Le operazioni di vendemmia in Italia sono oramai giunte alle fasi conclusive, in
molte regioni del nostro paese il mosto sta ora fermentando nella promessa di
diventare vino. Puntualmente, come ogni anno, anche per il 2009 sono state fatte
previsioni e in molti si sono affrettati nel dire che quest'anno avremo una
vendemmia a cinque stelle. Una bella notizia, anche se - in onor del vero
- siamo da tempo abituati a notizie di questo tipo: ogni anno pare che si
realizzi la vendemmia del secolo, nonostante questo sia iniziato da pochi
anni. A prescindere dalle anticipazioni rivelate dalle previsioni - auspicando
certamente che queste si avverino - la qualità della vendemmia 2009 si valuterà
concretamente fra qualche mese, quando i vini saranno finalmente versati nei
calici. Un metodo certamente spietato, ma certamente attendibile e determinante,
che non lascia spazio a ulteriori considerazioni o congetture. E questo
vale per ogni vendemmia.
Previsioni a parte, la vendemmia 2009 sarà comunque ricordata, oltre che per la
sua auspicata qualità, anche per il particolare periodo di condizioni economiche
- di certo non brillanti - e che da tempo investono il mondo del vino. La
vendemmia 2009 è innegabilmente una vendemmia che risente della crisi, che porta
con se le difficoltà del 2008 e che si accumuleranno a quelle inevitabili del
2009. Il vino non sta vivendo un bel momento, sia per quanto riguarda i consumi,
sia per quanto riguarda la produzione. Il vino italiano risente della crisi e la
situazione non è certo delle più favorevoli. Sono infatti molti i produttori che
hanno appena concluso le operazioni di vendemmia, che hanno quindi portato altra
uva in cantina e si apprestano a produrre nuovo vino, e che hanno la cantina
letteralmente piena di bottiglie invendute dell'annata 2008. Sembra un problema
da poco? L'idea di accumulare altre bottiglia in cantina, con il rischio di non
venderle tutte, certamente è un'ipotesi che allarma ogni produttore.
Gran parte del vino dell'annata 2008 destinato al consumo immediato - quindi
gran parte dei bianchi, rosati e i rossi cosiddetti giovani - giace
infatti nelle cantine dei produttori, invenduto e quindi motivo di perdita
economica. La speranza di venderli nei prossimi mesi, quando il mercato chiederà
solamente vini giovani del 2009, è pressoché remota. Che fine farà tutto questo
vino? Molto probabilmente sarà venduto a prezzi molto bassi alle distillerie,
interessate unicamente all'alcol etilico che ne possono ricavare. Del resto,
questo è il loro lavoro. La crisi che caratterizza la vendemmia 2009 non si sta
vivendo solamente in cantina, ma anche nel vigneto, in quel luogo dove tutto ha
inizio e dove si stabiliscono gli essenziali criteri di qualità del vino. Un
grande vino nasce da grandi uve di qualità: uve mediocri restituiscono un vino
mediocre, anche se - in questo senso - capita che in cantina avvenga qualche
miracolo.
Il 2009 vede infatti un calo generalizzato dei prezzi delle uve, diminuendo
quindi i profitti delle aziende agricole che si dedicano a questa attività e che
vendono le loro uve alle cantine. Secondo le stime diffuse dalle associazioni
che rappresentano questa categoria di settore, i prezzi di vendita delle uve
hanno visto nel 2009 una diminuzione media del 10%, con evidenti perdite di
profitto da parte dei produttori. Questo significa che, in mancanza di adeguati
profitti, le aziende agricole che si dedicano alla produzione di uva si
troveranno in difficoltà, tanto da dovere cessare la propria attività o decidere
la riconversione della produzione a colture più remunerative. Nonostante tutto
questo, le previsioni per la vendemmia 2009 dicono che la produzione - in
termini di quantità - sarà pressoché identica a quella del 2008, stimando
addirittura un aumento del 5% rispetto allo scorso anno. Un bel paradosso,
visto che una cospicua quantità del vino del 2008 giace ancora nelle cantine e
che presto dovranno accogliere il nuovo vino del 2009.
Da molte parti si sta infatti invitando alla diminuzione della produzione, a
partire dalle rese in vigna, una tendenza che favorirebbe indubbiamente la
qualità del vino. In effetti, che senso ha produrre così tanto vino se in questo
momento il mercato registra una diminuzione generalizzata dei consumi,
diminuzione che è determinata anche dalla crisi economica di questi tempi? Ma
siamo poi così sicuri che la diminuzione dei consumi di vino in Italia sia
esclusivamente determinata dalla crisi economica in atto? Certamente la crisi ha
svolto un ruolo sostanziale in questo, ma probabilmente non è l'unica
responsabile. Per esempio, siamo sicuri che la campagna svolta - ai limiti del
proibizionismo - contro l'abuso di alcol per la prevenzione alle conseguenze
della guida in stato di ebbrezza non abbia quale responsabilità? Sia chiaro
ancora una volta, mettersi alla guida di un veicolo dopo avere esagerato con le
bevande alcoliche (quindi non solo con il vino!) è qualcosa che non condividiamo
e riteniamo deprecabile oltre che sciocco e stupido. Esagerare con le bevande
alcoliche è comunque sciocco in ogni caso: il migliore apprezzamento si ottiene
sempre con la moderazione.
La logica del terrore della punizione ha però ottenuto i suoi risultati,
compreso quello del calo di vendite di vino. Se si fosse lavorato di più sulla
cultura del buon bere moderato e intelligente - anziché sul divieto - oggi le
cose sarebbero forse andate diversamente. Consoliamoci con il fatto che la
vendemmia 2009 sarà di ottima qualità, quanto meno, visti i periodi non certo
ottimi provocati dalla crisi, avremo qualcosa di cui essere felici. Come ogni
anno, non resta che attendere il tempo e la sua paziente opera nei confronti del
vino, aspettando la primavera, stagione nella quale si inizieranno a vedere e
assaggiare i risultati della fatica in vigna e in cantina. E chissà poi se la
diminuzione dei prezzi dell'uva corrisponderà anche a una diminuzione dei prezzi
dei vini di questa vendemmia? Dubitiamo che questo possa accadere, e dovremo
comunque attendere la primavera per scoprirlo. In fin dei conti, in tempi di
crisi vale ancor più l'antico adagio mors tua, vita mea. Staremo a
vedere. Per il momento, benvenuta vendemmia 2009 con l'auspicio che sia
testimone - nonostante le difficoltà di questi tempi - di una nuova rinascita
per l'economia del vino e della vitivinicoltura.
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