Woodhouse tornò quindi in Sicilia e fondò il suo stabilimento per la
produzione di vino: in pochi anni il suo Marsala si affermò in Inghilterra e
divenne presto il vino principalmente consumato nelle navi della flotta di Sua
Maestà Britannica. Si dice che Orazio Nelson - grande appassionato di Marsala -
fosse solito festeggiare le vittorie delle sue battaglie con questo vino, tanto
che fu chiamato victory wine, il vino della vittoria.
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Carlo Casavecchia, Enologo e Direttore
Generale di Cantine Florio | |
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All'inizio del 1800, altri due inglesi, incoraggiati dai successi di Woodhouse,
entrano nella storia del Marsala: Benjamin Ingham e il nipote John Whitaker che
fondarono lo stabilimento Ingham a poca distanza da quello di Woodhouse. Grazie
alle loro competenze, la qualità e la produzione del Marsala si sviluppò
notevolmente. Si dovrà attendere il 1832 per vedere entrare nella scena del
Marsala un italiano. Si tratta di Vincenzo Florio - abile commerciante
originario di Bagnara Calabra, già affermato mercante di spezie e discendente di
una delle famiglie più prestigiose e ricche dell'Italia di quei tempi - che
decide di fondare il proprio baglio proprio in mezzo a quelli di
Woodhouse e Ingham. Il contributo di Vincenzo Florio per lo sviluppo e
l'immagine del Marsala fu notevole. Ben presto, da vino destinato ai marinai
delle flotte inglesi, divenne un vino apprezzato e ricercato dalle corti nobili
di tutta Europa. L'abilità e il successo dei Florio e dei loro vini sembrano
inarrestabili e nel 1904 fondano, insieme ad altri imprenditori di Marsala, la
S.A.V.I (Società Anonima Vinicola Italiana) che in pochi anni acquisisce gli
stabilimenti di Woodhouse e di Ingham-Whitaker.
Nel 1924, a causa della mancanza di eredi maschi, i Florio decidono di vendere
la cantina di Marsala alla Cinzano, altra importante famiglia nella storia del
vino italiano. Nel corso dell'ultimo conflitto mondiale, a causa dei
bombardamenti delle aviazioni alleate, le cantine Florio furono gravemente
danneggiate, tanto che la ricostruzione dello stabilimento richiese un
lunghissimo periodo, e sarà solo nel 1984 che la ristrutturazione sarà
completata. Nel gennaio 1998 il controllo delle cantine Florio passa alla ILLVA
Saronno Holding, che già nel 1987 possedeva il 50% della società, iniziando
quindi un nuovo e importante capitolo di questa storica azienda vinicola. Si
introducono infatti importanti e fondamentali cambiamenti nella gestione
aziendale e commerciale, affidando la direzione della produzione all'enologo
Carlo Casavecchia. Grazie alle sue competenze e capacità, Carlo Casavecchia
contribuirà in modo fondamentale alla rinascita del Marsala Florio - e
all'immagine qualitativa del Marsala in generale - operando scrupolose selezioni
in ogni fase della produzione e introducendo criteri produttivi di indiscussa
qualità. Il risultato del lavoro di Carlo Casavecchia e della Florio sono oggi
incontestabili: il Marsala è tornato a splendere come ai gloriosi fasti di un
tempo e il nome Florio è ovunque nel mondo sinonimo di Marsala di qualità.
L'attuale produzione delle cantine Florio si divide fra eccellenti Marsala e
vini dolci, come la Malvasia delle Lipari, Passito di Pantelleria, Grecale e
l'eccellente Morsi di Luce, un ottimo vino prodotto con Moscato d'Alessandria,
conosciuto in Sicilia come Zibibbo. Attualmente Florio produce cinque
stili diversi di Marsala: Marsala Superiore Vecchioflorio - con eccellente
rapporto qualità-prezzo - Marsala Superiore Riserva Targa, Marsala Vergine Terre
Arse, l'eccellente Marsala Vergine Baglio Florio e, l'ultimo nato, Marsala
Superiore Riserva Donna Franca, un omaggio a Donna Franca Florio, figura di
spicco della belle epoque, oltre che donna di raffinata classe e
bellezza. Marsala Superiore Riserva Donna Franca è infatti l'ultima magia uscita
dal cilindro dell'enologo Carlo Casavecchia, frutto di anni di ricerche e studi,
fino ad arrivare alla creazione di questo vino affascinante e suadente che saprà
certamente soddisfare i sensi degli appassionati più esigenti. Donna Franca è
infatti un Marsala Superiore Riserva di innegabile classe ed eleganza, una
continua scoperta fatta di aromi ed emozioni, la conferma della qualità che il
Marsala Florio ha saputo dimostrare nel corso della sua lunga e prestigiosa
storia.
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