Che il vino stia attraversando un periodo non proprio florido nei consumi, non è
certamente una novità. Nonostante si stiano verificando dei timidi ma
significativi cenni di ripresa, il mondo del vino è comunque ben lontano dai
livelli di qualche anno fa, quando le vendite erano decisamente superiori. Com'è
noto, l'andamento e l'evoluzione di ogni cosa e di ogni fenomeno, sono
caratterizzati da un'alternanza di livelli alti e bassi, che si ripetono
ciclicamente, almeno fino a quando esistono condizioni indispensabili alla loro
ripetizione. Questo vale anche nel vino - ovviamente - i quali consumi sono
attualmente ridotti dopo avere attraversato un buon periodo nelle vendite. Senza
entrare nel merito delle ragioni che hanno causato questi due estremi, seguendo
questo modello, prima o poi - almeno si spera - i consumi riprenderanno e,
forse, aumenteranno rispetto a qualche anno fa. Questa alternanza è inoltre
valida per quanto concerne le preferenze nei consumi: se qualche decina di anni
fa erano i bianchi a riscuotere la preferenza dei consumatori, oggi sono
decisamente i rossi i vini a essere versati prevalentemente nei calici.
In questi tempi, caratterizzati da un minore consumo, i vini che sembrano
resistere maggiormente ai cali delle vendite sono i rossi. Certamente, non tutti
i rossi, poiché anche il fattore prezzo svolge un ruolo fondamentale. Sembra
infatti che a riscuotere maggiore successo nelle preferenze dei consumatori
siano i vini rossi venduti a un prezzo di circa € 5,00. Se è vero che questo
prezzo è giustificato dalle condizioni economiche generali, cosa giustifica
invece la preferenza verso i vini rossi? Sarà forse dovuto al fatto che i vini
rossi sono generalmente prodotti con criteri di qualità superiore rispetto - per
esempio - ai vini bianchi? Probabilmente no, poiché il mercato offre una buona
selezione di vini bianchi anche a questo prezzo, buoni tanto quanto quelli
rossi. Anzi, si potrebbe aggiungere che la produzione di un vino rosso, in
particolare quando si utilizza la botte, ha un costo generalmente superiore al
bianco, di conseguenza anche un prezzo maggiore. In altre parole, in
un'ipotetica scala della qualità e a parità di prezzo, un vino bianco
dovrebbe avere una qualità maggiore di un rosso.
Evidentemente il prezzo, pur condizionando le scelte dei consumatori, non è il
fattore primario che determina la preferenza verso i vini rossi. Probabilmente
si deve cercare una spiegazione migliore in quei sottili - ma determinanti -
fattori legati alla cultura, alla moda e all'influenza dei mezzi di
comunicazione. Se fosse infatti solamente la cultura a influenzare i consumi di
vino, ancora oggi le nostre preferenze sarebbero rivolte ai vini dolci, cioè a
quei vini prevalentemente consumati nelle epoche dalle quali la nostra cultura -
e le nostre tradizioni - hanno avuto origine. La cultura - com'è fin troppo
ovvio - si evolve e si adatta in funzione dei cambiamenti sociali, arrivando
fino ai giorni nostri e alla nostra preferenza verso il vino rosso. Ad onore del
vero, il gusto e il modo di fare vino si è talmente sviluppato che - con
l'eccezione dei principi fondamentali dell'enologia - i processi di produzione
sono stati fortemente condizionati sia dalla tecnologia, sia dalla chimica. Il
gusto del vino consumato e prodotto all'epoca degli antichi romani, per esempio,
difficilmente incontrerebbe il gusto degli uomini moderni. Questo è
particolarmente vero per i vini secchi, poiché il gusto e la produzione di
quelli attuali si basa ancora su metodi e principi sviluppati nel 1500-1600,
epoca nella quale l'enologia conobbe un notevole sviluppo.
Molto più probabile è invece l'influenza delle tendenze e della moda - non da
ultimo - l'interesse e l'attenzione che i mezzi di comunicazione rivolgono al
vino rosso. A questo si deve aggiungere anche il fatto che da sempre - o almeno
in epoche recenti - il vino rosso è sempre stato considerato il vino per
eccellenza. Se si pensa al vino, l'associazione più frequente è con il rosso,
al quale si riconosce maggiore corpo, maggiore fascino, maggiore dignità e
maggiore autorevolezza, in altre parole, il vino rosso è considerato più
vino rispetto agli altri tipi. Eppure, in tempi non proprio distanti di
appena 15 anni fa, era il vino bianco a riscuotere le preferenze dei consumatori,
tanto da fare attraversare al vino rosso un periodo di crisi. Dopo questa
breve parentesi di declino - quando erano Pinot Bianco, Pinot Grigio e
Chardonnay a riempire i calici dei consumatori - il vino rosso ha ripreso la sua
trionfale marcia verso i più alti consensi, sia da parte del mercato, sia da
parte degli appassionati della bevanda di Bacco.
Se osserviamo più da vicino i motivi per i quali il vino rosso continua a
riscuotere maggiore successo, anche secondo i pareri dei consumatori, il fattore
legno sembra svolgere un ruolo importante. Infatti non tutti i vini rossi
riscuotono gli stessi consensi: quelli rossi fermentati e maturati in acciaio
non sono apprezzati come quelli vinificati in botte. Senza insistere troppo su
questo aspetto - oramai largamente dibattuto e discusso - è però innegabile che
un vino rosso prodotto in questo modo riceva un numero maggiore di preferenze.
Inoltre, il servizio di un vino cosiddetto importante - anche se sono
discutibili i criteri tali da fare ritenere un vino importante - si
avvale di calici e procedure decisamente più suggestive: calici ampi e sontuosi,
tutto proposto in grande come se si dovesse anticipare un evento
importante. Forse sarà anche per le parole più generose e lusinghiere che si
esprimono solitamente per i vini rossi a fare credere che ogni rosso sia un
grande vino. Spesso si considera grande ciò che si crede - o si fa credere -
essere grande: magia della persuasione.
Senza entrare nel merito dei gusti personali - di fronte ai quali nessuna
oggettività trova fondamento - è anche sconcertante vedere come molti
consumatori che si definiscono intenditori, raramente sono disponibili ad
andare oltre il vino rosso, proprio perché questo è il vino che distingue la
classe dei veri intenditori, almeno secondo il pensiero di alcuni. Per questi
intenditori è addirittura inconcepibile che nei loro calici sia versato -
anche occasionalmente - altro vino se non quello rosso. Per fortuna, ci sono
anche i veri appassionati del vino - permetteteci di definirli come i Veri
Intenditori - capaci di andare oltre e guardare al vino, senza distinzioni e
senza discriminazioni, come un leale e piacevole compagno, che sia rosso o
bianco, spumante o rosato, fortificato o dolce: l'importante è che sia buono e
che sia capace di regalare emozioni ai sensi, sempre e comunque nel consumo
moderato. È proprio così che ci piace definire un intenditore di vini: qualcuno
capace di andare oltre il colore e capace di ascoltare e capire, perché
tutti i vini - ma proprio tutti - hanno qualcosa da raccontare e da dire. E
questo vale per ognuno e per ogni cosa, non solo per il vino.
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