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  Editoriale Numero 35, Novembre 2005   
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Numero 34, Ottobre 2005 Segui DiWineTaste su Segui DiWineTaste su TwitterNumero 36, Dicembre 2005

Anche ai Giovani Piace il Buon Vino


 Che il mondo del vino stia vivendo un momento non proprio esaltante dal punto di vista dei consumi, non è certamente una novità. Ed è proprio nei momenti di crisi e di recessione che si avverte maggiormente la necessità di trovare nuove soluzioni e proposte, tali da limitare le perdite economiche derivanti dal minore interesse - o per meglio dire - dalla minore possibilità di spesa. Nonostante il vino sia un patrimonio di alta cultura e tradizione, coloro i quali si occupano della sua produzione devono necessariamente confrontarsi con il profitto che possono ricavare dal loro lavoro, anche quando è fatto con autentica passione. Per questo motivo si cercano soluzioni alternative, nuovi ambiti in cui promuovere e vendere i propri prodotti, occasioni adatte a stimolare l'interesse dei consumatori. Ecco quindi che si cerca di lavorare maggiormente sull'immagine del prodotto - e per quanto concerne il vino, sul suo aspetto puramente edonistico - sulla sua promozione e divulgazione, cercando di conquistare nuove fasce di clienti.

 Da qualche anno il mondo del vino sembra concentrarsi particolarmente sui giovani, svolgendo una giustissima e responsabile campagna di sensibilizzazione al consumo moderato - e il piacere del vino è sempre legato alla moderazione - con l'auspicio, certamente non velato, di incrementare i profitti. In fin dei conti disporre di consumatori responsabili e intelligenti è anche nell'interesse primario dei produttori: un consumatore irresponsabile non privilegia la qualità ma unicamente la quantità e, molto probabilmente, a causa dei gravi danni arrecati alla propria salute, prima o poi sarà costretto a interrompere il consumo del vino, anche in modo occasionale. Consumatori più attenti, responsabili, consapevoli e intelligenti, assicurano una vita prospera e duratura - e quindi un migliore profitto - al vino di qualità. Anche questo è un modo per fidelizzare il cliente a determinati prodotti. E certamente la categoria di consumatori più adatta a questo tipo di investimento sono i giovani, soprattutto se nel messaggio promozionale si aggiungono anche fattori vincenti legati alla moda e all'attualità.


 

 Moda, attualità e diffusione della cultura del bere moderato, non bastano tuttavia a convincere pienamente i giovani ad avvicinarsi al vino di qualità. Questo non perché i giovani non siano affascinati dal vino e dal suo mondo: la causa principale è - a nostro avviso - da ricercarsi nell'elevato prezzo di vendita. Nei periodi caratterizzati da condizioni economiche complessivamente negative - che rendono certamente difficoltosa anche la condizione delle persone adulte con vita professionale ed economica “stabile” - le difficoltà si ripercuotono maggiormente sui giovani, tipicamente con occupazione precaria, pertanto con possibilità di spesa piuttosto ridotta. Chiunque si trovi in condizioni economiche precarie, opera necessariamente delle scelte dettate unicamente da priorità di vita. Questa - che è certamente una considerazione scontata - è comunque una condizione che finisce per determinare l'andamento delle vendite, vino compreso. Per quello che ci riguarda, i giovani sono molto attenti alla qualità del vino, la sanno apprezzare e la cercano con passione. Esistono molti consumatori responsabili e sensibili fra i giovani, esistono certamente anche quelli sconsiderati e irresponsabili, ma lo stesso si può dire dei consumatori adulti.

 Anche ai giovani piace il vino buono e di qualità: se potessero - come chiunque altro, del resto - acquisterebbero frequentemente vino di qualità e lo consumerebbero anche con piacere. È fin troppo scontato dire che chiunque apprezzi il buono non è disposto a compromessi per poterlo avere. Tutti preferiscono il buono al cattivo, a patto che se lo possano permettere. I giovani si informano sul mondo del vino, si interessano sui nuovi prodotti e - per quello che ci riguarda dalle lettere che riceviamo - sono attenti a quello che leggono nei periodici del settore. Che i giovani si stiano interessando al vino è assolutamente evidente, che siano attenti al prezzo di vendita con i quali si devono confrontare tutte le volte che decidono di acquistare una bottiglia, è ancor più evidente. Una strategia commerciale che pare essere vincente con i giovani è la vendita del vino al bicchiere: con una spesa relativamente contenuta, è possibile apprezzare un vino che avrebbe altrimenti un costo troppo elevato qualora si acquistasse l'intera bottiglia.

 Produrre vino di qualità costa. Crediamo questo sia qualcosa che tutti sanno e qualcosa in cui tutti sono d'accordo. La produzione del vino di qualità richiede investimenti economici piuttosto elevati e l'adozione di tecnologie e pratiche anch'esse costose. I costi sostenuti per la produzione di un vino di qualità dovranno essere poi recuperati attraverso la vendita, dalla quale ci si aspetta - com'è naturale - anche un profitto. Tuttavia - come abbiamo già detto altre volte nella pagine del nostro mensile - è opportuno fare una doverosa distinzione fra il giusto profitto e la speculazione. E forse è proprio la consapevolezza che nel vino esiste un'evidente speculazione a tenere lontano i giovani dall'acquistare vini costosi, non solo la minore possibilità di spesa. In fin dei conti, il mercato offre un'ampia scelta nei vini e, fra le tante bottiglie disponibili, non mancano quelle vendute a un prezzo “ragionevole”, capaci di offrire anche un'ottima qualità e, soprattutto, un eccellente rapporto qualità prezzo.

 Non c'è dubbio che ai giovani piaccia il buon vino e il vino di qualità, tuttavia - come tutti, indipendentemente dall'età - sono costretti a fare i conti con le proprie tasche e avere il maggiore beneficio in funzione delle proprie possibilità. È anche risaputo che il vino stia attraversando un periodo non proprio felice e molte cantine devono fare i conti con le bottiglie invendute che, molto probabilmente, prenderanno la via della distillazione. Che sia necessario continuare a sensibilizzare i giovani - l'unica certezza che ogni società dispone per il suo futuro - è altrettanto vero. Se si riesce a sensibilizzare i giovani a un consumo responsabile e consapevole del vino - sempre e comunque all'insegna della moderazione - unitamente alla capacità di offrire vini a prezzi ragionevoli e adatti a questa fascia di consumatori, allora si getteranno delle concrete basi per un proficuo futuro del mondo del vino. Un futuro che può partire da oggi, un futuro che molti produttori hanno già compreso riuscendo a offrire vini di buona qualità a prezzi ragionevoli. Nessuno è stupido a questo mondo e chiunque è capace di riconoscere ciò che è buono, riconoscendo a questo il suo reale valore, giovani compresi. Allora largo ai giovani e al buon vino di qualità, venduto al giusto prezzo, possibilmente.

 



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La Posta dei Lettori


 In questa rubrica vengono pubblicate le lettere dei lettori. Se avete commenti o domande da fare, esprimere le vostre opinioni, inviate le vostre lettere alla redazione oppure utilizzare l'apposito modulo disponibile nel nostro sito.

 

Gradirei sapere qualcosa sui vini liquorosi e informazioni sulla produzione casalinga.
Alberto Nunzio Bonadonna -- Butera, Caltanissetta (Italia)
Il mondo dei vini liquorosi - detti anche fortificati - è ricco e affascinante. La tecnica di produzione si basa sempre sullo stesso principio, cioè sull'aggiunta di alcol o acquavite durante il processo di vinificazione. Questo processo - detto fortificazione - può avvenire in qualunque fase di produzione, in accordo al tipo di vino da produrre e alla sua tradizione. La fortificazione può avvenire infatti sia durante la fermentazione del mosto - operazione detta mutage - sia dopo la completa vinificazione e maturazione del vino. Sui vini liquorosi e la loro produzione, la invitiamo a leggere l'articolo “La Produzione dei Vini Fortificati” pubblicato nel numero 25 di DiWineTaste. La produzione casalinga di questo tipo di vini non è difficoltosa, tuttavia è bene ricordare che la produzione di un grande vino liquoroso richiede tempo, strumenti e condizioni appropriate, come per esempio botti, condizioni ambientali favorevoli e la pazienza di sapere attendere le grandi cose. La produzione dei vini liquorosi non si limita infatti alla semplice aggiunta di alcol o acquavite: la fortificazione rappresenta unicamente una delle tante operazioni necessarie per ottenere un buon prodotto.



Recentemente ho provato ad assaggiare un Brunello di Montalcino in due calici diversi. Mentre nel calice piccolo il vino sembrava piuttosto ordinario, in quello più ampio il vino era completamente diverso. Com'è possibile che il calice sia così determinante per l'apprezzamento del vino?
David Ashley -- New York (USA)
Il calice è uno strumento fondamentale per il corretto e proficuo apprezzamento di un vino. Lo sviluppo degli aromi - per esempio - è fortemente determinato dalla forma e dal volume del calice, in modo particolare dal rapporto geometrico fra la superficie di contatto del vino e l'aria che si trova sopra. La forma del corpo del calice favorisce inoltre la percezione di determinate qualità gustative del vino attenuando l'irruenza di altre, contribuendo quindi a migliorare sia l'equilibrio gustativo, sia le qualità organolettiche del vino. Che ogni vino si esalti con il giusto calice è certamente vero: la scelta di un calice errato - dimensione e forma non adeguata - compromettono il corretto sviluppo di tutte le qualità organolettiche. La scelta del calice è quindi fondamentale per potere apprezzare un buon vino così come un vino mediocre: il giusto calice consentirà di esaltare le sue buone qualità. Sulla scelta del giusto calice per il vino e la sua importanza, la invitiamo a leggere gli articoli “Bicchieri da Vino”, pubblicato nel numero 6 di DiWineTaste, e “I Bicchieri per il Servizio del Vino” disponibile nel nostro sito WEB.



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