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 Gusto DiVino  Condividi questo articolo     Sommario della rubrica Eventi Non Solo Vino 
  Eventi Numero 177, Ottobre 2018   
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Notiziario


 In questa rubrica sono pubblicate notizie e informazioni relativamente a eventi e manifestazioni riguardanti il mondo del vino e dell'enogastronomia. Chiunque sia interessato a rendere noti avvenimenti e manifestazioni può comunicarlo alla nostra redazione all'indirizzo e-mail.

 

Vendemmia 2018: l'Italia si Conferma Primo Produttore al Mondo


 
«Una buona vendemmia che permetterà al settore vitivinicolo italiano di riprendersi dopo un anno difficile. La produzione è stimata in 49 milioni di ettolitri, con un incremento del 15% rispetto ai 42,5 milioni dello scorso anno, che riavvicina l'Italia alle medie pre-2017. Una crescita produttiva rilevante che delinea un quadro nel complesso positivo seppur con qualche criticità, in particolare al Sud, influenzato da un'estate segnata dalla piovosità consistente che ha messo in difficoltà i produttori di alcune regioni. La viticoltura italiana, in larga parte, ha saputo affrontare questo bizzarro andamento stagionale con attenzione, tempestività e professionalità, consentendo al nostro Paese di confermare anche quest'anno la propria leadership produttiva a livello mondiale».
Con queste parole Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, è intervenuto durante la conferenza stampa di presentazione delle previsioni vendemmiali, elaborati da Unione Italiana Vini e Ismea per l'Osservatorio del Vino, organizzata presso il Mipaaft, alla presenza di Gian Marco Centinaio (Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo), Raffaele Borriello (direttore generale di ISMEA), Fabio Del Bravo (dirigente ISMEA) e Ignacio Sanchez Recarte (segretario generale del Comité Européen des Entreprises Vins). Ha moderato l'incontro Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini.
«L'attuale quadro della vendemmia 2018 presenta una tendenza produttiva che fa ben sperare per l'intero comparto del vino – ha dichiarato Gian Marco Centinaio, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo – per poter sfruttare tutte le potenzialità del mercato occorre incentivare la crescita del settore investendo su ricerca, innovazione e puntando sulla semplificazione per rendere le nostre aziende sempre più competitive sui mercati internazionali. Il vino è un prodotto con un forte appeal a livello internazionale, ambasciatore del Made in Italy nel mondo, veicolo e simbolo dell'ideale di qualità e unicità dei prodotti italiani. Proprio per questo, il Mipaaft ha sbloccato il bando per la promozione Ocm Vino e ha costituito il Comitato nazionale vini Dop e Igp. Vogliamo costruire una nuova strategia di settore, perché per andare sui mercati internazionali la promozione è fondamentale. La strada è lunga – ha concluso – e la vera sfida del prossimo futuro sarà quella di creare e far proprio il differenziale positivo di valore legato alla distintività del vino italiano, investendo sulla differenziazione dell'offerta e sulla qualità, due elementi che rendono uniche le nostre realtà vitivinicole».
«L'incremento produttivo della campagna in corso è un'importante notizia per le cantine italiane e consentirà di recuperare gli effetti negativi derivati dalla forte riduzione registrata nel 2017, soprattutto sul fronte delle esportazioni – ha dichiarato Raffaele Borriello, direttore generale dell'ISMEA – la minore disponibilità di prodotto dell'anno passato, associata ad un aumento consistente dei prezzi, ha determinato infatti nei primi 5 mesi del 2018 una riduzione del 10% dei volumi di vino esportati in tutto il mondo. Di rilievo il calo di prodotto italiano importato dalla Germania e dal Regno Unito e la conferma, a meno di clamorose sorprese, del sorpasso da parte della Francia nel mercato statunitense. Riteniamo comunque che l'incremento di produzione del 2018 avrà un effetto positivo sulla ripresa delle esportazioni italiane nei mercati internazionali, con la prospettiva di superare la soglia dei 6 miliardi di euro a fine anno».
«A livello europeo – ha aggiunto Ignacio Sanchez Recarte, segretario generale del Comité Européen des Entreprises Vins – prevediamo una buona vendemmia 2018, con livelli di produzione più legati al reale potenziale di produzione dell'UE, che aiuteranno a dimenticare le perdite del 2017».

Vinitaly negli USA con Eventi, Business e Formazione

Vinitaly sempre più protagonista negli USA, dove nei primi quattro mesi del 2018 il vino italiano registra performance migliori della media-mercato, pur con una crescita timida a valore che risente dell'Euro forte. Il risultato complessivo è un incremento dei volumi (+4,4%) e dell'1% in valore, con 544,7 milioni di euro (dato Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor). L'Italia rimane il principale Paese fornitore degli USA anche in questa prima parte dell'anno, ma la competizione, con particolare riguardo alla Francia, è molto serrata.
Per questo Vinitaly prosegue con il proprio programma internazionale di eventi business e formazione – sono già 47 gli Italian Wine Ambassador statunitensi formati tramite le iniziative della Vinitaly International Academy, mentre i buyer accreditati provenienti dagli USA all'ultima edizione di Vinitaly sono stati oltre 7 mila – ed è presente al Padiglione italiano del Summer Fancy Food Show nell'ambito del piano di promozione straordinaria del made in Italy curato da Agenzia ICE in collaborazione con Federalimentare, Cibus, Tuttofood e Vinitaly, che presenta oltre 300 aziende sotto il segno distintivo del claim “The Extraordinary Italian Taste”.
In questa occasione, il Vinitaly Wine Bar offre ai buyer del trade e del canale ho.re.ca l'opportunità di conoscere e degustare oltre 600 vini selezionati in collaborazione con il consorzio Italia del Vino, nel corso di tre giornate ciascuna dedicata a una zona produttiva diversa: Trento doc, Sicilia Doc e Chianti Classico.
«Gli Stati Uniti sono il principale mercato mondiale della domanda di vino e lo saranno ancora per molto tempo. In questo senso è indicativo ciò che è emerso dall'outlook Vinitaly-Nomisma sulle abitudini al consumo negli Usa: oltreoceano il primo target è rappresentato dai giovani dai 21 ai 35 anni, mentre in Italia l'età dei top consumer è molto più alta. Un dato questo che la dice lunga anche sul fascino esercitato da una bevanda sempre più status symbol per i giovani statunitensi», commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.

Consorzio Vini Doc Sicilia: Raggiunta Quota 50 Milioni di Bottiglie

I 50 milioni di bottiglie prodotte da gennaio a luglio 2018 segnano un aumento del 154% rispetto allo stesso periodo del 2017, e il trend di crescita costante premia in modo trasversale le diverse varietà dei vini della Doc Sicilia.
«Il traguardo di bottiglie prodotte finora è il frutto dell'azione intrapresa su più versanti dal Consorzio di tutela vini Doc Sicilia» dice il presidente Antonio Rallo. «Siamo impegnati fin dalla nostra nascita per garantire la qualità dei vini Doc Sicilia. Abbiamo investito in campagne di promozione e di informazione in Italia e all'estero per mettere in risalto l'unicità della produzione del “continente vinicolo Sicilia”. Spot radiofonici e televisivi in Italia raccontano le caratteristiche dei vini Doc Sicilia. E nei principali mercati siamo sempre più presenti in eventi che fanno conoscere il meglio che la Sicilia offre» aggiunge il presidente del Consorzio. A trainare l'aumento del numero di bottiglie prodotte sono principalmente due vitigni: il Grillo che a luglio ha sfiorato i 10 milioni di bottiglie e il Nero d'Avola che nei primi sette mesi del 2018 è salito a 22milioni 800 bottiglie circa prodotte.
Ma la crescita dell'imbottigliato riguarda tutti i vini della Doc Sicilia: dal Sicilia Bianco al Catarratto all'Inzolia, dallo Zibibbo al Sicilia Rosso, dal Frappato al Merlot. Dalle prime stime della vendemmia, tra l'altro, coltivatori e produttori rilevano che malgrado le recenti condizioni climatiche avverse, la vendemmia si profila con un calo di quantità ma con una ottima qualità. «Nei mesi passati abbiamo partecipato a eventi che hanno consentito a migliaia di winelovers, buyers, sommelier, consumatori, di conoscere il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia e apprezzare sempre di più i vini della Doc Sicilia» spiega il direttore Maurizio Lunetta. «Abbiamo registrato un gran numero di visitatori, e di interesse, al Vinitaly di Verona, al ProWeine di Düsseldorf, al Food&Wine di Aspen, in Usa, per citare alcuni appuntamenti. Siamo riusciti a farci scegliere anche grazie alle campagne promozionali nei paesi dell'Ue dove esportiamo in modo sempre più massiccio. In Canada e in Cina le aziende che imbottigliano Doc Sicilia sono spesso ospiti di degustazioni. La stampa generalista e specializzata si dedica sempre più alla Sicilia e ai vini della Doc: siamo ormai riconosciuti come “modello positivo di sistema” tra aziende che lavorano per un unico obiettivo insieme alle migliori professionalità della nostra isola» conclude il direttore Lunetta.
«La vendemmia entra nel pieno proprio quando si concludono anche diverse attività culturali estive nelle cantine, che offrono al pubblico l'opportunità di scoprire e vivere in modo diverso i territori» afferma Alessio Planeta, consigliere della Doc Sicilia. «Sono occasioni sempre più preziose per invitare sia il pubblico siciliano sia quello in viaggio nell'isola a visitare le aziende. Lo stesso possiamo dire sul fronte dell'enoturismo, su cui quest'anno registriamo un sensibile aumento sia per numero sia per qualità e interesse da parte dei visitatori, soprattutto stranieri, che dopo aver avuto l'occasione di scoprire e di conoscere a fondo le identità dei luoghi e dei vini, nei fatti diventano i nostri primi e migliori ambasciatori nel mondo».
«Per quel che riguarda la sostenibilità, sempre più al centro dell'interesse dei clienti nei nostri principali mercati di sbocco, sono convinto che un approccio rispettoso dell'ecosistema sia ormai diventato un imperativo, altrimenti rischiamo il collasso collettivo» sostiene Alberto Tasca, consigliere del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia. «La Sicilia è una regione che possiede un'enorme ricchezza varietale, detiene il 25% della biodiversità europea e il 50% di quella italiana, presenta condizioni climatiche estremamente favorevoli, tantissime tipologie di suolo, preziose risorse genetiche naturali e culturali che permettono di diversificare le produzioni enologiche. Praticare un'agricoltura sostenibile ci consente non soltanto di custodire e preservare questo patrimonio, ma anche di lavorare in un sistema trasparente dove tutti, attraverso la condivisione e il confronto continuo, tendono a migliorare continuamente. Insomma, il bene comune diventa l'obiettivo prioritario, al di fuori del concetto di concorrenza».
Dal 2012, anno di nascita del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, a oggi, sono 315 le aziende che aderiscono alla Doc Sicilia. Il Consorzio punta molto sulle azioni di vigilanza e controlli a tutela di consumatori e produttori: anche per il 2018 è stato confermato l'accordo con il Consorzio Prosecco Doc per contrastare le contraffazioni ai danni dei vini a marchio Prosecco Doc e Sicilia Doc.

Lagrein Experience: Protagonista l'Autoctono Altoatesino

Da Milano a Bolzano, riflettori puntati sul Lagrein. L'antico vitigno autoctono altoatesino, che da anni ha un suo premio ad hoc nell'ambito del forum Autochtona, quest'anno sarà il focus di due diversi appuntamenti.
Si comincia con la tradizionale degustazione Tasting Lagrein, che per la sua edizione 2018 ha anticipato le proprie date di circa un mese cambiando città. Si è infatti riunito oggi a Milano, nelle sale dell'hotel The Westin Palace, un qualificato panel composto da giornalisti e professionisti del settore, che ha decretato i 4 vini finalisti per ciascuna delle tre categorie in gara: Lagrein, Lagrein Riserva e Lagrein Rosato.
Un lavoro articolato che, come ogni anno e sin dalla prima edizione nel 2011, viene seguito dai giornalisti Pierluigi Gorgoni, coordinatore della sessione di degustazione, e Alessandro Franceschini organizzatore, e si avvale della collaborazione di professionisti di grande esperienza. Quest'anno in particolare hanno preso parte alla giuria: Raffaele Cumani (Avvinando - TGCOM 24), Alessandro Torcoli (Civiltà del Bere), Federica Randazzo (Quotidiano Alto Adige), Setka Michal (Wine and Degustation magazine), Alberto Piras (sommelier del ristorante stellato Il Luogo di Aimo e Nadia) e Andrea Terraneo (enotecario e consigliere AEPI).
«Ogni anno Tasting Lagrein dona l'opportunità di poter fotografare e analizzare con precisione la produzione di uno dei vini autoctoni più rappresentativi e identitari dell'Alto Adige – spiega il curatore Pierluigi Gorgoni – la sua poliedricità ci consente di apprezzarne il suo carattere, sia nella forma leggiadra del rosato sia in quella più polposa e fragrante della versione rosso d'annata, fino ad arrivare alla complessità strutturale e gustativa della riserva».
Per i nomi dei tre vincitori bisognerà attendere il 18 ottobre, dove nei padiglioni di Fiera Bolzano, subito dopo Autochtona (15-16 ottobre) e Vinea Tirolensis (17 ottobre), andrà in scena la prima edizione della Lagrein Experience: un'intera giornata – realizzata in collaborazione con il Consorzio Vini Alto Adige – con un programma ricco di momenti di approfondimento e degustazioni. Tra questi, un focus dedicato al Lagrein con la possibilità di degustare i 12 vini finalisti e parlare con i vincitori dei tre premi; interventi di qualificati relatori che offriranno una fotografia puntuale del vitigno altoatesino; uno showcooking a cura di tre grandi chef del territorio: Marc Bernardi (Piz Seteur), Mattia Baroni (Haselburg), Danilo D'Ambra (Johnson & Dipoli). A loro il compito di preparare in diretta, e offrire ai presenti, tre piatti in grado di valorizzare i Lagrein premiati.
All'interno della Lagrein Experience sarà anche possibile scoprire i prodotti tipici del Gallo Rosso, brand creato dall'Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi per le aziende agrituristiche dell'Alto Adige, sinonimo di qualità ed esperienza delle usanze contadine a contatto diretto con la natura.
Appuntamento dunque a Bolzano con una 4 giorni di appuntamenti enoici: Autochtona (15-16 ottobre) che si svolgerà come sempre in contemporanea a Hotel, fiera specializzata per hotellerie e ristorazione, Vinea Tirolensis (17 ottobre) e la novità Lagrein Experience (18 ottobre).

Tedeschi e il Dipartimento di Biotecnologie dell'Università di Verona Uniti per Svelare la Caratterizzazione Aromatica dei Vigneti di Proprietà

Tedeschi porta avanti da tempo un lavoro di ricerca scientifica volto al raggiungimento di una qualità sempre maggiore in accordo con la sostenibilità del territorio e dell'intera filiera produttiva.
Grazie alla convenzione tra l'azienda e il Dipartimento di Biotecnologie dell'Università di Verona, è iniziato 10 mesi fa uno studio dei caratteri aromatici delle uve e dei vini da singoli vigneti e dei principali fattori coinvolti nella loro espressione, con particolare riferimento alla produzione di vini Amarone.
La ricerca vuole fare luce sulla natura dei profumi che si sentono “nel bicchiere”, dovuti alla presenza di particolari molecole che presentano sfumature olfattive differenti in base ad area, vitigno, trattamento delle uve.
«Si è deciso di avviare questo meticoloso studio poiché la componente aromatica di un vino costituisce indubbiamente uno degli elementi di maggiore importanza nell'espressione delle sue caratteristiche di identità e tipicità sensoriale e la caratterizzazione della composizione chimica e delle caratteristiche olfattive risulta essere di notevole interesse per gestire al meglio la produzione di vini, che vogliono essere l'espressione più alta della realtà territoriale ed esaltarne il valore» dichiara Riccardo Tedeschi, enologo di famiglia.
Con il supporto del Prof. Maurizio Ugliano, sono stati analizzati uve e vini dei 2,5 ettari del vigneto Monte Olmi, dei circa 7 ettari di La Fabriseria e di tre zone diverse – Anfiteatro, Bàrila e Impervio – della Tenuta di Maternigo.
I composti volatili che danno vita ad aromi fruttati, sono tra i marcatori principali della diversità tra i vigneti e risultano essere maggiormente presenti nelle uve provenienti dai vigneti Monte Olmi e La Fabriseria. I vini ottenuti nella zona di Maternigo, invece, hanno una evidente nota odorosa di pesca, frutta cotta e spezie dolci.
Interessante notare che la diversità olfattiva è data sia dalle diverse aree sia dalle differenti tipologie di uva. I vini prodotti con uve Corvina si distinguono per note aromatiche floreali e balsamiche; nei vini prodotti da uve Corvinone, invece, è più evidente al naso una nota fortemente fruttata, arricchita da un profumo mentolato.
Nei vini ottenuti da uve appassite, ossia quelle destinate alla produzione di Amarone, si coglie una nota olfattiva distintiva di spezie dolci, anche se la differenza tra i vigneti di provenienza si fa meno netta. Invecchiando, poi, il vino si trasforma ulteriormente e si amplifica l'intensità delle note balsamiche e mentolate.
«Si tratta – sottolinea il Prof. Ugliano – di uno dei primi studi in cui si è riusciti a descrivere l'unicità aromatica di un vino in relazione al sito di provenienza delle uve. Nonostante alcuni siti siano geograficamente molto vicini tra loro, come nel caso delle tre zone della tenuta di Maternigo, la diversità riscontrata in termini di composti aromatici di impatto è davvero notevole, a testimonianza dell'esistenza di un insieme di variabili che rendono ciascun vigneto unico. Un aspetto particolarmente interessante sta nel fatto che, da un punto di vista chimico, tale unicità, pur essendo indissolubilmente legata all'uva di origine, è presente nell'uva stessa in differenti forme per lo più sensorialmente inattive. Solo attraverso i processi che intervengono nel corso della vinificazione e della maturazione del vino essa viene rivelata».
La ricerca andrà avanti per altri 3 anni: la spinta verso la ricerca che caratterizza Tedeschi, infatti, non si ferma certo qui. Oltre a questo progetto ne verranno portanti avanti altri, sempre in un'ottica di miglioramento continuo della qualità dei vini prodotti, dello studio dei vigneti di proprietà, nella tutela dell'ambiente e del territorio: perfettamente in linea con la filosofia aziendale.

Grande Attesa per la Vendemmia Perfetta nell'Orcia Doc

Un incremento del 20% rispetto al solo 2017, secondo le prime stime sulla vendemmia 2018, con uve sane e di buona qualità, grazie all'alternanza di temperature calde e fredde tra il giorno e la notte che contraddistinguono la Val d'Orcia. Le abbondanti piogge primaverili hanno contribuito notevolmente allo sviluppo vegetativo delle piante, incrementando allo stesso tempo eventuali problematiche gestite molto bene dai produttori di Orcia Doc. Quindi nessuna raccolta anticipata per l'Orcia, come lo scorso anno, ma alcuni produttori sono già impegnati nella selezione delle uve di qualità inferiore direttamente in vigna per poi iniziare in un secondo passaggio la raccolta perfetta. La vendemmia, che qui nell'Orcia è prettamente manuale, viene quindi posticipata ancora di qualche giorno affinché la buccia degli acini si riduca di spessore e acquisti la naturale morbidezza necessaria per estrarre più polifenoli.
«La 2018 sarà una vendemmia ideale per la raccolta: il Sangiovese ha bisogno di giornate limpide soprattutto nell'ultima parte della maturazione» commenta la Presidente Donatella Cinelli Colombini. «Vivere la vendemmia nella Doc Orcia diventa un'esperienza autentica grazie ad un territorio pieno di piccole città d'arte, di prelibatezze gastronomiche come i pici all'aglione, il prosciutto di maiale cinta, la bistecca di chianina, le chiocciole, il cacio pecorino e di piccole aziende dove tutto è fatto a mano secondo la tradizione dei nostri vignaioli» conclude la Presidente.
L'annata 2018 offrirà quindi vini equilibrati con aromi e profumi intensi tipici del territorio. Nei prossimi giorni sarà determinante il sostegno meteorologico, per portare in cantina le uve di Sangiovese e di quei vitigni autoctoni della zona come il Foglia Tonda, il Colorino e il Ciliegiolo che vengono utilizzati in blend nei vini Orcia Doc.
Le cantine del nostro territorio daranno la possibilità ai winelovers di osservare da vicino le fasi della vendemmia in vigna e in cantina per comprendere tutti i principali processi di produzione del vino Orcia.

 


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