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  Eventi Numero 233, Novembre 2023   
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Notiziario


 In questa rubrica sono pubblicate notizie e informazioni relativamente a eventi e manifestazioni riguardanti il mondo del vino e dell'enogastronomia. Chiunque sia interessato a rendere noti avvenimenti e manifestazioni può comunicarlo alla nostra redazione all'indirizzo e-mail.

 

Grappa del Trentino: Annata 2023 all'Insegna delle Varietà


 
Un'annata all'insegna delle peculiarità varietali, quella che si prospetta per la Grappa del Trentino IGP, da settembre in produzione con le bucce da uve a bacca bianca. Un'annata vitivinicola con produzioni in lieve calo rispetto alla precedente, ma con qualità delle uve buona e di conseguenza bucce fresche e ricche di profumi per la gioia dei distillatori. «Dal punto di vista agronomico è stata un'annata particolare come sappiamo, ma nonostante le paure vissute in luglio e agosto possiamo dire che al momento della raccolta le varietà autoctone utilizzate anche per la distillazione della nostra grappa si sono presentate con una buona qualità in generale – spiega il presidente dell'Istituto di Tutela Grappa del Trentino, Alessandro Marzadro – come sempre poi il grande lavoro di collaborazione tra viticoltori trentini e produttori di grappa ha ancora una volta permesso di avere delle ottime bucce da distillare in maniera rapida e sapiente come da tradizione dei distillatori Trentini e alla fine il risultato esalterà le singole varietà del nostro territorio».
L'annata che verrà. Sarà leggermente in calo la produzione come detto, ma per la distillazione avere meno quantità o decidere di distillare un poco meno rappresenta la possibilità di dedicare più tempo e più attenzione al prodotto e alla fine ottenere grappe ancora migliori. Come sempre il lavoro del mastro distillatore diventa ancora più importante perché dovrà gestire potenza e finezza e trovare il punto di equilibrio. «Probabilmente il 2023 riserverà una piacevole sorpresa proprio in questa direzione», ancora Marzadro «dalla Nosiola al Teroldego, passando per Müller Thurgau o Moscato, potremo raccontare il nostro territorio attraverso le sue valli, ognuna rappresentata da un vitigno».
Insomma i presupposti per un'ottima annata ci sono in quanto la maggior parte delle uve presentavano una buona maturazione e una giusta acidità. Poi la tecnica di fermentazione e il giusto tempo di conservazione e ancora una volta la mano del distillatore saranno fondamentali per dare lo slancio finale al prodotto.
Distillerie in funzione: un evento unico da godere nel periodo autunnale. In Trentino è uno degli appuntamenti più importanti a livello produttivo, quello della distillazione e ormai la maggior parte delle distillerie è aperta al pubblico. Vedere da vicino un alambicco acceso è una occasione limitata al periodo che va da settembre a novembre. I profumi, il calore dei vapori e l'atmosfera che si vive nelle distillerie è quindi diventata una vera e propria occasione per scegliere il Trentino in questo periodo dell'anno. Il racconto dei mastri distillatori aiuta inoltre a comprendere ancora meglio l'eccezionalità e il valore delle grappe del trentino. Sul portale www.grappatrentina.it tutte le informazioni per raggiungere con facilità le distillerie.
Il Km 0 è la grande peculiarità delle grappe trentine. Gli alambicchi trentini si sono accesi velocemente pochi giorni dopo l'inizio della vendemmia così già a inizio settembre la distillazione era ben avviata e questo ha consentito di finire la distillazione per la grappa con il marchio del Tridente, quella “made in Trentino”, entro fine novembre, ovvero ben prima della scadenza prevista dal disciplinare. Il Km 0 previsto dall'Istituto infatti, insieme all'obbligo di utilizzare bucce d'uva trentine ed entro il 31 dicembre per le grappe a marchio Grappa del Trentino, resta un sinonimo di unicità e qualità assoluta della grappa prodotta in questa provincia d'Italia, unico caso nel mondo.
L'Istituto di Tutela della Grappa del Trentino è stato fondato nel 1960 con l'obiettivo di tutelare e promuovere il prodotto. Oggi conta 25 soci che rappresentano la quasi totalità della produzione trentina ed ha il compito di valorizzare la produzione tipica della Grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e di qualificarla con un apposito marchio d'origine: il tridente con la scritta “Trentino Grappa”. Quello della grappa in Trentino è un settore di non piccolo conto, soprattutto se calato nell'economia locale.
Ogni anno vengono prodotti in Trentino circa 7.500 ettanidri di grappa (il 10% del totale nazionale in bottiglie da 70 cl) vale a dire circa 2,5 milioni di bottiglie equivalenti, distillando 130 mila quintali di vinaccia. Tre le tipologie principali di grappa prodotta: quella da uve bianche e aromatiche (60% del totale) e il restante 40% uve a bacca rossa.

Marco Locatelli è il Nuovo Presidente del Consorzio Tutela Valcalepio

Un cambio in corsa atteso e fortemente voluto per dare un ulteriore impulso al Valcalepio e al suo territorio, un passaggio di testimone tra Enrico Rota e Marco Locatelli per raggiungere nuovi traguardi in una staffetta ideale.
Una presidenza, quella di Marco Locatelli, che inizia sin da subito nell'ottica del movimento e del cambiamento. Nel suo primo cda da presidente, lo scorso 24 ottobre 2023, Locatelli ha subito introdotto una serie di novità che hanno come obiettivo principale quello di muoversi verso il futuro con entusiasmo e convinzione.
«Il vino di Bergamo e dei Bergamaschi, il Valcalepio, ha tutte le carte in regola per conquistare fette sempre maggiori di mercato e noi del Consorzio siamo pronti a spingere sull'acceleratore, la macchina del Valcalepio è in grado di accelerare per raggiungere i traguardi a cui i produttori aspirano e che il valore del prodotto merita».
Un Consorzio Tutela Valcalepio che esce da questo primo cda aggiornato e con una nuova veste. Innanzitutto è stata approvata all'unanimità l'estensione a 4 membri del comitato esecutivo (Marco Locatelli, Carlotta Grumelli Pedrocca, Michela Moretti e Sergio Cantoni ne sono ora i componenti), che consentirà una maggior rapidità di decisione e di azione da parte del Consorzio.
«Auspico un sempre maggior coinvolgimento di un numero sempre più alto di realtà vitivinicole del nostro territorio nell'azione consortile. Uniti si può, non solo a parole ma anche, e soprattutto, nei fatti».
Altro cambiamento rilevante riguarda la delega alla rappresentanza del Consorzio in Ascovilo (Associazione Consorzi Lombardi) che è stata affidata al Presidente Locatelli e al Consigliere Cantoni. «È un ruolo importante non solo a livello politico – ha specificato Cantoni – si tratta di una grande responsabilità a livello di rappresentatività territoriale. Come Consorzio Tutela Valcalepio abbiamo la possibilità di esprimere due consiglieri in Ascovilo e ci piacerebbe che la voce del Valcalepio potesse davvero fare la differenza e portare novità nel quadro delle denominazioni lombarde».
Altra delega importante quella dei rapporti con gli altri consorzi di tutela e le strade del vino affidata a Enrico Rota forte del suo trascorso e del suo presente di presidente di ambedue gli organismi e della sua fortissima volontà di perseguire obiettivi che portino alla valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti.
Ma le novità più stimolanti vengono dalla parte tecnica e normativa, conclusa la parte preparatoria si è avviato l'iter burocratico per il nuovo disciplinare Valcalepio inviando la bozza con gli allegati alla Regione Lombardia.
Dopo lo stimolante convegno “Vitigni resistenti: Passato, Presente e Futuro” si vuole aumentare la sperimentazione sui vitigni tolleranti soprattutto su quelli a bacca nera, cercando di seguire le indicazioni dei ricercatori sul migliorare le tecniche di vinificazioni specifiche, sul favorire al massimo l'interazione con l'ambiente ed il territorio bergamasco.
Infine si è messo in cantiere un progetto viticolo di miglioramento di quelle che sono le tecniche di potatura e di cura delle vite, con il prossimo anno verrà proposto ai viticoltori bergamaschi un innovativo corso di potatura sia teorico che pratico aperto a tutti i produttori.

Inflazione e Congiuntura Economica Sfavorevole Riducono i Consumi di Vino in Tutto il Mondo

Gli effetti della crisi si fanno sentire anche nel mondo del vino. Nei primi otto mesi di quest'anno, le quantità di vini fermi e frizzanti italiani acquistati nei top 12 mercati internazionali (quelli che pesano per oltre il 60% sulle importazioni mondiali di vino) risultano in calo dell'8%. Stessa sorte tocca agli spumanti, la categoria che nell'ultimo decennio era invece cresciuta senza soluzione di continuità, che fanno segnare uno speculare -9%.
Si tratta di variazioni in linea con la media del mercato, con un trend negativo che risparmia pochi paesi esportatori e che vede anche il nostro primo mercato di sbocco a valore, gli Stati Uniti, ridurre le importazioni dall'Italia del 13%.
Gli Stati Uniti e i mercati internazionali hanno rappresentato il primo focus di approfondimento del X Forum Wine Monitor, organizzato da Nomisma e arricchito dai contributi di Federico Zanella, Presidente & Ceo di Vias Imports, e di Lamberto Frescobaldi, Presidente della Marchesi Frescobaldi.
«Nel mercato statunitense, tutti i principali esportatori di vino soffrono a causa di una riduzione nella capacità media di spesa dei consumatori. Solo la Nuova Zelanda, con il suo Sauvignon Blanc, non sembra conoscere crisi, mettendo a segno una crescita delle esportazioni di oltre il 20% nei primi otto mesi di quest'anno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente» evidenzia Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma.
Non va meglio sul mercato nazionale. Le vendite di vino nel canale retail flettono – nel cumulato fino a settembre – di un calo superiore al -2% a volumi, con riduzioni più elevate in GDO nel caso dei vini fermi (-3,8%). Crescono solamente gli acquisti di spumante (+2,3%) ma il dato nasconde un effetto “sostituzione” che vede aumentare gli spumanti generici (più economici) a scapito di quelli a denominazione, DOC e DOCG.
Purtroppo, anche le previsioni sui comportamenti di consumo degli italiani per i prossimi 6 mesi – dedotte da una specifica Consumer Survey condotta da Nomisma e commentata durante il Forum assieme ad Ettore Nicoletto, Presidente & Ceo di Angelini Wines & Estates – non sono positive: al netto di chi non modificherà gli acquisti di vino rispetto alla situazione attuale (almeno 6 italiani su 10, ma nel contesto di una generalizzata riduzione dei consumi), c'è un 16% di consumatori che prevede di ridurli, nell'obiettivo di risparmiare sulla spesa in generale.
In questo scenario così complesso e incerto, sono soprattutto le piccole imprese vinicole a soffrire di più, anche a causa di una situazione finanziaria interna sovente minata da pesanti indebitamenti che rischiano di esplodere in conseguenza della stretta in atto sui tassi di interesse applicati. Basti pensare, infatti, che per le società di capitale con fatturato fino a 10 milioni di euro, gli oneri finanziari sull'Ebitda vanno dall'11% per le imprese tra 2 e 10 milioni di euro, al 37% per quelle con fatturato inferiore. Ma per quanto piccole, stiamo parlando di realtà che rappresentano l'85% del tessuto imprenditoriale del settore vinicolo, a cui sono riconducibili quasi il 50% degli addetti occupati.
Ma non è solo una questione di struttura finanziaria. Da un'indagine svolta da Wine Monitor sulle imprese vinicole italiane è infatti emerso come tra le esigenze ritenute prioritarie per affrontare le sfide dell'attuale scenario congiunturale figurino la pianificazione strategica, l'ottimizzazione dei processi produttivi e l'internazionalizzazione.
«È proprio partendo dall'esigenza di fornire risposte concrete e un supporto qualificato alla crescita delle imprese italiane del vino che Nomisma ha deciso di lanciare Wine Monitor Consulting. Grazie alle conoscenze di mercato e alla competenza maturata nel settore in oltre dieci anni di attività, a un patrimonio informativo unico per profondità e completezza, al network sviluppato con distributori, operatori commerciali e finanziari e top manager, Nomisma è in grado di affiancare le imprese del settore nel loro percorso di crescita, dall'elaborazione del piano strategico di sviluppo fino alla sua esecuzione, supportando l'effettiva messa a terra delle azioni previste. Nello specifico, il team di Wine Monitor Consulting garantisce un supporto qualificato e continuativo nelle fasi intermedie di sviluppo e nel project management necessario all'attuazione di ogni tipologia di intervento, quali percorsi di internazionalizzazione, ottimizzazione dei processi produttivi e organizzativi, digitalizzazione» dichiara Marco Govoni, Head of Consulting in Nomisma.
Un aspetto positivo che emerge dalle riflessioni condivise in occasione del Forum Wine Monitor è rappresentato dalla chiusura dei negoziati sul nuovo regolamento europeo in tema di indicazioni geografiche, DOP e IGP. Come dichiarato da Paolo De Castro, Presidente del Comitato Scientifico di Nomisma e relatore per il Parlamento Europeo della riforma, «con questo nuovo regolamento, i vini italiani a indicazione geografica potranno godere di una maggiore tutela dalle evocazioni sul mercato europeo, anche nel panorama dei domini internet con un sistema di geoblocking immediato, mettendo fine ai tentativi di imitazione che periodicamente emergono ai danni delle nostre eccellenze enoiche. In altre parole, verranno eliminate una volta per tutte quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle denominazioni, dato che le richieste di registrazione di menzioni tradizionali, come quella del Prosek, non potranno più essere prese in considerazione in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp.»

Emergenza Peronospora: Ultimo Appello del Mondo Produttivo Abruzzese

Tutti gli attori della filiera produttiva del mondo del vino abruzzese si sono riuniti a Pescara per lanciare l'ennesimo appello al mondo politico con la speranza di ricevere finalmente risposte concrete alla gravissima situazione che si è purtroppo determinata a seguito delle abbondantissime precipitazioni che hanno interessato l'intero territorio regionale nei mesi di aprile e maggio; piogge che in alcune aree hanno superato anche i 200 mm/mese, ossia circa il triplo della media del periodo, con conseguenze “catastrofiche” dal punto di vista produttivo.
«Siamo tutti d'accordo nel dire che questo è davvero l'ultimo appello che il mondo vitivinicolo abruzzese rivolge alla classe politica della Regione Abruzzo, di qualsiasi “colore” essa sia» dichiarano i rappresentanti della filiera vitivinicola abruzzese sottolineando che: «a vendemmia ormai conclusa, possiamo confermare, con assoluta certezza, un calo medio della produzione di uve di circa il 70%; un dramma che interessa in maniera diffusa e più o meno omogenea tutte le aziende vitivinicole delle quattro provincie. L'Abruzzo vitivinicolo conta più di 15.000 aziende per 32.500 ettari vitati.»
Dopo mesi di proclami, promesse e false aspettative la classe politica e dirigente della Regione Abruzzo a oggi non è in grado di dare risposte chiare a sostegno del settore e per questo gli attori coinvolti spiegano che «saremo costretti a scendere in piazza; tutti noi in questi mesi abbiamo avanzato specifiche richieste a supporto del mondo produttivo e fornito indicazioni operative in merito all'emergenza peronospora, ma a nulla sono serviti. Siamo pronti anche a riconsegnare le tessere elettorali».
A oggi vi è stata solo l'assegnazione di scarsissime risorse economiche, assolutamente insufficienti per affrontare la difficile situazione del momento, considerando che il settore enologico nazionale fattura più di 7 miliardi di euro senza ovviamente considerare tutto l'indotto: in ambito regionale si parla di 5 milioni in 2 anni e in quello nazionale di 7 milioni; dotazioni finanziarie lontanissime da quelle necessarie.
Per la sola regione Abruzzo abbiamo una perdita ormai acclarata di circa di 2,7 milioni di quintali di uva, pari a circa 2 milioni di ettolitri di vino che in termini di imbottigliato equivalgono a circa 260 milioni di pezzi; se dovessimo fare una stima del mancato reddito delle aziende possiamo indicare in circa 108 milioni di euro la perdita sulle uve, 130 milioni sullo sfuso e 520 milioni circa sull'imbottigliato. Una stima prudenziale induce a ritenere che la filiera vitivinicola della regione Abruzzo subirà un danno economico non inferiore ai 380 milioni di euro.
Assoenologi, Associazione Città del Vino, CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Consorzio Tutela Vini D'Abruzzo, Copagri, D.A.Q. vino, Legacoop, Liberi Agricoltori e Movimento Turismo del Vino, unitamente, sottolineano che occorrono a livello nazionale dei provvedimenti impattanti, per la sopravvivenza di migliaia di imprese vitivinicole, che non possono non prevedere necessariamente un congruo indennizzo diretto alle aziende.
Parallelamente sono stati condivisi tre punti principali sui quali si potrebbe e dovrebbe intervenire in maniera più che tempestiva: sospensione pagamento dei mutui e finanziamenti in essere (conto capitale e interessi) per almeno due anni, senza porre in primis le “garanzie bancarie” (come è stato fatto durante l'emergenza COVID) che renderebbero automaticamente le aziende richiedenti inaffidabili di fronte alle banche, per almeno 24 mesi, quindi inabili a qualsiasi tipologia di nuovi finanziamenti; sospensione e/o riduzione dei contributi INPS; azzeramento dei tassi d'interesse per finanziamenti acquisto scorte a reintegro con un'istruttoria semplificata e che non tenga conto dei finanziamenti già in essere.
Nei primi due casi, la competenza spetterebbe al governo, mentre, nel terzo, il ruolo della regione risulta fondamentale, anche se ci auguriamo che quest'ultima sia portavoce degli interessi del mondo vitivinicolo abruzzese anche su tavoli nazionali.
In definitiva tutta la filiera produttiva vuole fare questo ultimo appello prima di procedere con le manifestazioni di piazza alla presenza di centinaia di migliaia di produttori stremati dalla difficilissima situazione e che, se non adeguatamente aiutati e supportati, rischiano di vedere vanificare decenni di duro lavoro.

Il Grido d'Aiuto dai Vitivinicoltori del Moscato

L'oggetto recita considerazioni e suggerimenti post vendemmia 2023, ma i contenuti della lettera risuonano come un vero e proprio grido d'allarme e di aiuto. Nove produttori legati al progetto Sorì Eroici, hanno inviato nei giorni scorsi un documento che è un invito a riflettere e anche una richiesta di trovare soluzioni per affrontare un tempo molto critico per la nostra agricoltura, in questo caso in particolare per il settore vitivinicolo. La lettera, inviata al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, al suo Assessore all'Agricoltura Marco Protopapa, alla Commissione Lavoro della Camera, al Consorzio Piemonte Land of Wine, al Consorzio di Tutela dell'Asti e del Moscato d'Asti, a tutte le Organizzazioni e Confederazioni agricole, a Confindustria e Confcooperative che operano nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo, si rivolge quindi all'intera filiera, perché soltanto con il coinvolgimento di tutte le figure che operano nel comparto si potranno progettare e realizzare le azioni necessarie per tentare di cambiare una realtà di sofferenza che si sta delineando. La lettera è quindi indirizzata anche alla Associazione Comuni del Moscato, promotrice del progetto Sorì Eroici, che attraverso il ruolo che ricopre può coinvolgere i Comuni del territorio, invitandoli ad agire anche con azioni dirette.
Le osservazioni proposte dai produttori nel documento si riassumono in tre macro argomenti: carenza idrica e colpi di calore, epoca di vendemmia, costo del lavoro. Per ognuna di queste voci la riflessione è approfondita e importante, e riprende i caratteri e le immagini di una vendemmia che ha offerto molti elementi di incertezza per il futuro prossimo: una condizione che spaventa per i segnali che si sono osservati, che provengono da un clima in deciso cambiamento, che portano a minare le campagne produttive. Nella lettera, che raccoglie l'analisi “sul campo” a proposito di caldo e siccità si cita: A parte la ridotta capacità fotosintetica, l'effetto maggiormente negativo è la conseguente esposizione dei grappoli che in casi diffusi sono giunti a un disseccamento con riduzioni di produzione sino al 70%, constatando che l'approvvigionamento idrico permane tema critico. Si aprono così ragionamenti e prospettive di investimento sull'irrigazione, sul potenziamento dei consorzi irrigui, sul recupero delle acque piovane e anche sulla revisione dei vincoli a favore delle aziende agricole che vogliono allestire vasche sulle proprietà. Il messaggio infine è chiaro: è necessario correre ai ripari per contrastare il sinergico effetto negativo che si sviluppa tra siccità, calore e irradiazione.
Nella lettera, anche l'epoca della vendemmia viene messa in discussione: l'anticipo di ogni fase fenologica, dal germogliamento alla maturazione, fa sì che la raccolta delle uve avvenga ormai nei giorni estivi, nella prima decade di agosto, con relativo anticipo del conferimento nelle cantine e in orario pomeridiano, ed è richiesta quindi una revisione dell'operatività dell'intera filiera, trovando nuove soluzioni strutturali. Per quanto riguarda il costo del lavoro invece, gli osservatori pongono l'intero settore a un rischio di corto circuito: il sistema Italia deve reagire agilmente su quanto dipende da dinamiche nazionali, perché il costo del lavoro è elemento imprescindibile. Alcune soluzioni potrebbero trovare ispirazione tra quelle adottate recentemente nel periodo Covid con il Decreto Cura Italia, come l'estensione del grado di parentela dal quarto grado sino al sesto per l'espletamento di lavoro in forma di aiuto gratuito e transitorio, promuovendo e agevolando il lavoro temporaneo con gli strumenti a disposizione.
A firmare il documento: Luca Luigi Tosa, Giuseppe Scavino, Gabriele Saffirio, Francesco Bocchino, Bisso Atanasov, Aldo Cane, Alessandro Negro, Marco Capra e Maurizio Domanda.

 


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